Re:
Scritto da: ilFatoignorante 22/12/2004 11.18
Ascoltando Galliano che suona Piazzolla capisci che è una lotta, che si tratta di una vera e propria lotta, quella musica è il racconto di una lotta, sa di sudore, sa di respiro mozzato, sa di sesso.
Sarà anche colpa del tango, indubbiamente, sarà che col tango alla fine non si capisce più nulla. Roba da stregoni quella, roba da artisti, roba da piangere, roba da non pensare neppure.
La fisarmonica ti mostra quello che cè da vedere sulla scena: la coppia ferma in attesa dell'accelerarsi del passo, la coppia che si guarda negli occhi per capire meglio da che parte arriverà il colpo, sarà lei a slacciarsi dall'abbraccio come per fuggire, come per rinascere fuori da quelle braccia o sarà lui a lanciarla, quasi con violenza, lontano, per vederla andare via, per rincorrerla, per prenderla, per perderla.
Tutto in quella musica, tutto in quel battere sui legni degli archi, sui tasti della fisarmonica. C'è l'odio, c'è quell'attrazione irresistibile che fa odiare, a lei, la sua natura, la sua debolezza, l'uomo nel tango sa sempre dove toccare quel corpo, dove e quando percorrere la schiena per suggerirgli la figura successiva, il passo dopo. Lontani, vicini, addosso, vicini, le mani, i fianchi, il battere dei tacchi, il rumore prolungato del piede che striscia sul pavimento levigato e poi il quasi silenzio che precede lo scontro che li lascerà legati e soli.
E' un rito quello, è una magia senza maghi.
Il violino arriva in fondo al pianto per portarli cuore a cuore e poi ci pensa la fisarmonica a non smetterla più, a farli girare intorno mentre si dicono quello che non osano, senza parole.
Credo che per ballare perfettamente un tango occorra essersi amati ed essere arrivati ad odiarsi, essere necessari ed insopportabili l'uno all'altra perché questo è quello che c'è in quella musica.
Per suonarla invece ci vuole lo sguardo del fotografo, la malinconia del vecchio, ci vogliono mani che hanno attraversato corpi, ci vogliono orecchie abituate al silenzio, ci vuole fumo e paura di non riuscire a ballare mai quello che si riesce invece a far vivere suonando.
Ci vuole la rabbia verso quei due, abbracciati sulla pista, per i quali la tua musica non è altro che una scusa bellissima per sentirsi più forti di qualsiasi morte, di qualsiasi dolore, più forti anche dell'amore.
come in qualsiasi tipo di danza...e credo
di ARTE in genere...oltre la tecnica e
la preparazione,il lavoro e il sudore...
ci vuole..il famoso "fuoco dentro"
...
quel qualcosa di speciale e di unico
ke si decide di comunicare ed esprimere col corpo,con la fisicità..
ed ecco ke ogni movimento ha e provoca una vibrazione precisa...