appello di Micromega per le nomine al CSM

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fulvio25
00giovedì 22 luglio 2010 12:21
temi.repubblica.it/micromega-appello/?action=vediappello&idappell...

"Per il Csm il Pd scelga nomi esemplari". Firma l'appello a Bersani di Camilleri, Hack e Flores d'Arcais

Stimato onorevole Bersani, sull’elezione del Csm lei e il suo partito potete rendere un servizio a tutto il paese. I magistrati hanno già eletto i loro sedici rappresentanti. Il Parlamento non si mette d’accordo sugli otto che deve esprimere. Cinque spettano alla maggioranza, tre alla minoranza.
Marco Travaglio ha fatto notare che sarebbe un ennesimo scandalo se, in forza di una lottizzazione, la scelta cadesse su personalità partitiche (per la minoranza si parlava di un esponente Pd, uno Idv, uno Udc) anziché su personalità di alta statura giuridica la cui estraneità alle cariche politiche costituirebbe garanzia di imparzialità.
L’onorevole Di Pietro ha accolto l’invito di Travaglio e ha proposto all’opposizione di scegliere tra cinque nomi: Borrelli, Cordero, Zagrebelsky, Grevi, Tinti. Sono nomi che onorano il paese. L’opposizione ha la forza di imporne tre. Il meccanismo del quorum è tale che un terzo dei parlamentari è sufficiente a bloccare ogni nomina. Berlusconi, i cui rappresentanti erano tre e ora saliranno a cinque, ha interesse a che le otto nomine vengano fatte.
Lei e il suo partito avete dunque, e in modo tecnicamente facile, la possibilità di imporre che almeno tre degli otto membri di nomina parlamentare rappresentino quella ipoteca di serietà e di moralità di cui l’Italia onesta e civile avverte un improcrastinabile bisogno.
Non tradisca queste aspettative, che sono anche di molti dei suoi elettori.

Andrea Camilleri
Margherita Hack
Paolo Flores d’Arcais

(22 luglio 2010)
fulvio25
00giovedì 22 luglio 2010 12:23
www.antoniodipietro.com/2010/07/csm_lidv_non_si_candida_all...

Il Parlamento, in seduta comune, è chiamato ad eleggere i componenti laici del nuovo Consiglio Superiore della Magistratura. Al riguardo, è sotto gli occhi di tutti come i partiti si stiano muovendo per scrivere l’ennesima brutta pagina della lottizzazione delle poltrone e del potere. Noi dell’Italia dei Valori dobbiamo denunciare questo andazzo anche al fine di evitare che si faccia di tutta l’erba un fascio.

Ciò premesso, segnalo qual è la nostra posizione su questa questione:

1 - l’Italia dei Valori non partecipa e non intende partecipare alle riunione che si stanno svolgendo nel retrobottega del Parlamento finalizzate alla spartizione di poltrone da parte dei partiti per sistemare proprie pedine all’interno del CSM;
2 - IDV non presenta né presenterà nominativi di propri esponenti politici come candidati a tali poltrone;
3 - IDV si batte e si batterà per estirpare la cattiva abitudine del Parlamento di nominare, come componenti laici del CSM, esponenti politici, siano essi parlamentari in carica o trombati da sistemare. Ciò perché, inserendo persone portate a prendere decisioni più per partito preso che per intima convinzione (almeno questa è l’impressione che tali nomine danno all’esterno), si lede l’autonomia dell’organo di autogoverno della magistratura;
4 - IDV si impegna a non votare per nessun candidato proveniente da precedenti esperienze parlamentari o da attività politiche, da qualsiasi partito egli provenga;
5 - tra i nominativi che IDV intende indicare – ma solo se gli interessati ci permetteranno di farlo – cito quelli del prof. Vittorio Grevi, (che vediamo bene anche come Vice Presidente del CSM), del prof. Gustavo Zagrebelsky, del dott. Bruno Tinti, del dott. Francesco Saverio Borrelli, del prof. Franco Cordero e di altri dello stesso calibro culturale e professionale;
6 - IDV condivide, infine, la determinazione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di demandare al nuovo CSM il compito di giudicare, ed eventualmente sanzionare, il comportamento dei magistrati che hanno avuto rapporti con la nuova P3, in quanto tra gli attuali componenti del CSM ce ne sono alcuni coinvolti e, quindi, in conflitto di interessi.
Paperino!
00giovedì 22 luglio 2010 12:24
Vediamo ora gli amichetti di Silvio del Pd come se ne escono [SM=x43625]
fulvio25
00giovedì 22 luglio 2010 12:25
soprattutto dopo lo schifo delle nomine dei presidenti delle corti d'appello (i vari marra, marconi & co.) mi sembra un'ottima iniziativa
maximilian1983
00giovedì 22 luglio 2010 12:52
Re:
fulvio25, 22/07/2010 12.21:

