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Elezioni americane

Ultimo Aggiornamento: 08/11/2012 19:43
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05/11/2012 20:17
 
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Obama è sicuramente in vantaggio.
Romney non convince. Comunque sarà un'elezione sul filo. Si prospetta una Florida ancora determinante.
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05/11/2012 20:35
 
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Vince Obama, maggioranza nel collegio dei grandi elettori tra 313 e 338 a seconda che vinca o meno in Florida.
Gli unici motivi di preoccupazione per il presidente sono: la possibilità di prendere meno del 50% dei voti complessivi che lo renderebbe un presidente di minoranza e che si ripeta quello che accadde nel 2000(e nel 1888) con Romney che prende più voti popolari.
Altro elemento più serio, almeno una delle due camera sarà in mano ai repubblicani.

Obama deve la rielezione al suo formidabile team capace di mettere su una macchina elettorale di grande livello che ha condotto una campagna muscolare, aggressiva, identitaria, con target precisi raggiunti con una certa precisione. Pouloffe, Axelrod e Jim Messina sono tre assi, tra maggio e agosto hanno picchiato duro su Romney colpendo anche sotto la cintura quando necessario e questo ha consentito al presidente di acquisire il vantaggio necessario ad arrivare primo al traguardo.

Per Romney invece vale l'inverso, non ha fatto niente per meritarsi davvero la casa bianca. Si è circondato di incompetenti che lo hanno lasciato con le palle al vento per tutta la campagna su questioni come il salvataggio dell'auto e i suoi redditi dove sono stati ridicoli: Romney paga il doppio delle tasse di Obama e per tutta la campagna si è fatto sputtanare come un'idiota. Si dice che prima del dibattito di Denver, dove ci ha fatto godere(noi repubblicani s'intende), la moglie di Romney abbia mandato al diavolo il capo della campagna dicendo al marito di non ascolatare i suoi consigli, forse se l'avesse fatto prima per Mitt le cose sarebbero andate diversamente.
Questo punto mi ha colpito negativamente perché Romney è un ex Ceo di un gigante del private equity, uno di quei posti dove i figli della classe media che Obama vuole rappresentare sognano di andare a lavorare, dovrebbe essere abituato a selezionare le persone migliori e di talento per metterli in posti di responsabilità e guidarli verso l'obiettivo. Non essere stato in grado di farlo è indicativo che non è pronto per guidare il paese e sua eventuale elezione non rappresenterebbe davvero una svolta.

ps poi chiaramente da repubblicano spero di essere smentito e che si ripeta un 1948(a parti invertite).
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Utente Master
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05/11/2012 21:19
 
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Trix non ti facevo così repubblicano..
a me il partito repubblicano fa un po' repulsione.
Mi sono convinto che Gary sarebbe stato il mio presidente ideale.
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05/11/2012 23:02
 
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Re:
giusperito, 05/11/2012 21:19:

Trix non ti facevo così repubblicano..
a me il partito repubblicano fa un po' repulsione.
Mi sono convinto che Gary sarebbe stato il mio presidente ideale.




Beh gius capisco, immagino che tu ti riferisci alle posizioni di molti esponenti tipo il candidato vicepresidente su aborto e diritti civili.
Io sono contrario a quelle posizioni, anche se sull'aborto sono pro choice legalmente ma da un punto di vista etico personale sono contrario, ma da uomini è sempre il solito discorso di fare i froci col culo degli altri.
Cmq sono preoccupazioni legittime in una democrazia europea dove i politici devono attenersi alle linea dei partiti e dove c'è la necessità delle mediazioni, dei principi negoziabili o meno, dei compromessi.
Ma in America il partito su questi temi non conta un cazzo, contano i singoli che quando si trovavano davvero a decidere sottoposti alla pressione forte di una democrazia vera poi prendono sempre decisioni sorpredenti. Per dire, Reagan era un fiero antiabortista eppure nel 1966 da governatore della california firmò la legge statale sull'aborto attirandosi le ire della destra religiosa del partito che poi lo avrebbe sostenuto alle primarie nel 1980 come il suo campione. E non dimentichiamo Dick, il carognone, Cheney quando da vice faceva discorsi contro i diritti ai gay e poi scendeva dal palco ad abbracciare la figlia lesbica e la sua compagna con le quali pranzava tutte le domeniche. Insomma bisogna separare la propaganda dalla realtà.
Non dimenticarti che da dopo domani i partiti si scioglieranno e rimarrano solo comitati che non contano nulla, per il resto se ne riparla tra quattro anni.

