Piano americano
e sfioro il tavolo con una mano.
Pomeriggio strano,
e un desiderio che è fuggito lontano.
Polvere, gran confusione,
un grigio salone,
in quale direzione io caccerò
la polvere dai miei pensieri?
E quanti misteri coi pochi poteri
che la mia condizione mi dà.
Aria un po' viziata,
quella finestra andrebbe spalancata.
Tela rovinata,
e la cornice tutta consumata.
Polvere, troppi ricordi,
è meglio esser sordi
e forse è già tardi
per togliere la polvere
dagli ingranaggi,
dai volti dei saggi
coi pochi vantaggi
che la mia condizione mi dà.
Non mi cercare, che non mi riconoscerai
Non mi cercare, che non mi riconoscerai
Non mi cercare, che non mi riconoscerai
Non mi cercare, che non mi riconoscerai
Non mi cercare, che non mi riconoscerai
Non mi cercare, che non mi riconoscerai
Non mi cercare, che non mi riconoscerai