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Riflessioni su "Casa Pound" e il razzismo che è in noi

Ultimo Aggiornamento: 21/12/2011 10:10
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18/12/2011 11:26
 
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Dal professore Prisco, anticipazione di un articolo che uscirà domani su The Monitor.it__________
Premetto di non avere mai frequentato alcuna riunione di Casa Pound e di non avere finora avuto tra i miei studenti qualcuno che mi abbia confessato di esserne attratto. Non ho dunque la minima idea di quanto i suoi associati siano estremisti di destra solo sul piano intellettuale, o disponibili invece ad affermare le loro convinzioni anche esercitando violenza contro chi non la pensa come loro. Voglio sperare che la seconda ipotesi non sia vera e che perciò abbiano in astratto ragione a non volersi scusare per il gesto di un loro simpatizzante fiorentino, che ritengono non prevedibile, in quanto lui non era riconoscibile come un folle. Sarebbe infatti gravissimo se avessero immaginato come possibile quell’azione, senza far nulla per evitarla: giuridicamente ne sarebbero complici.
Gli aderenti a questa organizzazione portano tuttavia una responsabilità morale, come del resto l’avevano negli anni di piombo i predicatori di odio di destra e di sinistra, magari al riparo di cattedre universitarie o scolastiche, di case editrici o giornali di tendenza, di mestieri comunque rispettabili: “cattivi maestri” che mandavano in guerra i più suggestionabili.
Mi preoccupa molto la teorizzazione del razzismo, ma mi inquietano anche di più il razzismo pratico e l’intolleranza sepolti in ciascuno di noi, anche quando ci consideriamo le persone più tranquille e coltivate del mondo: senza questo humus individuale e collettivo, il seme malvagio depostovi da scritti e/o pistolotti comizieschi sconsiderati non attecchirebbe.
Perciò, in questi giorni, sono senegalese. E rom. Ed ebreo. E palestinese. Perciò sono anch’io un omosessuale schernito, un immigrato sbattuto in galera solo per il colore della sua pelle, perciò sono una donna o un bambino violentati.
Il commediografo latino Terenzio mette in bocca ad un suo personaggio una battuta celebre: “Sono un uomo e nulla di ciò che è umano mi è estraneo”. Come tutte le frasi apparentemente semplici, se non ovvie, anche questa è interpretabile in molti sensi. Ne assumo qui, decontestualizzandola dalla vicenda della commedia (che è Il punitore di se stesso), uno: “In quanto uomo, sono uno scrigno di tutte le possibili bontà, di tutte le possibili nefandezze”. Quando mi accade di formulare un giudizio su un mio simile cerco di ricordamene sempre. Non per assolvere le colpe degli altri, ma per riconoscere in me stesso quella parte di umanità cattiva che non dico vi albergasse, ma che sicuramente - come in tutti - esiste e che solo timor di Dio, cultura, solidarietà umana, etica, paura del giudizio altrui o del codice penale (a seconda della storia personale di ognuno) tengono repressa e sotto controllo. L’essenziale sta qui: ognuno è assieme un po’ Jekyll e un po’ Hyde e la morale del racconto di Stevenson è che avrebbe conseguenze catastrofiche pretendere di separarli. Ogni giorno, ogni momento ci tocca però guardare negli occhi il male che è innanzitutto dentro noi stessi. E ucciderlo per non ammazzare noi per primi e poi gli altri.















































































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18/12/2011 16:16
 
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Davvero un bell'articolo. Professore complimenti perché lei è un buon maestro.
18/12/2011 18:09
 
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purtroppo quanto piu' degrado culturale,economico,c'e',tanto piu' cresce il razzismo,e' la storia che ce lo insegna.Immagino che il razzisomo sia una pulsione,uno sfogo di frustrazione nel guardare con odio alla vita dell'altro,piuttosto che guardare e vivere la propria.Il contrario di razzismo non e'solo uguaglianza,ma e' solidarieta',e' la "pietas" degli antichi,che oggi nel tessuto sociale manca sempre piu' in maniera penetrante.Se la societa' si fonda su politiche intrise di differenze,e se, le politiche stesse traggono il loro consenso dal marketing della "differenza" per costruirci campagne elettorali,non dobbiamo sorprenderci di episodi del genere.Quando il dibattito culturale di un paese e' schiacciato da una condizione morale ed economica meschina e misera,ecco che vengono fuori fenomeni ed ideologie alla Casa Pound,che ancora oggi,sarebbero capaci,nonostante,smentiti assolutamente dalla Storia,di pubblicare manifesti inneggianti a mussolini.E' cosi che le persone limitate di cervello cercano di darsi un'identita',nell'aridita' della loro esistenza,cercano di ripescare ideologie divisionali,per darsi una personalita'apparente.
[Modificato da --letizia22-- 18/12/2011 18:15]
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Utente Gold
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18/12/2011 20:54
 
