Lettera a Babbo Monti

Caro Babbo Monti,
Natale è alle porte, anche se, a dirti la verità, quest'anno non si avverte quell'atmosfera di festa di sempre.
Ormai da un pezzo un fantasma si aggira per l'Europa, ma non è quello tutto vestito di rosso come te, è la CRISI che ci fa tanto disperare.
In questo 2011 l'albero è un bonsai decorato con ritagli di giornale. Ho ritagliato solo le pubblicità, che almeno sono colorate. I titoli degli articoli erano troppo deprimenti.
I re magi sul presepe si sono presentati a mani vuote e l'asinello è rimasto senza compagnia. Il bue serviva per il cenone.
Caro babbo Monti, quest'anno è andata così, pazienza. Adesso, però, abbiamo tempo e modo di aggiustare il tiro e mettere a posto un po' di cose per l'anno venturo.
Ad esempio, non riesco proprio a capire perché in questo paese ci sia lo stesso livello di imposizione fiscale della Svezia per ottenere in cambio i servizi dello Zimbabwe. È vero che le tasse vanno pagate, siamo tutti d'accordo su questo. Ma a dirti la verità questi soldi allo Stato li diamo tanto volentieri, come consegniamo volentieri il cellulare al rapinatore che lo chiede con la pistola puntata.

Caro Babbo Monti, non è che pretendo che l'Italia si trasformi nel paese delle meraviglia in pochi mesi. Però, quello che desidererei per questo Natale, è che noi potessimo almeno metterci al passo con gli altri Stati dell'Europa occidentale. Zona geografica di cui, salvo sconvolgimenti tettonici, facciamo ancora parte.
E, per favore, non cerchiamo scuse. Di chi è la colpa se ci troviamo in questa situazione? Dei cattivoni speculatori, oppure di generazioni di pessimi amministratori?
Credo che tu conosca bene la risposta a questa domanda. Altrimenti non saresti costretto a stare lì dove sei adesso, a rovinarti il Natale per cercare di coprire le voragini che quegli incompetenti hanno lasciato sul proprio nefasto cammino.
Il mio desiderio per il nuovo anno è che tutto ciò che di buono potrai fare: tagliare la spesa e stimolare la crescita riuscirai effettivamente a farlo. Gli interventi e le critiche che ti proponiamo vanno, secondo noi, nella direzione giusta. D'altronde è anche l'unica direzione possibile. È quella con la scritta enorme USCITA D'EMERGENZA, non puoi non vederla.
In caso contrario, se non vorrai o se non riuscirai a fare ciò che serve, non ci resta che andare incontro ad un altro anno folle e sperare che i Maya abbiano ragione. Così, per il prossimo Natale, saremo liberi da tante preoccupazioni.
Perciò Babbo Monti, per questo Natale ti chiedo alcune piccole cose:


-Hai aumentato l'IVA? Ripensaci. L'IVA, tu mi insegni, è un'imposta sui consumi e, come tale, regressiva. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che un aumento dell'imposta incide su tutti i cittadini, senza distinzione alcuna. E, chiaramente, i soggetti più colpiti sono i più deboli. E non è finita qui, perché, se le famiglie hanno meno soldi da spendere, acquisteranno meno prodotti, costringendo le imprese a produrre meno e licenziare i dipendenti. Una reazione a catena micidiale. Ma facciamo due conti: si calcola che l'incremento dell'Iva al 23% comporterà un aumento di spesa pari a ben 418 € all'anno per una famiglia di 3 persone. Non è così che si salva il paese.

-Liberalizzare, liberalizzare, liberalizzare. Liberalizzare i servizi e le professioni significa eliminare i privilegi dei piccoli gruppi di potere quali notai, tassisti e farmacisti. Garantire le rendite di questi "pacchetti di voti con le licenze" significa danneggiare tutti i cittadini. C'è bisogno di coraggio. Quel coraggio che permetterebbe di aumentare l'efficienza dei servizi, diminuendone i costi, e di aumentare l'occupazione. Tradotto in numeri, le liberalizzazioni garantirebbero un aumento del PIL di 6 miliardi di euro\anno ed un risparmio ed incremento di ricchezza per famiglia mensile di 400 €. Parola d'ordine: liberalizzare.

- Privatizzare. Due passaggi sono fondamentali. Vendere una parte del patrimonio pubblico sterminato che abbiamo, per abbassare gli interessi altissimi che paghiamo sul debito pubblico. Ad esempio, vendendo 200 miliardi di beni, si potrebbero risparmiare 12 miliardi all'anno di interessi, senza dover chiedere sacrifici ai cittadini. E poi basta con queste aziende di Stato che bruciano soldi e sono amministrate da persone altamente incompetenti. Rai, Finmeccanica, Tirrenia, che diventino private. Che qualcuno si assuma la responsabilità dei propri errori o, ci si augura, i giusti riconoscimenti per il merito.

-Benzina. Aumentare ancora il prezzo della benzina è una follia. Compresa nell'accisa paghiamo ancora una cifra destinata alla guerra in Abissinia del 1935. È noto che in Italia ci sia nostalgia per il ventennio, ma questo è davvero troppo. L'aumento del prezzo della benzina comporta una spesa maggiore di 210 € annui per famiglia. Di cui 120 € sono da calcolare per i costi indiretti. Infatti, dato che il trasporto dei prodotti avviene su gomma, aumentare la benzina, significa in definitiva aumentare il prezzo di tutti i beni di consumo.

-Costi della politica. Il parlamento italiano costa ad ogni cittadino quasi il doppio rispetto alla media degli altri paesi europei . E cosa otteniamo in cambio? Un paese sull'orlo del precipizio che rischia seriamente di fare un passo avanti. Risparmiamoli questi soldi. I costi della politica vanno tagliati. Bisogna ridurre gli stipendi, eliminare i tantissimi sprechi che ci sono a tutti i livelli: statale, regionale, provinciale, comunale. Basta così. Parola d'ordine: tagliare.

Insomma, caro Babbo Monti, stiamo parlando di un risparmio di oltre 500€ MENSILI per famiglia.
Dopo che ci avrai fatto risparmiare tutti questi soldi, potrai chiederci dei sacrifici.

Con affetto e stima, ma pur sempre con occhio vigile e attento, ti saluto e ti auguro buon Natale.

Obiettivo Rotonda.


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