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il protezionismo mascherato

Ultimo Aggiornamento: 09/11/2012 18:42
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08/11/2012 15:09
 
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[Esplora il significato del termine: PARIGI - «Produrre olio di palma provoca deforestazioni massicce che compromettono l’ecosistema», dice il potente ministro del Budget Jerôme Cahuzac, e in mente ha l’inaspettato nuovo nemico pubblico francese, la Nutella. Cahuzac sostiene la sovratassa sulla Nutella proposta dai senatori, perché «è tempo che i consumatori se ne rendano conto». La commissione degli Affari sociali del Senato ha adottato mercoledì un emendamento al bilancio della Sécu, il sistema di sicurezza sociale francese, che punta ad aumentare del 300% la tassa sull’olio di palma utilizzato in decine di prodotti alimentari, tra i quali il più consumato – e amato – è la Nutella. Solo in Francia, nel 2010-2011 la Nutella ha raggiunto vendite per un miliardo di euro, su un totale di sette in tutto il mondo. «La sovratassa sull’olio di palma è un segnale alle industrie agro-alimentari perché sostituiscano questo ingrediente con altre sostanze meno dannose - dice il relatore della commissione Yves Daudigny -. L’olio di palma è molto usato perché costa poco ma è troppo ricco di acidi grassi saturi nocivi per la salute». L’«emendamento Nutella» comporta 300 euro da pagare in più per tonnellata: la tassa attuale è di 98,74 euro la tonnellata. Nelle casse dello Stato dovrebbero arrivare 40 milioni di euro in più. Non è la prima volta che lo Stato francese sceglie di colpire alcuni prodotti, aumentando le tasse su quelli giudicati poco salutari. In passato è stata la volta della Coca-Cola e delle altre bevande gassate, per non parlare delle sigarette. Finora mai toccati invece alimenti tradizionali della Francia, come vino o foie gras. Stefano Montefiori] PARIGI - «Produrre olio di palma provoca deforestazioni massicce che compromettono l’ecosistema», dice il potente ministro del Budget Jerôme Cahuzac, e in mente ha l’inaspettato nuovo nemico pubblico francese, la Nutella. Cahuzac sostiene la sovratassa sulla Nutella proposta dai senatori, perché «è tempo che i consumatori se ne rendano conto». La commissione degli Affari sociali del Senato ha adottato mercoledì un emendamento al bilancio della Sécu, il sistema di sicurezza sociale francese, che punta ad aumentare del 300% la tassa sull’olio di palma utilizzato in decine di prodotti alimentari, tra i quali il più consumato – e amato – è la Nutella.

Solo in Francia, nel 2010-2011 la Nutella ha raggiunto vendite per un miliardo di euro, su un totale di sette in tutto il mondo. «La sovratassa sull’olio di palma è un segnale alle industrie agro-alimentari perché sostituiscano questo ingrediente con altre sostanze meno dannose - dice il relatore della commissione Yves Daudigny -. L’olio di palma è molto usato perché costa poco ma è troppo ricco di acidi grassi saturi nocivi per la salute». L’«emendamento Nutella» comporta 300 euro da pagare in più per tonnellata: la tassa attuale è di 98,74 euro la tonnellata. Nelle casse dello Stato dovrebbero arrivare 40 milioni di euro in più. Non è la prima volta che lo Stato francese sceglie di colpire alcuni prodotti, aumentando le tasse su quelli giudicati poco salutari. In passato è stata la volta della Coca-Cola e delle altre bevande gassate, per non parlare delle sigarette. Finora mai toccati invece alimenti tradizionali della Francia, come vino o foie gras.

Stefano Montefiori


tratto da: www.corriere.it/salute/nutrizione/12_novembre_08/nutella-olio-di-palma-aumentano-le-tasse_359a9962-2995-11e2-b082-5e60eba3a5...
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08/11/2012 18:59
 
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Ottimo spunto per analizzare la questione delle tasse per tutelare la salute e tornare al punto di partenza, cioè può credibilmente il legislatore decidere per il nostro meglio in modo disinteressato?
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08/11/2012 19:01
 
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alberto bisin
L'economia comportamentale in mano a gente meno sofisticata di Dick Thaler e Cass Sunstein, autori di Nudge.

Dick Thaler è il padre dell'economia comportamentale (behavioral economics). Ne abbiamo già parlato qui. In soldoni: gli agenti economici sono meno che razionali, fanno errori sistematici, e quindi interventi paternalistici da parte di governi e istituzioni possono essere giustificati. Coscienti del fatto che il paternalismo, almeno in amerika, non è ben visto - chissà, forse ricorda il proibizionismo - Thaler e Sunstein hanno avuto un'idea geniale: non occorre che il paternalista entri a gamba tesa, basta una spintarella, leggera leggera, in grado di spostare solo gli agenti irrazionali, ma che invece lascia gli altri solidamente ancorati alla propria ragione. L'esempio principe è quello della scelta del regime pensionistico: partecipare al piano dell'impresa o meno. Tipicamente i piani pensionistici offerti dalle imprese sono favorevoli, ma una parte dei lavoratori non mette la X per entrare a parteciparvi, forse perché disattenti. Allora, dicono Thaler e Sunstein, rivoltiamo il contratto così che la X sia necessaria per NON partecipare al piano. Quei lavoratori che per ragioni loro non volessero partecipare possono comunque farlo, ma i disattenti adesso partecipano, che è un bene. Ci hanno scritto un libro, Thaler e Sunstein, un blog, ..., un successo mega-galattico che ha portato Sunstein ad un posto alla Casa Bianca.

