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Trattativa Stato - mafia : no a regia politica

Ultimo Aggiornamento: 10/01/2013 18:42
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10/01/2013 17:00
 
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Stato-mafia, i Pm di Palermo non ci stanno
«Rinvio a giudizio per Mancino e politici»
Le richieste del pm Nino Di Matteo all'indomani della conclusioni dell'Antimafia che ha escluso una regia politica


Il pm Nino Di Matteo
I pm di Palermo non ci stanno. Per loro «la trattativa Stato-mafia ci fu e partì da un preciso input politico». Addirittura la regia di questo tentativo di trovare un'intesa con i capi di Cosa Nostra per mettere fine alla stagione delle stragi dei primi anni novanta stava ai massimi vertici delle istituzioni repubblicane. Dunque non fu affatto l'iniziativa autonoma ed isolata di «pezzi dello Stato», in particolare dei carabinieri dei Ros, come nelle conclusioni del presidente della commissione antimafia Beppe Pisanu ma di alti esponenti delle istituzioni mentre i carabinieri erano solo il braccio operativo.
CHIESTO RINVIO A GIUDIZIO - Per questo all termine della loro requisitoria nell'aula bunker dell'Ucciardone hanno chiesto al Gip Piergiorgio Morosini il rinvio a giudizio di tutti gli undici imputati nel procedimento per la trattativa Stato-mafia. E tra questi anche dell'ex ministro Nicola Mancino (accusato però solo di falsa testimonianza), dell'ex ministro Dc Calogero Mannino, del senatore del Pdl Marcello Dell'Utri e dei boss Leoluca Bagarella, Totò Riina, Giovanni Brusca e Antonino Ciná. Stessa richiesta anche per tre alti ufficiali dei Ros, i generali Mario Mori e Antonio Subranni e l'ex colonnello Giuseppe De Donno e anche del figlio di don Vito Massimo Ciancimino. I reati contestati sono quelli di attentato, con violenza o minaccia, a corpo politico, amministrativo o giudiziario dello Stato, tutto aggravato dall'agevolazione di Cosa nostra. La posizione del boss Bernardo Provenzano è stata stralciata nei giorni scorsi e verrà giudicato il 23 gennaio dallo stesso Gup.

RITO ABBREVIATO - L'ex ministro Calogero Mannino ha chiesto di essere giudicato col rito abbreviato. L'istanza è stata fatta allo stesso gup Morosini che si è riservato la decisione. Terminata la requisitoria del Pm ora la parola passa alle parti civili. L'udienza preliminare proseguirà anche venerdì con gli interventi dei difensori, e quindi andrà avanti anche lunedì prossimo.



Calogero Mannino (Ansa)
LA PAURA DI MANNINO - Secondo la tesi dei Pm di Palermo lo spunto per l'avvio della trattativa è l'omicidio dell'eurodeputato Salvo Lima. Un avvertimento per un intero ceto politico che a, giudizio di Cosa Nostra, aveva tradito le intese con i mafiosi spiazzato dalle pesanti condanne al maxi-processo. Per questo motivo dopo Lima dovevano morire altri politici considerati vicini alle cosche, primo fra tutti Mannino. E sarebbe stato proprio l'ex ministro Dc a spingere perché lo Stato scendesse a patti per il tramite dell'allora comandante dei Ros Antonio Subranni. È solo a questo punto che entrano in scena gli altri ufficiali dei carabinieri, Mori e De Donno, che intavolano la trattativa con la mediazione dell'ex sindaco di Palermo Vito Ciancimimo.
GLI OSTACOLI - Sulla strada della trattativa - sempre secondo la tesi dei pm di Palermo- vengono fatti fuori politicamente anche tutti quegli uomini che diventano un ostacolo. E tra questi il ministro della giustizia Claudio Martelli sostituito col più disponibile Giovanni Conso che poi è colui che materialmente non firmerà il rinnovo del carcere duro, il 41 bis, per centinaia di mafiosi. Guarda caso una delle richieste del famoso "papello" di Totò Riina. In questi interventi per mettere in posti chiave uomini più «morbidi» e disponibili a scendere a patti, sempre secondo i magistrati di Palermo, ci sarebbe stato addirittura l'avallo della massima carica dello Stato, cioè l'allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. Proprio l'uomo entrato al Quirinale subito dopo la strage di Capaci in cui fu ucciso Giovanni Falcone.

IL RUOLO DI SCALFARO - Se oggi fosse in vita Scalfaro sarebbe tra gli imputati di questo processo e come Mancino sarebbe chiamato a rispondere di falsa testimonianza. «Ebbe un ruolo nella nomina ai vertici del il dipartimento per le carceri -ha accusato Di Matteo- mentre in sede di interrogatorio ha detto di non sapere nulla su quell'avvicendamento». I pm di Palermo puntano il dito anche contro l'ex ministro Mancino accusandolo di aver mentito su quella stagione in cui lo Stato venne a patti con Cosa Nostra. «Mancino - accusa Di Matteo- ci ha raccontato di non aver saputo nulla del dialogo tra i Ros e l'ex sindaco Ciancimino ma è stato smentito dall'ex ministro Martelli e anche dal boss pentito Giovanni Brusca che ha parlato delle confidenze di Riina sulla trattativa con lo Stato e sulla sinistra che sapeva, la sinistra Dc di Mancino».