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ho l'impressione che Casa Pound sia diventato un covo di razzisti della peggior tempra leghista..
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19/12/2011 01:09
 
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La prima parte dell'articolo mi convince molto. Mi sembra giusto ricordare che in Italia i cattivi maestri hanno fatto, fanno e faranno danni.

Il resto mi lascia molto perplesso. L'assunto finale potrei anche capirlo, però sentirmi dire che devo estirpare il male che c'è in me mi fa venir in mente qualcosa di metafisico e religioso che da uno come il professor prisco che si occupa di laicità mi lascia perplesso.

Però è il modo in cui arriva che non mi piace per niente. Mi riferisco al fatto del sentirsi rom, ebreo, plastinese eccc....
Se dovesse leggere chiedo: prof perché anche lei cede al qualunquismo italico?
Non è la prima volta che sento fare questa specie di lista della lavandaia, immagino che chi l'ha fatta per primo volesse scimmiottare il discorso di John Kennedy a berlino nel 1963, sostituendo la forza morale dell' Ich bin ein berliner, con la morale perbenista dell'italietta tecnorepubblichina.
Francamente non convido questa specie di sincretismo relativista che annulla tutto in nome di una idea astratta di uguaglianza.
Prof prisco, me l'ha insegnato lei che uguaglianza significa trattare cose uguali in maniera uguale e cose differenti in modo differente.

Quando si parla di questi temi mi torna in mente sempre quel famoso articolo del filosofo francese Finkielkraut che definì l'antirazzismo il comunismo del ventunesimo secolo. Frinkelkraut diceva che l'antirazzismo sarebbe diventato un nuovo conformismo intellettuale propagandato da una casta elitaria che in nome di una passione totale per l'uguaglianza, avrebbe costituito una sorta di cappa per comprimere il pensiero gettando così le basi per una società acritica liberata dal male ancora più diseguale e gerarchica delle nostre attuali, esattamente come era avvenuto per il comunismo nato in nome della giustizia e tramutosi in tirannide. Mi sembra che questa riflessione sia ancora attuale.
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19/12/2011 01:24
 
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Il male alberga in ognuno di noi. La banalità del male è il senso delle parole del prof.
Tutti noi siamo capaci di fare del male, capaci di progettare una vendetta, capaci di liberare i nostri istinti più violenti. Nessuno è immune dalla cattiveria che alberga in noi. L'uomo può essere cattivo e certo diffido di chi ne predica la bontà. Non è la società che corrompe l'uomo, ma la società corrotta è il prodotto della banale capacità di fare del male. Essere consapevoli della propria fallibilità e dell'assenza di un progresso costante che ci porta verso l'uscita dal male è la prima tappa per poter rendere il male l'eccezione.
Non credo che stiamo parlando di essere berlinesi, ma di essere sempre dalla parte delle minoranze. Il primo cardine della libertà è la tutela delle minoranze. Bisogna ricordalo ogni volta che vengono a prendere gli zingari, gli ebrei o i comunisti..
Mi rendo conto che se non ci fosse stato quel "sono palestinese" il discorso ti sarebbe piaciuto di più, ma è proprio la ratio che ti sfugge. L'antirazzismo è un'espressione collaterale del diritto alla libertà, un suo corollario.. non puoi discriminare le minoranze ed essere liberale.. Le implicazioni che ne trai tu sono ulteriori. Qua nessuno dimentica cosa vuol dire discriminare, nessuno dimentica che non si solidarizza con gli intolleranti..
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19/12/2011 01:51
 
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Veramente ti è sfuggita la ratio del mio commento. Forse stasera ti senti mistico e mi ha fatto un predicozzo sul male. L'aria della domenica ispira tutti in tal senso.
Però sai che farmi la morale è inutile, essendo io notoriamente un amorale.

