Completamente diversa è l'analisi della sentenza fatta da Scientific american: "Il processo non era alla scienza, né alla sismologia né alla capacità o incapacità degli scienziati di prevedere i terremoti. Gli imputati sono stati accusati di aver dato informazioni 'inesatte, incomplete e contraddittorie' sul fatto che le piccole scosse prima del terremoto del 6 aprile potessero rappresentare un avvertimento". Non è stato mai messo in discussione, si legge nel blog, se gli scienziati potessero prevedere o meno i terremoti: sotto accusa è il comportamento degli esperti che, al termine dell'ennesima riunione, non fornirono alla popolazione elementi sufficienti per valutare il rischio: "La scarsa comunicazione è stata una grave mancanza, anche se gli scienziati dividono la responsabilità con il governo italiano". La 'colpa' degli scienziati, dunque, per Scientific american, è quella di aver lasciato che le informanioni alla popolazione arrivassero da persone non esperte. In questo, si legge ancora nell'articolo, parte della responsabilità è del governo che non ha incluso nella Commissioni Grandi rischi qualcuno in grado di comunicare adeguatamente il pericolo.
La decisione del giudice dell'Aquila ha lasciato meravigliati gli scienziati svizzeri e molte voci si sono alzate per difendere gli esperti che avrebbero agito secondo i principi scientifici. "In una situazione simile, non mi sarei comportato diversamente dai miei colleghi italiani", ha dichiarato oggi in un'intervista all'Ats Stefan Wiemer, direttore del Servizio sismico svizzero (SED). A suo avviso, è poco comprensibile che gli esperti italiani siano stati giudicati sulla maniera in cui hanno informato dei rischi. "In futuro dovremo comunicare con maggiore prudenza",
(23 ottobre 2012)