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Montezemolo finalmente scende in campo

Ultimo Aggiornamento: 03/10/2012 20:53
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01/10/2012 12:32
 
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Re: forse ot ma valeva la pena
.pisicchio., 01/10/2012 01.01:

LA MEMORIA PERDUTA DI SCALFARI - EU-GENIO SCODELLA IL SUO CURRICULUM: “HO VOTATO PER MOLTI ANNI PER IL PARTITO DI UGO LA MALFA. POI HO VOTATO IL PCI DI BERLINGUER, IL PDS, I DS E IL PD” - OHIBÒ: CI VUOLE DAVVERO UN COLPO D’ALZHEIMER PER CANCELLARE I QUATTRO ANNI DI DEPUTATO SOCIALISTA (PSI) - SI è MAI VISTO UN DEPUTATO CHE NON VOTA IL PROPRIO PARTITO? - ETÀ AVANZATA O IMBARAZZO POLITICO?...
Eugenio Scalfari per Repubblica
.....
Renzi. Per quanto riguarda il suo programma politico, per il poco che risulta dalle sue carte e dalle sue prolusioni, si tratta di un'agenda generica cheenunciatemisenzasvolgerli.Itemi sono quelli che campeggiano da mesi suigiornali,lesoluzioniperòRenzinon le indica. Quindi il suo programma è carta straccia.

Una sola cosa è chiara: Renzi sa parlare e richiama molto abilmente l'attenzione sotto l'oculata gestione di Gori, ex dirigente di Fininvest. Renzi piace perché è giovane. È un requisito sufficiente? Politicamente è molto più di centrodestra che di centrosinistra. Se vincerà le primarie il Pd si sfascerà ma non perché se ne andrà D'Alema o Veltroni o Franceschini, ma perché se ne andranno tutti quelli che fin qui hanno votato Pd come partito riformista di centrosinistra.


craxi scalfari
Non a caso Berlusconi loda Renzi pubblicamente;nonacasoisuoisponsor sono orientati più a destra che a sinistra e non a caso lo stesso Renzi dice che queste due parole non hanno più senso. Hanno un senso, eccome. Nell'equilibrio tra i due fondamentali principi di libertà e di eguaglianza la sinistra sceglie l'eguaglianza nella libertà e la destra sceglie la libertà senza l'eguaglianza. Questa è la differenza e non è cosa da poco.

Io sono liberale di sinistra per mia formazione culturale. Ho votato per molti anni per il partito di Ugo La Malfa. Poi ho votato il Pci di Berlinguer, il Pds, i Ds e il Pd. Se i democratici andranno alle elezioni con Renzi candidato, io non voterò perché ci sarà stata una trasformazione antropologica nel Pd, analoga a quella che avvenne nel Partito socialista quando Craxi ne assunse la leadership, senza dire che Craxi aveva una visione politica mentre Renzi non pare che ne abbia alcuna salvo la rottamazione. Francamente è meno di niente.




Per precisare: eletto al parlamento, nel 1968, per evitare la galera per gli articoli contro il tentativo di colpo di stato del gen de lorenzo. Insieme a Lino Jannuzzi, finito poi in forza italia.






Nolite conformari huic saeculo sed reformamini in novitate sensus vestri.
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02/10/2012 00:58
 
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Condivido il discorso di Nap su Renzi ed ovviamente quello su Emma Bonino... pensare che oggi la regione Lazio crolla sotto Batman e Polverini quando ha avuto l'occasione di essere governata dalla Bonino.
Questo è l'unico motivo per cui non sono ottimista come Nap. In Italia le buone occasioni di cambiamento le gettiamo a mare senza nemmeno ricordare che cosa abbiamo fatto per meritarci tutto questo. Vorrei parlare tanto con qualche elettore di cdx del Lazio che oggi si lamenta e chiedergli come ha il coraggio di aprire bocca, quanta faccia di culo ci voglia per lamentarsi di batman e co.

