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Gaza, notte di terrore

Ultimo Aggiornamento: 24/03/2011 20:29
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24/03/2011 20:02
 
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Gaza. Notte di terrore
Notte di terrore a Gaza. Reperire informazioni sulla nuova guerra israeliana è un’impresa. Il silenzio dei media è assordante, anzi nauseante: si parla dell’esplosione di ieri a Gerusalemme Ovest in una stazione autobus, dove una donna è morta. Ma non si parla dei 4 ragazzini palestinesi falcidiati ieri dalle cannonate dell’esercito israeliano. Le notizie qui riportate ci vengono fornite dal nostro amico Vittorio Arrigoni, che è a Gaza City, e sta vivendo sulla sua pelle la drammatica escalation bellica nella striscia. Già ieri il vice-premier Shalom aveva fatto intendere che una nuova “piombo fuso” era alle porte. Dopo i 9 morti di inizio settimana, stanotte le incursioni aeree si sono intensificate. E’ bastata la bomba di ieri a Gerusalemme per scatenare gli scalpitanti eserciti ed aviazioni. Ai droni e agli F16 si sono aggiunti anche gli Apache a sorvolare la zona del porto. La gente di Gaza, purtroppo costretta a metabolizzare l’occupazione, chiama questi volatili “Zannana”, per via del forte e insopportabile ronzio continuo che producono. Verso mezzanotte iniziano i bombardamenti. Gli apache sganciano missili sul porto. Colpite le centrali elettriche di Gaza city: la città è al buio. Bombardamenti anche nell'area residenziale di Sheikh Ejleen. Dal Nord le truppe israeliane, con l’appoggio aereo degli apache, invadono la striscia. Alle 3 del mattino cessa l’incursione e, in mattinata, gli uffici diplomatici israeliani iniziano a chiedere alle ambasciate l’evacuazione degli stranieri dalla striscia. Intanto, mentre il ministro degli esteri egiziano condanna i raid israeliani, Obama definisce “inaccettabili” i razzi artigianali lanciati dai palestinesi nel deserto del Negev. Ci chiediamo se invece sono accettabili i missili da una tonnellata sparati dai Caccia f16 e da Apache su zone densamente abitate. Infine un dato di un certo rilievo: la compagnia aerea egiziana ha cancellato Israele dalle destinazioni di viaggio.

Fonte : Dazebao A cura di : Raffaele Urselli 24/03/2011
Di: INFORMARE CONTROINFORMANDO

Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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24/03/2011 20:16
 
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Ecco naturalmente quello che i controinformatori non dicono.
Domenica israele è stato vittima di un pesante bombardamento dalla striscia. Il lancio dell'ansa che per una volta racconta la verità e riporta anche la violenza subita dai giornalisti da parte di hamas.

MO: ESCALATION GAZA; MOFAZ,ABBATTERE HAMAS SE FUOCO CONTINUA
STAMPA PROTESTA PER VIOLENZE AGENTI HAMAS
(ANSA) - TEL AVIV, 20 MAR - Israele dovrebbe considerare "mosse che portino all'abbattimento del regime di Hamas" se dalla striscia di Gaza si ripetessero attacchi come quelli sferrati ieri, quando miliziani palestinesi hanno sparato a sorpresa una cinquantina di colpi di mortaio contro il territorio israeliano. Lo ha detto alla radio militare il presidente della Commissione parlamentare per gli affari esteri e la difesa Shaul Mofaz (Kadima), un ex ministro della difesa. Hamas, ha rilevato, "é una organizzazione terroristica che dispone di un territorio". Per Israele, ha aggiunto, è necessario adottare adesso "misure adeguate per impedire che si ripetano attacchi come quelli di ieri". Israele ha subito risposto con raid aerei agli attacchi dei mortai palestinesi. Complessivamente tre miliziani palestinesi sono rimasti uccisi. Secondo la stampa, si è trattato della giornata più violenta nella zona dalla conclusione della Operazione Piombo Fuso, oltre due anni fa. Stamane da Gaza è stato sparato verso Israele un razzo Qassam, che non ha provocato vittime. Nel frattempo la Associazione della stampa estera in Israele (Fpa) ha emesso una dura protesta per le violenze patite da diversi giornalisti negli ultimi giorni a Gaza per mano di agenti di Hamas. Alcuni di essi sono stati percossi, altri sono stati detenuti. Perquisizioni violente sono avvenute nelle redazioni dell'agenzia Reuters, della Cnn e della nipponica Nhk, nota la Fpa. Questo genere di intimidazioni, conclude, "deve cessare subito".

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24/03/2011 20:29
 
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Questo è un resoconto ancora più completo, con tutti i fatti degli ultimi giorni, scritto da giulio meotti.

