Giuristi Federiciani ...lasciate libero ogni pensiero o voi che entrate...

Ritornano le aggressioni politiche

  • Messaggi
  • OFFLINE
    tigrottoo
    Post: 821
    Post: 821
    Utente Senior
    00 22/05/2011 20:12
    De Magistris fascista? [SM=x43636] E pensare che il suo 27% è stato battezzato da i mass media come la vittoria della sinistra estrema. [SM=x43808]

    Qualcun'altro dice che se vince De Magistris vincono i "femminielli". [SM=g1617904]

    Veramente si sta rasentando il ridicolo. [SM=g51999]

  • OFFLINE
    ObbligazioneNaturale
    Post: 266
    Post: 266
    Utente Junior
    00 22/05/2011 23:49
    Ovvio che la colpa sia di Pisapia.
  • OFFLINE
    giusperito
    Post: 4.112
    Post: 4.101
    Utente Master
    Moderatore
    00 23/05/2011 10:14
    Il problema di fondo è che per qualcuno il fascismo è l'olio di ricino ed il manganello. Tuttavia il fascismo è negazione del dubbio, è negazione dei diritti, primo fra tutti la libertà, è repressione non solo del dissenso ma anche della criminalità attraverso metodi oltrelegali se non proprio illegali.

    Nap le definizioni sono una cosa che adoro. Se il giustizialismo fosse ciò che tu dici, allora sarebbe sinonimo di obbligatorietà dell'azione penale. Ribadisco, inoltre, che il paragone con Lettieri è inutile.
    Nel momento in cui DM dice che apprezza Almirante (uno che era favorevole alle leggi razziali, che, visto che il tema piace, era vicino a Gelli e agli ambienti golpisti di destra, che era stato repubblichino) a me fa cadere le braccia. Inoltre se gli viene fatto notare che A. era fascista, lui risponde che si batteva per la legalità.. ribadisco mai letto il giorno della civetta?

    Andando oltre... espressioni come io sono la verità o parlare di se stesso in terza persona, a me non piacciono.

    Ritornando sul sistema poliziesco e giustizialista (nessuno nota la differenza con Pisapia? Mi spiegate come è possibile che vi piacciano entrambi? Pisapia è un ipergarantista).
    Il fascismo è negare la libertà, forzare la legge, piegare l'individuo alle necessità superiori. Nel momento in cui DM dice che lui mette la gente in carcere e poi i giudici devono vedere se sono innocenti, non stiamo parlando di fascismo? Nel momento in cui la responsabilità oggettiva diviene regola di giudizio, parliamo di fascismo (v. le accuse implicite a Ranieri).
    Nemmeno Mussolini era brutto e cattivo.. anche in quel tempo la gente pensava che un po' di rigidità, un po' di pulizia, un po' di forza, un po' di Masaniello sarebbero state utili..

    Insomma non vogliamo parlare di DM in questi termini? Perfetto.. allora facciamo un discorso generale:
    se X ammira Almirante, se dice che in carcere possono andare anche gli innocenti, se dice che la responsabilità penale (e\o morale) va oltre le scelte del singolo, come lo definiamo?

    Sulle indagini sottratte è inutile discutere, ma mi fa piacere sapere che esistono dei poteri occulti dietro il CSM e dietro i magistrati, almeno così possiamo dire che B. non ha tutti i torti.

    edit: Dimenticavo. Il Codice Rocco era improntato sul giustizialismo. Le scorie di quel codice ci hanno portato condanne anche dinanzi alla Corte europea (v. il caso Dorigo). Insomma erano i fascisti che pensavano che tutti avessero qualcosa da nascondere e che l'innocenza doveva essere provata. Non sottovalutiamo nemmeno quale era l'impianto accusatorio elaborato da DM. Non dimentichiamo che tra i suoi fan c'è gente come Travaglio che anche dopo le archiviazioni continua a dire che Tizio è coinvolto e che Caio è stato indagato (come se il fatto che ci fosse archiviazione non servisse a togliere tale macchia).

    Ma poi visto che tutti fanno la gara ad essere buoni e giusti, ma soprattutto anti Bassolino\Jervolino, mi domando come mai le giunte erano composte anche dai baldi, sani e giovani dell'idv.
    [Modificato da giusperito 23/05/2011 10:20]
  • OFFLINE
    nekonika
    Post: 1.517
    Post: 1.517
    Utente Veteran
    00 23/05/2011 11:45
    Giusperito, tu stai basando tutta la tua tesi sulla presunta affermazione di De Magistris di apprezzare Almirante.
    Io dubito fortemente l'abbia detto perchè la sua visione politica è totalmente diversa.
    Ora io sono abbastanza confusa quando si parla di magistrati giustizialisti: se giustizialista è qualcuno che cerca di arrivare alla verità dei fatti- nei limiti in cui ciò è consentito dalla legge- io non ci vedo nulla di male. D'altronde sono lontani i tempi del sistema inquisitorio e addirittura, con le regole del nostro sistema accusatorio, si è arrivati all'assurdo che l'accertamento della verità è a volte impossibile.
    Ma, di nuovo, fascismo non significa giustizialismo, non significa essere convinti delle proprie ragioni e difenderle con le parole( senza imporsi con la forza), non significa parlare di sè in terza persona( ci credi che non gliel'ho mai sentito fare).
    Se poi gli vuoi fare un processo all'intenzione prefigura pure scenari apocalittici in cui il nostro DM è il Mussolini del futuro.

    Per quanto riguarda la discontinuità col passato: se non la si vuole ridurre solo a discontinuità di partiti, De Magistris ha assicurato che i nuovi membri della sua giunta saranno persone competenti, che hanno dato prova del loro valore. E non credo vi rientri chi ha fatto già parte della giunta Jervolino.....

