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"Articolo 18? Questione archiviata"

Ultimo Aggiornamento: 23/12/2011 03:32
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23/12/2011 03:27
 
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Il segretario della Cgil: Questo è un Paese confuso, si è capito che il propblema del mercato del lavoro non è quello". "Manovra squlibrata, chiediamo


di LAURA PERTICI

ROMA - "L'articolo 18? Considero l'argomento archiviato". Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, è ospite di Repubblica Tv. Risponde alle domande di Massimo Giannini. E con il consueto piglio torna sulle polemiche del giorno: licenziamenti, crisi dell'occupazione, sacrifici imposti dal governo Monti, precariato. Ma la retromarcia del ministro del Welfare Elsa Fornero, dopo tanto rumore, è necessariamente al centro della discussione. Per definire la questione chiusa, dal punto di vista del sindacato.

Tutto chiarito, dunque?
"In effetti questo è un Paese confuso - dice Susanna Camusso - ma per fortuna si è capito che il problema del mercato del lavoro non è la flessibilità in uscita bensì la precarietà. E che bisogna discutere di ammortizzatori. L'articolo 18, lo abbiamo ribadito più volte, è una norma di civiltà".

Per qualcuno un tabù.
"Difende il lavoratore dalle dimissioni in bianco, decise non per fattori legati alle capacità oggettive ma per discriminazione. La discussione va fatta nel merito, con tutte le complicazioni che ci sono, senza utilizzare le bandierine ideologiche di chi vuole abolire l'Articolo".

Come si deve intervenire nel mercato del lavoro?
"La Cgil è molto interessata - forse lo fa con ritardo e per questo faccio autocritica - a chiudere quella dualità che è insopportabile, ma non determinata dallo Statuto. Ci sono 40 modalità di assunzione in Italia e soprattutto sopravvive l'idea che i giovani debbano essere pagati molto poco. Così non va. Per superare questo dualismo esiste l'apprendistato, uno strumento straordinario".

Salario minimo garantito: vi interessa?
"Il dibattito sul tema è storico. Ma ho io una domanda: dove sarebbero le risorse per questo salario? L'urgenza da affrontare è un'altra. Dare continuità di reddito a chi non riesce a stabilizzarsi nel mercato del lavoro".

Continuerete a chiedere la patrimoniale?
"Certo, vogliamo la patrimoniale perché gli squilibri permangono. La tassazione sulle abitazioni richiedeva progressività, c'è una differenza tra chi ha magari ricevuto la casa dal nonno in eredità e chi possiede venti abitazioni. Ma da subito insisteremo anche sulle pensioni, riproporremo il tema nel Milleproroghe, perché va presa in considerazione una realtà: c'è una relazione tra il lavoro che fai, come lo fai e per quanto tempo lo fai. Si può quindi discutere del fatto che 35 anni siano pochi per andare in pensione, ma è evidente che 41 sono ben altra cosa e che al momento si è accantonata qualsiasi ipotesi di gradualità. Per non dire delle donne, ora penalizzate due volte, dall'allungamento dell'età lavorativa e dalla discontinuità contributiva".

Capitali scudati: cosa può fare Monti nella fase 2 del suo governo?
"Più lotta all'evasione, all'elusione e al sommerso. Il patto di cittadinanza è fondato sul fisco e non è che quello con chi ha violato le regole valga di più di quello stipulato con chi le rispetta. Il riequilibrio deve essere finanziato con la patrimoniale".

Durerà la stagione dell'unità sindacale?
"Le cose momentanee sono figlie di quel che già era in moto. Distanze ce ne sono con Cisl e Uil, il percorso con loro non sarà lineare. Ma coltiveremo i momenti unitari".

Sarete in piazza anche il 24 dicembre.
"Davanti a Montecitorio, certo, con il presidio permanente. Sotto al nostro albero si raduneranno le storie e i problemi del lavoro".

Ci saranno altri scioperi nel 2012?
"C'è anche la possibilità che non ce ne siano, dipende dal Presidente del Consiglio, così come dal sistema delle imprese. Nel prossimo anno si aprirà una importante stagione contrattuale".
[Modificato da .pisicchio. 23/12/2011 03:34]
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23/12/2011 03:30
 
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Biografia da Wikipedia
Biografia

Ha iniziato ad occuparsi di sindacato nel 1975, mentre era studentessa universitaria di archeologia, con l'attività sul diritto allo studio coordinando i corsi delle 150 ore della FLM milanese.[1] Negli stessi anni inizia a militare nel Partito Socialista Italiano.

Dal 1977 al 1997 è dirigente locale della FIOM milanese, poi di quella lombarda ed infine nella segreteria nazionale dello stesso sindacato dei metalmeccanici della CGIL, con la competenza su produzioni automobilistiche e siderurgiche.[1]

Assume poi la segreteria regionale della FLAI, il sindacato del settore agro-industria della CGIL e nel 2001 viene eletta segretario generale della CGIL della Lombardia.

Nel 2008 entra nella Segreteria Confederale nazionale della CGIL, con la responsabilità su settori molto diversi: politiche dei settori produttivi, cooperazione, artigianato e agricoltura.

L'8 giugno 2010 viene eletta vicesegretario generale vicario della CGIL, con la responsabilità del coordinamento degli ambiti di lavoro trasversali ai dipartimenti.

