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Romano Ministro, i dubbi del Colle: Concorso in Associazione Mafiosa, Corruzione Aggravata

Ultimo Aggiornamento: 25/03/2011 14:05
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24/03/2011 11:23
 
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Concorso esterno in Associazione Mafiosa e Corruzione Aggravata

IL neo titolare dell'agricoltura è indagato per concorso associazione mafiosa
Romano Ministro, i dubbi del Colle
«Riserve politico-istituzionali»

Napolitano: «Procedimento a suo carico per gravi imputazioni, si faccia chiarezza»

Francesco Saverio Romano, Min. Politiche Agricole
(Eidon)

- È destinata a suscitare polemiche la nomina di Francesco Saverio Romano a ministro delle Politiche agricole, una nomina sulla quale pesano, soprattutto, i dubbi del capo dello Stato. Il deputato, appartenente alla corrente dei «responsabili», ha già giurato al Quirinale di fronte a Giorgio Napolitano. Prende il posto di Giancarlo Galan, che va a sua volta a sostituire il dimissionario Sandro Bondi ai Beni culturali. Dopo il giuramento, l'inquilino del Colle ha espresso, attraverso una nota, le sue «riserve politico-istituzionali» sulla nomina del leader del PID, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Napolitano spiega di non aver ravvisato «impedimenti giuridico-formali» al fatto che Romano diventasse ministro, ma auspica altresì «che gli sviluppi del procedimento chiariscano al più presto l'effettiva posizione del ministro».

LA NOTA
- «Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dal momento in cui gli è stata prospettata la nomina dell'on. Romano a ministro dell'Agricoltura, ha ritenuto necessario assumere informazioni sullo stato del procedimento a suo carico per gravi imputazioni», si legge nel comunicato del Quirinale. «Essendo risultato che il giudice delle indagini preliminari non ha accolto la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Palermo, e che sono previste sue decisioni nelle prossime settimane, il capo dello Stato ha espresso riserve sull'ipotesi di nomina dal punto di vista dell'opportunità politico-istituzionale».

LE INCHIESTE
- Il gip di Palermo Giuliano Castiglia non ha accolto la richiesta di archiviazione dell'inchiesta per concorso in associazione mafiosa aperta a carico di Saverio Romano. A chiedere la chiusura dell'indagine, lo scorso novembre, era stata la Procura del capoluogo. Il giudice ha fissato per il 1 aprile l'udienza in cui ascolterà le parti: il pm Nino Di Matteo e il legale dell'indagato, l'avvocato Inzerillo. Qualora lo richiedesse, potrebbe comparire davanti al gip per essere sentito lo stesso Romano. Nel corso dell'udienza il magistrato potrebbe indicare agli inquirenti di approfondire alcuni elementi dando ai pm un termine o archiviare. La notizia è stata già pubblicata martedì dal Giornale di Sicilia. Il pm aveva motivato la decisione di chiedere l'archiviazione ritenendo che non ci fossero riscontri sufficienti alle dichiarazioni del pentito Francesco Campanella, che aveva definito Romano persona «a disposizione» di Cosa Nostra e, in particolare, dei capimafia di Villabate, Nicola e Antonino Mandala. Per la Procura, che comunque aveva sollevato molti dubbi sulla posizione del deputato, da qui le perplessità del gip, non ci sarebbero gli «elementi idonei a sostenere l'accusa in giudizio».
Il parlamentare era già stato indagato nel 1999, ma l'inchiesta si era chiusa con un'archiviazione. La seconda indagine è stata avviata nel 2005 proprio dopo le dichiarazioni di Campanella.
A carico di Romano, infine, pende anche un'altra inchiesta, per corruzione aggravata, nata dalle dichiarazioni di Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso di Palermo.

«QUIRINALE INESATTO» - Romano ha replicato dicendosi «dispiaciuto» per la nota «inesatta» del Quirinale «A mio avviso quella nota non riflette il pensiero del capo dello Stato, che è stato augurale nei miei confronti e dal quale ho avuto un'ottima accoglienza. Inoltre», aggiunge il neoministro, «purtroppo la nota è anche inesatta: perché non sono imputato ma solo indagato e c'è una richiesta di archiviazione nei miei confronti. Tutti possiamo sbagliare, immagino che l'estensore di quella nota abbia usato una terminologia non appropriata».

