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Quirinale super partes e monocameralismo: un ossimoro?

Ultimo Aggiornamento: 15/01/2015 18:54
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12/01/2015 21:30
 
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Prendo spunto dall'elenco - quasi telefonico - dei nomi del papabile prossimo Presidente della Repubblica (riportato fedelmente da latte++) per fare una riflessione e porre una domanda.
Le parti politiche stanno in questi giorni precisando che il prossimo Presidente della Repubblica dovrà essere figura di alto profilo, autorevole agli occhi dell'UE, capace di rassicurare i mercati e soprattutto imparziale.
Nello stesso tempo si sta decidendo di modificare la Costituzione per abbandonare il bicameralismo perfetto ed abbracciare il monocameralismo (non è al momento ancora dato sapere di quale tipo).

Poiché la storia anche recente ha dimostrato che agli errori commessi da una Camera ha spesso rimediato l'altra, approvata la suddetta riforma del sistema delle navette parlamentari (non esente da critiche in quanto concausa dell'impasse del Paese), unica forma di controllo preventivo resterebbe quella esercitata dal Capo dello Stato. Come sappiamo, infatti, quest'ultimo potrebbe rinviare sì alla Camera - ma solo una volta - il testo definitivo approvato (art. 74 Cost.).
Allora mi chiedo:

dato che, con queste premesse, gli scenari potrebbero essere:

1) un settennato all'insegna del laissez faire laissez passer;
2) un Capo dello Stato bersaglio continuo di accuse di politicizzazione e di attentato alla Costituzione e alto tradimento;

è immaginabile che nonostante tale riforma, che renderà molto più ampio e discrezionale il raggio d'azione del Presidente, questi riuscirà a svolgere realmente la sua funzione di garante della Costituzione al di sopra delle parti, come ci auguriamo tutti, godendo della fiducia di chi l'ha eletto oltre che - si spera - della maggioranza dei cittadini?
[Modificato da Alessandro.1987 12/01/2015 21:32]
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12/01/2015 21:46
 
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Re:
Alessandro.1987, 12/01/2015 21:30:

Prendo spunto dall'elenco - quasi telefonico - dei nomi del papabile prossimo Presidente della Repubblica (riportato fedelmente da latte++) per fare una riflessione e porre una domanda.
Le parti politiche stanno in questi giorni precisando che il prossimo Presidente della Repubblica dovrà essere figura di alto profilo, autorevole agli occhi dell'UE, capace di rassicurare i mercati e soprattutto imparziale.
Nello stesso tempo si sta decidendo di modificare la Costituzione per abbandonare il bicameralismo perfetto ed abbracciare il monocameralismo (non è al momento ancora dato sapere di quale tipo).

Poiché la storia anche recente ha dimostrato che agli errori commessi da una Camera ha spesso rimediato l'altra, approvata la suddetta riforma del sistema delle navette parlamentari (non esente da critiche in quanto concausa dell'impasse del Paese), unica forma di controllo preventivo resterebbe quella esercitata dal Capo dello Stato. Come sappiamo, infatti, quest'ultimo potrebbe rinviare sì alla Camera - ma solo una volta - il testo definitivo approvato (art. 74 Cost.).
Allora mi chiedo:

dato che, con queste premesse, gli scenari potrebbero essere:

1) un settennato all'insegna del laissez faire laissez passer;
2) un Capo dello Stato bersaglio continuo di accuse di politicizzazione e di attentato alla Costituzione e alto tradimento;

è immaginabile che nonostante tale riforma, che renderà molto più ampio e discrezionale il raggio d'azione del Presidente, questi riuscirà a svolgere realmente la sua funzione di garante della Costituzione al di sopra delle parti, come ci auguriamo tutti, godendo della fiducia di chi l'ha eletto oltre che - si spera - della maggioranza dei cittadini?




Il problema del nostro sistema che non ho mai concepito, come fa una figura ad essere così imparziale? Non ne sono mai esistiti, salvo rari casi (vedi Pertini).
Io ritengo che il Presidente della Repubblica, ormai ha perso la sua funzione di garante della costituzione, la trovo una figura pressoché "inutilmente potente", infatti se proprio si deve cambiare la Costituzione, io propenderei per una forma di governo semi-presidenziale.







Con il laccio che doveva unire i loro cuori hanno strangolato la loro pace.
(G. C. Lichtenberg)
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13/01/2015 13:56
 
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Con le riforme costituzionali ed elettorale il presidente della repubblica perderà il potere di nominare il primo ministro, senza quello non conterà più un piffero.

Cmq le virtù del bicameralismo perfetto sfuggono al 99% degli osservatori dato che esiste solo in Italia. La riforma del senato è pedestre ma non rende certo meno assurdo il sistema attuale.

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13/01/2015 14:00
 
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Re: Re:
Suprema.Moltheni, 12/01/2015 21:46:




Il problema del nostro sistema che non ho mai concepito, come fa una figura ad essere così imparziale? Non ne sono mai esistiti, salvo rari casi (vedi Pertini).
Io ritengo che il Presidente della Repubblica, ormai ha perso la sua funzione di garante della costituzione, la trovo una figura pressoché "inutilmente potente", infatti se proprio si deve cambiare la Costituzione, io propenderei per una forma di governo semi-presidenziale.