E tutti a immaginarsi i giusti nudge per aiutare gli stupidotti. E piano piano le spintarelle diventano un po' più robuste. L'ultima che ho visto è sul New York Times, pagina degli editoriali. Occupa una pagina quasi intera con un bel disegno interattivo che non c'è modo purtroppo di copiare qui. Ma chi ha accesso al NYTimes se lo vada a guardare che è una meraviglia.

L'idea è quella di ridisegnare le mense degli studenti per dar loro una spinta a mangiare più sano:

A smarter lunchroom would nudge students toward making better choices on their own by changing the way their options are presented.

[Traduzione] Una mensa più intelligente spingerebbe gli studenti a compiere scelte autonome migliori, cambiando il modo il cui le opzioni sono presentate.

Ecco alcune proposte, cioè alcune spintarelle:

Mettere i broccoli all'inizio del tavolo della mensa.
Aggiungere aggettivi sexy alle verdure (tipo spinaci cremosi).
Offrire una scelta tra diverse verdure.
E fin qui, nulla di tremendo. Gli studenti che cascano a queste spinte devono essere davvero stupidotti, ma ... nulla di male.

E poi:

Nascondere il gelato (in freezer dalla porta opaca).
Nascondere il latte al cioccolato dietro a quello normale.
Diminuire le dimensioni delle tazze di cereali (allo stesso prezzo, suppongo).
Impedire l'acquisto di biscotti coi ticket della mensa (solo moneta sonante).
Istituire una coda express per chi mangia insalata.
Alla faccia del nudge. Ho un'idea anch'io:

Mettere la friggitrice per le patatine in una apposita area dentro il bagno.
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08/11/2012 19:47
 
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Re:
giusperito, 08/11/2012 18:59:

Ottimo spunto per analizzare la questione delle tasse per tutelare la salute e tornare al punto di partenza, cioè può credibilmente il legislatore decidere per il nostro meglio in modo disinteressato?




Certo....che no,europa docet.

Si dovrebbe a questo punto sviluppare il discorso su due binari paralleli: beni nazionali e d'importazione.
Altresì interessante il conflitto d'interessi nella normativa europea dove il bene comune cede il passo agli interessi nazional nazionalistici e la capacità di pressione di questo o quel paese separa di volta in volta il bene dal male.

Tanto per andare oltre alla vorace e polverosa europa - non voglio essere accusato di sparare contro la croce rossa- è di oggi la notizia che l'iran ,in risposta alle sanzioni internazionali,ha vietato l'import di 75 beni di lusso.

Teheran,tra le tante cose,dovrà fare a meno della carta igienica.


Se due indizi non fanno una prova, c'è quantomeno da meditare su un tema di ben altro spessore - per quanto carta igienica e bidet qualifichino un popolo [SM=g2725401] - c'est à dire, il braccio di ferro tra politica ed economia e la non più pacifica constatazione che sia sempre e comunque quest'ultima a prevalere sulla prima.


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08/11/2012 20:03
 
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Che bel giro di parole per non dire niente.
Lo capisci che due persone che si scambiano una penna fanno economia mentre 9 politici in una stanza sono un Politburo? E' ovvio che la politica ceda il passo all'economia. La prima e' una sovrastruttura, il secondo invece e' un termine che descrive comportamenti ineluttabili, naturali. Mi basta sentire uno che parli di "economia" incontrollabile per far vibrare le antenne.
La politica puo' controllare le fasi lunari? No. Al massimo la legge potra' indirizzare i consumatori verso le Bic piuttosto che le biro, ma le penne si scambieranno sempre, e' un bisogno.

L'Iran e' un esempio calzante, Gresham's law.
[Modificato da ObbligazioneNaturale 08/11/2012 20:08]
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08/11/2012 20:32
 
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Insegna ad un pappagallo a ripetere domanda ed offerta ed otterrai un economista. [SM=x43799]

Ineluttabile e naturale un baffo, la scelta della penna o di una piuma,la sua tipologia ed altre mille variabili non sono sempre dettate dall'interesse immediato.
Dietro la scelta di una penna, quando gli interessi non sono più quelli del singolo, c'è molto di più.
Mi auguro di non averti trasformato in un vibratore, ma -se non te ne fossi accorto- si parlava della scelta del prodotto non del bisogno intrinseco dello stesso.
Non c'è bisogno di ricordarci che respiriamo :)


La politica non può controllare le fasi lunari, ma può aprire alla scelta di calendari solari ai quali tutti devono adeguarsi ;).
Dato che a noi interessano le implicazioni e reazioni pratiche nella vita dell'uomo atteniamoci a questo.