Il gop è di più del partito della destra religiosa e di Monty Burns dei Simpson. Naturalmente ha tanti difetti, fa fatica a contenere le sue anime e in questo assomiglia come ho già detto altre volte alla sinistra italiana.
Ha anche una linea economica che va corretta perché con la presidenza di Bush jr abbiamo fatto casino.
Ma è sempre il partito di Lincoln, di Teddy Roosevelt, di Eisenhower. Il Gop è sempre il gop.

ps gary è una di quelle persone che ti stanno simpatiche finché non le vedi all'opera.

pps Ho appena ricevuto una mail da un amico attivista a columbus, Ohio. Dice che è ottimista e Romney vince di sicuro. Training autogeno da militante, mi ricorda i sostenitori di Kerry nel 2004 che dicevano lo stesso con le stesse parole.
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06/11/2012 00:12
 
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Split vote. Vittoria di Obama ai voti elettorali ma predominanza di Romney al popolare complice l'effetto Sandy che indurra' molti elettori democratici del NE a starsene a casa consapevoli di quanto il voto marginale sia ininfluente in stati gia' ampiamente a favore del loro candidato.

Ohio sul filo di lana e tante polemiche soprattutto in New Jersey dove verra' permesso di votare a distanza e si vorra' contestare il contestabile.
Obama vince in uno scenario 2000 o 1876 like.
In ogni caso i repubblicani si calmeranno e cercheranno una larga intesa, Obama e' passato e loro dovranno assicurarsi il dopo.
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06/11/2012 01:18
 
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P.S. Bain e' in una situazione molto precaria, diciamo pure che stanno evitando le procedure concorsuali.
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06/11/2012 01:27
 
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Fino a qualche giorno fa ero sicurissimo della vittoria di Obama. Poi una serie di considerazioni mi hanno portato alla conclusione opposta. Chissà...






Nolite conformari huic saeculo sed reformamini in novitate sensus vestri.
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07/11/2012 20:41
 
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Una vittoria chiara e netta. Non si cambia un presidente che si conosce con uno che rappresenta un'incognita anche per sé stesso.
Bravi gli strateghi di Obama, grande Clinton che ha fatto negli ultimi due mesi una campagna fenomenale(chissà che fine ha fatto Al gore).

Il secondo mandato è diverso dal primo, non hai l'ossessione di essere rieletto ma nell'ultimo biennio si perde gradualmente influenza sul popolo, il partito e il congresso. Perciò le sue ambizioni Obama deve giocarsele nei prossimi due anni anche se francamente non si è capito quale sia il programma(come per Romney del resto).

Qualcosa si capirà dalle scelte per la squadra di governo.

I repubblicani hanno 4 anni per riorganizzarsi e capire che una stagione politica è ormai finita, ma la sconfitta di Romney ridarà fiato alla destra del partito e alla base populista rendendo tutto molto complicato.

Le sfide sono grandi e le incognite molte, al comando c'è un capitano che fino ad ora è stato più bravo a farsi eleggere che governare.
07/11/2012 21:30
 
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Questo non è più, decisamente, un paese per vecchi e bianchi. Non è più un paese di circoli elitari. Delle molte lezioni che arrivano dalla vittoria di Obama, l'Italia dovrebbe riflettere soprattutto su questa.

L'hanno capito bene i repubblicani americani, che hanno fatto il pieno di voti bianchi maschili, in un mondo in cui solo un terzo della popolazione elettorale oggi in Usa è bianca, rispetto al 1980 in cui era il 46 per cento. Solo trent'anni fa dunque senza bianchi non andavi da nessuna parte. Un vero e proprio regno, che oggi è finito.