    [Modificato da nekonika 23/05/2011 11:48]
  • OFFLINE
    nekonika
    Post: 1.518
    Post: 1.518
    Utente Veteran
    00 23/05/2011 12:19
    Un nostro Prof di procedura penale ci chiese( secondo abbastanza faziosamente perchè si parlava dell'attualità): Vorreste di più un giudice che ricerca la verità dei fatti o uno che fotografa la situazione che si delinea , nel corso del processo, davanti ai suoi occhi?! Secondo me, in questo modo, non si distingue tra le diverse funzioni del giudice per le indagini preliminari, il pm, il Tribunale e ci si dimentica di sottolineare tutte le garanzie che esistono a tutela dell'imputato. Insomma, si evidenzia solo l'aspetto dell'importanza della tutela dell'imputato e in nessun modo quella dell'accertamento della verità( che è anch'essa importante).
    [Modificato da nekonika 23/05/2011 12:19]
  • OFFLINE
    itreniavapore@
    Post: 19
    Post: 19
    Utente Junior
    00 23/05/2011 12:54
    @giusperito : ma se alle Invasioni Barbariche di 2 anni fa intervistato dalla Bignardi aveva espressamente dichiarato di ispirarsi a Berlinguer , e precisamente al Berlinguer che aveva aperto al dialogo con un certo centro , al Berlinguer che aveva rotto coi sovietici , al Berlinguer che non demonizzava la classe produttiva del Paese riconoscendone un ruolo propulsivo . Sto tentando di allegare da 3 giorni il video dell'intervista PURTROPPO NON LO TROVO SU YOUTUBE !!!
    Comunque una ricerca confermerà quanto AFFERMO !
    PER FAVORE NON SPARATE CAxxATE !
    LETTIERI E' LO SCAGNOZZO DI COSENTINO , PUNTO !
    LETTIERI RAPPRESENTA LA CONTINUITA' COL MODO SPORCO - LOSCO -AFFARISTICO DI FARE POLITICA DEL PDL , PUNTO !
    MA NON NE AVETE LE PAXXE PIENE DI " UNIVERSI " ( e la ns facoltà rappresenta un esempio lampante ) DOMINATI DA INTERESSI TRASVERSALI, DAL POSTO ALL' AMICO DELL' AMICO , DAL MERCIMONIO DEL CORPO PER L'OTTENIMENTO DEL PRIVILEGIO ...
    MA NON SIETE NAUSEATI DA QUESTO SCHIFO ?
    MA NON VI HA DEPRESSO A SUFFICIENZA LO SCEMPIO PIDIELLINO ?
    PER FAVORE, ABBIATE BUON SENSO !
  • OFFLINE
    Paperino!
    Post: 29.781
    Post: 20.612
    Utente Gold
    Amministratore
    00 23/05/2011 14:30
    Re:
    itreniavapore@, 23/05/2011 12.54:

    @giusperito : ma se alle Invasioni Barbariche di 2 anni fa intervistato dalla Bignardi aveva espressamente dichiarato di ispirarsi a Berlinguer , e precisamente al Berlinguer che aveva aperto al dialogo con un certo centro , al Berlinguer che aveva rotto coi sovietici , al Berlinguer che non demonizzava la classe produttiva del Paese riconoscendone un ruolo propulsivo . Sto tentando di allegare da 3 giorni il video dell'intervista PURTROPPO NON LO TROVO SU YOUTUBE !!!
    Comunque una ricerca confermerà quanto AFFERMO !
    PER FAVORE NON SPARATE CAxxATE !
    LETTIERI E' LO SCAGNOZZO DI COSENTINO , PUNTO !
    LETTIERI RAPPRESENTA LA CONTINUITA' COL MODO SPORCO - LOSCO -AFFARISTICO DI FARE POLITICA DEL PDL , PUNTO !
    MA NON NE AVETE LE PAXXE PIENE DI " UNIVERSI " ( e la ns facoltà rappresenta un esempio lampante ) DOMINATI DA INTERESSI TRASVERSALI, DAL POSTO ALL' AMICO DELL' AMICO , DAL MERCIMONIO DEL CORPO PER L'OTTENIMENTO DEL PRIVILEGIO ...
    MA NON SIETE NAUSEATI DA QUESTO SCHIFO ?
    MA NON VI HA DEPRESSO A SUFFICIENZA LO SCEMPIO PIDIELLINO ?
    PER FAVORE, ABBIATE BUON SENSO !




    Ragazzi questo è l'ultimo avviso, e vale per tutti...dopodiché scatteranno i provvedimenti.
    Io capisco la passione, il tema, e tutto quello che volete...ma se volete parlarne, usate il minuscolo e mantenetevi moderati...non ci vuole molto a far degenerare una discussione politica e noi abbiamo delle regole in evidenza nelle quali invitiamo tutti a non trasformare il forum in una arena o in un campo di propaganda.

    Per cui, siete liberi di discutere di quel che volete, ma tenendo i toni un gradino più bassi di così.
    O ci riuscite, o per favore soprassedete dall'intervenire, onde evitare di costringerci a moderare.
  • OFFLINE
    Paperino!
    Post: 29.782
    Post: 20.613
    Utente Gold
    Amministratore
    00 23/05/2011 14:32
    Regole e limiti, DA LEGGERE!!! [SM=x43666]
  • OFFLINE
    giusperito
    Post: 4.124
    Post: 4.113
    Utente Master
    Moderatore
    00 23/05/2011 14:47
    Re:
    nekonika, 23/05/2011 12.19:

    Un nostro Prof di procedura penale ci chiese( secondo abbastanza faziosamente perchè si parlava dell'attualità): Vorreste di più un giudice che ricerca la verità dei fatti o uno che fotografa la situazione che si delinea , nel corso del processo, davanti ai suoi occhi?! Secondo me, in questo modo, non si distingue tra le diverse funzioni del giudice per le indagini preliminari, il pm, il Tribunale e ci si dimentica di sottolineare tutte le garanzie che esistono a tutela dell'imputato. Insomma, si evidenzia solo l'aspetto dell'importanza della tutela dell'imputato e in nessun modo quella dell'accertamento della verità( che è anch'essa importante).




    che però non esiste sia da un punto di vista filosofico che da un punto di vista processuale.
    Che poi questo prof. non necessariamente è fazioso né stava parlando delle due funzioni requirente ed inquirente.
    Infatti solitamente nelle prime pagine di tutti i manuali si spiega che il sistema accusatorio non solo garantisce di più l'imputato (dovere fondamentale del processo penale a cui si piega anche la repressione del crimine e l'accertamento della verità), ma permette anche di raggiungere più probabilisticamente la verità processuale che è sempre un ritratto parziale e potenzialmente errato.

