Leggevo questo articolo e mi domandavo: cosa è cambiato in questi anni?
Tutto o è tutto uguale?
L'eccellenza la Federico II
La facoltà di Napoli è seconda: parla il preside Labruna
di OTTAVIO RAGONE
NAPOLI - Non c'è facoltà universitaria, a Napoli, che attiri tanti studenti come Giurisprudenza: 24mila iscritti, 4300 nuovi immatricolati. Ma il sovraffollamento non offusca il fascino del corso di laurea: nella graduatoria Censis-Repubblica la facoltà di Legge della Federico II occupa il secondo posto. Luigi Labruna, 62 anni, preside di Giurisprudenza e presidente del Cun, il Consiglio universitario nazionale. Frequentare la nostra facoltà come essere iscritti alla Sorbona, rivendica.
Quindi non sorpreso dal risultato, professore.
Me l'aspettavo e ne sono felice, anche se le classifiche vanno sempre interpretate con cautela, risponde Labruna, citando due docenti su tutti come esempio dell'ottima scuola partenopea. Provengono da Napoli Benedetto Conforti, rappresentante dell'Italia nella Corte di giustizia per i diritti dell'uomo a Strasburgo, e il garante della concorrenza, Giuseppe Tesauro. Io sono contrario al numero chiuso, anche se l'alto numero di studenti ci pone dei problemi, aggiunge il preside, indicato come futuro rettore della Federico II e ispiratore, accanto al ministro Ortensio Zecchino, della riforma universitaria.
Vuol dire che il sovraffollamento condiziona la produttività, la ricerca e la didattica?
In una certa misura sì, anche se abbiamo sdoppiato il corso di laurea per alleggerire le strutture. L'esperimento sta avendo successo, siamo riusciti a spezzare l'elefantiasi della facoltà. Tuttavia l'elevato numero di iscritti determina stanchezza nel rapporto tra docenti e allievi, e rallenta la ricerca.
A Napoli un iscritto su tre abbandona gli studi di Legge dopo il primo anno, mentre per conseguire la laurea occorrono in media sette anni e due sessioni.
Esistono diverse ragioni. Una che la formazione scolastica dei giovani generalmente scarsa, spesso gli studenti hanno difficoltà a scrivere senza errori in italiano. l'università si accolla pesi impropri, l'ha detto anche il ministro De Mauro. Per noi docenti dobbiamo fare autocritica: in certi settori siamo troppo esigenti.
La famosa selezione, altrimenti detta strage delle matricole. Numerosi docenti hanno una doppia attività che penalizza l'insegnamento.
L'approccio a Giurisprudenza non facile, lo ammetto. Ma la nostra tradizione impone scelte di qualità. Bisogna trovare un punto di equilibrio. Seguendo meglio gli studenti, quando occorre. Quest'anno, per potenziare la didattica, abbiamo introdotto sessanta contratti per ricercatori, di durata annuale.
Napoli è terza in Italia per capacità di attrazione e per gradimento degli ordini professionali.
Dipende, credo, dalla accurata formazione giuridica e dalle buone prospettive di lavoro per i laureati. Dove? La magistratura in primo luogo, Napoli ha una scuola di alto livello. Ma anche il pubblico impiego e l'avvocatura.
Quando entreranno in funzione le scuole di specializzazione biennali per magistrati, notai e avvocati?
Nell'anno accademico 2000-2001. Le scuole sono essenziali per completare la preparazione in senso specialistico.
Con quali università straniere Giurisprudenza coltiva i rapporti più stretti?
Dipende dalle discipline. L'eccellenza nelle discipline internazionalistiche. Il livello medio-alto della nostra facoltà riconosciuto in tutta Europa. Ma adesso bisogna innalzarlo. Non solo a Napoli.
Come?
La questione universitaria deve diventare una grande questione politica nazionale.
tratto da:
www.repubblica.it/misc/guida/giurisprudenza/labruna.html
A voi