Per chi avesse tempo e un po' di voglia di girare qualche coltello nella piaga consiglio di andare su The American Spectator (e giù di lì, su tutte le altre pubblicazioni repubblicane) che posta un articolo dal titolo "Doomed beyond all hope of redemption" (ma ce n'è solo da scegliere in una fila interminabile) ponendo a illustrazione un dettaglio di Bosch in cui una figura diabolica, ovviamente di pelle nera, porta via un bianco nudo, insanguinato, finito.

Il contrasto fra i due Usa rappresentati dal voto di ieri è netto.

Di qui, con Obama, il 55 per cento delle donne, il 60 per cento dei giovani, il 70 per cento (percentuale storica) degli ispanici, maggioranza fra neri, minoranze varie e la popolazione urbana. La parte più dinamica del paese, in termini di proiezione sul futuro.

Di là il partito di Romney che in un paese che diventa sempre meno "bianco" mostra un arroccamento progressivo sull'area sociale che sta svanendo, in termini di peso politico e demografico. Nel 2004 Bush ebbe il 44 per cento del voto ispanico; nel 2008 John McCain ne prese il 31 per cento e Romney solo il 27 per cento. Tenendo conto che questo è il settore di popolazione che cresce più velocemente nel paese non c'è da rallegrarsi. Proprio la Florida sui cui i repubblicani avevano investito tante speranze illustra bene questa dinamica. Obama vi ha vinto con solo il 2.5 di percentuale in più rispetto al 2008, ma quel poco è tutto dovuto al fatto che nello stato vi sono oggi 190mila ispanici e 50mila neri in più rispetto a quella data.

Il voto repubblicano è senza alcun dubbio bianco: (il 59 per cento), maschile e anziano: la fascia sopra i 65 anni ha favorito i repubblicani, quella sotto i 35 anni i democratici. Questi votanti sono religiosi (molti cattolici sono tornati a casa) sposati (le donne sposate votano in maggioranza Romney, ma la maggioranza di donne è single in Usa), abitanti dei quartieri residenziali, o delle aree rurali, prevalentemente nel Sud.

Questo profilo non è una novità per la destra americana. Ma come si diceva, i bianchi sono oggi solo un terzo della popolazione elettorale oggi. E la novità di questa elezione è che Romney, secondo queste statistiche, avrebbe dovuto e potuto intercettare proprio la classe media e operaia maschile che soffre nella crisi economica e che ha subito la maggiore delusione nei confronti di Obama. In parte questo voto è stato raccolto, ma non in numero sufficiente da dare il margine di vittoria. Il voto in Ohio e in tutti gli stati industriali è in questo senso il più significativo. L'offerta "liberista" di Romney è stata decisamente bocciata, a favore di quella "statalista" del Presidente.

Il risultato certifica così il definitivo assumere, da parte di questo paese, di una nuova pelle. Obama non ha più maggioranza assoluta e straripante ma guida una società in cui è un valore essere bianco, nero, donna, gay e povero e tutti gli altri incroci possibili. E' la vera fine dell'elitismo di sistema, rappresentato dal mondo bianco e maschile.

Quando capirà la politica italiana che sotto le tensioni, il rifiuto, la caduta di sistema cui stiamo assistendo nel nostro paese (e in Europa) c'è un identico cambiamento in corso?

lucia annunziata
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07/11/2012 21:36
 
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La sconfitta di Romney ed il calcio assestato al Tea party semmai renderanno i repubblicani molto piu' docili.

Esito per me amaro, e' stato scelto il candidato peggiore. Spero che in molti l'abbiano capito ascoltando il concession del repubblicano. Cos'era se non il canto d'amore di un uomo per il proprio paese? Se solo gli avessero permesso di essere se stesso e di fare una campagna decente.
[Modificato da ObbligazioneNaturale 07/11/2012 21:52]
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07/11/2012 21:53
 
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Re:
--letizia22--, 07/11/2012 21:30:

Questo non è più, decisamente, un paese per vecchi e bianchi. Non è più un paese di circoli elitari. Delle molte lezioni che arrivano dalla vittoria di Obama, l'Italia dovrebbe riflettere soprattutto su questa.

