e infatti si denuncia!
POLITICA
Il centrodestra giustifica l'iniziativa di inviare messaggini
agli elettori: "Invito neutro, polemiche pretestuose"
Fini difende gli sms del governo
Ma fioccano le prime denunce
Ulivo: "Scandalo da 10 mld di vecchie lire". I consumatori passano alle vie legali mentre il Garante si riserva valutazione
ROMA - Dopo le spiegazioni del premier, quelle degli alleati. E dopo le prime polemiche, le denunce. Ieri è stato lo stesso premier a difendere la scelta della presidenza del Consiglio di inviare sms agli elettori. Oggi è sceso in campo anche il vicepremier Gianfranco Fini per sostenere "non si deve fare polemiche" perché il messaggino inviato a circa 57 milioni di utenti è "il classico messaggio neutro, istituzionale, equilibrato" simile a quello "delle inserzioni sui giornali o degli spot televisivi". Insomma, per Fini "sarebbe stato gravissimo se ci fosse stato nel messaggio un invito a votare per questo o per quell'altro; ma l'invito è stato neutro ed è servito solo a favorire la partecipazione, che in democrazia è un fatto fondamentale". Il vicepremier chiarisce che "la legge consente" ciò che la presidenza del Consiglio ha deciso di fare.
Per Elio Vito, presidente dei deputati di Forza Italia, si tratta di una "polemica del centrosinistra assurda, pretestuosa e anacronistica e dimostra tutta la difficoltà che sta vivendo l'opposizione". Il governo non ha fatto altro che utilizzare "il canale di comunicazione che gli italiani ormai comunemente usano dimostrando una capacità, sconosciuta alla sinistra, di saper capire i mutamenti del costume e della società e saper adeguare il dialogo tra le istituzioni ed i cittadini".
E così il ministro del Welfare Roberto Maroni che si dice "allibito" per una polemica che indica che "evidentemente la sinistra è così povera di argomenti da appigliarsi a qualsiasi cosa pur di dare addosso al governo, un atteggiamento masochista che farà perdere voti alla sinistra".
Spiegazioni che non soddisfano e non placano il centrosinistra: i Ds rispondono direttamente a Fini facendogli notare "che il giornale scegliamo di comprarlo o di non comprarlo, un canale televisivo scegliamo se guardarlo oppure no. Invece il messaggio sui telefonini è giunto a tutti, senza previo consenso, passivamente. E il fatto che il governo abbia approntato in fretta e furia un decreto legge ad hoc per aggirare la normativa del garante sulla privacy, rende tutta l'operazione ancora più discutibile".
Luciano Violante esprime le sue riserve sull'iniziativa e si chiede: "Chi ha dato a palazzo Chigi i numeri di cellulare, che come è noto sono riservati?". Secondo Violante è questo il segno che "il centrodestra teme di perdere le elezioni".
Il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, osserva che "è una cosa che sta facendo arrabbiare quasi tutti gli italiani che sono adulti, sanno bene quali sono i loro doveri e chiedono rispetto per le proprie scelte".
Non solo violazione della privacy, ma "uno scandalo da 10 miliardi di vecchie lire che vanno a pesare sui contribuenti". E' la denuncia di Fabrizio Morri direttore della campagna elettorale della Lista Uniti nell'Ulivo che spiega: "Apprendiamo che i centralini della Tim sono intasati da telefonate di protesta di cittadini: siamo di fronte ad una violazione della privacy dei cittadini, e nessuna motivazione addotta fin qui dal governo, appare convincente. E siamo di fronte ad un abuso a quanto si dice, sarebbe costato tra i 7 e i 10 miliardi di vecchie lire ai contribuenti italiani. E' uno scandalo".
Alle parole critiche e alle telefonate di protesta ai centralini, oltre che della presidenza del Consiglio, a quelli dei vari gestori di telefonia mobile, seguono le azioni concrete: piovono denunce da parte delle associazioni dei consumatori, ma anche di singoli cittadini mentre molte altre persone, anziché passare all'azione legale, stanno tempestando i centralini della presidenza del Consiglio dei ministri per protestare. Elio Lannutti, presidente dell'Adusbef, si chiede "chi paga i costi degli sms (5,7 milioni di euro)? E, se il Garante ha autorizzato Berlusconi, non può vietare ad altri candidati di utilizzare lo stesso strumento per farsi propaganda elettorale". Mentre le domande rimangono in sospeso, l'associazione, che ha ricevuto decine e decine di telefonate di protesta, "ha inviato una denuncia al Garante della Privacy, Stefano Rodotà, affinché chiarisca immediatamente la vicenda".
Denuncia contro la Tim da parte della Federconsumatori di Bologna con l'accusa di aver violato il diritto alla privacy. Nella denuncia si sostiene anche che il messaggio, "sottoscritto da soggetto rappresentante una parte politica con l'invito esplicito al voto", è di natura elettorale e configura "una ulteriore violazione delle libertà personale di ogni cittadino.
E così il partito separatista altoatesino Union fuer Suedtirol che ha annunciato una denuncia per la violazione della legge sulla riservatezza a carico dello stesso presidente del Consiglio: "Si dovrà chiarire - si spiega in una nota - in quale modo la presidenza del Consiglio sia riuscita a venire in possesso di tutti i numeri di cellulari degli italiani, senza alcuna eccezione, visto che i messaggi sono stati inviati anche ai minorenni".
Il Garante, riservandosi la valutazione, ricorda intanto le condizioni di invio di sms senza consenso degli utenti: un provvedimento del 12 marzo 2003 (consultabile sul sito
www.garanteprivacy.it) stabilisce che gli operatori di telefonia mobile possono inviare, in deroga al principio del necessario consenso degli interessati, messaggi sms "in casi di disastri e calamità naturali" e "per ragioni di ordine pubblico, igiene e sanità pubblica". "La deroga - si legge in una nota - è ammessa sulla base di un provvedimento d'urgenza dell'autorità pubblica competente".
(11 giugno 2004)
[Modificato da Selkis 11/06/2004 14.39]