border="0"

       
CHI SIAMO
            
PROBLEMI D'ACCESSO?
            
SALVASTUDENTI
            
MATRICOLE
     
GALLERIA
      
INFO UTILI UNIVERSITà
        
FACEBOOK
 

Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Stampa | Notifica email    
Autore

L'italia è un paese di folli: la patrimoniale sui poveri

Ultimo Aggiornamento: 23/11/2012 13:34
Email Scheda Utente
Post: 1.660
Post: 1.660
Utente Veteran
OFFLINE
23/11/2012 13:29
 
Quota

Si avvicina la fine dell'anno, e il giorno del Veglione gli italiani gusteranno la prima "patrimoniale sui poveri". La chiama così Alberto Foà, presidente di AcomeA, tra i pochi gestori italiani che hanno saputo "mettersi in proprio", offrendo in modo autonomo e indipendente consulenza e investimenti. Quella che Foà apostrofa, e critica pesantemente, è la nuova imposta di bollo del decreto "Salva Italia", che il 31 dicembre chiederà ai risparmiatori l'1 per mille (con soglia minima di 34,20 e massima di 1.200 euro) su tutti i prodotti e strumenti finanziari. L'aliquota salirà all'1,5 per mille dal 2013, senza più tetto massimo. Il trattamento è preferenziale, invece, per chi tiene i soldi sui conti correnti bancari e postali, o li investe in polizze rivalutabili (ramo I). In questi casi, la nuova imposta si limita a un forfait di 34,20 euro annui, non applicabile per le giacenze medie sotto i 5mila euro. Un doppio binario che Foà ritiene frutto di "un misto di insipienza, arroganza e cultura retrograda, oltre che del lavorio delle lobby creditizie e assicurative". E che trova pericoloso per l'industria del risparmio gestito, "destinata a desertificarsi".

Foà, da tempo lei si scaglia contro quella la mini-patrimoniale del governo Monti. Non è che lo fa per interessi di bottega?
"Sicuramente il modo in cui è architettata questa misura penalizzerà in particolare i clienti delle società di gestione, che già in Italia sono in diminuzione. E contribuirà alla migrazione all'estero del risparmio gestito italiano. Ma non è solo questo: è una battaglia di civiltà, perché ritengo che questo provvedimento, così tecnico, provocherà un cambio di panorama nella finanza retail dei prossimi anni".

Per quali ragioni, su quali basi?
"Perché chi ha pochi soldi dovrà per forza metterli sui conti in banca o alle poste, che continueranno a corrispondere interessi bassissimi e lucreranno sui depositi comprando Btp che rendono un 3% l'anno. Mentre i ricchi veri, che si possono permettere private banker e consulenti esclusivi, questa tassa non la pagheranno proprio. Le spiego il giochino: dato che l'imposta va pagata sui depositi amministrati al 31 dicembre, le loro banche proporranno il 28 dicembre un'operazione di prestito titoli, che poi saranno restituiti il 3 gennaio, mettendo nel frattempo il corrispettivo sul conto corrente. Così chi possiede un patrimonio da 10 milioni, e dovrebbe pagare 15mila euro, potrà limitare l'imposta a 34,20 euro. Per tutti gli altri, invece, dopo il primo salasso di fine 2012 potrebbe esserci una migrazione verso forme di risparmio meno tassate, che desertificherà ulteriormente l'industria del risparmio gestito".

Perché teme queste "migrazioni"?
"Perché la nuova misura, oltre che distorsiva della concorrenza a favore di banche, polizze e posta, è anche contraria al principio di proporzionalità. Per tutti i patrimoni inferiori a 34.200 euro (e a 22.800 dal 2013) investiti in strumenti finanziari, l'imposta è regressiva. Secondo i dati di Assogestioni, il cliente medio dei fondi ha 10mila euro investiti. Su questa somma l'aliquota sarebbe già molto più alta, pari al 3,4 per mille. Mentre chi avesse investimenti minimi, diciamo da 100 euro, sarebbe tassato al 34,2%! Questa non è una patrimoniale sui ricchi, ma sui poveri".

