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Referendum Radicali

Ultimo Aggiornamento: 20/09/2013 13:44
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Utente Master
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07/09/2013 13:46
 
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Oggi (7\09) a Caserta in piazza Dante continua la raccolta.
Domani (08\09) a piazza Vanvitelli

a Napoli oggi fino alle 22.00 raccolta a piazza Carità.
Martedì 10\09 fuori al carcere di Secondigliano.

Qui tutti i referendum


Dopo la firma di Berlusconi, hanno firmato Vendola e Di Pietro.
Insomma potrebbero piacere a tutti [SM=x43799]
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Utente Veteran
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18/09/2013 13:07
 
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io ho firmato per tutti, anche se forse per qualcuno potrei votare "no" (ammesso che si arrivi fino in fondo).
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Utente Master
Moderatore
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18/09/2013 16:58
 
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Complimenti per il gesto di libertâ e democrazia. Hai dato la possibilitá agli italiani di confrintarsi con temi importantissimi.
Domani. 19 settembre saremo a raccogliere le firme al tribunale. Sarò presso la sede del sindacato forense. Altri amici saranno fuori al carcere di secondigliano.
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Utente Gold
Amministratore
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19/09/2013 10:38
 
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Penso che la riforma della giustizia sia un tema molto più complesso ed articolato, che necessariamente andrebbe affrontato nella sua totalità attraverso il Parlamento.
Affidarlo a specifici "si" e "no" popolari mi crea qualche perplessità.
Il referendum in materia sarebbe solo oggetto di una enorme speculazione politica. Ora come ora, le priorità son altre e prevalentemente lavorativo-economiche.

Su depenalizzazione droghe leggere, abolizione finanziamento (ma non l'avevamo già votato questo??? [SM=x43820] ) e l'8 X 1000 forse voterei si...
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Utente Senior
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19/09/2013 13:28
 
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E' vero, gli italiani non avevano già votato contro il finanziamento pubblico dei partiti? Cos' è cambiato? Cambierà stavolta?
Per quanto riguarda la riforma della giustizia, quoto Paperino. L' italiano medio non può decidere su certe cose, non c' è la preparazione adatta ed è palese.
Sui temi riguardanti le carceri e le droghe leggere, con me si sfonda una porta aperta. Nel paese dove i condannati "onorevoli" fanno i ricorsi europei ed i messaggi alla nazione a reti unificate per veder cadere le proprie accuse si continuano a tenere in carcere migliaia di tossicodipendenti o persone che attendono il giudizio per mesi, è inaccettabile.
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Utente Gold
moderatore
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19/09/2013 14:33
 
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Re:
George.Stobbart, 19/09/2013 13:28:

E' vero, gli italiani non avevano già votato contro il finanziamento pubblico dei partiti? Cos' è cambiato? Cambierà stavolta?
Per quanto riguarda la riforma della giustizia, quoto Paperino. L' italiano medio non può decidere su certe cose, non c' è la preparazione adatta ed è palese.
Sui temi riguardanti le carceri e le droghe leggere, con me si sfonda una porta aperta. Nel paese dove i condannati "onorevoli" fanno i ricorsi europei ed i messaggi alla nazione a reti unificate per veder cadere le proprie accuse si continuano a tenere in carcere migliaia di tossicodipendenti o persone che attendono il giudizio per mesi, è inaccettabile.




George, ma per favore....

Sul primo punto:
- quello del finanziamento pubblico ai partiti è un tema di fondamentale importanza. Il giochetto che è stato fatto dopo il primo referendum che aboliva il finanziamento è molto semplice. E' stato cambiato il nomen iuris: si è passati da "finanziamento pubblico" a "rimborsi elettorali". Roba che solo in Italia...
Se volessimo seguire il tuo modo di vedere le cose, dovremmo accettare l'idea che l'unica soluzione sia radere al suolo tutto ed andare via.
Cambierà qualcosa? Sì, cambierà qualcosa! O, almeno, bisogna credere che cambierà qualcosa.

- sul tema giustizia: " l'italiano medio non può decidere su queste cose poiché palesemente impreparato ".
Il parlamento rappresenta il popolo. Non nel senso che è il rappresentante del popolo, ma nel senso che è ad immagine e somiglianza del popolo. Accanto ad illustri giuristi che siedono sui seggi parlamentari, ci sono i vari Razzi e Scilipoti. Le due situazioni sono, di fatto, speculari.



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19/09/2013 14:45
 
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Re: Re:
napulitanboy, 19/09/2013 14:33:




George, ma per favore....

