Una volta che hai studiato bene la materia e capito i passaggi logici in cui è articolato un istituto, ti verrà naturale riportare il-i relativi articoli...se non a memoria, quasi.
All'interno dell'articolo ci sono tutti gli elementi di cui è costituito l'istituto...nessuna parola di un articolo viene scelta a caso, neppure un avverbio. Ogni singola parola è lì per un motivo, perché gli articoli devono coordinarsi tra di loro, alla luce dei principi generali su cui sono fondati, e devono - in quelle poche parole, spiegare tutto il contenuto di quell'istituto senza creare confusioni o contraddizioni.
È vero che non mi è mai capitato che mi si chiedesse il testo di un articolo, ad un esame. Non siamo chiamati a recitare le poesie a memoria.
È altrettanto vero che non vedo semplice spiegare un argomento a un esame senza citarne il più fedelmente possibile i relativi articoli di riferimento...visto che il contenuto di ogni istituto è tutto racchiuso lì.
Giurisprudenza non è uno studio mnemonico, per il semplice motivo che non esistono facoltà che - fatte seriamente - sono basate sl puro studio mnemonico. È fondata su comprensione e collegamento tra i principi, quindi sulla logica.
Tuttavia studiare Giurisprudenza prescindendo dalla "memoria" pure mi sembra cosa particolarmente ardua.
Non è filosofia, non è ragionamento astratto: devi conoscere termini, articoli, norme, esempi concreti...la memoria è sollecitata eccome.