Mi sembra ovvio che tutti siamo contro i progrom. Ma il discorso culturale sulla tolleranze e l'intolleranza è un'altra cosa dal male interiore, come lo impostava il professor prisco. Su quello io esprimevo il mio dissenso.
Che poi non si possa essere palestinesi ed ebrei al tempo stesso, mi sembra ovvio, o si è una cosa o l'altra.
Non si può ricordare che venivano a prendere gli ebrei e poi sentirsi come quelli che venivano a prenderli, tipo i palestinesi che combattevano per le SS nelle muslim Brigaden.
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19/12/2011 02:35
 
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Non mi sento mistico.. e non è nemmeno la domenica.. può darsi che piuttosto tu risenta dell'aria invernale.
è solo che mi sembra che non sia la razza palestinese ad andare a prendere gli ebrei... oppure erano tutti i palestinesi che stavano nelle SS?
Alcuni palestinesi l'hanno fatto, alcuni sono terroristi.. non il palestinese in quanto tale..
Non credo che tra gli ebrei ci siano solo santi.. qualche violazione dei diritti umani l'avranno fatta anche gli ebrei oppure quelle erano azioni legittime.. ma nessuno pensa che l'ebreo in quanto tale sia responsabile.
Si può tranquillamente essere palestinese ed ebreo, perché sono concetti di genere, si tratta di minoranze.. oppure dobbiamo asserire che tutti i palestinesi siano portatori di un gene del male? che stiano organizzando un complotto satanico? Trix non perdere la misura delle cose che dici.. esistono gli individui non le razze.. non siamo ridicoli.. anzi non fare il cattivo maestro, perché voler sostenere che i palestinesi siano tutti terroristi o antisemiti è quasi ridicolo. Ce ne sono sicuramente, saranno anche maggioranza, ma credo che c'entri poco la loro appartenenza ad un'unica stirpe.. non fare discorsi nazisti
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19/12/2011 11:21
 
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In linea generale sono d'accordo e mi sento di dire che in un mondo diverso sarebbero quasi delle ovvietà.
Una cosa sola non condivido:io sono per "la lista della spesa"(come l'ha definita trixam)sempre,non solo quando certe"categorie" vengono prese di mira,perchè purtroppo la maggior parte di esse sono sempre vittime. Che poi l'antirazzismo possa diventare il comunismo del ventesimo secolo la vedo davvero dura. al massimo potrebbe essere un fenomeno che non arreca nulla di positivo,sterile. ma addirittura dannoso mi sembra esagerato.non è che forse è un modo sottile per prendersela liberamente contro alcune persone senza essere tacciato di razzismo?
non credo sia così difficile riconscere il male,non credo sia difficile riconscere che un popolo può essere stato vittima di qualcosa di orribile,come oggi la politica del suo governo essere discutibile.

xxx Meglio essere vittima che complice.xxx
http://www.studibiblici.it/conferenze.html

Schiavo di nessuno,Servo di tutti.
http://www.studibiblici.it/videoomelieindiretta.html
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19/12/2011 16:57
 
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Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Sono sempre imbarazzato a commentare chi commenta a sua volta un mio scritto, sicché non lo farò nemmeno stavolta. Ringrazio degli apprezzamenti, ma si scrive per discutere e nel caso per migliorarsi, quindi i ringraziamenti sono anche per i critici. Posso solo chiarire, se fossero apparse equivoche (e me ne scuso), le mie intenzioni. La banalità del male: è stata ricordata qui - secondo me appropriatamente - la formula con la quale Hannah Arendt raccolse in un libro le sue cronache sul processo ad Eichmann, oscuro contabile dell'Olocausto e rotella burocratica del sistema concentrazionario, cui lui si applicò come se avesse condotto un qualunque, normale impiego pubblico... Quanto a me, la motivazione più forte di cui sia consapevole per le mie scelte di vita professionale di avvocato e studioso di costituzioni è la volontà di difendere deboli, discriminati, minoranze oppresse di qualunque tipo. Anche ora che ho diminuito il mio impegno forense, rispetto a quello di ricerca e didattico, resto consulente gratuito del tribunale del malato e di quello per i diritti degli animali. Chiedo scusa a Trixam se gli sono apparso retorico: gli articoli si scrivono in poco tempo e poco spazio e quindi devono colpire, ma detesto anch'io come lui l'enfasi. Resto tuttavia convinto - per essermi talora fermato un attimo prima di esplodere, riconsiderando con orrore a mente fredda che avrei potuto in certe circostanze far emergere la mia ferinità - che nessuno è per natura migliore di un altro, forse - se non reagisce a provocazioni - è solo più fortunato. Erano lo zoroastrismo e il manicheismo dei Persiani a credere che bene e male si entificassero in distinte potenze in lotta fra loro per dominare il mondo, io credo invece che siano istinti presenti in ciascuno di noi (come del resto lo sono, divisi da un nulla che basta poco per attraversare, normalità e follia); che il bene prevalga non è detto, non è scontato, è frutto di fatica e controllo costanti. Lo dico peraltro senza misticismo: è una conclusione cui si può pervenire anche in modo del tutto razionale
Rinnovati auguri di buone feste [SM=g2725292]
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20/12/2011 18:44
 