Sul primo punto:
- quello del finanziamento pubblico ai partiti è un tema di fondamentale importanza. Il giochetto che è stato fatto dopo il primo referendum che aboliva il finanziamento è molto semplice. E' stato cambiato il nomen iuris: si è passati da "finanziamento pubblico" a "rimborsi elettorali". Roba che solo in Italia...
Se volessimo seguire il tuo modo di vedere le cose, dovremmo accettare l'idea che l'unica soluzione sia radere al suolo tutto ed andare via.
Cambierà qualcosa? Sì, cambierà qualcosa! O, almeno, bisogna credere che cambierà qualcosa.

- sul tema giustizia: " l'italiano medio non può decidere su queste cose poiché palesemente impreparato ".
Il parlamento rappresenta il popolo. Non nel senso che è il rappresentante del popolo, ma nel senso che è ad immagine e somiglianza del popolo. Accanto ad illustri giuristi che siedono sui seggi parlamentari, ci sono i vari Razzi e Scilipoti. Le due situazioni sono, di fatto, speculari.





Moderatore napulitanboy, questo "George, ma per favore...." non va mica bene eh... [SM=g2725401]

Speriamo di non dover radere al suolo niente per cambiare qualcosa, sperando che dopo "rimborsi elettorali" non si cambi il nome in "facciamo come cazzo ci pare" [SM=g2725341]

Almeno in Parlamento ci sono illustri giuristi, non so quanti italiani votanti possano definirsi tali.
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Utente Junior
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19/09/2013 15:06
 
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Re: Re: Re:
Credere nel cambiamento è fondamentale, credere che un referendum porti al cambiamento è diverso.. sperarci è altro ancora. Questione di interpretazioni.
La riforma della giustizia, poi, in via referendaria è il classico specchietto per le allodole, che può trovare appiglio ed interesse solo tra gli "addetti ai lavori" che hanno la percezione di ciò che votano(che poi ciò incida sui diritti dei cittadini tutti è altro discorso).
Ovviamente questo non è un intervento detrattivo, ma solo un punto di vista.



_______________________________


Verweile doch! Du bist so schön!
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Utente Veteran
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19/09/2013 15:50
 
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Una premessa doverosa,non ho firmato e non ho intenzione di farlo poichè credo che le questioni sollevate dai quesiti si prestino troppo facilmente a dare il fianco a strumentalizzazioni e distorsioni, qualunque sia la portata dei consensi e dissensi di un eventuale referendum e, solo in maniera residuale, per un mio personalissimo non condividere l'80% delle istanze proposte.
Detto questo,prendo atto dell'importanza dello strumento referendario in questo particolare contesto storico-politico dove è la sola freccia che si ha a disposizione per sollevare questioni troppo pericolose o imbarazzanti per partiti deboli e persi come quelli attuali.
Sono altresì consapevole che oggi,in questo paese, solo i radicali possono portare avanti la proposta referendaria senza scatenare putiferi e barricate d'appartenenza che tutto fanno fuorchè entrare nel merito dei problemi proposti.

Piccolo appunto sul tema giustizia.
Le indicazioni scaturenti dai quesiti radicali non sono valori indicativi per una riforma della giustizia, troppo eterogenei e interscambiabili per qualsiasi ideale di riforma,sono a mio avviso una pezza per coprire temporaneamente una falla dell'ordinamento esistente,ma un ostacolo ad una più radicale riforma e,in quanto tali, uno specchietto per le allodole.
Leggo che il parlamento ed i cittadini non devono avere voce in capitolo perchè ignoranti dell'arcano ius: lo stato ed il diritto che regolamento la vita di un popolo ne devono essere necessariamente espressione e manifestazione,questa sudditanza psicologica verso il diritto è un ritorno all'ipse dixit,pur senza la capacità a comprendere di pitagorica memoria.
La difesa della costituzione e dello status quo ricorda tanto gollum ed il "sssuuuuoo tesssssoro",un rapporto morboso e malato che paradossalmente è uno schiaffo agli stessi costituenti che avevano dato alla "costituzione più bella del mondo" il pregio di essere flessibile ed aperta all'evoluzione.
Sarò dissacrante,poco importa, ma gli esperti non devono fare solo un passo indietro, ma almeno cento ed attendere che la politica -intesa nella sua accezione più alta- prenda le redini e,solo dopo, venir interpellati per "dare forma alle parole".
Se si vuole che i giuristi si occupino di riformare l'ordinamento - con tutto il rispetto- si è più fessi che ingenui, chi cristallizza e sacralizza il diritto avrà troppa soggezione per modificarlo.