Obbligazione mi sopravvaluti. Non sono così coraggioso da combattere contro i mulini a vento e non ho gli studi della Moyo né la sua lucidità d'analisi.
Tu, trixam e pisicchio siete più bravi. Avete qualcosa in più e potete andarvene da questo inferno, ma noi comuni mortali siamo destinati a lottare per costruire e poi proteggere la nostra insignificante villetta a schiera con giardino. Insomma non è la storia di chi rimane perché crede che qualcosa cambierà. E' la storia di chi guarda l'amico vicino e, consapevole della propria normalità, cerca di creare le condizioni per un po' di giustizia sociale. Non tutti possiamo espatriare.. alcuni sono costretti a restare, perché siamo persone normali e sinceramente non ho capacità e doti per considerarmi superiore alla media e mi sa che devo sentirmi contento di essere un comune concorsista, un comune laureato, un comune studente lavoratore, un comune, anzi comunissimo, cervello che proprio in fuga non ci vuole andare, forse, anzi niente forse, perché non ci può andare.
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02/10/2012 14:29
 
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il mio dominus è attivamente coinvolto nel progetto Italia futura come gran parte degli elettori di destra delusi da Berlusconi e da Fini. Però non so fino a che punto Montezemolo sia affidabile
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02/10/2012 15:15
 
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Anche il professore Prisco è stato contattato dai montezemoliani. So che lui è tuttavia perplesso, anche perché legato al suo lavoro. Pensa che un cambiamento sia necessario, non si fida più dell'offerta politica attuale e degli esponenti odierni e per le sue idee desidererebbe un cento che guardi a sinistra, ma moderno. In ogni caso, ritiene che, coi vincoli economici attuali verso l'Europa, per molto tempo non sarà possibile distinguere veramente tra politiche di destra e di sinistra e che un sessantaduenne come lui, figuriamoci quindi un Montezemolo che più o meno dovrebbe avere la stessa età, non abbia (cioè non dovrebbe avere) spazio: pensa che sia venuto il momento di rinnovare anche anagraficamente la classe politica, con persone dell'età di Alfano, Renzi, ecc... (il suo non è un giudizio positivo su particolari persone, ma di opportunità di ringiovanimento generale della classe politica, quindi è dato rispetto all'età: dice che all'estero i politici sono mediamente più giovani che da noi e che dopo un certo tempo fanno altro, non lo sono cioè a vita)
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02/10/2012 17:03
 
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Non sono d'accordo sul necessario ricambio generazionale. Soprattutto perchè credo che le generazioni emergenti siano decisamente meno preparate delle passate (chissà cosa sarà fra venti o trenta anni!). E' vero: neppure quelli nati negli anni 40/50 hanno dato grandi prove... Eppure credo che l'esperienza e la cultura servano. Giovane non è necessariamente buono (o utile). Il più giovane presidente del consiglio della storia d'Italia è stato il 39enne Benito Mussolini. Il miglior Giolitti non fu il 50enne premier del crack della banca romana, ma il settantenne grande riformatore dell'Italia degli inizi del Novecento... De Gasperi divenne premier a 64 anni... Ciampi a 74 (anche se il mio giudizio su Ciampi è decisamente controcorrente...).
[Modificato da maximilian1983 02/10/2012 17:04]






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02/10/2012 18:40
 
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Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Condivido in teoria il pensiero di Maximilian e ci aggiungerei Napolitano. Il punto è che - in concreto - non si vede oggi in Italia un "anziano" capace di riconosciuta leadership e i giovani non sono stati ovviamente ancora sperimentati (la figura di Alfano zerbino di Berlusconi è emblematica). Poi è un fatto che ad esempio la Spagna, la Gran Bretagna, gli USA, perfino l'Urss, abbiano leaders emersi come tali quando in media erano più giovani dei nostri e perfino la gerontocratica Cina, dopo il maoismo, è stata sul punto più dinamica. L' età in politica non è tutto, anzi da sola non è un criterio valido, d'accordo, ma - coniugandola con idee prevedibilmente meno stantie - potrebbe forse permettere di selezionare personalità interessanti
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02/10/2012 20:29
 
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L'età anagrafica a mio avviso è relativa è quella cerebrale a fare da spartiacque tra il nuovo ed il vecchio.
Il limite del diversamente giovane è quello di aver le risposte per le domande di una società passata agli onori -e orrori- della storia.
I vari berlusconi,veltroni o casini sono mentalmente tarati per la società degli anni '80 e ancor oggi propongono la stessa medicina dimenticandosi che il malato sia cambiato.
Se l'anziano è capace di adattarsi e s'è mantenuto mentalmente giovane può dare un grande contributo al paese,ma solitamente non vuole rischiare.
A sessant'anni si raggiunge, mediamente, il grado apicale in ogni ambito e non si vuol rischiare di bruciare per una sveltina politica tutto quello che si è costruito negli anni. (NB mi riferisco alla banda degli onesti).
Se si aggiunge la ferocia degli elettori e del "pubblico" - secondo i dettami degli ultimi anni un politico NON deve avere vita privata- e tutto quello che in maniera più o meno limpida ruota intorno alla politica,per dirla alla totò savio,il pensiero comune è " chi cazz' mo fa fa' ".