    Insomma meglio un delinquente fuori che un innocente in carcere, perché è, appunto, fascista pensare di piegare l'individuo e la sua necessaria tutela all'interesse e alla necessità statale\collettiva di accertare la verità.
  • OFFLINE
    giusperito
    Post: 4.125
    Post: 4.114
    Utente Master
    Moderatore
    00 23/05/2011 14:48
    Ecco perché del “Riformista” c’è bisogno
    di Stefano Cappellini

    Siamo vivi. Siamo giovani. E abbiamo idee, talento e voglia per fare un Riformista all’altezza della sua tradizione. Consentitemi di partire da questa rivendicazione collettiva, nel giorno in cui assumo la direzione del Riformista per il tempo che sarà necessario a traghettarlo verso la definizione di una nuova compagine editoriale. Ho letto troppi necrologi di questo giornale e sentito intonare de profundis, qualcuno da improbabili ugole, per non avere urgenza di ricordarlo.
    Voglio subito ringraziare il fondatore e direttore uscente Antonio Polito, senza il quale non saremmo qui a chiederci dove eravamo rimasti, e quanti si sono fatti vivi in questi giorni con noi per testimoniare affetto, partecipazione e condivisione: il nostro primo obiettivo è non deludere nessuno di loro. Non vi tedierò oltre con i nostri guai finanziari, dai quali pure dipende in parte il nostro destino. Possiamo avere difficoltà a campare. Ma non siamo fatti per tirare a campare.
    Molto è cambiato da quando il Riformista è andato per la prima volta in edicola - era l’ottobre 2002 - e la gran parte di questi cambiamenti (involuzioni e regressioni, perlopiù) è stata fotografata da Polito nel suo editoriale di congedo. Non c’è nulla di interessante da aggiungere alla sua analisi sul perché Berlusconi sia diventato il principale ostacolo rispetto al tentativo di trascinare il paese fuori dall’attuale immobilismo: colui che si presentava come l’innovatore per eccellenza - non senza credenziali - è oggi il vero grande custode dello status quo. In sedici anni non ha riformato nulla di ciò che prometteva: il fisco, la pubblica amministrazione, le istituzioni, la giustizia. Nulla. A chi vuol spingersi a sostenere che la riforma Brunetta o la riforma Gelmini sono svolte epocali, consiglieremmo di sbilanciarsi sulla questione il primo aprile, anziché il primo gennaio.
    A ltro invece si può dire su chi, per mandato, avrebbe da tempo dovuto offrire un’alternativa allo stato di cose esistente. Perché gli sfasci del berlusconismo non possono eclissare quelli dell’opposizione. E, del resto, vanno di pari passo da lungo tempo. Perché, a differenza di Polito, non ho mai creduto alla funzione maieutica del Cavaliere sulla sinistra. Anzi, credo esattamente al contrario. Berlusconi non è un virus che poteva trasformarsi in vaccino. È un virus che ha scatenato un’epidemia. Gli è riuscito di plasmarsi giorno dopo giorno un avversario sempre più contagiato dai propri vizi, come testimoniano - solo per stare agli ultimi tempi - le fiammate di plebiscitarismo veltroniano, di cesarismo vendoliano, di populismo dipietrista. Non suoni come un’attenuante, o come un modo di scaricare sul presidente del Consiglio persino le colpe dei suoi avversari: è casomai il segno di una doppia sconfitta e di una doppia responsabilità di chi in questi anni avrebbe dovuto e potuto fronteggiarlo. Il ventennio berlusconiano ha sempre favorito il ristagno, quando non la proliferazione, dei peggiori tic della sinistra e ne ha accelerato una penosa mutazione antropologica, che il Riformista non ha mai smesso di contrastare e continuerà a contrastare in futuro.
    La questione giudiziaria - continuamente foraggiata dall’agenda del Cavaliere - è il terreno sul quale questa mutazione ha raggiunto il punto di non ritorno. Oggi un tribuno destrorso come Antonio Di Pietro appare a una parte rilevante dell’elettorato d’opposizione una soluzione di voto attraente. L’acclamato Luigi De Magistris può sostenere senza nemmeno pagare il pegno del ridicolo che i suoi idoli di gioventù erano Enrico Berlinguer e Giorgio Almirante. Marco Travaglio è di gran lunga l’opinionista più credibile agli occhi delle nuove generazioni anti-governative (e può impancarsi quotidianamente a maestro di giornalismo, salvo intervistare da posizione supina l’amico Di Pietro in difficoltà dopo l’ennesima transumanza dall’Italia dei valori al centrodestra). Gioacchino Genchi - un esperto di dossieraggio estremo che non avrebbe sfigurato sulla copertina di un vecchio numero dell’Espresso scalfariano - può diventare una star della pubblicistica progressista. Decine di migliaia di ragazzi e ragazze credono che garantismo sia sinonimo di innocentismo o, peggio, di insabbiamento. Se tutto questo è realtà - e lo è purtroppo - evidentemente il danno ormai è fatto. Perché quando un terzo dell’elettorato di centrosinistra approda a questi lidi, è difficile raccontarsi di poter costruire su queste premesse una coalizione di governo degna di questo nome.
    Di Pietro e i suoi sodali si sentono accusare spesso di essere «la polizza vita» di Berlusconi. Ma è vero pure il reciproco. Berlusconi è la polizza dei Di Pietro. La loro è una politica a tariffa you and me: Silvio e Tonino, Grillo e Gasparri, Ghedini e Barbato, e via accoppiando. Negli anni questa compagnia ha progressivamente imposto la lotta con la clava a tutto il resto della compagnia. E, naturalmente, la colpa è in primo luogo di chi, nella politica come nel giornalismo, se l’è fatta imporre, senza mai trovare la formula giusta per non farsi stritolare da questa tenaglia e cercando quasi sempre di sfuggire con espedienti di giornata.
    In questo senso la vicenda Mirafiori è esemplare. Il dramma di un partito con le dimensioni e le ambizioni del Partito democratico non è la presenza di posizioni diverse al proprio interno. Questo è fisiologico. Il dramma è scegliere di non scegliere. E sparire. Stretto tra il giubilo di un governo accondiscendente con la Fiat e gli strepiti anti-Marchionne, il Partito democratico ha creduto di poter mascherare le proprie divisioni interne posizionandosi su una arzigogolata mediana (bene l’investimento, male la parte sui diritti), dove gli aggettivi «accettabile» e «inaccettabile» ricorrono con pari frequenza e spesso sulle medesime bocche. Risultato: metà dell’opinione pubblica non ha capito bene quale sia la linea del Pd, l’altra metà ha capito che una linea non c’è. A contendersi la scena sono restano così solo i professionisti della più rozza propaganda: ministri che parlano della Fiom come delle Brigate rosse, Vendola che a Marchionne dà di schiavista, Di Pietro che gli dà di fascista. Se il Partito democratico ritiene che l’accordo lede «i diritti della democrazia» - come hanno sostenuto, non a torto, numerosi e autorevoli suoi esponenti - avrebbe dovuto dire no, senza per questo mischiarsi alle brutali campagne dei “clavisti”. Questa è la terra di mezzo possibile, non il «ma anche», il balbettio, lo zig zag. Perché quando si deplora la lotta con la clava, non è per suggerire compromessi al ribasso e indecisionismo.
    La politica è e sarà sempre conflitto. Ma, per aspro che sia, conflitto d’idee. Questo giornale non ha mai avuto paura delle idee. Di ospitarle, esplorarle, contaminarle, smontarle e ricostruirle. Vogliamo rimanere sempre una tribuna aperta, mai schiacciati né su una fazione né su un partito, tantomeno sui luoghi comuni. Per questo non ci fanno paura neanche le notizie - che sempre più, a destra e a manca, si addomesticano a seconda dei propri interessi di consorteria - avendo peraltro una squadra di giornalisti che sa come trovarle e come usarle. Continuate a seguirci. Del Riformista ci sarà bisogno.
  • OFFLINE
    giusperito
    Post: 4.126
    Post: 4.115
    Utente Master
    Moderatore
    00 23/05/2011 14:53
    www.ilriformista.it/stories/Prima%20pagina/320024/