Converrà che non è facile legiferare sulle cose finanziarie: speculatori ed elusori di norme e tasse sono quasi sempre più veloci, e abili, del legislatore. Lei come avrebbe strutturato l'imposta di bollo?
"Si potrebbe introdurre un limite di esenzione anche per gli investimenti in strumenti finanziari al di sotto dei 5mila euro, e d'altro canto rendere progressiva l'imposta anche su conti bancari, postali e polizze ramo I. Invece questa legge è rimasta viziata da due meccanismi errati: il primo, che voleva essere una patrimoniale, ma quella parola e quel concetto non si potevano pronunciare, perché i parlamentari del centrodestra non l'avrebbero mai approvata. Tra l'altro, i parlamentari del centrosinistra, che erano più favorevoli alla patrimoniale, hanno finito paradossalmente per introdurne una sui poveri. Il secondo, che i lobbisti di banche e assicurazioni, tra i più potenti del paese, hanno avuto buon gioco a indirizzare le misure a loro favore. Io sarei pure a favore di una patrimoniale: purché sia equa".

Dietro le quinte si dice anche che il ruolo degli altri intermediari, tra cui i gestori di fondi riuniti Assogestioni, sia stato piuttosto silente. E che la presenza in forze di Sgr di matrice bancaria e straniere (che si appoggiano ai canali distributivi bancari) dentro l'associazione sia stata un fattore di freno alle critiche dell'imposta. Le risulta?
"Non so. Finora rilevo che Assogestioni non ha preso iniziative. Altri lo hanno fatto: Banca Etica ha fatto una petizione contraria che ha raccolto 7.400 firme, noi di Acomea abbiamo raccolto 3.300 firme tramite Facebook. E stiamo studiando nuove iniziative che possano portare a una riforma delle norme".

Quello dell'imposta di bollo è uno solo tra i problemi dell'industria del risparmio gestito, che in un decennio è stata colonizzata per metà dagli stranieri, e asfissiata dalle banche italiane che preferiscono far confluire i risparmi dei correntisti nei loro bond. Ha qualche proposta?
"Lo stato delle cose non è casuale, ma frutto di anni di scelte di legislatore, istituzioni e operatori. L'industria del risparmio rischia di finire come altre che in passato erano floride e oggi sono scomparse. Così l'Italia rimarrà un paese di giovani che tentano la fortuna alle slot machine, e di vecchi che tengono i soldi sul conto corrente, lasciando alle banche gli interessi. Come testimoniano anche le trimestrali a settembre dei principali istituti".



Affari e finanza
Email Scheda Utente
Post: 1.660
Post: 1.660
Utente Veteran
OFFLINE
23/11/2012 13:34
 
Quota

Dunque ricapitoliamo. Un anno e mezzo fa, alle prime avvisaglie del tracollo italico, due loschi figuri come Giuliano Amato e il "supertecnico"(così lo definì il corriere) Pellegrino Capaldo lanciarono l'idea di una patrimoniale per dare una "botta secca" al debito pubblico. Il progetto era in sé criminale ma come tutte le idee idiote in Italia trovò un consenso vasto tra le pseudoelite sempre affamate di denaro altrui da sperperare. I banchieri se ne innamorano addirittura, da Modiano di Banca Intesa all'immancabile Abete di Bnl, tutti erano favorevoli alla patrimoniale, veri patrioti fiscali. Naturalmente doveva essere la patrimoniale sui ricchi, come disse l'eterno affossatore della sinistra italiana Walter Veltroni. Per la Camusso diventò un'ossessione. Ci fu chi avvertì che si trattava della solita truffa e che alla fine la patrimoniale l'avrebbero pagata gli operai e i poveri. Mi sembra inutile dire che avevamo ragione.

Chissà cosa ne pensa il nostro amico JMFangio, sostenitore dei patrimonialisti. Lui che è persona morale e sinistra, dovrebbe minimo fare autocritica come si usava ai bei tempi del Pci.
[Modificato da trixam 23/11/2012 13:37]
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 15:26. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com