Rivisto per l'ennesima volta ieri, complice un brutto raffreddore.
é un film di una bellezza e poesia straordinaria.
Sarebbe semplicistico definirlo solo una (grande) espressione del neorealismo perchè il film va oltre.
é un film di "denuncia sociale" ma anche lirico, filosofico e decisamente struggente (quanto piango
)
Ho voglia di parlarne con qualcuno o di invogliare qualcuno a vederlo
Il protagonista è un vecchio pensionato che vive una esperienza di cui tutti abbiamo il terrore: una vecchiaia fatta di miseria e solitudine accompagnata da una graduale perdità della dignità personale.
(Come ha detto De sica) è sostanzialmente un film sulla incomunicabilità.
Tutti nel film sono abbruttiti dalla miseria, dalla ignoranza e dalla guerra.
Tutti sono meschini e insensibili.
Persino Umberto non è capace di vero affetto e di veri sentimenti se non per il suo cagnolino Flaick. Anche con la sua unica amica, la servetta, non riesce ad esprimere i suoi sentimenti, il suo dolore e la sua solitudine.
La disperazione e la vergogna lo porteranno ad una quasi tragedia da cui lo salva, con l'istinto di sopravvivenza, il suo cane
(che regista era De sica che riusciva a far recitare anche un cane?????
)
Il finale (uno dei migliori della storia del cinema) è, sicuramente non ottimista, ma ricco di speranza, a dimostrazione che il lieto fine non deve essere sempre una soluzione retorica e scontata.
(non ve la posso far vedere vi rovinerei non la sorpresa ma l'emozione, ma per quelli che vogliono rivederla
qui)
questa è la scena, molto emblematica, in cui il protagonista non riesce a chiedere l'elemosina
(si lo so
per la serie tagliamoci le vene
)