La decisione è stata fortemente contestata dalla Procura di Catania
CATANIA - Era "fortemente depresso" a causa del regime di 41 bis. Con questa motivazione il Tribunale di Catania ha concesso gli arresti domiciliari a Giacomo Maurizio Ieni, 52 anni, indicato come il capo della cosca mafiosa Pillera. Detenuto dal 26 giugno del 2006, il presunto boss era sottoposto al carcere duro nel centro clinico del penitenziario di Parma.
Nella precedente udienza di uno stralcio del processo, Ieni era scoppiato in lacrime davanti ai giudici, sostenendo di "essere fortemente depresso e di non riuscire a stare in carcere". Il tribunale, accogliendo la richiesta del suo legale, l'avvocato Giuseppe Lipera, adesso gli ha concesso gli arresti domiciliari per "gravi motivi di salute", ritenendo che "l'affetto dei familiari" sarà per lui la terapia migliore per riprendersi e guarire.
Il tribunale ha escluso che Ieni stia recitando: "La lunga osservazione e numerosi accertamenti lo hanno escluso". Nel provvedimento i giudici hanno sottolineato come "il fatto che in tre anni ci sia stata una cronicizzazione del disturbo dà la misura della insufficienza della struttura carceraria a superare la condizione patologia". "La cronicizzazione della malattia - hanno scritto i giudici - è più che un aggravamento".
La decisione è stata però "fortemente contestata" dalla Procura di Catania, che si dice "estremamente sorpresa e sgomenta" sia "per la pericolosità sociale del soggetto" sia in considerazione del fatto che "nella perizie redatte non ce n'era alcuna che stabilisse che il suo stato di salute sia incompatibile con la detenzione in un centro medico, così come si trovava ristretto".