Hamas ha cominciato una nuova campagna militare contro Israele. Ieri pomeriggio, un ordigno è esploso nel centro di Gerusalemme uccidendo una persona e ferendone almeno trenta, ma già nel corso della mattina due missili Grad lanciati dalla Striscia di Gaza avevano centrato Beersheba, nella parte meridionale del paese. “Questa è una risposta naturale ai crimini di Israele”, ha detto un portavoce di Hamas, il movimento islamista che controlla la Striscia. Lo stesso pensano i rappresentanti del Jihad islamico nella Striscia. Nessuno, tuttavia, si è preso sinora la responsabilità dell’attacco a Gerusalemme. Era dal 2004 che una bomba non colpiva la capitale: l’evento ha spinto il premier, Benjamin Netanyahu, a rinviare un viaggio a Mosca per riunire il gabinetto d’emergenza. Il ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, ha incontrato il capo dell’esercito e ha fatto capire che ci sarà una risposta già a partire dalle prossime ore. “Non tolleriamo alcun attacco contro i nostri civili”, ha detto Barak. L’ordigno era nascosto nei pressi della stazione ferroviaria, probabilmente accanto a un telefono pubblico, e pesava un paio di chili. L’esplosione è stata violenta e ha mandato in frantumi i vetri di un autobus che passava in quel momento: secondo il ministro della Sicurezza, Yitzhak Ahronovitch, l’involucro conteneva “chiodi e altri elementi” per aumentare i danni. “Non abbiamo ricevuto alcuna informazione dall’intelligence – ha affermato il capo della polizia, Nir Barkat – Siamo sempre pronti per eventi come questo, ma oggi non c’è stato alcun avvertimento specifico”. Se i servizi segreti non hanno intercettato la possibilità di un attacco a Gerusalemme, se Hamas e le altre organizzazioni terroristiche della Striscia non rivendicano l’attentato, è possibile che l’ordigno sia stato piazzato da un cittadino palestinese che vive in Israele. Come avvenne nel 2008, quando un uomo di Gerusalemme est salì a bordo di un bulldozer e investì diciannove persone per le strade della città. Al termine del vertice con Netanyahu, il responsabile dell’Interno ha detto che “gli incidenti di oggi ci spingono a considerare l’ipotesi di un’operazione antiterrorismo. Non c’è ancora una decisione, ma abbiamo varie possibilità a nostra disposizione”. La bomba è l’ultimo segnale di una crisi che monta da giorni al confine fra Israele e la Striscia. I miliziani hanno aumentato il lancio di missili sulle città del Negev: ieri non sono state colpite soltanto le strade di Beersheba, ma anche quelle di Eshkol, Shaar Hanegev e Ashdod – secondo Yedioth Ahronoth, alcuni missili contenevano fosforo. Il Jihad islamico ha rivendicato gli attacchi, e l’esercito israeliana ha risposto con azioni mirate su Gaza. Ma il grosso degli scontri è avvenuto martedì, quando l’Idf ha portato a termine due raid per fermare le operazioni dei terroristi. Otto persone hanno perso la vita, e fra loro ci sono quattro vittime civili. Come dice il quotidiano Haaretz, si tratta dello scambio più pesante da Piombo fuso, l’operazione antiterrorismo compiuta dall’esercito di Israele nel 2008. “Una piccola guerra sta cominciando a Gaza”, ha scritto nel corso della mattina il quotidiano, ben prima che il bilancio della settimana arrivasse a comprendere le vittime dell’ordigno esploso di fronte alla stazione di Gerusalemme. L’avanzata militare di Hamas ne segue un’altra, di carattere diplomatico. Nel fine settimana, un ufficiale ha fatto sapere che le autorità di Gaza chiederanno ancora il riconoscimento di uno stato palestinese all’Assemblea delle Nazioni Unite. La proposta è stata bloccata a febbraio dagli Stati Uniti, che hanno opposto il loro diritto di veto. Questa mossa ha il favore del presidente dell’Anp, Abu Mazen, che cerca di fermare così la costruzione di nuovi insediamenti a Gerusalemme est e nei Territori. I palestinesi consideravano la fine dei lavori una condizione indispensabile per il successo dei negoziati di pace con Israele, ma i colloqui sono falliti. Il riconoscimento è un grande pericolo per Abu Mazen e per il primo ministro Salam Fayyad: nel caso di elezioni, i terroristi di Hamas avrebbero buone chance di prevalere sulle forze più moderate. Allo stesso modo, gli estremisti sono in grado di sfruttare meglio gli effetti della primavera araba, che dopo aver rovesciato i governi di Egitto e Tunisia si avvicina ora a Ramallah.

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