http://temi.repubblica.it/micromega-appello/?action=vediappello&idappello=391169

"Per il Csm il Pd scelga nomi esemplari". Firma l'appello a Bersani di Camilleri, Hack e Flores d'Arcais

Stimato onorevole Bersani, sull’elezione del Csm lei e il suo partito potete rendere un servizio a tutto il paese. I magistrati hanno già eletto i loro sedici rappresentanti. Il Parlamento non si mette d’accordo sugli otto che deve esprimere. Cinque spettano alla maggioranza, tre alla minoranza.
Marco Travaglio ha fatto notare che sarebbe un ennesimo scandalo se, in forza di una lottizzazione, la scelta cadesse su personalità partitiche (per la minoranza si parlava di un esponente Pd, uno Idv, uno Udc) anziché su personalità di alta statura giuridica la cui estraneità alle cariche politiche costituirebbe garanzia di imparzialità.
L’onorevole Di Pietro ha accolto l’invito di Travaglio e ha proposto all’opposizione di scegliere tra cinque nomi: Borrelli, Cordero, Zagrebelsky, Grevi, Tinti. Sono nomi che onorano il paese. L’opposizione ha la forza di imporne tre. Il meccanismo del quorum è tale che un terzo dei parlamentari è sufficiente a bloccare ogni nomina. Berlusconi, i cui rappresentanti erano tre e ora saliranno a cinque, ha interesse a che le otto nomine vengano fatte.
Lei e il suo partito avete dunque, e in modo tecnicamente facile, la possibilità di imporre che almeno tre degli otto membri di nomina parlamentare rappresentino quella ipoteca di serietà e di moralità di cui l’Italia onesta e civile avverte un improcrastinabile bisogno.
Non tradisca queste aspettative, che sono anche di molti dei suoi elettori.

Andrea Camilleri
Margherita Hack
Paolo Flores d’Arcais

(22 luglio 2010)




Borrelli, Cordero, Zagrebelsky, Grevi, Tinti:

insomma solo antiberlusconiani duri e puri, e per di più stretti "cooperatori" del "Micromega - pensiero"!
Insomma è come dire: "cari del Pd scegliete degli "imparziali" purchè siano della mia parte"!
gran generale
00giovedì 22 luglio 2010 16:34
ottimi nomi, tanto di cappello se verranno nominati

certo, è da vedere il Pd cosa farà.. ne vedremo delle belle
fulvio25
00venerdì 23 luglio 2010 12:23
Re: Re:
maximilian1983, 22/07/2010 12.52:




Borrelli, Cordero, Zagrebelsky, Grevi, Tinti:

insomma solo antiberlusconiani duri e puri, e per di più stretti "cooperatori" del "Micromega - pensiero"!
Insomma è come dire: "cari del Pd scegliete degli "imparziali" purchè siano della mia parte"!




