per non dimenticare

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.ClaudiaP.
00lunedì 19 luglio 2010 11:34
io ancora mi commuovo.



"La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale che coinvolgesse tutti e specialmente le giovani generazioni, le più adatte a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, dell'indifferenza, della contiguità e quindi della complicità."
Astronascente86
00lunedì 19 luglio 2010 11:43

.ClaudiaP.
00lunedì 19 luglio 2010 11:54
il dolore della moglie di un uomo della scorta di Falcone.

Niña de Luna
00lunedì 19 luglio 2010 12:03



Ho i brividi [SM=x43607]
sanimma
00lunedì 19 luglio 2010 12:05
serberò èer sempre il ricordo di un grande uomo.......
.ClaudiaP.
00lunedì 19 luglio 2010 12:07


.ClaudiaP.
00lunedì 19 luglio 2010 12:16
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino sono due giudici siciliani che hanno dedicato la loro vita alla lotta contro la mafia.
Di loro si racconta infatti che quando erano ancora adolescenti giocavano a pallone nei quartieri popolari di Palermo e che fra i loro compagni di gioco c'erano probabilmente anche alcuni ragazzi che in futuro dovevano diventare uomini di "Cosa Nostra".


E forse proprio il fatto di essere siciliani, nati e cresciuti a contatto diretto con la realtà di quella regione, era la loro forza: Falcone e Borsellino infatti capivano perfettamente il mondo mafioso, capivano il senso dell'onore siciliano e capivano il linguaggio dei boss e dei malavitosi con cui dovevano parlare. Per questo sapevano dialogare con i "pentiti" di mafia, sapevano guadagnarsi la loro fiducia e perfino il loro rispetto.


Giovanni Falcone e Paolo Borsellino erano coetanei: il primo è nato a Palermo nel 1939, il secondo nel 1940.
Durante l'università - alla fine degli anni Cinquanta - Paolo Borsellino si iscrive al FUAN, un'organizzazione politica di estrema destra. È molto bello pensare che nessuno avrà mai il coraggio di rinfacciargli questa scelta: il suo comportamento è sempre stato così onesto e pulito che sia da destra che da sinistra si doveva necessariamente rispettarlo.
Nel 1963 entra in Magistratura: lavora in diversi tribunali e nel 1975 è trasferito al tribunale di Palermo, dove entra all'Ufficio istruzione processi penali sotto la guida di Rocco Chinnici.

Lavora con il capitano dei Carabinieri Emanuele Basile alla sua prima indagine sulla mafia e nel 1980 fa arrestare un primo gruppo di sei mafiosi. Nello stesso anno il capitano Basile viene assassinato.
Per la famiglia Borsellino la vita cambia e da quel momento in poi tutti vivranno blindati e continuamente protetti da una scorta.
Continua a lavorare senza tregua nel pool anti-mafia guidato da Rocco Chinnici, a stretto contatto anche con il suo amico Giovanni Falcone che nel 1979 era entrato anche lui all'Ufficio istruzione processi penali. Ma nel 1983 anche Rocco Chinnici viene assassinato dai mafiosi. Sembra la fine di un'esperienza che stava dando qualche risultato.

A Palermo, al posto di Chinnici, arriva Antonino Caponnetto che è assolutamente deciso a portare avanti il lavoro del suo predecessore. Con Falcone e Borsellino e altri bravi magistrati comincia allora l'avventura del pool anti-mafia.
In pratica i magistrati di Palermo cercano di combattere la mafia così come negli anni precedenti si era combattuto - e vinto - il terrorismo.
Nel 1983 altri due funzionari di Polizia Giuseppe Montana e Ninni Cassarà - stretti collaboratori di Falcone e Borsellino - sono uccisi dalla mafia
Ma grazie alla capacità dei magistrati di indagare e all'intelligenza di Falcone nel ricostruire la "geografia mafiosa" di quel periodo, un gran numero di mafiosi finisce in galera.


E finalmente Falcone e Borsellino riescono a mettere in piedi il famoso maxi-processo, un processo in cui sul banco degli imputati siedono ben 475 mafiosi che nel 1987 saranno condannati.