Il 3 novembre 2010 viene eletta segretario generale della Cgil con il 79,1% dei voti, succedendo a Guglielmo Epifani, con cui condivide la provenienza dal PSI.[2]

Il 13 febbraio 2011 ha partecipato alla manifestazione Se non ora, quando? per il rispetto e la dignità delle donne, dopo il caso Ruby.[3]

Oltre all'attività sindacale, Susanna Camusso fa parte del movimento delle donne ed è tra le promotrici dell'associazione Usciamo dal Silenzio. Si è sempre impegnata per i diritti civili ed è amica del movimento LGBT.
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23/12/2011 03:32
 
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Articolo 18, Bersani: toccarlo è da matti
La Fornero frena: non ho in mente nulla
Il segretario Pd: «Problema è entrare nel mondo del lavoro, non uscirne». Il ministro: «Sono stata ingenua, era solo invito a riflettere»





ROMA - Pier Luigi Bersani torna sull'articolo 18 e alza il muro: toccarlo ora è «roba da matti. Il problema è entrare nel mondo del lavoro, non uscirne». E annuncia battaglia: Il governo lo capirà, lo dovrà capire, altrimenti...».

Focalizzarsi su coesione sociale. «Avremo un anno di recessione - continua -. Ormai è chiaro e partiamo da livelli già bassi di occupazioni e redditi. Bisogna focalizzarsi sulla grande questione sociale. L'Italia non si salva senza cambiamento e coesione. Il paese non si salva senza cambiamento e coesione, ci vogliono tutte e due le cose, pensare di salvarlo con una sola non va bene». E coesione significa «orecchie a terra agli interlocutori sociali». Sulla questione sociale il Pd, assicura Bersani, «riuscirà a dare qualche buon riferimento al governo» e in un anno «non semplice l'asset del Pd è lavoro e redditi».

La Fornero frena a Porta a Porta. «Non ho in mente, ora, nulla in particolare sull'art.18». Così il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, nel corso di Porta a Porta. Il ministro ha partecipato alla trasmisisone con il segretario della Cisl Raffaele Bonanni. «Per temperamento non sono polemica, severa sì ma non polemica. Il mio era solo un invito a guardare a mente fresca il mercato del lavoro. Sono stata ingenua. I giornalisti sono bravissimi a tendere trappole e io ci sono caduta», spiega ancora riferendosi alla sua intevrista al Corriere della Sera che ha innescato la polemica con sindacati e partiti. «La mia intervista sarà stata ingenua ma era un invito a parlare di un problema in maniera piena», ha proseguito. «Ho riletto l'intervista e mi sembrava che l'elemento dominante fosse il dialogo. Non mi aspettavo che il solo menzionare l'articolo 18 potesse scatenare tutto questo. Vogliamo lasciarlo stare questo articolo 18? Io sono pronta a dire che neanche lo conosco, non l’ho mai visto. C’è tanto da fare sul mercato del lavoro prima di arrivare lì, che era soltanto un inciso che arriva per ultimo», aggiunge ribadendo di essere «dolorosamente colpita dalla polemica». Ma, ribadisce, «la riforma delle pensioni senza una riforma del mercato del lavoro resta monca. Per questo la riforma del mercato del lavoro è la mia prima e unica preoccupazione. Per temperamento non sono polemica, severa sì ma non polemica».

Bonanni: un torrone per addolcire il ministro. Un torrone dall’Abruzzo per «addolcire» il ministro: è il regalo che farebbe il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni a Elsa Fornero per queste feste natalizie. Ma perché è stata definita “maestrina”? «E’ una risoluta, sollecita e un po’ autoritaria. Ma io sono uno di campagna, e per me, il termine maestrina è una cosa positiva, non è una cosa offensiva».

Schifani: va cambiato ma non in clima di veleni. Sull'articolo 18 è intervenuto anche il presidente del Senato Renato Schifani secondo il quale esso «va rivisitato, non in un clima di veleni e di contrapposizioni, ma in un clima di responsabilità e confronto serio. Dobbiamo avvicinarci a questa modifica non come il tentativo di realizzare un attentato alla stabilità del posto del lavoro, ma nella logica di rendere più flessibile il mercato del lavoro con un'attenta trattativa con il sindacato. E mi auguro veramente che il sindacato si segga al tavolo con il Governo per trovare dei momenti di sintesi in una logica di confronto»

Spaccature nel Pd. Ma proprio dal Senatore Pd Piero Ichino è arrivata una dichiarazione di segno opposto: «Non si tratta di togliere diritti a chi un lavoro già ce l'ha ma di garantire a chi è fuori dal mercato del lavoro il massimo possibile di sicurezza economica e professionale. E' innegabile che il nostro mercato del lavoro funziona malissimo e che alcune tutele previste dall'attuale diritto del lavoro, a cominciare dall'articolo 18, valgono soltanto per la metà dei lavoratori dipendenti italiani». Per il senatore del Pd le polemiche sull'articolo 18 «servono a troncare il discorso sul nascere creando uno sbarramento nell'opinione pubblica».

Mercoledì 21 Dicembre 2011 - 15:27 Ultimo aggiornamento: Giovedì 22 Dicembre - 14:21

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