possono anche essere vicini come dici tu al "micromega-pensiero" ma in ogni caso mi sembrano nomi di grande spessore giuridico e culturale, che sarebbero a mio avviso garanzia di terzietà ed imparzialità nello svolgimento delle loro funzioni (sicuramente meglio loro che un qualunque politico legato solo agli interessi del partito cui appartiene), che garantirebbero lo svolgimento delle loro funzioni con una preparazione ottima dal punto di vista giuridico (ed anche questo profilo mi sembra non di poco conto) e che permetterebbero di superare almeno per una volta la solita logica partitica di spartizione delle poltrone...

micromega ha semplicemente proposto dei nomi autorevoli che almeno nella forma (poi si dovrà vedere nella sostanza) sono garanzia di terzietà ed imparzialità proprio per la loro autorevolezza...non è che dice prendetevi i primi 5 fessi che vi dico io purchè siano dalla mia parte...
fulvio25
00sabato 24 luglio 2010 13:02
“Altro che giuristi indipendenti e di alto profilo, qui il rischio è che si formi un Consiglio superiore di avvocaticchi”. L’onorevole sfoga la sua rabbia col cronista nella fornace di piazza Montecitorio. Pretende l’anonimato, ma i nomi che il suo partito sta facendo circolare per Palazzo dei Marescialli proprio non gli piacciono.

L’appello lanciato da Margherita Hack, Andrea Camilleri e Paolo Flores d’Arcais su MicroMega (scegliete personalità di alta statura giuridica) sembra proprio caduto nel vuoto dell’accordicchio con l’Udc di Casini per la nomina di Michele Vietti come vicepresidente, e delle altre designazioni in perfetto stile lottizzatorio. Tanto all’area laica del Pd, tanto a quella cattolica.

Sono otto le nomine di membri “laici” che spettano al Parlamento, cinque alla maggioranza di governo, tre alla minoranza. I nomi che circolano sono quelli dell’avvocato Guido Calvi, già senatore, membro di importanti commissioni d’inchiesta, per l’area laica di osservanza strettamente dalemiana, e di Luca Petrucci, avvocato di Piero Marrazzo. Per l’area cattolica, dopo il no di Sergio Mattarella, rispunta, nonostante le smentite dei giorni scorsi, la candidatura del sindaco di Arezzo Giuseppe Fanfani, dell’ex sottosegretario prodiano Roberto Pinza, e di Marina Magistrelli, avvocato – ha difeso Ali Agca – e parlamentare di fede prodiana.

Trasparenza addio
Ma nel Pd scoppia la rivolta dei senatori. “Questa volta scegliamo noi e per tempo, non voterò un nome deciso su un divano di Montecitorio tra D’Alema e Casini, perché sono stufo di ricevere un bigliettino e dire sì a scatola chiusa”. Felice Casson, ex magistrato, è uno dei quaranta senatori che hanno firmato la lettera appello di Ignazio Marino ai vertici del Pd. “Nel 2006 votammo al buio e si è visto come è andata a finire, ora si deve discutere nella massima trasparenza e si deve decidere su chi votare. I nomi? Di altissimo livello, non c’è dubbio”. Non piace il metodo, piace ancora di meno l’accordicchio con Casini sul nome di Vietti. “Ma a chi contesta consiglierei di offrire una soluzione forte che riesca ad unire componenti togate e laiche del Consiglio e ad evitare che la vicepresidenza del Csm finisca nelle mani del centrodestra”, replica Andrea Orlando, responsabile Giustizia del Pd. Che smentisce tutte le indiscrezioni giornalistiche circolate in questi giorni: “Di nomi non abbiamo parlato, si stanno verificando più personalità in grado di conquistare i voti anche dei settori più moderati del plenum. Più che del metodo, lo ripeto, mi preoccuperei di evitare che Berlusconi conquisti anche Palazzo dei Marescialli”.

