|Lyuba|, 14/11/2012 20:25:
Capita infatti che vengano trasferiti da un ospedale all’altro, anche in regioni diverse, i ginecologi non obiettori. Perché non fare il contrario? Cioè spostare, anche una sola volta, un ginecologo obiettore, così da far riflettere coloro che scelgono l’obiezione più per motivi di comodo che per reale convinzione”.
Questo pezzo è mostruoso,mi ricorda Mao (non Mussolini) ed il suo "colpirne uno per educarne cento".
Il medico obiettore ha il sacrosanto diritto di astenersi dal compiere un atto che per fede o qualsiasi altra ragione -per quanto mi riguarda,del tutto irrilevante- reputa sbagliato.
Se non viene rispetto il diritto del primo come si può rispettare il potenziale diritto del secondo (ergo donna che decide d'abortire)?
Se la legge è uguale per tutti in italia ci sono alcuni "più uguali" degli altri e il diventare figli di un dio minore è un attimo.
No, sbagli, in quel pezzo che tu citi si parla di "obiettori di comodo", cioè coloro che fanno obiezione per ottenere vantaggi, non per coscienza. Il medico obiettore ha il diritto di esserlo, ma il medico non obiettore perché deve venire penalizzato? E' costretto a spostarsi e a percepire lo stesso stipendio di un altro medico che svolge una mansione in meno, quanto meno quest'ultimo dovrebbe svolgere una mansione supplementare. Spesso gli obiettori sono tali solo negli ospedali pubblici, poi dietro pagamento la coscienza viene meno, oppure sono obiettori per evitare di venire relegati a fare solo aborti o per evitare gli spostamenti, ecc.
La verità è che l'unico diritto che viene garantito è quello di essere obiettori, i diritti delle donne e dei medici non obiettori non contano.
Per la cronaca il diritto della donna non è potenziale, ma fondamentale.