In realtà questa grande, grandissima vittoria è anche il principio della fine per i due magistrati e forse è anche la loro condanna a morte.
Antonino Caponnetto deve lasciare il pool per motivi di salute. Al suo posto, invece di Giovanni Falcone che ne era il naturale erede, va a finire un altro magistrato che in breve tempo scioglie il famoso pool antimafia. Comincia una stagione di veleni (Falcone è accusato di "protagonismo" e alla fine chiederà il trasferimento a Roma; a Borsellino vengono tolte le indagini sulla mafia a Palermo e gli vengono assegnate quelle di Agrigento e Trapani). L'unità delle indagini che aveva dato grandi risultati è così definitivamente distrutta.
Ma i due magistrati non abbandonarono la lotta: Falcone dopo il
1988 collabora ancora con Rudolph Giuliani, procuratore distrettuale di New York, e riesce a colpire le famiglie mafiose dei Gambino e degli Inzerillo, coinvolte nel traffico di eroina. E
quando è trasferito a Roma progetta la creazione di una Direzione Nazionale Antimafia per coordinare tutta la lotta alla mafia che si svolge in Italia. Falcone doveva esserne il Direttore.





Ma il 23 maggio 1992 - con un attentato spettacolare - la macchina di Falcone viene fatta esplodere sull'autostrada che collega Palermo e Trapani: 500 chili di tritolo che tolgono la vita a Falcone, a sua moglie Francesca Morvillo e a tre agenti di scorta.
Quando Falcone salta in aria, Paolo Borsellino capisce che non gli resterà troppo tempo. Lo dice chiaro: “Devo fare in fretta, perché adesso tocca a me”. Il 19 luglio dello stesso anno un'autobomba esplode sotto casa di sua madre mentre Paolo Borsellino sta andandola a trovare. Il magistrato muore con tutti gli uomini della scorta. Pochi giorni prima aveva dichiarato:

Non sono né un eroe né un Kamikaze, ma una persona come tante altre. Temo la fine perché la vedo come una cosa misteriosa, non so quello che succederà nell'aldilà. Ma l'importante è che sia il coraggio a prendere il sopravvento... Se non fosse per il dolore di lasciare la mia famiglia, potrei anche morire sereno.


|Lyuba|
00lunedì 19 luglio 2010 13:34
Ogni volta che leggo e guardo queste cose mi commuovo... [SM=x43607]
Questi due uomini hanno avuto una forza ed una determinazione indescrivibile! Non vi dimenticherò! [SM=x43601]
dongiovanni79
00lunedì 19 luglio 2010 17:00
Sarebbe ora che la nostra facoltà di Giurisprudenza dedicasse sia a Falcone che Borsellino un'aula in loro onore, come l'esempio più alto dello spirito del dovere e del sacrificio nella lotta, prima ancora che alla mafia, all'indifferenza ed al compromesso morale.
nekonika
00domenica 25 luglio 2010 11:33
Pensare che alla vigilia delle manifestazioni commemorative qualcuno danneggiava le statue in gesso dei due magistrati è inquietante.......così com'è inquietante il fatto che alle manifestazioni non siano scesi in piazza a protestare
tutti i siciliani. Mi sarei aspettata una partecipazione massiccia di siciliani che con rabbia protestavano contro l'ennesima offesa subita. Invece......

"Sono state danneggiate le statue in gesso di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, posizionate ieri pomeriggio nel centro di Palermo, in via Libertà, nei pressi del teatro Politeama. La scoperta è stata fatta, verso le 9.30, da una pattuglia dei carabinieri in transito in via Libertà. Le statue, realizzate dallo scultore palermitano Tommaso Domina, erano state posizionate sul marciapiede. Indagano i carabinieri della Compagnia piazza Verdi.

A poche ore dal ritrovamento delle due statue danneggiate, in varie parti della città sono stati strappati manifesti e locandine che pubblicizzano la tradizionale fiaccolata organizzata da Giovane Italia in memoria di Paolo Borsellino. In particolare, i vandali sono entrati in azione in piazza Politeama, corso Vittorio Emanuele, via Notarbartolo e Mondello.
Da La Repubblica/Palermo del 17/07/2010
MARTINA.SANNINO83
00domenica 25 luglio 2010 12:00
Re:
dongiovanni79, 19/07/2010 17.00:

Sarebbe ora che la nostra facoltà di Giurisprudenza dedicasse sia a Falcone che Borsellino un'aula in loro onore, come l'esempio più alto dello spirito del dovere e del sacrificio nella lotta, prima ancora che alla mafia, all'indifferenza ed al compromesso morale.




Infatti!!!!
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