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Anch'io ho istintivamente pensato alla Arendt leggendo l'articolo del prof. Prisco (che condivido in pieno) e per questo fatico a capire come vi si possa leggere una concezione "mistica" del bene e del male.
Per quanto riguarda il riferimento a Terenzio e il suo "homo sum humani nihil a me alienum puto" anch'io vi do la stessa la stessa lettura del prof., ma vi aggiungo un'istanza etica per me fondativa: non solo riconoscere la propria natura umana, ma anche quella dell'altro da noi.(se vogliamo tirare fuori un po' di cristianesimo. D'altronde è questo il senso in cui io intendo il "ama il prossimo tuo come te stesso"). Credo, infatti, che i peggiori orrori della storia nascano dal negare al "prossimo" (se vogliamo tirare fuori un po' di cristianesimo. D'altronde è questo il senso in cui io intendo il "ama il prossimo tuo come te stesso") la sua istanza di Uomo. Nel non riconoscere l'altro come membro del consesso umano a cui, personalmente, invece si ritiene di appartenere a pieno diritto.
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20/12/2011 20:23
 
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Re:
sissy forte, 20/12/2011 18.44:

Anch'io ho istintivamente pensato alla Arendt leggendo l'articolo del prof. Prisco (che condivido in pieno) e per questo fatico a capire come vi si possa leggere una concezione "mistica" del bene e del male.
Per quanto riguarda il riferimento a Terenzio e il suo "homo sum humani nihil a me alienum puto" anch'io vi do la stessa la stessa lettura del prof., ma vi aggiungo un'istanza etica per me fondativa: non solo riconoscere la propria natura umana, ma anche quella dell'altro da noi.(se vogliamo tirare fuori un po' di cristianesimo. D'altronde è questo il senso in cui io intendo il "ama il prossimo tuo come te stesso"). Credo, infatti, che i peggiori orrori della storia nascano dal negare al "prossimo" (se vogliamo tirare fuori un po' di cristianesimo. D'altronde è questo il senso in cui io intendo il "ama il prossimo tuo come te stesso") la sua istanza di Uomo. Nel non riconoscere l'altro come membro del consesso umano a cui, personalmente, invece si ritiene di appartenere a pieno diritto.




EDIT (scusate ho scritto di corsa e ho un po' pasticciato):
"Anch'io ho istintivamente pensato alla Arendt leggendo l'articolo del prof. Prisco (che condivido in pieno) e per questo fatico a capire come vi si possa leggere una concezione "mistica" del bene e del male.
Per quanto riguarda il riferimento a Terenzio, al suo "homo sum humani nihil a me alienum puto" do la stessa lettura del prof., ma vi aggiungo un'istanza etica per me fondativa: non solo riconoscere la propria natura umana, ma anche quella dell'altro da noi. Credo, infatti, che i peggiori orrori della storia nascano dal negare al "prossimo" (se vogliamo tirare fuori un po' di cristianesimo. D'altronde è questo il senso in cui io intendo il "ama il prossimo tuo come te stesso") la sua istanza di Uomo. Nel non riconoscere l'altro come membro del consesso umano a cui, personalmente, invece si ritiene di appartenere a pieno diritto."