QUIRINALE: "MAI DETTO CHE È IMPUTATO" - L'ufficio stampa della Presidenza della Repubblica ritiene di non dover commentare le frasi di Romano, ma invita a una più attenta lettura della nota diramata a seguito del giuramento del nuovo ministro «nella quale non viene attribuita la qualifica di "imputato"».

POLEMICHE - La maggioranza fa quadrato attorno a Romano, insorgono invece le opposizioni. Per il Pd la nomina del deputato palermitano ex Udc «dimostra la debolezza del presidente del Consiglio che, per puntellare la sua malandata maggioranza, ha dovuto sottostare ad un vero e proprio ricatto». Ancora prima della nota del Quirinale, erano stati i dipietristi a sollevare perplessità su Romano nell'esecutivo. «Della serie se non sono indagati non li vogliamo. Questo governo ha davvero toccato il fondo» ha scritto Antonio Borghesi, vice capogruppo dell'Italia dei Valori alla Camera. Anche i fianiani non risparmiano critiche. «La posizione di Napolitano - ha detto Italo Bocchino - dimostra in maniera incontrovertibile che Silvio Berlusconi non è più in grado di agire liberamente nella sua attività di governo. Ha, infatti, dovuto sottostare al diktat dei responsabili e nominare ministro Saverio Romano nonostante le note e annunciate perplessità del Quirinale». Per Bocchino solo così il premier può «assicurarsi il voto dei "disponibili" in Giunta per le autorizzazioni a procedere su questioni che sono del tutto personali. È ormai evidente che siamo in una situazione senza precedenti che mette a repentaglio la libertà di azione del presidente del Consiglio». E Marilena Samperi, capogruppo Pd in Giunta per le Autorizzazioni a procedere della Camera, rivela: «I deputati di Iniziativa responsabile hanno partecipato alla giunta per le Autorizzazioni della Camera, che decideva sul caso Ruby, solo dopo la conferma dell'ormai prossima nomina di Saverio Romano a ministro». Il provvedimento è passato con 1 solo voto di scarto: 11 a 10.

Fonte: Corriere della Sera - Redazione online
23 marzo 2011 (ultima modifica: 24 marzo 2011) ©
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[Modificato da Etrusco 24/03/2011 11:26]

Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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24/03/2011 21:29
 
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«Fino a quando la Procura di Palermo non dirà una parola ufficiale sull’indagine che mi riguarda, non sarò disposto ad accettare eventuali incarichi di alcuna natura. Nutro profondo rispetto per le istituzioni repubblicane che devono essere sempre messe al riparo da ogni possibile speculazione»
Saverio Romano, 4 dicembre 2004
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10 anni sotto indagine... in pratica questo il ministro non avrebbe mai la speranza di farlo.
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Re:
giusperito, 25/03/2011 11.23:

10 anni sotto indagine... in pratica questo il ministro non avrebbe mai la speranza di farlo.



..per sua scelta

salvo poi cambiare idea, a voto di fiducia venduta [SM=x43819]
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25/03/2011 11:39
 
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in pratica questo è indagato dal 2001 e seguendo il principio tanto caro ai giustizialisti Romano non potrebbe mai essere ministro
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Re:
gran generale, 24/03/2011 21.29:

«Fino a quando la Procura di Palermo non dirà una parola ufficiale sull’indagine che mi riguarda, non sarò disposto ad accettare eventuali incarichi di alcuna natura. Nutro profondo rispetto per le istituzioni repubblicane che devono essere sempre messe al riparo da ogni possibile speculazione»
Saverio Romano, 4 dicembre 2004


Molto coerenti, si [SM=x43819]
Ecco qui un riferimento giornalistico, tra gli altri che se ne possono trovare... (LINK)

giusperito, 25/03/2011 11.39:

in pratica questo è indagato dal 2001 e seguendo il principio tanto caro ai giustizialisti Romano non potrebbe mai essere ministro



Anche per Pionati, fino a pochi giorni fa, sarebbe stato assai inopportuno nominare Ministro F.S.Romano o personaggi simili...
ma tant'è [SM=x43606]

Non condivido le tue idee, ma darei la vita per vederti sperculeggiare quando le esporrai.
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25/03/2011 14:05
 
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Pionati aveva un interesse personale. La coerenza è un discorso che può valere fino ad un certo punto. ROmano è indagato da una vita. Sinceramente dopo 10 anni di indagini con tutto il rispetto per le istituzioni significa che c'è qualcosa che non va e a quel punto diventa inopportuno cercare di capire cosa è opportuno.
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