Aggiungo un ulteriore spunto al dibattito: qualora dovesse passare questo principio della risarcibilità nel caso in questione, si dovrebbe giocoforza ritenere applicabile il medesimo principio a tutti i casi di legge incostituzionale, o sbaglio?
Se lo si prevede a tutela della libertà di voto, a maggior ragione lo si dovrà prevedere per limitazioni di diritti ancor più pregnanti (penso alla libertà di espressione,
ergo tutte le questioni sulla libertà di stampa, per non parlare della libertà personale, etc.).
In pratica, ogni qual volta il legislatore fa una legge non costituzionale che ha leso diritti fondamentali dell'individuo dovrebbe scattare la conseguenza risarcitoria. Mi sembra troppo radicale come soluzione, ma forse salto qualche passaggio che mi potete aiutare a capire.
Un'altra cosa: in caso di violazione del diritto comunitario (mancato recepimento direttive non self executing o mancata disapplicazione di diritto interno in contrasto con quello comunitario direttamente applicabile, che abbiano comportato lesione di un diritto soggettivo del cittadino) la giurisprudenza è ormai consolidata nel configurare un diritto del singolo all'
indennizzo per inadempimento di un obbligo ex lege, quindi non risarcimento, perché l'attività delle istituzioni è letta come
attività non antigiuridica rispetto all'ordinamento interno.
Forse anche nel nostro caso la strada dell'indennizzo potrebbe risolvere problemi dogmatici (anche se qui l'attività credo debba qualificarsi come antigiuridica...), però ribadisco che mi sembra una strada non percorribile, per motivi di ordine sistematico.
[Modificato da bluesrock 02/05/2014 11:39]
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A poco servono le norme se non cambiano le culture