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Il bilancio del novennato di Napolitano

Ultimo Aggiornamento: 26/01/2015 11:47
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20/01/2015 13:22
 
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In attesa dell'elezione del nuovo Presidente della Repubblica ascolto alla radio e leggo sui giornali discussioni infinite sul novennato di Napolitano. In particolare, noto che emerge spesso una visione completamente diversa del suo operato: spesso quelli che per alcuni sono meriti, per altri sono colpe.
Qual è la vostra opinione a riguardo?
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20/01/2015 19:42
 
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Re:
Alessandro.1987, 20/01/2015 13:22:

In attesa dell'elezione del nuovo Presidente della Repubblica ascolto alla radio e leggo sui giornali discussioni infinite sul novennato di Napolitano. In particolare, noto che emerge spesso una visione completamente diversa del suo operato: spesso quelli che per alcuni sono meriti, per altri sono colpe.
Qual è la vostra opinione a riguardo?





Ha firmato qualche legge incostituzionale di troppo, ma non è tanto questo a portare il mio giudizio in negativo.
E' stato un rappresentante del potere, autoconservante ed autoassolvente come sempre il potere si manifesta. Ha guidato delle crisi politiche ed in tanti hanno pensato che ciò sarebbe avvenuto per creare un riequilibrio o cmq una maggiore equità sociale, invece si è schierato in maniera aperta per la tutela dello status quo di poteri forti e lobbies.
E' stato complice nel terribile silenzio che le Istituzioni hanno calato sull'avvelenamento delle terre della Campania, e sul nesso esistente tra sversamenti abusivi e mortalità tumorale in queste zone.

Ha sempre difeso il "segreto di Stato", anche quando questo segreto è stato utilizzato per consentire il proseguimento di pratiche potenzialmente genocide.
Poteva essere un uomo di rottura e di difesa della popolazione, ha scelto di essere un uomo di difesa del Potere costituito con tutti i suoi infiniti connubi e contiguità.

La distruzione delle intercettazioni sugli inciuci Stato Mafia, che lo hanno riguardato, pur costituzionalmente ineccepibile, è stato un ulteriore atto di mancanza di trasparenza che - nel giudizio sull'uomo e sull'uomo politico - non potrà mai esser dimenticato.
Al di là delle prerogative costituzionali del suo ruolo, esisteva, a fronte di sospetti così tanto gravi, il dovere morale di comunicare alla popolazione una trasparenza, una onestà, una estraneità a quelle dinamiche sospettate...un dovere che lui non ha sentito minimamente, preoccupandosi unicamente di far distruggere e impedire la diffusione di quelle intercettazioni.
Così nessuno ha saputo, così nessuno può condannare, ma, in cuor suo, nessuno potrà più neppure assolvere.

Che dir più...
20/01/2015 20:31
 
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Il suo operato a partire dalla crisi del 2011, che portò Monti al governo, mi ha fatto rimpiangere Berlusconi. Ho detto tutto.
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20/01/2015 21:36
 
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Re: Re:
Paperino!, 20/01/2015 19:42:





Ha firmato qualche legge incostituzionale di troppo, ma non è tanto questo a portare il mio giudizio in negativo.
E' stato un rappresentante del potere, autoconservante ed autoassolvente come sempre il potere si manifesta. Ha guidato delle crisi politiche ed in tanti hanno pensato che ciò sarebbe avvenuto per creare un riequilibrio o cmq una maggiore equità sociale, invece si è schierato in maniera aperta per la tutela dello status quo di poteri forti e lobbies.
E' stato complice nel terribile silenzio che le Istituzioni hanno calato sull'avvelenamento delle terre della Campania, e sul nesso esistente tra sversamenti abusivi e mortalità tumorale in queste zone.

Ha sempre difeso il "segreto di Stato", anche quando questo segreto è stato utilizzato per consentire il proseguimento di pratiche potenzialmente genocide.
Poteva essere un uomo di rottura e di difesa della popolazione, ha scelto di essere un uomo di difesa del Potere costituito con tutti i suoi infiniti connubi e contiguità.