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20/12/2011 20:27
 
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Re:
giusperito, 19/12/2011 02.35:

Non mi sento mistico.. e non è nemmeno la domenica.. può darsi che piuttosto tu risenta dell'aria invernale.
è solo che mi sembra che non sia la razza palestinese ad andare a prendere gli ebrei... oppure erano tutti i palestinesi che stavano nelle SS?
Alcuni palestinesi l'hanno fatto, alcuni sono terroristi.. non il palestinese in quanto tale..
Non credo che tra gli ebrei ci siano solo santi.. qualche violazione dei diritti umani l'avranno fatta anche gli ebrei oppure quelle erano azioni legittime.. ma nessuno pensa che l'ebreo in quanto tale sia responsabile.
Si può tranquillamente essere palestinese ed ebreo, perché sono concetti di genere, si tratta di minoranze.. oppure dobbiamo asserire che tutti i palestinesi siano portatori di un gene del male? che stiano organizzando un complotto satanico? Trix non perdere la misura delle cose che dici.. esistono gli individui non le razze.. non siamo ridicoli.. anzi non fare il cattivo maestro, perché voler sostenere che i palestinesi siano tutti terroristi o antisemiti è quasi ridicolo. Ce ne sono sicuramente, saranno anche maggioranza, ma credo che c'entri poco la loro appartenenza ad un'unica stirpe.. non fare discorsi nazisti




Mi sembra che la misura l'hai persa tu. Non ti ho mai sentito fare un discorso talmente privo di senso come questo.
Stai sviluppando la bislacca idea secondo cui essere liberale significa essere neutri o neutrali.
A me non interessa fare un discorso sui palestinesi, o meglio sui transgiordani. Li abbiamo già fatti. Sono un popolo che ha un cultura largamente fascista e antisemita, chi lo nega non li conosce.
Certo se ragioniamo all'italiana, del tipo che anche noi siamo stati fascisti, ma in realtà non lo eravamo davvero, allora è chiaro che possiamo dire qualsiasi cosa.
Se poi ti riferisci all'operato delle IDF, non c'è dubbio che i nostri soldati ci vadano giù duro, ma questo nessuno lo ha mai negato.
Se non fosse così, non sarebbero i migliori soldati del mondo.
Ma nemmeno questo è il punto, nessuno chiede di capirli.

Il punto è semplicemente che non si può essere neutri e il manicheismo non c'entra nulla. Quei concetti esprimono due cose diverse, due visioni di valori incompatibili.
Se non si capisce questo, allora finiamo in quello che dicevo: la retorica italiana che svuota di senso ogni cosa.
La banalità del ragionare, altro che banalità del male.

@ Prof Prisco, lei non deve scusarsi con me. Lei ha solo scritto un articolo di cui non condivido lo spirito. Io l'ho detto, tutto qui.
Poi nella sua risposta lei ha un po' spostato i termini.
Che dentro ognuno di noi vi sia un lato oscuro non vi è alcun dubbio, così come sul fatto che spesso possa prevalere.
Ma la sua conclusione sul fatto che siamo tutti uguali non la condivido. Lei cita Eichmann. Io cito i fratelli Sholl, gli animatori della rosa bianca, secondo lei possono essere messi sullo stesso piano? I fratelli Sholl non erano fortunati, erano persone che avevano un naturale senso di giustizia a cui rimasero fedeli fino alla morte.
Io non credo che avrei saputo fare lo stesso. Perciò fatico a pensare che posso essere uguale a loro. Ma questo è il mio punto di vista.

Le auguro buon natale.
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20/12/2011 23:37
 
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Caro Trixam, sono talmente poco neutro o "terzo" tra bene e male che ho scritto e penso che si debba perseguire il primo. E che si debba farlo vincendo innanzitutto il male che è in noi, battaglia che deve essere ingaggiata e appunto vinta ogni giorno. Non so se su questo punto siamo vicini o no, ma certo anch'io non penso che siamo tutti uguali. Mi ero limitato a dire che talora (sull'orlo di una reazione violenta e disperata), io - che in condizioni normali mi sento un uomo civile - mi sono sorpreso a pensare (a mente ridiventata fredda) che ci sarebbe mancato poco per diventare simile a una bestia, per compiere un gesto sconsiderato, di cui mi sarei magari pentito per il resto dei miei giorni. Penso, insomma, che l'eesere umano sia costitutivamente ambiguo e che i suoi impulsi non siano facilmente catalogabili e prima ancora decrittabili. Era una lezione - ma solo a me stesso - di umiltà e un invito a non giudicare frettolosamente; non un'assoluzione di carnefici, aguzzini, razzisti, ma un invito a non essere arrogante, se ho evitato atteggiamenti negativi: basta poco, infatti, per trasformarsi nel contrario di una persona razionale e controllata...
Buon Natale e buon anno
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21/12/2011 10:10
 
