L’Associazione Nazionale Magistratura di Pace e l’U.n.gi.pa. hanno proclamato lo sciopero nazionale dei giudici di pace per il tempo massimo consentito dal Codice di Autoregolamentazione, dal 25 gennaio al 5 febbraio.
Il giudice di pace Maria Stefania Camerlengo, coordinatore per l’Ufficio di Teano e referente per il Tribunale di Benevento, così spiega le ragioni dell’astensione: “L’insoddisfacente schema di disegno di legge titolato ‘Riforma organica della magistratura onoraria e costituzione dell’ufficio circondariale del giudice di pace’, elaborato motu proprio dal dicastero della giustizia, vanifica le richieste fondamentali da anni invocate dalla categoria (continuità dell’incarico con rinnovabilità del mandato previa verifica di professionalità, previdenza ed assistenza obbligatorie, garanzie ordinamentali di indipendenza del giudice di pace), per rimarcarne la precarietà e la assimilazione ad altre figure di magistrato onorario con funzioni di mera supplenza.
Il progetto di riforma della magistratura onoraria, se dovesse essere confermato nei termini che ci è dato conoscere, non può non essere ritenuto una diminutio del ruolo che i giudici di pace hanno assicurato in questi anni al sistema giustizia. E ciò che ci sconcerta è che tale disegno di legge contrasterebbe profondamente con quanto assicuratoci dal ministro Alfano che, ancora nel mese di settembre 2008 nell’incontro con le nostre associazioni, riconosceva il ruolo svolto dai giudici di pace e assumeva l’impegno del governo a varare una riforma organica per definire lo status della magistratura onoraria 'per farla uscire dal limbo regolamentare, per evitare loro di vivere con una sindrome da precari, che non si addice alla funzione esercitata'.
La riduzione del tempo di esercizio delle funzioni dagli attuali tre mandati quadriennali a due e l’assenza di una previsione ancorché minima di tutela previdenziale e assistenziale non si prestano ad esser letti come riconoscimento della professionalità, dell’impegno e dell’abnegazione profuse dai giudici di pace in questi anni.
E’ per questo che noi ci batteremo sempre non per la difesa dei nostri diritti, ma per il rispetto della Costituzione e della pari dignità delle funzioni giurisdizionali, per il diritto dei cittadini ad una Giustizia seria, professionale, imparziale, celere ed efficiente. Il prossimo 28 gennaio ci riuniremo a Roma in Piazza Montecitorio per dar risalto alla nostra civile e legittima protesta”.
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