La distruzione delle intercettazioni sugli inciuci Stato Mafia, che lo hanno riguardato, pur costituzionalmente ineccepibile, è stato un ulteriore atto di mancanza di trasparenza che - nel giudizio sull'uomo e sull'uomo politico - non potrà mai esser dimenticato.
Al di là delle prerogative costituzionali del suo ruolo, esisteva, a fronte di sospetti così tanto gravi, il dovere morale di comunicare alla popolazione una trasparenza, una onestà, una estraneità a quelle dinamiche sospettate...un dovere che lui non ha sentito minimamente, preoccupandosi unicamente di far distruggere e impedire la diffusione di quelle intercettazioni.
Così nessuno ha saputo, così nessuno può condannare, ma, in cuor suo, nessuno potrà più neppure assolvere.


Che dir più...



[SM=g2725291] [SM=g2725291] [SM=g2725291]







Con il laccio che doveva unire i loro cuori hanno strangolato la loro pace.
(G. C. Lichtenberg)
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21/01/2015 14:12
 
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Re: Re: Re:
anch'io ho l'impressione che ci siano tante luci ed ombre, e queste ultime sono proprio quelle di cui parli tu e che ha evidenziato carol... penso soprattutto al dramma (per usare un eufemismo) della terra dei fuochi e al modo in cui le madri sono state illuse che qualcosa sarebbe stato fatto per porre fine alla tragedia.
invece tutto è rimasto com'è, nel silenzio e nell'indifferenza generale.

E pensare che dobbiamo anche sentirci fare la predica da parte di alcuni settentrionali ignoranti, convinti che il problema monnezza e terra dei fuochi dipenda solo dalle nostre incapacità organizzative meridionali [SM=g51999].

Suprema.Moltheni, 20/01/2015 21:36:



[SM=g2725291] [SM=g2725291] [SM=g2725291]




[Modificato da Alessandro.1987 21/01/2015 14:15]
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Re:
wolf89@, 20/01/2015 20:31:

Il suo operato a partire dalla crisi del 2011, che portò Monti al governo, mi ha fatto rimpiangere Berlusconi. Ho detto tutto.




Monti, Terra dei fuochi e Intercettazioni, sono i 3 principali punti di criticità del suo novennato.
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22/01/2015 21:14
 
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Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Riformulando - nel senso di una reinterpretazione - il pensiero di Paperino (così mi faccio anche uno spot a S. Prisco, Costituzione, diritti umani, forma di governo. Frammenti di un itinerario di studio tra storia e prospettive, Giappichelli, Torino, 2014 [SM=g2725404]), Napolitano ha difeso il potere, certo (commento: beh, da un Presidente della Repubblica non ci si aspetta che difenda l'antipotere e il contropotere), cioè la stabilità istituzionale (niente scioglimenti anticipati, nessuna barricata contro l'euro, anzi vaselina per i mercati, perché in agguato c'erano la Lega e poi Grillo).
Il problema è sempre quello. L'Italia non è storicamente e strutturalmente davvero bipartitica, il suo bipolarismo intermittente si concreta in realtà in una forte area "centrale" articolata (mica da ora: da Cavour, Depretis, con Mussolini - che governò durante il Regno dal centro, controllando le estreme, poi Salò fu cosa diversa - con la DC, con Monti e Letta, ora con FI+NCD+PD, i cui leaders in altri tempi avrebbero diretto non partiti, ma correnti democristiane diverse).
In tale area "centrale" trasformista si litiga e si compete per il governo, ma in - in tempi di crisi - ci si chiude comunque verso la sinistra e la destra estreme, con accordi tra differenti moderatismi.
Napolitano ha difeso tutto questo perché è il nostro DNA (non dico se sia bello o brutto, dico solo che questo è) e l'elasticità/vaghezza della Costituzione sui poteri presidenziali glielo ha consentito (in nessun momento è formalmente mancata la fiducia delle Camere al Governo, ma in più il Presidente ha molto "protetto" l'Esecutivo: un semipresidenzialismo parlamentare, insomma [SM=g2725401]).
Se non avesse fatto così, lo spettro c'era già pronto: la Grecia. Ora, però, se fossimo gente seria, faremmo davvero le riforme (a lui lo hanno dovuto pregare perché restasse e gli era chiaro che non ci sono alternative al cambiamento; nel discorso dopo la rielezione era impressionante vedere come lo applaudissero, come se - ad un padre che dice al figlio "Sei uno s..., un p..., vaff..."; ma Napolitano è troppo elegante per dirlo - il figlio rispondesse: "Sì, papà, hai ragione, papà") e premeremmo per fare europeizzare il debito pubblico dei Paesi più inguajati; alternative non ne abbiamo, siamo troppo grandi per fallire e troppo mosci per diventare la Germania.
Ora sono alle porte un Presidente poco amato, poco bonino, sbiadito abbastanza per non disturbare Renzi, però tutelandolo in Europa e verso i mercati (ma ricordatevi Cossiga, che all'inizio sembrava un notaio; sarà il momento dell'infinocchiatura?), un Renzi- Berlusconi- Alfano e una grazia. Indovinate a chi? [SM=g2725401]
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23/01/2015 09:51
 
