| | | | Post: 965 Post: 965 | Utente Senior | | OFFLINE | |
|
05/04/2013 15:36 | |
Capisco che è problematico, ma l'art. 3 Cost. ci dice che per esserci discriminazione la diversità di trattamento deve essere irragionevole. D'altronde, nei concorsi pubblici esistono spesso posti riservati per cittadini extra-UE o provenienti da Paesi svantaggiati, ad esempio, ma non credo che qualcuno possa pensare che vi sia una discriminazione basata sulla cittadinanza, proprio perchè è ragionevole che vi sia questi posti, perchè si calcolano le difficoltà individuali, la necessità per la PA si aprirsi al multiculturalismo e tutte le ragioni del mondo. Sinceramente, se un ospedale bandisse un concorso per assumere 14 medici specializzati in ginecologia e riservasse 5 posti a coloro che si impegnano a non effettuare un'obiezione di coscienza per fronteggiare le esigenze che la legge impone di fronteggiare, non griderei allo scandalo. Condivido anche la proposta dell'indennità supplementare, ma c'è da dire che spesso l'unico medico non obiettore si trova a fare solo IVG: come stabilire quando la sua prestazione sia supplementare o meno, visto che l'ospedale gli fa fare solo quello?Poi, se la PA non può riservare alcuni dei posti ai non obiettori siamo sicuri che possa pagare di più per una prestazione supplementare sì, ma comunque legata ad una scelta di coscienza?Non potrebbero esserci anche qui i germi di una discriminazione in base all'orientamento personale? |
|
|