Pertini, che considero un eroe, fu il primo a cambiare la funzione di presidente della Repubblica manovrando per mettere uno del suo partito a palazzo Chigi.
Ricordatelo per quello che era e non per come lo descrive Beppe Grillo che Sandro avrebbe messo al muro da tempo.
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13/01/2015 14:19
 
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Re: Re: Re:
trixam, 13/01/2015 14:00:




Pertini, che considero un eroe, fu il primo a cambiare la funzione di presidente della Repubblica manovrando per mettere uno del suo partito a palazzo Chigi.
Ricordatelo per quello che era e non per come lo descrive Beppe Grillo che Sandro avrebbe messo al muro da tempo.




Se non ci fossi tu su questo forum...







Con il laccio che doveva unire i loro cuori hanno strangolato la loro pace.
(G. C. Lichtenberg)
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13/01/2015 14:20
 
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Personalmente credo che quello che per tanti parlamentari è un rimedio (il monocameralismo), per come concepito, farà più guai del male che vogliono neutralizzare.
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13/01/2015 14:47
 
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Intanto Emma Bonino dichiara di avere un tumore al polmone, e si smarca inevitabilmente dalla candidatura al Colle.

Il suo nome è sempre stato uno dei primi fatti, ad ogni occasione, e di conseguenza uno dei primi trombati. Stavolta non potrà ritentare.
Che dire: in bocca al lupo a lei per questa orribile battaglia che l'aspetta...
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13/01/2015 16:07
 
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La questione è rovesciata: riuscirà una classe politica in difficoltà ad eleggere una personalità capace di rappresentare l'unità nazionale, tanto più in un periodo di profonda crisi ed incertezze, o si sceglierà una figura che divide, così da rischiare d'impantanare quel teorico processo di riforme che tutte le parti politiche,a modo loro, invocano?
Una scelta non facile e che solo marginalmente tocca il tipo di cameralismo che potrebbe venir fuori, se problema esiste è interno alla classe politica e non serve cercare un capro espiatorio istituzionalmente qualificato.

Garante della Costituzione si e qui arriva una patata bollente: garante solo della legittimità costituzionale ovvero,come durante la seconda parte della presidenza Napolitano, difensore dell'autentico spirito della Carta, in barba a presunte mutazioni postume ?
La posizione che sceglierà il prossimo capo dello stato sarà fondamentale per il futuro del paese e in considerazione, storicamente, della brevità dei nostri governi è da record avere una figura di riferimento è fondamentale per noi e per i partners esteri.
[Modificato da connormaclaud 13/01/2015 16:08]
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14/01/2015 07:47
 
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errata corrige: La posizione che sceglierà il prossimo capo dello stato sarà fondamentale per il futuro del paese e in considerazione della brevità dei nostri governi - da guinness world record - avere una figura di riferimento è fondamentale per noi e per i partners esteri.
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15/01/2015 13:03
 
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L'Italia è da tempo semipresidenziale di fatto, con Napolitano questo è solo stato più evidente, data la lunghezza complessiva del mandato e la crisi della politica. La regola generale è: più il sistema dei partiti è credibile e funziona, meno il Capo dello Stato si vede all'esterno (cioè: comunque fa sempre politica, ma per linee interne di Palazzo), meno funziona il sistema, più lui si allarga. Ormai però il nostro Capo dello Stato non può rientrare in ogni caso nelle funzioni classiche di cui ancora scrivono i nostri libri più datati di diritto costituzionale ("Non si può rimettere il dentifricio nel tubetto, una volta che ne è uscito"): la società attuale - interna ed estera - ha aspettative ed esigenze di semplificazione personalistica e di comunicazione sintetica: Pertini - appunto - lo capì per primo.
Così il Presidente della Repubblica è il parafulmine del Presidente del Consiglio, ma si espone anche a critiche, perché (di volta in volta) accusato da parti diverse di non essere "super partes". Insomma, deve procedere dando un colpo al cerchio e uno alla botte e la garanzia che deve offrire è di sorvegliare che, succeda quello che succeda, sia assicurata la stabilità dei governi e degli indicatori economici fondamentali: questo chiedono i mercati.
Senza essere un liberale talebano e fondamentalista, come Trixam [SM=g2725401], questo lo vedo anch'io
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15/01/2015 18:54
 
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Siamo sicuri che il nostro sia un semipresidenzialismo di fatto?
Sarà che la stessa nozione di semipresidenzialismo poco mi convince, ma in che modo l'Italia è semipresidenzialista?

A cominciare dall'elezione, il PdR non è diretta espressione del corpo elettorale.
Se si passa alle attribuzioni, rispetto ai paesi qualificati come semipresidenzialisti, non dirige la politica estera e di difesa, non revoca il governo e il veto sulle leggi è quel che è...

Per il doppio mandato, a mio avviso, non è stato molto diverso dalla disapplicazione di una convenzione com'era quella di lasciare la presidenza di una camera all'opposizione e sulla crisi della politica,non è stata certo la prima.

Napolitano è forse stato per i leaders stranieri l'unico vero e affidabile interlocutore italiano, fatto però dettato dalle peculiari contingenze e comunque non evitabile a priori trattandosi di un processo passivo.
Per quanto concerne l'incarico di governo, il cambiamento della forma elettorale e della politica ha avuto un peso determinante,ma diciamola tutta, le prerogative presidenziali sono ancora quelle uscite nel 1948 e quel grado di elasticità nelle prerogative presidenziali, voluta o meno dai costituenti, ha accompagnato tutta la storia repubblicana.

In fin dei conti ogni Presidente ha interpretato il potere concessogli dalla Carta in modo unico, non è forse questo il presunto limite e forza della Costituzione?
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