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Re: Re:
Paperino!, 21/01/2015 14:50:




Monti, Terra dei fuochi e Intercettazioni, sono i 3 principali punti di criticità del suo novennato.




Tralasciando la telenovela della caduta dell'ultimo governo Berlusconi, non ricordo partito che desiderasse- realmente- , al di là delle dichiarazioni di rito, assumere responsabilità di governo e,tutto sommato, le coincidenze con l'allora scelta di Scalfaro d'insediare Ciampi a Palazzo Chigi non mancano.
Difficile dimenticare l'isteria di palazzo e le indiscrezioni,più o meno autorevoli, sul rischio di non riuscire più pagare gli stipendi e la questione economica nel tritacarne mediatico già aveva avvelenato gli animi dell'intero paese.
La complessità del contesto scagiona di fatto la scelta presidenziale,la politica era ancora dominata dalla contrapposizione berlusconiani ed antiberlusconiani e l'aggravante di una legge elettorale discutibile avrebbe complicato ancor di più una situazione già insostenibile.
Riconferma della sfiducia nella volontà popolare, ma da attribuire al nostro impianto costituzionalistico ed istituzionale prima che alle tendenze di Napolitano. Si era ancora nel lontano '47 quando i vari Togliatti, Laconi o Nenni si scagliavano contro la Costituzione più bella del mondo...

Napolitano è stato il presidente che più di tutti ha cercato di non alimentare tensioni e crisi istituzionali, autocensurandosi anche più del dovuto: resterà alla memoria con il motto "abbassare i toni e placare gli animi" :) .
Assodato che a rigor di legge aveva il diritto di sottrarsi a quella peculiare questione giudiziaria, nel caso avesse deciso di rinunciare a tale diritto, come agire?
Nonostante le stilettate alle problematiche della giustizia è sempre stato conciliante ed anche quella scelta,tanto più nel delicato contesto di questi anni, ha per me questa chiave di lettura.
Non ha caricato a testa bassa, come avrebbe fatto un Cossiga, e l'unica strada per "informare" i cittadini non era forse quella della diretta televisiva della testimonianza, ma a che prezzo?
Trattandosi di un evento anomalo ed estraneo alla messa in stato d'accusa del PdR, come previsto dalla Costituzione- nemmeno mi dilungo sulla figura che avrebbe fatto l'Italia- si sarebbe stati moralmente obbligati a procedere allo scoperchiamento del presunto vaso di pandora della giustizia ( se ne parla dagli anni '90, ma solo a chiacchiere ! ) , con tutto quel che ne consegue in termini di crisi istituzionale e conflitto tra poteri dello stato...al confronto il decido e dispongo di cossighiana memoria sarebbe stato un innocente scherzetto!

Le ragioni che portano a chiedersi chi controlla i controllori sarebbero state identiche per i creditori ed i detrattori del processo.

Riguardo all'avvelenamento della Campania e dell'Italia tutta, desecretare,se segreto c'è, tocca al governo, come tocca alle autorità competenti impegnarsi ad una celere,ma approfondita fase investigativa e processuale.In questo momento la priorità è data dall'immediato controllo e bonifica delle zone pericolose,i tempi per accertare responsabilità saranno fisiologicamente più lunghi.