    purtroppo nel marasma del web non si ritrova l'articolo specifico.. tuttavia non c'è stata nessuna rettifica e questo articolo ed il precedente sono stati scritti in periodi diversi.

    che l'abbia detto è sicuro...

    poi segnalo:

    www.newscommunity.tk/index.php?option=com_content&view=article&id=101:i-segreti-di-de-magistris&catid=45:cronaca&I...


    Ribadisco il punto non è se sia meglio di Lettieri, ma se la sinistra può essere questa... insomma o Pisapia o DM... due mondi diversi
    [Modificato da giusperito 23/05/2011 15:11]
  • OFFLINE
    tigrottoo
    Post: 824
    Post: 824
    Utente Senior
    00 23/05/2011 15:21
    Luigi De Magistris ieri in Piazza Dante
    youtu.be/MTYENQ18SXA
  • OFFLINE
    trixam
    Post: 1.291
    Post: 1.291
    Utente Veteran
    00 23/05/2011 15:52
    Forse dovremo chiarci su qualche punto,
    Chi vota Dm dicendo che pensa che sia un volto nuovo, che possa rappresentare il cambiamento, che è meglio di lettieri ecc, a noi che non stimiamo Dm e che non voteremmo per lettieri nemmeno con la pistola puntata alla testa, non ci crea nessun problema. Il problema ce lo creano quando vogliono convincerci che Dm sia diverso da quello che è.

    La prima cosa da dire è che Dm non è un candidato di sinistra. Lui dice che ha votato per il pci, benissimo, io dico che chi conosce almeno un po'la storia del pci sa che Berlinguer uno così lo avrebbe cacciato a calci in c.
    Nel pci Dm sarebbe stato accusato di covare il culto della personalità.
    Secondo nel pci nessuno avrebbe mai potuto permettersi di alzarsi una mattina e dire io mi candido, specialmente se era un tizio senza nessun tipo di esperienza politica che basa il suo status di special One su una presunta persecuzione avvenuta ad opera di altri magistrati e il Csm.

    Dm non è un candidato di sinistra per cultura.
    Non si tratta solo del piccolo problema del garantismo, che pure era stato una caratteristica fondante della sinistra che aveva sperimentato sulla pelle dei propri militanti rinchiusi nelle carceri durante il ventennio al termine di processi alla de magistris cosa significasse il giustizialismo.
    Il fatto è Dm non ha proprio nessuna cultura politica e di questo si fa vanto, accoppiata alla demagogia antipartitica che scade nel ridicolo, visto che è esponente di un partito, l'IDV, che è il simbolo di come un partito non dovrebbe essere: autoritario, tribale, familistico, populista.

    La sinistra italiana ha sempre avuto sfiducia nelle istituzioni, a cominciare dalla magistratura che era l'istituzione conservatrice per eccellenza, ed ha riposto le sue speranze di cambiamento sociale nell'azione politica, ispirata alla sua cultura(quella di gobetti, gramsci e carlo rosselli per dirne qualcuno), per il tramite dei partiti politici. Non a caso l'articolo 49 della costituzione recita così: "Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale".
    Visto che la difendiamo sempre la costituzione, magari ogni tanto ricordiamoci cosa difendiamo.
    Chi si pone fuori da questo schema, o salendo su un predelllino a piazza san babila o dicendo io mi candido, non ha uno spirito repubblicano e costituzionale. Ma è uno affetto dalla vecchia cultura dell'uomo della provvidenza che tanti danni ha già fatto al nostro paese.

    La seconda cosa che mi preme è dire Dm non è una novità. Chiunque conosca anche superficialmente la storia d'Italia sa che il populismo è una costante della nostra storia politica. Lo so che i suoi seguagi rideranno di gusto a questa accusa.
    Andiamo così a vedere la definizione che di populismo da la scienza politica, in particolare quella recentemente più accettata è la definizione di Mcdonell: una ideologia secondo la quale al ‘popolo’ (concepito come virtuoso e omogeneo) si contrappongono delle ‘elite’ e una serie di nemici i quali attentano ai diritti, i valori, i beni, l’identità e la possibilità di esprimersi del ‘popolo sovrano’.
    Sostituite a questa lunga definizione il mantra "noi abbiamo le mani pulite" e poi trovatemi le sottili differenze. L'elemento che completa il populismo è il ruolo fondamentale del carisma del leader che come già detto è il perno dello story telling de magistriano: il magistrato inflessibile perseguitato dai corroti, in particolare dai suoi colleghi più corrotti di tutti gli altri, che lancia in resta combatte la buon battaglia della legalità.