D'altro canto essere anagraficamente giovane non significa molto se questo non è associato ad un cervello pensante e una buona dose di follia.
Alle ultime tornate elettorali i giovani in corsa erano molti, pescati a casaccio da circoli e università, armati di tanta confusione e un 110 e lode da mostrare in tv.
L'assuefazione da democrazia ha portato inevitabilmente a quella politica e l'assenza di formazione partitica o almeno uno straccio di selezione naturale ci ha portato ad oggi.

Negli altri paesi, perdoni professore, non ci sono perfetti sconosciuti prestati alla politica,ma uomini e donne che -in un modo o nell'altro- hanno avuto una formazione adeguata per arrivare dove oggi sono.
Persino in usa Obama aveva "la strada spianata".

In russia tolto Putin - lo considero il gigante della politica degli ultimi 20 anni- la situazione è molto simile a quella italiana.
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02/10/2012 21:10
 
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Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Abbiamo tutti un po' ragione, credo, nel senso che è evidente dai commenti che siamo conunque sco...nfortati. Connormaclaud descrive bene una situazione i cui la formazione delle liste a volte è sembrata il casting del Grande Fratello (non solo la Minetti nel PdL, o Fiorito nei panni di Hulk, ma anche certe persone del PD o di IdV, bisogna essere onesti). Mi chiedo però ancora perché in Spagna ci siano gli indignados, in USA Occupy Wall Street e da noi tutto taccia
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02/10/2012 21:44
 
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Non sono un esperto,ma per rispondere alla sua domanda: perchè da noi qualsiasi forma di organizzazione o protesta viene costantemente strumentalizzata (cambiano i colori e le motivazioni, ma le facce sono sempre le stesse) e per uno cronico disinteresse e sfiducia per la cosa pubblica.

Sulla effettiva capacità di pressione di indignados et similia ho forti dubbi,rappresentano più una manifstazione folkloristica e impotente di dissenso.
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02/10/2012 23:06
 
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Re:
maximilian1983, 02/10/2012 17.03:

Non sono d'accordo sul necessario ricambio generazionale. Soprattutto perchè credo che le generazioni emergenti siano decisamente meno preparate delle passate (chissà cosa sarà fra venti o trenta anni!). E' vero: neppure quelli nati negli anni 40/50 hanno dato grandi prove... Eppure credo che l'esperienza e la cultura servano. Giovane non è necessariamente buono (o utile). Il più giovane presidente del consiglio della storia d'Italia è stato il 39enne Benito Mussolini. Il miglior Giolitti non fu il 50enne premier del crack della banca romana, ma il settantenne grande riformatore dell'Italia degli inizi del Novecento... De Gasperi divenne premier a 64 anni... Ciampi a 74 (anche se il mio giudizio su Ciampi è decisamente controcorrente...).



MA ANCHE NO
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03/10/2012 20:53
 
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Dal professore Prisco, che mi prega di postare

A Pisicchio e a Connormaclaud: l'errore mi sembra personalmente il fatto di discutere del problema all'ingrosso, per "generazioni". Oggi trovo studenti e studentesse non solo con grande preparazione, ma con grandissima passione intellettuale. Queste sono però le punte. Secondo la mia esperienza è la media che è culturalmente franata, vittima di scuole e famiglie che non formano più correttamente e di università male organizzate, quindi il risultato complessivo è di arretramento (a mio avviso): perlopiù non si leggono che libri banali, non si sa articolare un discorso e sostenere un dialogo di qualità, non si leggono giornali , né comunque si segue in altro modo l'attualità di rilievo, si commettono errori ortografici nella scrittura: l'università ha limiti organizzativi che non ho mai nascosto, ma il suo ruolo non è quello di sostituirsi a scuole elementari frequentate male, o indicare le letture extragiuridiche più affascinanti ed utili, ciò che dovrebbe avvenire nell'adolescenza (io comunque consiglio articoli di giornale, romanzi e saggi extragiuridici, film che mi sono piaciuti e mi sembrano significativi anche all'università)
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