La normalità non avrebbe consentito di dipingere un quadro a tinte fosche,ma era ormai fatto assodato che da noi solo l'anormalità è normale.
[Modificato da connormaclaud 23/01/2015 09:57]
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23/01/2015 19:38
 
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Re:
(pollastro), 22/01/2015 21:14:

Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Riformulando - nel senso di una reinterpretazione - il pensiero di Paperino (così mi faccio anche uno spot a S. Prisco, Costituzione, diritti umani, forma di governo. Frammenti di un itinerario di studio tra storia e prospettive, Giappichelli, Torino, 2014 [SM=g2725404]), Napolitano ha difeso il potere, certo (commento: beh, da un Presidente della Repubblica non ci si aspetta che difenda l'antipotere e il contropotere), cioè la stabilità istituzionale (niente scioglimenti anticipati, nessuna barricata contro l'euro, anzi vaselina per i mercati, perché in agguato c'erano la Lega e poi Grillo).
Il problema è sempre quello. L'Italia non è storicamente e strutturalmente davvero bipartitica, il suo bipolarismo intermittente si concreta in realtà in una forte area "centrale" articolata (mica da ora: da Cavour, Depretis, con Mussolini - che governò durante il Regno dal centro, controllando le estreme, poi Salò fu cosa diversa - con la DC, con Monti e Letta, ora con FI+NCD+PD, i cui leaders in altri tempi avrebbero diretto non partiti, ma correnti democristiane diverse).
In tale area "centrale" trasformista si litiga e si compete per il governo, ma in - in tempi di crisi - ci si chiude comunque verso la sinistra e la destra estreme, con accordi tra differenti moderatismi.
Napolitano ha difeso tutto questo perché è il nostro DNA (non dico se sia bello o brutto, dico solo che questo è) e l'elasticità/vaghezza della Costituzione sui poteri presidenziali glielo ha consentito (in nessun momento è formalmente mancata la fiducia delle Camere al Governo, ma in più il Presidente ha molto "protetto" l'Esecutivo: un semipresidenzialismo parlamentare, insomma [SM=g2725401]).
Se non avesse fatto così, lo spettro c'era già pronto: la Grecia. Ora, però, se fossimo gente seria, faremmo davvero le riforme (a lui lo hanno dovuto pregare perché restasse e gli era chiaro che non ci sono alternative al cambiamento; nel discorso dopo la rielezione era impressionante vedere come lo applaudissero, come se - ad un padre che dice al figlio "Sei uno s..., un p..., vaff..."; ma Napolitano è troppo elegante per dirlo - il figlio rispondesse: "Sì, papà, hai ragione, papà") e premeremmo per fare europeizzare il debito pubblico dei Paesi più inguajati; alternative non ne abbiamo, siamo troppo grandi per fallire e troppo mosci per diventare la Germania.
Ora sono alle porte un Presidente poco amato, poco bonino, sbiadito abbastanza per non disturbare Renzi, però tutelandolo in Europa e verso i mercati (ma ricordatevi Cossiga, che all'inizio sembrava un notaio; sarà il momento dell'infinocchiatura?), un Renzi- Berlusconi- Alfano e una grazia. Indovinate a chi? [SM=g2725401]



In realtà professore credo che la situazione stia cambiando. La scomparsa delle culture politiche - i commenti precedenti che esulano da ogni analisi politica ne sono un esempio plastico- sta facendo esplodere il populismo congenito degli italiani che in qualche modo era contenuto dai partiti centristi.
Oggi il populismo si sta impadronendo del centro politico con effetti potenzialmente destabilizzanti. Attualmente i populisti sono divisi tra i vari partiti ed i più estremi si scanno nel solito tentativo di epurarsi in cerca della purezza assoluta, ma la legge elettorale che Renzi sta cercando di far approvare potrebbe paradossalmente favorirne la coalizione.

Cmq quelli su Napolitano sono i commenti a caldo dopo partita quando qualcuno si lamenta dell'arbitro e gli altri dicono che sono che succedono.
Ci vorranno anni per valutarne l'operato, ma siccome l'italia è un paese dalla memoria cortissima quando arriverà il momento non interesserà più a nessuno.

