"In un clima mondiale di crisi che volge alla disperata ricerca di un’alternativa che possa fronteggiare una decadenza economica, politica, culturale e etica c’è soltanto una categoria responsabile di apportare la dovuta innovazione: i giovani. E’ paradossale la nostra condizione, perché siamo la generazione più fortemente colpita dalla mancanza di opportunità eppure siamo chiamati allo stesso tempo ad assumerci la responsabilità più grande che è quella di “cambiare” il sistema e di riprenderci le redini del nostro futuro. Siamo in qualche modo “condannati” in partenza, eppure artefici del nostro destino, siamo disillusi e amareggiati eppure determinanti nel processo di modernizzazione che ci attende. Per questo, ieri mattina, quando nella metropolitana di Roma sono stata aggredita da tre ragazzi sedicenti parte del “partito dell’amore” perché esponevo la spilla con il simbolo di Futuro e Libertà sono rimasta profondamente colpita: mi chiedo come possano giovani chiamati a lottare per i propri diritti scadere nella forma di più becero squadrismo aggregandosi in dimostrazioni di violenza. Mentre passavano dall’insulto al Presidente Fini (“traditore, pezzo di …. E lascio spazio all’immaginazione) all’insulto alla mia persona: “che fai non parli a c… che ti fai la figa …” uno dei ragazzi gonfiava il petto con aria di sfida e quando gli ho risposto che "l’aggressività è l’unica forma di ignoranza contro la quale la parola non può nulla" ha iniziato a spingermi con la spalla verso la porta del treno. Fortunatamente alcuni manifestanti della Cgil (pericolosi comunisti) si sono immediatamente resi conto della situazione e si sono frapposti fra me e i ragazzi permettendomi di uscire e evitare il peggio alla fermata.
Non è certo giusto stigmatizzare un’intera categoria per le riprovevoli azioni di una minoranza, ma credo che l’episodio possa dare adito ad alcune considerazioni partendo dall’ineludibile realtà di fondo: si è trattato di una totale e ingiustificabile mancanza di rispetto. E’ quella stessa mancanza che da un gruppo di facinorosi si estende a tanti altri ambiti sociali, dagli episodi di razzismo a ogni forma di intolleranza, passando per gli abusi di potere e la discriminazione sessuale. Quella mancanza ormai intrinseca nel nostro paese, suffragata e alimentata dall’insoddisfazione generale che porta le persone ad additarmi come “pazza che esponi il simbolo sulla metro” anziché indignarsi per l’accaduto. Non è solo nel Pdl, certo. Ma è forse un partito che rispetta il popolo quello che blandisce grandi promesse e regolarmente le disattende? (mi riferisco ad esempio alla millantata abolizione delle province, come del bollo per auto e moto, alle mancate privatizzazioni tanto decantate, alla realizzazione delle centrali nucleari così fortemente pubblicizzata, alla mancata promessa del quoziente famigliare come la riforma degli ammortizzatori sociali, come la disattesa aspettativa di innalzare l’età pensionabile e la lista continuerebbe). E’ forse un partito che rispetta la legalità quello in cui il Premier telefona alla questura per liberare una minorenne arrestata? E’ forse un partito che rispetta il paese quello che trova il in un partito secessionista il proprio braccio destro? E’ forse un partito che rispetta la diversità quello in cui il “leader” (meglio detto l’Ipse Dixit di Aristotelica memoria a mio avviso) si difende da questioni di scandalo affermando che “è meglio amare tante donne che essere gay”? E’ forse un partito che rispetta le pari opportunità e la meritocrazia quello che promuove tramite una vergognosa legge elettorale l’affermazione in parlamento di persone di dubbia provenienza in termini di merito e militanza (spesso legate alla vita privata del Presidente come la sua igienista dentale)? E’ forse un partito che rispetta l’immagine della donna quello che accoglie il leader libico con una sorta di “harem” composto da centinaia di ragazze? E’ forse un partito che rispetta la democrazia quello che espelle con un editto bulgaro un gruppo di parlamentari che si sono permessi di dissentire al cospetto di proposte forse addirittura incostituzionali, come il legittimo impedimento o il ddl intercettazioni?
Se poi si pensa a un Premier che parla di “macchia di tradimento” e a un giornalista che nel telegiornale inneggia alla violenza contro degli studenti in protesta, è facile capire che si è travalicato il senso del limite. L’episodio estremo diventa allora conseguenza inevitabile: è chiaro che se in una società già minata dalle conseguenze di una crisi mondiale si appone la pressione quotidiana di astio, malcostume e falsità perennemente portata avanti da una classe politico-aziendale ormai manifestamente fallimentare (tramite i media), l’esagerazione diventa la norma. Allora la domanda che sorge spontanea è questa: se l’eccesso è all’ordine del giorno e niente tende più a destare scandalo, quale sarà il nuovo estremismo? Sta a noi giovani decidere. Sta a noi scegliere se adeguarci ad un sistema che riporta conseguenze sempre più drastiche o trovare l’energia e la forza di recuperare la dignità minata della nostra generazione. Sta a noi sradicare tramite convinzione e sacrificio quelle forze che ci opprimono (nepotismo, favoritismo, corruzione). Sta a noi lottare per il nostro futuro, a noi la scelta della libertà."