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Re: Re:
trixam, 20/12/2011 20.27:




Mi sembra che la misura l'hai persa tu. Non ti ho mai sentito fare un discorso talmente privo di senso come questo.
Stai sviluppando la bislacca idea secondo cui essere liberale significa essere neutri o neutrali.
A me non interessa fare un discorso sui palestinesi, o meglio sui transgiordani. Li abbiamo già fatti. Sono un popolo che ha un cultura largamente fascista e antisemita, chi lo nega non li conosce.
Certo se ragioniamo all'italiana, del tipo che anche noi siamo stati fascisti, ma in realtà non lo eravamo davvero, allora è chiaro che possiamo dire qualsiasi cosa.
Se poi ti riferisci all'operato delle IDF, non c'è dubbio che i nostri soldati ci vadano giù duro, ma questo nessuno lo ha mai negato.
Se non fosse così, non sarebbero i migliori soldati del mondo.
Ma nemmeno questo è il punto, nessuno chiede di capirli.

Il punto è semplicemente che non si può essere neutri e il manicheismo non c'entra nulla. Quei concetti esprimono due cose diverse, due visioni di valori incompatibili.
Se non si capisce questo, allora finiamo in quello che dicevo: la retorica italiana che svuota di senso ogni cosa.
La banalità del ragionare, altro che banalità del male.

@ Prof Prisco, lei non deve scusarsi con me. Lei ha solo scritto un articolo di cui non condivido lo spirito. Io l'ho detto, tutto qui.
Poi nella sua risposta lei ha un po' spostato i termini.
Che dentro ognuno di noi vi sia un lato oscuro non vi è alcun dubbio, così come sul fatto che spesso possa prevalere.
Ma la sua conclusione sul fatto che siamo tutti uguali non la condivido. Lei cita Eichmann. Io cito i fratelli Sholl, gli animatori della rosa bianca, secondo lei possono essere messi sullo stesso piano? I fratelli Sholl non erano fortunati, erano persone che avevano un naturale senso di giustizia a cui rimasero fedeli fino alla morte.
Io non credo che avrei saputo fare lo stesso. Perciò fatico a pensare che posso essere uguale a loro. Ma questo è il mio punto di vista.

Le auguro buon natale.



A me sembra che quando senti nominare i palestinesi perdi completamente il dono di leggere e comprendere. Il mio discorso non c'entra nulla con la neutralità. Essere liberali non vuol dire rifiutare qualsiasi valore. Ne abbiamo parlato, il discorso e lungo e non mi va di ripetere quanto già sai. In realtà il mio discorso è in difesa delle minoranze e anzi del singolo individuo. Non sono per nulla neutrale. Ritengo che laddove ci sia una minoranza ci sia necessità di proteggerla. Ora se tu vuoi sostenere che dobbiamo andarci giù pesante e sia lecito violare i diritti umani per farli rispettare, possiamo parlarne visto che ti riscopri consequenzialista. Personalmente tendo più alla deontologia, ma insomma illuminaci..
Mi sembra un po' troppo voler affermare che alcune razze, etnie o religioni in quanto tali non siano degne della nostra solidarietà. Non vorrei che solidarizzare con un musulmano fosse illiberale. Abbracciare certi valori è fondamentale. Tolleranti con tutti tranne con gli intolleranti.. ribadisco che essere liberali vuol dire questo e quindi il discorso non è relativista, ma seriamente concreto. Infatti nessuno solidarizza con casa Pound che è, guarda un po', dalla parte di una certa Palestina. Se poi dobbiamo fare la divisione, appunto, manichea, ebrei buoni e palestinesi cattivi.. beh non sono d'accordo, perché per me rileva l'individuo visto che essere un buon soldato non vuol dire fare eccidi.
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