L'hanno capito bene i repubblicani americani, che hanno fatto il pieno di voti bianchi maschili, in un mondo in cui solo un terzo della popolazione elettorale oggi in Usa è bianca, rispetto al 1980 in cui era il 46 per cento. Solo trent'anni fa dunque senza bianchi non andavi da nessuna parte. Un vero e proprio regno, che oggi è finito.

Per chi avesse tempo e un po' di voglia di girare qualche coltello nella piaga consiglio di andare su The American Spectator (e giù di lì, su tutte le altre pubblicazioni repubblicane) che posta un articolo dal titolo "Doomed beyond all hope of redemption" (ma ce n'è solo da scegliere in una fila interminabile) ponendo a illustrazione un dettaglio di Bosch in cui una figura diabolica, ovviamente di pelle nera, porta via un bianco nudo, insanguinato, finito.

Il contrasto fra i due Usa rappresentati dal voto di ieri è netto.

Di qui, con Obama, il 55 per cento delle donne, il 60 per cento dei giovani, il 70 per cento (percentuale storica) degli ispanici, maggioranza fra neri, minoranze varie e la popolazione urbana. La parte più dinamica del paese, in termini di proiezione sul futuro.

Di là il partito di Romney che in un paese che diventa sempre meno "bianco" mostra un arroccamento progressivo sull'area sociale che sta svanendo, in termini di peso politico e demografico. Nel 2004 Bush ebbe il 44 per cento del voto ispanico; nel 2008 John McCain ne prese il 31 per cento e Romney solo il 27 per cento. Tenendo conto che questo è il settore di popolazione che cresce più velocemente nel paese non c'è da rallegrarsi. Proprio la Florida sui cui i repubblicani avevano investito tante speranze illustra bene questa dinamica. Obama vi ha vinto con solo il 2.5 di percentuale in più rispetto al 2008, ma quel poco è tutto dovuto al fatto che nello stato vi sono oggi 190mila ispanici e 50mila neri in più rispetto a quella data.

Il voto repubblicano è senza alcun dubbio bianco: (il 59 per cento), maschile e anziano: la fascia sopra i 65 anni ha favorito i repubblicani, quella sotto i 35 anni i democratici. Questi votanti sono religiosi (molti cattolici sono tornati a casa) sposati (le donne sposate votano in maggioranza Romney, ma la maggioranza di donne è single in Usa), abitanti dei quartieri residenziali, o delle aree rurali, prevalentemente nel Sud.

Questo profilo non è una novità per la destra americana. Ma come si diceva, i bianchi sono oggi solo un terzo della popolazione elettorale oggi. E la novità di questa elezione è che Romney, secondo queste statistiche, avrebbe dovuto e potuto intercettare proprio la classe media e operaia maschile che soffre nella crisi economica e che ha subito la maggiore delusione nei confronti di Obama. In parte questo voto è stato raccolto, ma non in numero sufficiente da dare il margine di vittoria. Il voto in Ohio e in tutti gli stati industriali è in questo senso il più significativo. L'offerta "liberista" di Romney è stata decisamente bocciata, a favore di quella "statalista" del Presidente.

Il risultato certifica così il definitivo assumere, da parte di questo paese, di una nuova pelle. Obama non ha più maggioranza assoluta e straripante ma guida una società in cui è un valore essere bianco, nero, donna, gay e povero e tutti gli altri incroci possibili. E' la vera fine dell'elitismo di sistema, rappresentato dal mondo bianco e maschile.

Quando capirà la politica italiana che sotto le tensioni, il rifiuto, la caduta di sistema cui stiamo assistendo nel nostro paese (e in Europa) c'è un identico cambiamento in corso?

lucia annunziata



Occhio e croce direi che ha un po' scopiazzato, solito stile dei giornalai italiani. Meglio leggersi tutto l'originale.
www.politico.com/news/stories/1112/83472.html?hp=t2_3
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07/11/2012 22:15
 
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L'articolo originale non e' tanto meglio, eh.
Romney è l'AMERICANO. Ha perso perche' quattro imbecilli hanno partorito la grossa genialata di basare la campagna su un campione di hillbilly.
[Modificato da ObbligazioneNaturale 07/11/2012 22:16]
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07/11/2012 23:37
 
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Obama i voti degli Hillbillies della Virginia e dell'Iowa se li è cuccati senza storcere il naso. I voti sono come i soldi, non puzzano.