L'iran,la francia (non solo per la nutella, basti pensare al protezionismo normativo per il settore energetico-nucleare) o l'india sono un ottimo esempio per dimostrare che il libero mercato è solo una teorizzazione dell'utopico.


[Modificato da connormaclaud 08/11/2012 20:34]
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08/11/2012 20:45
 
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Non per entrare nei massimi sistemi, però non riesco a capire come l'iran e la francia dimostrino che il libero mercato sia un'utopia. Il fatto che un Paese o un gruppo di Paesi siano illiberali non cambia la sostanza, cioè che i Paesi debbano essere liberali.
Insomma la Francia con la Nutella sta facendo una porcata protezionista che rappresenta la costante tendenza dei politici a non accettare il libero mercato.
I politici non vogliono accettare il libero mercato, perché significa accettare una concreta diminuzione di potere.
Non vedo perché l'atteggiamento tirannico degli Stati debba far diventare un'utopia il libero mercato e perché dobbiamo accettare come un dato di fatto atteggiamenti contrari al buon senso.

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09/11/2012 09:15
 
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Re:
giusperito, 08/11/2012 20:45:

Non per entrare nei massimi sistemi, però non riesco a capire come l'iran e la francia dimostrino che il libero mercato sia un'utopia. Il fatto che un Paese o un gruppo di Paesi siano illiberali non cambia la sostanza, cioè che i Paesi debbano essere liberali.
Insomma la Francia con la Nutella sta facendo una porcata protezionista che rappresenta la costante tendenza dei politici a non accettare il libero mercato.
I politici non vogliono accettare il libero mercato, perché significa accettare una concreta diminuzione di potere.
Non vedo perché l'atteggiamento tirannico degli Stati debba far diventare un'utopia il libero mercato e perché dobbiamo accettare come un dato di fatto atteggiamenti contrari al buon senso.





Per il semplice motivo che l'operatore di scambio (più che economico) non è il singolo individuo esente da altri interessi.
Non si tratta del singolo consumatore che acquista 1kg di limoni al prezzo più basso, per intenderci.
Nessun paese/comunità - a qualsiasi modello s'ispiri- sarà mai liberale tout court perchè questo ne decreterebbe la fine.
Non si tratta dei soli politici,ma delle comunità.
Se la concorrenza dei prezzi dovesse essere al ribasso - anche questo per certi aspetti utopico- si creerebbe un cortocircuito,ma per ovviare a questa "sciagura" è molto più probabile che si formino -come consuetidine- cartelli.
Come vedi la patata bollente del protezionismo passa dall'operatore politico a quello economico. Cambiano i nomi e le forme,ma non la sostanza.

Il libero mercato potrebbe essere ipotizzato solo in modelli dove ad esistere non è più il cittadino,ma il singolo utente e indispensabile sarebbe una serie di organi di controllo internazionali che vigilino sulle tendenze al mono-oligopolio.

ça va sans dire che,per quanto mi riguarda, sarebbe uno scenario apocalittico.


Altro paio di maniche il libero mercato interno che, tutto sommato,sarebbe un bene.
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09/11/2012 17:53
 
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Re: Re:
connormaclaud, 09/11/2012 09:15:




Per il semplice motivo che l'operatore di scambio (più che economico) non è il singolo individuo esente da altri interessi.
Non si tratta del singolo consumatore che acquista 1kg di limoni al prezzo più basso, per intenderci.
Nessun paese/comunità - a qualsiasi modello s'ispiri- sarà mai liberale tout court perchè questo ne decreterebbe la fine.
Non si tratta dei soli politici,ma delle comunità.
Se la concorrenza dei prezzi dovesse essere al ribasso - anche questo per certi aspetti utopico- si creerebbe un cortocircuito,ma per ovviare a questa "sciagura" è molto più probabile che si formino -come consuetidine- cartelli.
Come vedi la patata bollente del protezionismo passa dall'operatore politico a quello economico. Cambiano i nomi e le forme,ma non la sostanza.

Il libero mercato potrebbe essere ipotizzato solo in modelli dove ad esistere non è più il cittadino,ma il singolo utente e indispensabile sarebbe una serie di organi di controllo internazionali che vigilino sulle tendenze al mono-oligopolio.

ça va sans dire che,per quanto mi riguarda, sarebbe uno scenario apocalittico.


Altro paio di maniche il libero mercato interno che, tutto sommato,sarebbe un bene.




Una supercazzola fantastica, degna del re del genere su questi temi: Stefano Fassina. Congrats.

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09/11/2012 18:42
 
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Ancora devo vederlo questo libero mercato, qualcuno l'ha mai visto attuato?
Abbiamo dati sulle sue reali applicazioni?
In quali settori è presente un mercato realmente libero?

Se la risposta non è affermativa chiamiamo Giacobbo e apriamo la sagra delle fesserie
[Modificato da connormaclaud 09/11/2012 18:43]
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