my two cents
[Modificato da connormaclaud 19/09/2013 15:52]
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19/09/2013 16:16
 
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Io so che per fare certe modifiche occorre passare per il Parlamento, per delle commissioni, per il consiglio dei ministri, etc. Correggetemi se sbaglio. Ci sono delle regole da seguire e non tutto si riduce a "il popolo vuole questo, diamoglielo".
Personalmente non credo che il Parlamento non debba avere voce in capitolo, ho solo forti dubbi sul fatto che tutti quelli che votano sappiano davvero cosa stanno votando. Mi piacerebbe sapere che quando si vota una qualsiasi cosa si faccia con conoscenza e criterio e non perchè "me l' hanno detto" o peggio "ma ha votato pure tizio e caio". Per esempio, connor conosce ciò di cui parla e ha deciso di non votare, appunto perchè è consapevole.
Lungi da me sottrarre importanza allo strumento referendario, che io difendo a spada tratta, credo però che ci siano degli argomenti da far trattare solo a chi ne ha conoscenza piena (e possibilmente che siano persone imparziali). Ovviamente, se il referendum darà una smossa per affrontare le riforme ben venga.
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20/09/2013 00:19
 
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Però george se ragionassimo così dovremmo togliere il diritto di voto in generale al 99% degli italiani, partendo da me.
Insomma la piena e perfetta contezza del sistema giuridico manca a tutti ed anche a noi laureati o laureandi in giurisprudenza.
Ho approfondito i temi dei quesiti all'indomani della presentazione. Se avessi dovuto risponderti su due piedi su circa 8 non avrei saputo nello specifico di cosa stessimo parlando.
Insomma i referendum per i radicali sono un'occasione culturale per dibattere. Immaginare di riformare il paese a colpi di referendum è utopia, ma è un tentativo per accendere il dibattito e mettere all'angolo i politici.
E' vero che i nostri politici violano i risultati referendari, ma ciò non toglie che l'alternativa è affidarsi a riforme fatte dai politici. Personalmente credo che tra le due opzioni non ci sia molto da scegliere. Per me che sono ultralib esiste la terza via, ma non la accenno nemmeno sono andiamo ot ed iniziamo polemiche infinite.
In ogni caso non dobbiamo confondere i piani e non lo devono fare proprio coloro che votano a sinistra!!! La più grande conquista democratica è stato l'elettorato passivo ed attivo per tutti a prescindere dal grado culturale e dal titolo di studio. Insomma gli operai ed i contadini in Parlamento sono una conquista. Non facciamo la fine della sinistra moderna che è emblematicamente viene presa per il culo dal gruppo facebook "sinistra aristocratica".
La politica è il momento della decisione, della visione e non dell'applicazione. Purtroppo nei nostri studi viene troppo sottovalutata la necessità di distinguere la fase politica da quella amministrativa.
Credo che comunque il problema non si ponga per l'elettore grillino per cui uno vale uno (per me brividi!!).. Sono d'accordo con Sartori per fare politica c'è bisogno di competenza.
La competenza nasce, però, dall'approfondimento critico e dal confronto. I referendum vanno proprio in questa direzione. Se entriamo nella spirale del popolo bue ed asino, rischiamo di dover riconsiderare il diritto di voto e selezionare gli elettori in base a criteri pericolosi! Non penso sia opportuno!
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20/09/2013 13:44
 
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Aspetta giusperito, non parlavo affatto del suffraggio universale, nel mio primo intervento dicevo "L' italiano medio non può decidere su certe cose", appunto per distinguere. In questo caso parliamo di riformare una cosa abbastanza complicata anche per chi l' ha studiata, come hai detto bene tu, figuriamoci farla capire a chi al massimo legge il Corriere dello Sport. Sono d' accordo invece quando dici che i referendum sono un occasione per dibattere, infatti anche io ho detto che se questi referendum danno una smossa ben vengano, qui nessuno vuole la cristallizzazione delle istituzioni.
Insomma, il mio non era un discorso segregazionista in quanto anche chi ha la quinta elementare potrebbe conoscere a menadito i codici e la Costituzione. La conoscenza non si misura in base ai titoli ma dalla voglia di conoscere e di farsi una cultura, ed è quello che mi preoccupa della società moderna.
Tutto questo detto sempre senza voler togliere importanza ai referendum o voler sminuirne i temi trattati.
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