    E si potrebbe andare avanti, ma non credo ce ne sia bisogno. Ecco chi si pone fuori dalla cultura politica voluta costituzione, chi si rifugia nel populismo, chi sbandiera solo il suo carisma come garanzia per il popolo, è il prodotto di una cultura autoritaria ed antidemocratica, cosa che giustifica pienamente il fatto che tra gli pseudointellettuali che hanno firmato il suo appello i sostenitori della democrazia liberale bisogna cercarli con il microscopio, ben nascosti tra gente che sostiene il regime venezuelano(dove la legalità viene rispettata tantittisimo), quello cubano o l'occupazione cinese del Tibet.

    Il fatto che si opponga a B che soffre di vizi analoghi non significa nulla.
    Il fascismo combattè molto la mafia, ma l'antimafia fascista è una cosa inaccettabile per lo stato democratico perché come disse un vecchio leader della sinistra: "io non posso sfilare con gli antimafiosi fascisti, perché se anche riuscissero a raggiungere il loro scopo, cioè sconfiggere la mafia, dal giorno dopo resterebbe il problema che sono fascisti".
    Il concetto più o meno è questo.
    Per cui votatelo tranquillamente, sentendovi le mani pulite, la coscienza a posto, festeggiando come pazzi nel caso dovesse vincere.
    Ma per favore non venite a raccontarci che un voto per Dm è un voto contro il berlusconismo,
    perché noi che non votiamo Dm nonostante tutto non siamo così gonzi come pensate.
  • OFFLINE
    tigrottoo
    Post: 825
    Post: 825
    Utente Senior
    00 23/05/2011 16:18
    Re:
    trixam, 23/05/2011 15.52:

    Forse dovremo chiarci su qualche punto,
    Chi vota Dm dicendo che pensa che sia un volto nuovo, che possa rappresentare il cambiamento, che è meglio di lettieri ecc, a noi che non stimiamo Dm e che non voteremmo per lettieri nemmeno con la pistola puntata alla testa, non ci crea nessun problema. Il problema ce lo creano quando vogliono convincerci che Dm sia diverso da quello che è.

    La prima cosa da dire è che Dm non è un candidato di sinistra. Lui dice che ha votato per il pci, benissimo, io dico che chi conosce almeno un po'la storia del pci sa che Berlinguer uno così lo avrebbe cacciato a calci in c.
    Nel pci Dm sarebbe stato accusato di covare il culto della personalità.
    Secondo nel pci nessuno avrebbe mai potuto permettersi di alzarsi una mattina e dire io mi candido, specialmente se era un tizio senza nessun tipo di esperienza politica che basa il suo status di special One su una presunta persecuzione avvenuta ad opera di altri magistrati e il Csm.

    Dm non è un candidato di sinistra per cultura.
    Non si tratta solo del piccolo problema del garantismo, che pure era stato una caratteristica fondante della sinistra che aveva sperimentato sulla pelle dei propri militanti rinchiusi nelle carceri durante il ventennio al termine di processi alla de magistris cosa significasse il giustizialismo.
    Il fatto è Dm non ha proprio nessuna cultura politica e di questo si fa vanto, accoppiata alla demagogia antipartitica che scade nel ridicolo, visto che è esponente di un partito, l'IDV, che è il simbolo di come un partito non dovrebbe essere: autoritario, tribale, familistico, populista.

    La sinistra italiana ha sempre avuto sfiducia nelle istituzioni, a cominciare dalla magistratura che era l'istituzione conservatrice per eccellenza, ed ha riposto le sue speranze di cambiamento sociale nell'azione politica, ispirata alla sua cultura(quella di gobetti, gramsci e carlo rosselli per dirne qualcuno), per il tramite dei partiti politici. Non a caso l'articolo 49 della costituzione recita così: "Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale".
    Visto che la difendiamo sempre la costituzione, magari ogni tanto ricordiamoci cosa difendiamo.
    Chi si pone fuori da questo schema, o salendo su un predelllino a piazza san babila o dicendo io mi candido, non ha uno spirito repubblicano e costituzionale. Ma è uno affetto dalla vecchia cultura dell'uomo della provvidenza che tanti danni ha già fatto al nostro paese.

    La seconda cosa che mi preme è dire Dm non è una novità. Chiunque conosca anche superficialmente la storia d'Italia sa che il populismo è una costante della nostra storia politica. Lo so che i suoi seguagi rideranno di gusto a questa accusa.
    Andiamo così a vedere la definizione che di populismo da la scienza politica, in particolare quella recentemente più accettata è la definizione di Mcdonell: una ideologia secondo la quale al ‘popolo’ (concepito come virtuoso e omogeneo) si contrappongono delle ‘elite’ e una serie di nemici i quali attentano ai diritti, i valori, i beni, l’identità e la possibilità di esprimersi del ‘popolo sovrano’.
    Sostituite a questa lunga definizione il mantra "noi abbiamo le mani pulite" e poi trovatemi le sottili differenze. L'elemento che completa il populismo è il ruolo fondamentale del carisma del leader che come già detto è il perno dello story telling de magistriano: il magistrato inflessibile perseguitato dai corroti, in particolare dai suoi colleghi più corrotti di tutti gli altri, che lancia in resta combatte la buon battaglia della legalità.

    E si potrebbe andare avanti, ma non credo ce ne sia bisogno. Ecco chi si pone fuori dalla cultura politica voluta costituzione, chi si rifugia nel populismo, chi sbandiera solo il suo carisma come garanzia per il popolo, è il prodotto di una cultura autoritaria ed antidemocratica, cosa che giustifica pienamente il fatto che tra gli pseudointellettuali che hanno firmato il suo appello i sostenitori della democrazia liberale bisogna cercarli con il microscopio, ben nascosti tra gente che sostiene il regime venezuelano(dove la legalità viene rispettata tantittisimo), quello cubano o l'occupazione cinese del Tibet.

    Il fatto che si opponga a B che soffre di vizi analoghi non significa nulla.
    Il fascismo combattè molto la mafia, ma l'antimafia fascista è una cosa inaccettabile per lo stato democratico perché come disse un vecchio leader della sinistra: "io non posso sfilare con gli antimafiosi fascisti, perché se anche riuscissero a raggiungere il loro scopo, cioè sconfiggere la mafia, dal giorno dopo resterebbe il problema che sono fascisti".
    Il concetto più o meno è questo.
    Per cui votatelo tranquillamente, sentendovi le mani pulite, la coscienza a posto, festeggiando come pazzi nel caso dovesse vincere.
    Ma per favore non venite a raccontarci che un voto per Dm è un voto contro il berlusconismo,
    perché noi che non votiamo Dm nonostante tutto non siamo così gonzi come pensate.