Poi l'ho detto, lo staff di Romney andrebbe fucilato in piazza. Ma chi li ha messi lì? Questa è la mancanza di leadership che gli è costata la vittoria. Se ti presenti contro un presidente in carica devi dare un'alternativa forte e chiara, altrimenti perdi.
Dopo la seconda guerra mondiale solo 3 volte il presidente in carica è stato sconfitto: nel 1976(ma non valeva perché Ford non era stato eletto), poi 1980 e 1992, in entrambi in casi presidenti in difficoltà(almeno quanto Obama) sfidati da candidati in grado di capovolgere il paradigma politico del momento.
Romney non era in grado di farlo, punto. Sarebbe stato un buon presidente, no doubt, ma la storia politica americana è lastricata dei cadaveri di gente così.

L'articolo mette un punto sensato, il Gop non può pensare di andare avanti in questo modo altrimenti ci sarà sempre bisogno di un Bush per tornare a vincere.
[Modificato da trixam 07/11/2012 23:37]
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08/11/2012 00:30
 
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Lo terrei al singolare e no, Ohio e Virginia (o W [SM=g2725401] ) non sono stati da montanari, quindi non tenermi il muso come se avessi pronunciato chissa' quale snobismo intollerabile.


Ma chi li ha messi lì? Questa è la mancanza di leadership che gli è costata la vittoria


Non lo so, non c'e' solo Stevens scapegoat ma tutta la combriccola a partire da Rove.
Ho l'impressione (come deve averla avuta la signora Ann) che certi ruoli siano decisi da chi salda il conto.


in entrambi in casi presidenti in difficoltà(almeno quanto Obama) sfidati da candidati in grado di capovolgere il paradigma politico del momento.


Te la modello in una forma differente. In tutti i casi citati e' stato wipeout dell'incumbent. La casistica mostra che per un wipeout dell'uscente questo deve fare veramente schifo. Obama ha vinto con un margine ridotto nonostante non avesse un Watergate (Solyndragate ma a tirare tanto) mentre la casistica opposta (Bush, Clinton, Reagan) mostra come i rieletti registrino al 2nd term risultati migliori del precedente, cosa non accaduta con Obama.
Prendiamo spunto da Knight ed evitiamo frequentismi.



L'articolo mette un punto sensato, il Gop non può pensare di andare avanti in questo modo altrimenti ci sarà sempre bisogno di un Bush per tornare a vincere.


Il Gop deve cambiare non c'e' ombra di dubbio e dovra' ammorbidirsi, hanno fallito e ghettizzato a muso duro l'80% della popolazione ( a livello di categorie: donne, giovani, disoccupati, malati, anziani, gay, genitori single) ma allora che c'entra Romney? I numeri sono quelli, Obama si e' portato a casa Evs con margini veramente stretti [SM=g2725401]



ma la storia politica americana è lastricata dei cadaveri di gente così.


A volonta', la sconfitta piu' umiliante vogliamo ricordarla?





il Gop non può pensare di andare avanti in questo modo altrimenti ci sarà sempre bisogno di un Bush per tornare a vincere.


C'e' un limite al numero di T-bonds che la FED puo' acquistare.
[Modificato da ObbligazioneNaturale 08/11/2012 00:49]
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08/11/2012 19:43
 
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Up, capita a fagiuolo. Quelli che pagano le bollette iniziano ad incazzarsi con gli advisers e con Romney stesso, e' molto ironico.
La cosa positiva e' che quel cialtrone di Rove dovra' giustificarsi.

CNN e Fox stanno lanciando bombe. [SM=g2725401]
[Modificato da ObbligazioneNaturale 08/11/2012 19:57]
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