Napolitano ha fatto errori e cose giuste ma ha avuto il grande merito di tenere il sangue freddo quando tutti avevano perso la brocca; qui tutti dimenticano, memoria corta, che in quei mesi drammatici di fine estate inizio autunno del 2011 aleggiava lo spirito dell'8 Settembre e Napolitano tenne su la baracca conquistando una credibilità pazzesca. Nel 2013 poi ha tenuto i fasciopopulisti fuori dalla porta, dimostrandosi un leader migliore del popolo che rappresentava(che poi è l'essenza dell'essere leader). Direi che questo è il motivo principale per il quale tanti lo hanno preso in antipatia.
L'italiano medio vuole vedere riflessi i suoi difetti nei politici che odia e contra i quali inveisce che poi finisce immancabilmente per rivotare, un gran signore come Napolitano non lo può sopportare.

ps Comunque Mario Draghi ieri ha cominciato la mutualizzazione del debito, adesso vedrete che riforme. A razzo proprio.
La prima sarà allentare ancora la riforma Fornero che ha salvato il paese per compare un altro po' di voti di pensionati al Pd, poi tra 18 mesi il governo chiederà altri 18 mesi per fare quello che non è riuscito a fare nei 18 precedenti e se glieli rifiutano tutti i patrioti pronti a sollevarsi contro i kattivi teteski.

Pps Prof ma il suo libro non è disponibile in e-book? Senza quelli perde i lettori smart come me, qui i libri cartacei manco sappiamo cosa siano più.




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24/01/2015 13:21
 
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Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Quoto Trixam, nel senso che la mutualizzazione del debito dei singoli Paesi è incominciata. Poca e si approfondirà, se quelli da ammodernare sul piano istituzionale faranno riforme "liberali"(che perciò sono urgenti, sarebbe davvero miope abbandonarle). Renzi obbiettivamente ci sta - se non altro - provando. Così a suo tempo fecero anche gli U.S.A., passando da Confederazione a Federazione di Stati. Che sia un passo verso gli Stati Uniti d'Europa? Al contrario, Le Pen, Salvini, gli euroscettici tedeschi, Alba Dorata vogliono tornare ai confini: errore tragico, secondo me, conteremmo come il due di coppe sul piano geopolitico.
Quanto a Syriza (e a Podemos), non sono comunisti da Corea del Nord, ma keynesiani radicale. Utili le loro affermazione, come segnali per un riequilibrio delle politiche europee (cioè: io non sono radicale come loro, ma un po' di pepe di sinistra serve a questa UE. A Trixam, liberale puro - io sono invece un liberalsocialista - dico che anche economisti liberali sostengono che non è economicamente sano un assetto in cui il 60/70% delle ricchezze si concentra nell'1% della popolazione; questa è la tendenza, secondo il report più recente di un istituto specializzato, appena lo trovo posto l'indicazione).
Infine, il populismo: è vero, oggi è di tutti, anche dei centristi (considero tali anche Berlusconi e Renzi). Dipende anche dall'uso del web, che prima non c'era e cambia i modi di manifestarsi della rappresentanza politica.
Sul libro: io volevo metterlo in edizione e-book, a pochissimi euro, ma l'editore non ha voluto; allora almeno ho devoluto integralmente i diritti d'autore alla Lega del Filo d'Oro onlus per bambini sordo-ciechi.
Se mi mandi l'e-mail, ti mando la mia copia personale in pdf .Grazie dell'attenzione
25/01/2015 10:52
 