    [SM=x43624]
  • OFFLINE
    giusperito
    Post: 4.129
    Post: 4.118
    Utente Master
    Moderatore
    00 23/05/2011 20:35
    Re:
    trixam, 23/05/2011 15.52:

    Forse dovremo chiarci su qualche punto,
    Chi vota Dm dicendo che pensa che sia un volto nuovo, che possa rappresentare il cambiamento, che è meglio di lettieri ecc, a noi che non stimiamo Dm e che non voteremmo per lettieri nemmeno con la pistola puntata alla testa, non ci crea nessun problema. Il problema ce lo creano quando vogliono convincerci che Dm sia diverso da quello che è.

    La prima cosa da dire è che Dm non è un candidato di sinistra. Lui dice che ha votato per il pci, benissimo, io dico che chi conosce almeno un po'la storia del pci sa che Berlinguer uno così lo avrebbe cacciato a calci in c.
    Nel pci Dm sarebbe stato accusato di covare il culto della personalità.
    Secondo nel pci nessuno avrebbe mai potuto permettersi di alzarsi una mattina e dire io mi candido, specialmente se era un tizio senza nessun tipo di esperienza politica che basa il suo status di special One su una presunta persecuzione avvenuta ad opera di altri magistrati e il Csm.

    Dm non è un candidato di sinistra per cultura.
    Non si tratta solo del piccolo problema del garantismo, che pure era stato una caratteristica fondante della sinistra che aveva sperimentato sulla pelle dei propri militanti rinchiusi nelle carceri durante il ventennio al termine di processi alla de magistris cosa significasse il giustizialismo.
    Il fatto è Dm non ha proprio nessuna cultura politica e di questo si fa vanto, accoppiata alla demagogia antipartitica che scade nel ridicolo, visto che è esponente di un partito, l'IDV, che è il simbolo di come un partito non dovrebbe essere: autoritario, tribale, familistico, populista.

    La sinistra italiana ha sempre avuto sfiducia nelle istituzioni, a cominciare dalla magistratura che era l'istituzione conservatrice per eccellenza, ed ha riposto le sue speranze di cambiamento sociale nell'azione politica, ispirata alla sua cultura(quella di gobetti, gramsci e carlo rosselli per dirne qualcuno), per il tramite dei partiti politici. Non a caso l'articolo 49 della costituzione recita così: "Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale".
    Visto che la difendiamo sempre la costituzione, magari ogni tanto ricordiamoci cosa difendiamo.
    Chi si pone fuori da questo schema, o salendo su un predelllino a piazza san babila o dicendo io mi candido, non ha uno spirito repubblicano e costituzionale. Ma è uno affetto dalla vecchia cultura dell'uomo della provvidenza che tanti danni ha già fatto al nostro paese.

    La seconda cosa che mi preme è dire Dm non è una novità. Chiunque conosca anche superficialmente la storia d'Italia sa che il populismo è una costante della nostra storia politica. Lo so che i suoi seguagi rideranno di gusto a questa accusa.
    Andiamo così a vedere la definizione che di populismo da la scienza politica, in particolare quella recentemente più accettata è la definizione di Mcdonell: una ideologia secondo la quale al ‘popolo’ (concepito come virtuoso e omogeneo) si contrappongono delle ‘elite’ e una serie di nemici i quali attentano ai diritti, i valori, i beni, l’identità e la possibilità di esprimersi del ‘popolo sovrano’.
    Sostituite a questa lunga definizione il mantra "noi abbiamo le mani pulite" e poi trovatemi le sottili differenze. L'elemento che completa il populismo è il ruolo fondamentale del carisma del leader che come già detto è il perno dello story telling de magistriano: il magistrato inflessibile perseguitato dai corroti, in particolare dai suoi colleghi più corrotti di tutti gli altri, che lancia in resta combatte la buon battaglia della legalità.

    E si potrebbe andare avanti, ma non credo ce ne sia bisogno. Ecco chi si pone fuori dalla cultura politica voluta costituzione, chi si rifugia nel populismo, chi sbandiera solo il suo carisma come garanzia per il popolo, è il prodotto di una cultura autoritaria ed antidemocratica, cosa che giustifica pienamente il fatto che tra gli pseudointellettuali che hanno firmato il suo appello i sostenitori della democrazia liberale bisogna cercarli con il microscopio, ben nascosti tra gente che sostiene il regime venezuelano(dove la legalità viene rispettata tantittisimo), quello cubano o l'occupazione cinese del Tibet.

    Il fatto che si opponga a B che soffre di vizi analoghi non significa nulla.
    Il fascismo combattè molto la mafia, ma l'antimafia fascista è una cosa inaccettabile per lo stato democratico perché come disse un vecchio leader della sinistra: "io non posso sfilare con gli antimafiosi fascisti, perché se anche riuscissero a raggiungere il loro scopo, cioè sconfiggere la mafia, dal giorno dopo resterebbe il problema che sono fascisti".
    Il concetto più o meno è questo.
    Per cui votatelo tranquillamente, sentendovi le mani pulite, la coscienza a posto, festeggiando come pazzi nel caso dovesse vincere.
    Ma per favore non venite a raccontarci che un voto per Dm è un voto contro il berlusconismo,
    perché noi che non votiamo Dm nonostante tutto non siamo così gonzi come pensate.



