La società Alfa S.n.c, gestita dall'unico titolare e rappresentante Legale Tizio, sigla un accordo con la società Beta s.r.l per la installazione di distributori di caffè (cioccolata calda ecc ecc) bevande varie e snack dolci e salati.
Nonostante il timbro "ufficiale" della società, la firma apposta sul contratto non è del titolare, ma di suo figlio, che non riveste alcuna carica (forse neppure quella di socio).
Dopo due anni di fornitura, il contratto si è tacitamente rinnovato.
Il contenuto del contratto prevedeva espressamente una clausola con la quale si vietava alla Alfa s.n.c. di installare altri distributori automatici che non fossero di proprietà della Beta s.r.l.
Tale accordo non è stato rispettato e Beta s.r.l. chiede il rispetto della clausola, o un risarcimento di 12.000 euro.
Ora la Alfa s.n.c. può impugnare il contratto in virtù di una firma di una persona che non aveva i diritti per rappresentarla?
E, nel caso, quali ritenete possano essere le conseguenze civili (ed eventualmente penali) per colui il quale ha apposto la propria firma al contratto?
Ps: la persona in questione, colui che ha firmato, ha apposto la PROPRIA firma, non la firma del papà.
[Modificato da napulitanboy 03/11/2012 14:20]