SALT LAKE CITY - Il piccolo "Arnold" non ce l'ha fatta. L'attore Gary Coleman, 42 anni, protagonista della celebre sitcom, è morto a seguito della emorragia cerebrale che lo aveva colpito mercoledi pomeriggio dopo una caduta nella sua casa a Salt Lake City, nello Utah. Inizialmente vigile, Coleman era entrato in coma fino a essere mantenuto in vita solo con le macchine. Poco fa l'ospedale dove era ricoverato ha diffuso la notizia della morte.
In onda negli Usa dal 1978 al 1986, la serie "Arnold" arrivò al pubblico italiano negli anni Ottanta, quando Canale 5, ormai canale a diffusione nazionale, ne fece un punto fermo della sua programmazione. Il segreto del successo era tutto concentrato nelle fattezze del protagonista assoluto dello show: un bambino afroamericano, piccolo e grassottello, dalla battuta fulminante e l'irresistibile senso dell'umorismo. Per chi ha vissuto quella stagione televisiva, resta indimenticabile il "Che cavolo stai facendo, Willis!", con cui il piccolo Arnold rimbrottava il fratello Willis, alto e dinoccolato, impersonato dall'attore Todd Bridges. Arnold e Willis, due ragazzi neri atterrati, come meteore giunte dallo spazio profondo, nella dimensione altoborghese di una famiglia bianca, composta dall'algido signor Drummond e da sua figlia Kimberly, rispettivamente zio e sorellastra dei due fratellini.
Nessuno, all'epoca, avrebbe mai sospettato che Arnold non fosse un attore-bambino dal talento straordinario. Ma pian piano la verità venne a galla. Gary Oldman, nato a Zion, nello Utah, nel 1968, non era un piccolo e grassottello ragazzino nero, ma un uomo, adulto e minato nel fisico. Il suo sviluppo era stato compromesso da una forma di insufficienza renale che lo aveva torturato fin dall'infanzia. Nei suoi anni verdi Coleman passò attraverso due trapianti di reni in, ma non riuscì a sottrarsi alla dialisi, suo malgrado compagna di una vita.
Quando per l'uomo Gary divenne insostenibile mantenere le sembianze del bambino Arnold, la televisione lo abbandonò ben presto. Lo spettacolo Usa lo ricordò citandolo in episodi dei cartoon The Simpson e i Griffin, nel 1996 apparve in un episodio della serie Willy, il principe di Bel Air, protagonista l'aspirante superstar Will Smith. Si ricordò di lui persino Meteore, il programma Mediaset che regala una nuova serata di gloria alle stelle (in)dimenticate del passato. Ma il passato non può tornare. E dal passato di Gary affiora anche una brutta storia di violenza domestica, quella che Coleman usò contro Shannon Price, la donna che sposò nel 2007.
Prima che quell'ombra ne scalfisse l'immagine, Coleman aveva tentato anche la carta della politica. Nel 2003 annunciò la sua candidatura a governatore della California. Ma, ironia della sorte, il destino volle che il "piccolo Arnold" ex idolo della tv nella sua corsa alla prestigiosa poltrona trovò davanti a sé un "grande Arnold": Schwarzenegger, l'ex culturista inventatosi attore e reso popolarissimo dai ruoli interpretati in Terminator e mille altri film d'azione. Coleman cercò di ritirare la sua candidatira per appoggiare l'avversario, ma essendo ormai ufficialmente iscritto nella lista non riuscì a farsi depennare. Chiuse l'esperienza con 14.282 preferenze (0,16%), ottavo su 135 candidati.
Tra un cameo e un'apparizione casuale, Gary Coleman lavorava come guardia privata. Proprio in occasione di uno dei suoi sporadici ritorni in tv, lo scorso febbraio, durante le riprese della trasmissione televisiva "The Insider", Coleman era stato colto da un malore. Forse un segnale della fine, forse no. Ma Arnold se n'era già andato da tempo.
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