    è vero, ma siamo corrotti e ladri. Se fossi un pm, ti inquisirei perché devi per forza fartela con Cosentino...

    p.s. non ti vergogni a pensare che ormai anche Bocchino sta con DM e tu resti dall'altro lato?
  • OFFLINE
    tigrottoo
    Post: 827
    Post: 827
    Utente Senior
    00 23/05/2011 21:54
    Napoli, insulti al «camerata» Marco Nonno: sul web raffica di minacce ai contestatori
    Marco Nonno, ex consigliere di An, alle recenti elezioni comunali è stato eletto nelle fila del Pdl ottenendo un risultato sorprendente: con 3604 voti è il candidato più votato in città. Il neoconsigliere in passato era balzato all’onore delle cronache locali per la detenzione nel carcere di Poggioreale. Scarcerato dopo 15 giorni, su Nonno tuttora pende l'accusa di concorso in devastazione per la rivolta degli abitanti di Pianura, nel gennaio 2008, contro la riapertura della discarica in Contrada Pisani. Nonno è accusato di essere il regista di quelle giornate di guerriglia. E’ indubbio che la lotta del gennaio 2008 contro la discarica abbia fruttato a Nonno molti voti nel suo quartiere dove sono in tanti a considerarlo un ‘capro espiatorio’. Questo articolo non vuole però entrare nel merito di quella vicenda sulla quale sarà la magistratura ad accertare i fatti.

    Mister preferenze ha un’altra peculiarità che lo contraddistingue e che ha contribuito al record di voti: il legame con la destra sociale, quella vicina ai bisogni delle persone. Dalla destra sociale all’estremismo fascista, però, il passo è breve. Il consigliere Pdl, dopo l’elezione, ha ricevuto centinaia di felicitazioni pubbliche sulla propria pagina Facebook. Tra i supporter in parecchi si rivolgono al consigliere con l’appellativo di ‘camerata’, c'è chi scrive 'boia chi molla', chi ricorda i bei tempi, chi brinda ‘nobis’ e al ‘nostro onore’. Nulla di strano, forse.



    Sabato scorso la fusione tra destra sociale ed estremismo fascista però si materializza - per fortuna solo virtualmente -, tra i supporter di Nonno. Motivo scatenante: la contestazione – prontamente denunciata da Nonno (ma solo alle agenzie di stampa) - subita dal consigliere, il quale, trovatosi in compagnia del figlio di 6 anni nei paraggi di un comizio del candidato sindaco Luigi de Magistris a Pianura, è stato insultato da alcuni supporter di sinistra. Pochi minuti dopo l’accaduto la pagina Facebook di Nonno si trasforma nello sfogatoio della destra estrema: molti amici del consigliere scrivono minacce agli autori della contestazione – contestatori additati da Nonno come no global appartenenti ai centri sociali napoletani -, e più in generale ai ‘comunisti’. A dir poco preoccupante, in particolare, la posizione di un utente che, trincerato dietro il nickname ‘Il Pollaio della Coconcina’ scrive: «se ritornano i forni per questi pochi comunisti che sono rimasti bisogna farne tutto cenere e buttarlo vicino hai cipressi». Un altro amico di Nonno, Antonio Oruss, non riesce a trattenersi: «questi della sinistra ce magnamm tu sei un signore e sai cosa fare devono morire questi comunisti e sono gelosi dei tuoi 3604 voti tu sei il numero 1 in tutta Napoli». Per Enza «non è altro che invidia dovrebbero vergognarsi per tutto ciò credimi se ci fosse stato il duce avrebbe mandato loro alla massima punizione». Va detto anche che la causa scatenante, la contestazione, poteva facilmente essere evitata dallo stesso Marco Nonno la cui presenza nelle vicinanze di un comizio degli avversari politici, visto anche il clima elettorale surriscaldato sull'asse Milano-Napoli, può essere facilmente colta come una provocazione.

    Essendo evidente che, in vista del ballottaggio del 29 e 30 maggio, il candidato sindaco del centrodestra Gianni Lettieri non potrà prescindere dai preziosi voti di Nonno, una netta presa di distanza dalle minacce di questa galassia estremista che ruota attorno al neoconsigliere Pdl, considerati anche i violenti scontri delle passate settimane tra neofascisti e universitari, sarebbe quantomeno opportuna
  • OFFLINE
    Paperino!
    Post: 29.786
    Post: 20.617
    Utente Gold
    Amministratore
    00 24/05/2011 00:31
    Re: Napoli, insulti al «camerata» Marco Nonno: sul web raffica di minacce ai contestatori
    tigrottoo, 23/05/2011 21.54:

    Marco Nonno, ex consigliere di An, alle recenti elezioni comunali è stato eletto nelle fila del Pdl ottenendo un risultato sorprendente: con 3604 voti è il candidato più votato in città. Il neoconsigliere in passato era balzato all’onore delle cronache locali per la detenzione nel carcere di Poggioreale. Scarcerato dopo 15 giorni, su Nonno tuttora pende l'accusa di concorso in devastazione per la rivolta degli abitanti di Pianura, nel gennaio 2008, contro la riapertura della discarica in Contrada Pisani. Nonno è accusato di essere il regista di quelle giornate di guerriglia. E’ indubbio che la lotta del gennaio 2008 contro la discarica abbia fruttato a Nonno molti voti nel suo quartiere dove sono in tanti a considerarlo un ‘capro espiatorio’. Questo articolo non vuole però entrare nel merito di quella vicenda sulla quale sarà la magistratura ad accertare i fatti.

    Mister preferenze ha un’altra peculiarità che lo contraddistingue e che ha contribuito al record di voti: il legame con la destra sociale, quella vicina ai bisogni delle persone. Dalla destra sociale all’estremismo fascista, però, il passo è breve. Il consigliere Pdl, dopo l’elezione, ha ricevuto centinaia di felicitazioni pubbliche sulla propria pagina Facebook. Tra i supporter in parecchi si rivolgono al consigliere con l’appellativo di ‘camerata’, c'è chi scrive 'boia chi molla', chi ricorda i bei tempi, chi brinda ‘nobis’ e al ‘nostro onore’. Nulla di strano, forse.