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Rispondo in breve perché penso siamo fuori argomento topic: il Qe non è una mutualizzazione dei debiti basta vedere come è stato strutturato e cmq non servirà a nulla. Questa non è una crisi di liquidità come nel 2010 ma di domanda, siamo in deflazione e come anche Draghi ha detto, la BCe può ben poco contro essa. Il motivo è ben noto: le banche non prestano non perchè non hanno soldi, la moneta è endogena si crea nel sistema stesso, ma perché giustamente non hanno fiducia nel sistema produttivo reale. Chi presterebbe in questo contesto ad un pur bravo imprenditore sapendo che però deve interagire, fare commesse,ad altri imprenditori sull'orlo del fallimento e che quindi potrebbero trascinare pure lui nell'insolvenza?? In questo contesto e questo Renzi lo ha capito benissimo solo lo Stato può rilanciare l'economia con la spesa pubblica, creando domanda. Ma, problema( quello che Renzi nn sembra ancora aver capito): c'è alla base un problema di competitività. Insomma, i redditi generati( il moltiplicatore lo prevede anche l'FMI) finirebbero nell'acquisto di prodotti esteri (tedeschi) riportandoci di nuovo in una crisi da debito estero come quella del 2011.E la competitività si riacquista solo lasciando che il mercato dei cambi torni ad operare (fine dell'euro). Ma voglio portare all'attenzione un articolo di un economista che a trixam piacerà di sicuro, Alesina. Non ci sono grafici, ne formule economiche, ma è un' analisi lucidissima sull'inutilità dell'euro e sull'antistoricità degli Stati Uniti d'Europa è del lontan 1997 archiviostorico.corriere.it/1997/dicembre/15/QUATTRO_GRANDI_BLUFF_DELL_UNIONE_co_0_971215141...
[Modificato da wolf89@ 25/01/2015 10:53]
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25/01/2015 21:49
 
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Prof non era mia intenzione scroccarlo, solo che mi è impossibile procurarmelo attualmente.
Se vuole può inviarmelo a isyachab@yahoo.com, io provvedo a fare lo stesso una donazione all'associazione che lei ha indicato che non conoscevo e che le fa onore sostenere.

Mi permetta di argomentare sui suoi due punti sui quali a volte non ci capiamo.

Il mio problema con la mutualizzazione è il seguente: accelererà le riforme o le rallenterà? La letteratura scientifica(Kydland e Prescott), la storia e il buonsenso dicono che la seconda opzione è quella più realistica. Su questo Weidmann ha straragione e la reazione di Bankitalia è stata infantile e politicamente leccaculo. Io ho fatto l'esempio della riforma Fornero che è un paradigma.
L'unica riforma seria fatta in 20 anni, solo grazie alla spinta dell'emergenza, il giorno dopo la fine emergenza si è cominciato a smantellarla fino al capolavoro di questi giorni con la cancellazione delle penalizzazioni sulla pensione anticipata grazie all'opera in parlamento dell'ex vicesegretaria del sindacato pensionati della cgil. Un paese che si comporta così è credibile? Il guaio è che pensano di essere furbi.
Naturalmente la situazione politica in europa è sotto gli occhi di tutti, l'altro ieri sul FT Martin Wolf interpretando quello che credo sia stato il ragionamento di Draghi ammoniva che le riforme fatte in periodi di crisi economica sono destinate ad essere rigettate dagli elettori.
Si tratta di una contraddizione nella quale l'Europa si dibatte da anni ormai senza trovare soluzioni.
Una federazione europea sarebbe una bella cosa, ma non succederà mai. Non lo vogliono né gli italiani né i tedeschi né altri.
Cmq ora Draghi ha dato tempo, vedremo come i vari paesi lo utilizzeranno. Però per l'Italia non si può essere ottimisti perché le riforme in un paese dominato dal populismo non possono che essere finte, e quelle di Renzi questo sono. Tentativi puerili di ingannare la realtà.
Basta vedere la riforma del lavoro, doveva farla in un mese, ci ha messo un anno e non ha risolto nessuno dei problemi del mercato del lavoro italiano, anzi qualcuno lo ha anche aggravato, ma nel frattempo ha già speso il suo capitale politico su questa questione e non potrà più tornarci, perciò ora non gli resta che continuare a taroccare i dati istat per creare lavori immaginari. Alla fine tutti sanno che il debito italiano sarà ristrutturato, tutti sono preparati tranne gli italiani che lo prenderanno in un posto non troppo bello.
Per quanto riguarda il compagno Tsipras, a me sembra solo un grande paraculo. Sono contentissimo del suo trionfo perché ora si troverà
davanti al bivio: o fa quello che ha promesso e il paese viene raso al suolo, o non la fa e tutti i cretini che lo adorano a cominciare dai patrioti italici -che non capiscono che la minaccia di Tsipras a Berlino è di avere una pistola puntata alla tempia dell'Italia- saranno presi a schiaffi dalla realtà.