BAGARELLA NEGA - A margine dell'udienza il boss Leoluca Bagarella ha voluto rendere dichiarazioni spontanee negando di avere mai avuto contatti con politici di «qualsiasi» colore. Le dichiarazioni di Bagarella fanno seguito alle accuse formulate dai Pm secondo i quali il boss, attraverso Vittorio Mangano e il senatore Marcello Dell'Utri, avrebbe cercato contatti con Silvio Berlusconi. Nella sua lunga requisitoria Di Matteo ha anche fatto cenno alla mancata cattura del boss catanese Nitto Santapaola: il Ros pochi mesi prima del suo arresto da parte della polizia sapeva dove fosse e lo stava intercettando, ma non lo prese. Questa, per i magistrati, fu l'ennesima concessione fatta dallo Stato alle cosche nell'ambito della presunta trattativa.

Alfio Sciacca
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10/01/2013 18:17
 
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Combatti la mafia e vieni accusato di favoreggiamento:benvenuti nella repubblica delle banane.

In considerazione dell'isolamento-vero e non presunto- di Falcone e Borsellino mi domando perchè,tra i tanti, non vi sia nessun nome eccellente della procura di palermo.
Mi chiedo come si possa anche solo ipotizzare che uomini "condannati" da Cosa Nostra possano rappresentarne il complice,come si possa infangare la vita e la memoria di chi ha dato tutto per la lotta alle mafie.

Il capitolo politici è l'ennesima commedia alla matriciana.
Mancino,dell'ultri...sa tanto di tangentopoli...si mette in croce il più pericoloso o,come in questo caso,il più innocuo.


Quali sono le fonti di queste brillanti intuizioni della pubblica accusa? Pentiti e figli di pentiti che mai si sono realmente pentiti e ancor oggi cercano di fottere il prossimo.
Basare la lotta alla mafia sulle dichiarazioni di questi seducenti uomoni d'onore non è sciocco,ma da idioti.

Mentre s'inscena l'ennesima buffonata,il ROS viene depotenziato e la DIA -e la catturandi di palermo- smantellata.

Giustifichiamo l'ignoranza della magistratura, in ossequio alla buona fede, una due o anche tre volte,ma quando ciclicamente il complesso della prima donna e la megalomania -per non parlare della lotta tra poteri- prendono il sopravvento non si può più restare indifferenti.
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10/01/2013 18:30
 
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'Ho tollerato le accuse in silenzio'

Le parole di Giovanni Falcone, tratte da lettere e libri del giudice ucciso
(23 maggio 2012)
Giovanni Falcone Giovanni FalconeLettera di Giovanni Falcone al CSM, Palermo, 30 luglio 1988, ora in G. Monti, Falcone e Borsellino. La calunnia, il tradimento, la tragedia, Editori Riuniti/L'Unità, Roma, 2007, pp. 88-90.
Ho tollerato in silenzio in questi ultimi anni in cui mi sono occupato di istruttorie sulla criminalità mafiosa le inevitabili accuse di protagonismo o di scorrettezze nel mio lavoro. Ritenendo di compiere un servizio utile alla società, ero pago del dovere compiuto e consapevole che si trattava di uno dei tanti inconvenienti connessi alle funzioni affidatemi. Ero inoltre sicuro che la pubblicità dei relativi dibattimenti avrebbe dimostrato, come in effetti è avvenuto, che le istruttorie cui io ho collaborato erano state condotte nel più assoluto rispetto della legalità. Quando poi si è prospettato il problema della sostituzione del consigliere istruttore di Palermo, dottor Caponnetto, ho avanzato la mia candidatura, ritenendo che questa fosse l'unica maniera per evitare la dispersione di un patrimonio prezioso di conoscenze e di professionalità che l'ufficio a cui appartengo aveva globalmente acquisito. Forse peccavo di presunzione e forse altri potevano assolvere egregiamente all'esigenza di assicurare la continuità dell'ufficio. E' certo però che esulava completamente dalla mia mente l'idea di chiedere premi o riconoscimenti di alcun genere per lo svolgimento della mia attività. Il ben noto esito di questa vicenda non mi riguarda sotto l'aspetto personale e non ha per nulla influito, come i fatti hanno dimostrato, sul mio impegno professionale. Anche in quella occasione però ho dovuto registrare infami calunnie e una campagna denigratoria di inaudita bassezza cui non ho reagito solo perché ritenevo, forse a torto, che il mio ruolo mi imponesse il silenzio. Ma adesso la situazione è profondamente cambiata e il mio riserbo non ha più ragione di essere. Quello che paventavo è purtroppo avvenuto: le istruttorie nei processi di mafia si sono inceppate e quel delicatissimo congegno che è costituito dal gruppo cosiddetto antimafia dell'ufficio istruzione di Palermo, per cause che in questa sede non intendo analizzare, è ormai in stato di stallo. Paolo Borsellino, della cui amicizia mi onoro, ha dimostrato ancora una volta il suo senso dello Stato e il suo coraggio denunciando pubblicamente omissioni e inerzie nella repressione del fenomeno mafioso che sono sotto gli occhi di tutti. Come risposta è stata innescata un'indegna manovra per tentare di stravolgere il profondo valore morale del suo gesto, riducendo tutto a una bega tra «cordate» di magistrati, a una «reazione», cioè, tra magistrati «protagonisti», «oscurati» da altri magistrati che, con diversa serietà professionale e con maggiore incisività, condurrebbero le indagini in tema di mafia. [...] Mi auguro che queste mie istanze, profondamente sentite, non vengano interpretate come gesto di iattanza, ma per quello che riflettono: il profondo disagio di chi è costretto a svolgere un lavoro delicato in condizioni tanto sfavorevoli e l'esigenza di poter esprimere compiutamente il proprio pensiero senza condizionamenti di sorta.

[Modificato da connormaclaud 10/01/2013 18:32]
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10/01/2013 18:42
 
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