    Sabato scorso la fusione tra destra sociale ed estremismo fascista però si materializza - per fortuna solo virtualmente -, tra i supporter di Nonno. Motivo scatenante: la contestazione – prontamente denunciata da Nonno (ma solo alle agenzie di stampa) - subita dal consigliere, il quale, trovatosi in compagnia del figlio di 6 anni nei paraggi di un comizio del candidato sindaco Luigi de Magistris a Pianura, è stato insultato da alcuni supporter di sinistra. Pochi minuti dopo l’accaduto la pagina Facebook di Nonno si trasforma nello sfogatoio della destra estrema: molti amici del consigliere scrivono minacce agli autori della contestazione – contestatori additati da Nonno come no global appartenenti ai centri sociali napoletani -, e più in generale ai ‘comunisti’. A dir poco preoccupante, in particolare, la posizione di un utente che, trincerato dietro il nickname ‘Il Pollaio della Coconcina’ scrive: «se ritornano i forni per questi pochi comunisti che sono rimasti bisogna farne tutto cenere e buttarlo vicino hai cipressi». Un altro amico di Nonno, Antonio Oruss, non riesce a trattenersi: «questi della sinistra ce magnamm tu sei un signore e sai cosa fare devono morire questi comunisti e sono gelosi dei tuoi 3604 voti tu sei il numero 1 in tutta Napoli». Per Enza «non è altro che invidia dovrebbero vergognarsi per tutto ciò credimi se ci fosse stato il duce avrebbe mandato loro alla massima punizione». Va detto anche che la causa scatenante, la contestazione, poteva facilmente essere evitata dallo stesso Marco Nonno la cui presenza nelle vicinanze di un comizio degli avversari politici, visto anche il clima elettorale surriscaldato sull'asse Milano-Napoli, può essere facilmente colta come una provocazione.
    Essendo evidente che, in vista del ballottaggio del 29 e 30 maggio, il candidato sindaco del centrodestra Gianni Lettieri non potrà prescindere dai preziosi voti di Nonno, una netta presa di distanza dalle minacce di questa galassia estremista che ruota attorno al neoconsigliere Pdl, considerati anche i violenti scontri delle passate settimane tra neofascisti e universitari, sarebbe quantomeno opportuna




    Vabbè questa non è una giustificazione. Dire che la colpa è sua perché era lì, equivale a giustificare le eventuali violenze o aggressioni che si sono poi verificate.
    Una affermazione, questa, davvero miserevole.

    Poi pure andare a pescare i commenti della gente su facebook, definendoli l'amico, un altro amico etc etc...

    Davvero non vedo differenze tra questo articolo ed il topic di Marketto sulle "aggressioni politiche". La semplicioneria sciocca ed infantile con cui si sta conducendo questa campagna elettorale, accettata e cavalcata perfino da parte della stampa, è a dir poco imbarazzante.
    C'è da chiedersi se davvero la gente è così scema, o se si rende conto di quanto sia davvero sempliciotto porre ogni discussione su questi toni e queste "argomentazioni" (e chiamandole argomentazioni gli ho fatto un enorme onore....) [SM=x43606]
  • OFFLINE
    Marketto84
    Post: 2.308
    Post: 2.307
    Utente Veteran
    00 24/05/2011 16:18
    La violenza continua in questi giorni di campagna elettorale: ieri due volontari pro Lettieri sono stati aggrediti a Piazza Dante da un gruppo di persone. I due volontari hanno dovuto fare ricorso alle cure mediche in ospedale. Altre due aggressioni si sono poi registrate nei quartieri degli Astroni e di Pianura, dove alcuni giovani hanno assalito i gazebo, poi distrutti, del candidato sindaco Gianni Lettieri.



    Percorri soltanto le vie indicate dall'Onore.
    Lotta e non essere mai vile.
    Lascia agli altri le vie dell'infamia.
    Piuttosto che vincere per mezzo di un'infamia,meglio morire combattendo sulla strada dell'onore.
  • OFFLINE
    nekonika
    Post: 1.526
    Post: 1.526
    Utente Veteran
    00 24/05/2011 16:26
    Si dovrebbe smorzare questo clima da guerra civile: bravo marchetto....bravo!
    .
    Io, per converso so di aggressioni a sotenitori,o presunti tali, di De Magistris: la notizia è apparsa anche sul mattino. La sera del lunedì delle elezioni un gruppetto di simpatizzanti Pdl ha infastidito, nel centro storico di Napoli, chiunque potesse sembrar loro di sinistra....
    Ad una mia amica che aveva impedito di affiggere un volantino pro lettieri sul portone del suo palazzo, hanno scassinato le cassette delle lettere e stracciato i volantini pro Pd...

    Insomma rendiamoci conto che siamo in un paese civile ed evitiamo di strumentalizzare tutto.......

    Mi sembra quasi si voglia esasperare un clima già esasperato....
    [Modificato da nekonika 24/05/2011 16:28]
  • OFFLINE
    Marketto84
    Post: 2.309
    Post: 2.308
    Utente Veteran
    00 24/05/2011 16:34
    Re:
    Marketto84, 24/05/2011 16.18:

    La violenza continua in questi giorni di campagna elettorale: ieri due volontari pro Lettieri sono stati aggrediti a Piazza Dante da un gruppo di persone. I due volontari hanno dovuto fare ricorso alle cure mediche in ospedale. Altre due aggressioni si sono poi registrate nei quartieri degli Astroni e di Pianura, dove alcuni giovani hanno assalito i gazebo, poi distrutti, del candidato sindaco Gianni Lettieri.




    La becera violenza veterocomunista colpisce tutto ciò che trova davanti,negando il diritto di informare i cittadini e di svolgere in maniera ordinata e pulita la propria campagna elettorale.
    Il confluire nell'area Pro-De Magistris di organizzazioni paraterroristiche come i ''Carc'' o di pseudogruppi musicali come i 99 Posse che da apolitici,anarchici ed amanti della droga libera sono diventati paladini del giustizialista De Magistris deve far riflettere i cittadini.
    Orde di giovani squadristi di sinistra imperversano per la città imbrattando i gazebo Pro Lettieri ed addirittura pestando i giovani volontari.
    Molto spesso questi violenti(con la compiacenza della sinistra radicalChic locale) hanno alle spalle settori della magistratura pronti a scagionarli.
    Sinceramente temo che una vittoria di Dm porti a Napoli ad una spirale di violenza e di macrocriminalità diffusa in cui la droga,il malaffare e la prevaricazione politica unita all'odio sociale siano accentuati più che mai.
    è chiara la volontà di gettare fango su gente del Popolo e per il Popolo che da anni combatte contro il sistema basandosi su ideali nobilissimi(Nonno) e su persone perbene della società civile ed imprenditoriale che invece di crogiolarsi sui propri soldi tentano di far qualcosa(Lettieri).



    Percorri soltanto le vie indicate dall'Onore.
    Lotta e non essere mai vile.
    Lascia agli altri le vie dell'infamia.
    Piuttosto che vincere per mezzo di un'infamia,meglio morire combattendo sulla strada dell'onore.
2