Quanto al problema della ricchezza, ci siamo fatti una sbornia pazzesca per colpa di Piketty. Il tema mi interessa molto, solo che la demagogia sul punto dilaga. Immagino che lei si riferisse al rapporto Oxfam presentato a Davos qualche giorno fa, mi dispiace ma quella è spazzatura come quasi tutto quello che produce quella pseudorganizzazione. Di seguito una piccola spiegazione sulla metodologia demenziale che hanno utilizzato per far dire ai
dati quello che volevano loro.
www.iea.org.uk/blog/beware-oxfam%E2%80%99s-dodgy-statistics-on-wealth-in...

Se guardiamo al tema con oggettività dobbiamo ammettere che il mondo non è mai stato più egualitario di oggi, negli ultimi due decenni milioni di persone sono uscite dalla povertà ed interi paesi prima negletti sono risorti per assurgere al ruolo di potenze.
Visto che siamo in ambito universitario le farò un esempio. L'altro giorno il direttore della Harvard Business School che è indiano di nascita ha detto che il modello della sua scuola, che è la più prestigiosa del mondo e svetta nei ranking, non funziona più.
Soprattutto si lamentava del fatto che gli studenti asiatici siano molto diminuiti rispetto al passato perché in Asia sono sorte delle Business School altamente competitive e aggressive che attraggono molti degli studenti più brillanti, una dimostrazione evidente dell'enorme progresso che quei paesi hanno fatto. E Nohria, il dean, ha spiegato che la HBS metterà in atto una strategia per riposizionarsi in Asia ed evitare di perdere la sua centralità.
La più prestigiosa università americana che deve rincorrere le tigri accademiche asiatiche, non le sembra questo un simbolo di un mondo che sta cambiando?
Poi non dico che il problema della disuguaglianza nei paesi avanzati non esista, esiste eccome. Solo che ha cause diverse, voglio dire la disuguaglianza in un paese semicomunista come l'Italia è molto diversa dalla disuguaglianza negli Usa. Io però trovo due cause comuni: la prima è la struttura degli stati in questi paesi, l'Italia ne è l'esempio più plateale ma anche le isole felici sono in difficoltà sotto la falce della polarizzazione politica; basta vedere cosa è accaduto in Svezia nell'ultimo mese.

La seconda, molto più importante, è la differenza di accesso alle opportunità educative. Oggi la vera discriminazioni è tra chi riceve una buona istruzione e chi no, siccome la gran parte dell'istruzione nei paesi avanzati è fornita dallo stato io credo che sia il più clamoroso fallimento di questa organizzazione religiosa e repressiva che tanti venerano.

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Re:
wolf89@, 25/01/2015 10:52:

Rispondo in breve perché penso siamo fuori argomento topic: il Qe non è una mutualizzazione dei debiti basta vedere come è stato strutturato e cmq non servirà a nulla. Questa non è una crisi di liquidità come nel 2010 ma di domanda, siamo in deflazione e come anche Draghi ha detto, la BCe può ben poco contro essa. Il motivo è ben noto: le banche non prestano non perchè non hanno soldi, la moneta è endogena si crea nel sistema stesso, ma perché giustamente non hanno fiducia nel sistema produttivo reale. Chi presterebbe in questo contesto ad un pur bravo imprenditore sapendo che però deve interagire, fare commesse,ad altri imprenditori sull'orlo del fallimento e che quindi potrebbero trascinare pure lui nell'insolvenza?? In questo contesto e questo Renzi lo ha capito benissimo solo lo Stato può rilanciare l'economia con la spesa pubblica, creando domanda. Ma, problema( quello che Renzi nn sembra ancora aver capito): c'è alla base un problema di competitività. Insomma, i redditi generati( il moltiplicatore lo prevede anche l'FMI) finirebbero nell'acquisto di prodotti esteri (tedeschi) riportandoci di nuovo in una crisi da debito estero come quella del 2011.E la competitività si riacquista solo lasciando che il mercato dei cambi torni ad operare (fine dell'euro). Ma voglio portare all'attenzione un articolo di un economista che a trixam piacerà di sicuro, Alesina. Non ci sono grafici, ne formule economiche, ma è un' analisi lucidissima sull'inutilità dell'euro e sull'antistoricità degli Stati Uniti d'Europa è del lontan 1997 archiviostorico.corriere.it/1997/dicembre/15/QUATTRO_GRANDI_BLUFF_DELL_UNIONE_co_0_971215141...





Ancora non avete capito che il dibattito fatto prima di entrare nell'euro non ha nulla a che fare con quello per uscirne.
Wolf ma perché sprechi il tuo tempo e la tua intelligenza dando ascolto a quella banda di peracottari? Ma tu ti fai il mazzo per prendere la laurea in un'università pubblica e poi ti fai baggianare da gente che insegna alla Link Campus University.
Ma il modello di bagnai lo hai letto? Esci dall'euro, svaluti del 20%, aumenti la spesa dell'1% all'anno, aumenti i dipendenti pubblici del 5% e cosa ottieni? Un aumento della crescita del pil dell'1,5% nel SOLO ANNO della svalutazione? Ipotesi che lo stesso Bagnai definisce eroiche. E cosa succede dopo non si sa. Poi lamentate che non vi prendono sul serio.

26/01/2015 09:37
 
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Sul prendere sul serio uno come Bagnai io ci andrei piano. Al di là che insegna in una università pubblica, puoi andare a controllare tu stesso su Ideas di chi stiamo parlando. Spero che il tuo metodo non sia quello di Boldrin che quando vede un paper del FMI che non gli piace dice che non è attendibile perché ci sono al suo interno anche i francesi, notoriamente socialisti. Non capisco poi il tuo ragionamento quando dici: "il dibattito per uscire è diverso da quello per entrare". Se prendo una strada sbagliata resta sbagliata sempre per gli stessi motivi e quelli di una unione monetaria i macroeconomisti, quelli seri che piacciono anche a te, li avevano previsti tutti. Un giorno mi spiegherete se il problema non è l'euro e il debito estero che ci viene continuamente a fare la Merkel in Italia. Forse sarà effettivamente una amante dell'arte o stava facendo l'inventario???? Cmq il tempo alla fine dirà chi aveva ragione sulle cause della nostra crisi e potrà essere che effettivamente tra un paio di anni avremo un mercato del lavoro unico, un sistema previdenziale e fiscale unico, un bel bilancio federale che trasferisce risorse dai paesi in surplus a quelli in deficit e così non ci sarà più dubbio che dopo tante sofferenze l'euro sarà sostenibile. Il sogno europeo è questo, giusto? Ecco io dico che in un continente dove i bavaresi non vogliono pagare più per i sassoni, i catalani odiano i castigliani, i polacchi diffidano dei tedeschi ecc. ecc. è impossibile, antistorico, oltre che come diceva Alesina già nel 1997 assolutamente inutile in termine di vantaggi economici.
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26/01/2015 11:47
 
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Re:
La mutualizzazione del debito è oggi la sola chiave utile per velocizzare il processo d'unificazione comunitaria, che spiri o meno la corrente antieuropeista.
Dubito però che la mossa della bce possa favorire riforme, almeno in italia, mancando la forza politica per superare il veto di questa o quella corporazione e,in tempi recentissimi, quando era ancora acclamato salvatore della patria, il prof. Monti non ebbe neanche il tempo di proporre una blanda liberalizzazione del mercato che venne immediatamente stoppato dagli interessi di categoria.
In definitiva, le tendenze dello stato moderno non lasciano molti margini di manovra e da noi, se possibile, sono ancora più angusti che altrove.

Sul piano geopolitico, stendendo un velo pietoso sull'inutile (per le necessità italiane) poltrona al pesc - era di altri posti chiave che avevamo bisogno - , per il passaggio agli "stati uniti d'europa" esiste oggi un problema insormontabile , l'esistenza d'interessi in politica estera sì comuni, ma essenzialmente confliggenti e non partibili - si dice parenti serpenti,no? .
In tal senso, in una prematura e forzosa unificazione rinvengo più una volontà di deresponsabilizzarsi delegando, così da potersene uscire con Ue dixit, che la realizzazione di un vero processo d'integrazione.



Beh Trixiam, la riforma Fornero avrebbe avuto senso solo a coronamento di radicali riforme del mercato e del sistema italia, ma nel contesto odierno risulta improponibile per chiunque ambisca alla pensione "pubblica", ha più senso scommettere sull'ippica che sui contributi!


[Modificato da connormaclaud 26/01/2015 11:49]
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