I “pizzini” di partito
Si preparano giorni di fuoco per Bersani. I quaranta senatori (da Franca Chiaromonte all’ex prefetto De Sena, dall’ex magistrato Gerardo D’Ambrosio all’ex sindacalista cofferatiano Paolo Nerozzi) chiedono in modo nettissimo che “il dibattito avvenga in maniera seria, rigorosa e in piena trasparenza e che sia rispettato, prima di ogni altro, il principio del merito. Discussioni di tale portata e delicatezza devono essere condotte all’interno del gruppo parlamentare in quanto unica sede preposta e non in altre, non ben identificate, sedi di partito”.

“Io non ho l’esperienza politica di leader con molte legislature alle spalle e che erano già leader nel secolo precedente come Massimo D’Alema e Dario Franceschini, ma ho esperienza di come si selezionano soggetti che devono svolgere funzioni delicate in altre parti del mondo”, ironizza il senatore Ignazio Marino. “Il metodo non può che essere quello della massima trasparenza per individuare personalità di altissimo profilo e indipendenti. Questa dovrebbe essere la bandiera del Pd: la scelta dei migliori per il bene del Paese. E invece i nomi che circolano non mi sembra che vadano in questa direzione. Spero che le cose che leggo in questi giorni su possibili accordi tra Bersani e Casini sul nome di Vietti, non siano vere. Altrimenti Bersani ci dovrà dire come facciamo a spiegare alla gente che al Csm voteremo chi ha partecipato alla depenalizzazione del falso in bilancio e si è astenuto sulla legge sul legittimo impedimento. In ogni caso, si deve discutere, io ho proposto dei nomi di altissimo profilo come il professor Grevi e l’avvocato Vittorio Angiolino, gli altri presentino personalità dai curricula più forti. Ma sia chiaro: non andrò a votare con un bigliettino del partito infilato in tasca, nessuno mi può chiedere questo”.

Anche la deputata Rosa Calipari ha scritto a Dario Franceschini, capogruppo dei deputati Pd. “Chiedo semplicemente che i parlamentari siano messi nelle condizioni di discutere, Franceschini mi ha assicurato che nei prossimi giorni si riuniranno gli uffici di presidenza dei gruppi, poi si vedrà”.
cuneo per la destra

Cuneo per la destra
Al Partito democratico parla anche il centrodestra con Maurizio Gasparri che avverte. ”Abbiamo appreso in queste ore che c’è una preclusione verso un candidato laico che non sia di centrosinistra. Si sta creando uno stallo in Parlamento. Voglio sapere, e lo chiedo alle istituzioni, se c’è una preclusione verso un candidato il cui profilo non sia coincidente con i desiderata della sinistra. Sono minoranza in Parlamento e nel Paese e trovo inaccettabile la pretesa di porre veti”.
Giubo
00lunedì 26 luglio 2010 22:17
Borrelli e Zagrebelsky mi starebbero anche bene. Parliamo di un magistrato con le palle,che non ha mai guardato in faccia a nessuno da tangentopoli in poi e di un costituzionalista con la c maiuscola.
Comunque io non condivido il fatto che vengano scelti i membri del csm anche tra avvocati e docenti universitari. Il Csm è per l'eccellenza l'organo di vertice della magistratura, i super partes dei super partes.
.pisicchio.
00martedì 27 luglio 2010 01:25
Re:
Giubo, 26/07/2010 22.17:

Borrelli e Zagrebelsky mi starebbero anche bene. Parliamo di un magistrato con le palle,che non ha mai guardato in faccia a nessuno da tangentopoli in poi e di un costituzionalista con la c maiuscola.
Comunque io non condivido il fatto che vengano scelti i membri del csm anche tra avvocati e docenti universitari. Il Csm è per l'eccellenza l'organo di vertice della magistratura, i super partes dei super partes.




Ma si...lasciamolo in mano ai magistrati, con le loro correnti (rectius: partiti)...

Cosi' il pm del processo a quel presentatore della rai morto di cancro (non mi sovviene il nome...) ha fatto carriera invece di essere mandato via a calci in bocca.

Ma perpiacere...

La colpa è tutta di Berlusconi. Il CSM andava riformato usando il bastone di ferro.

maximilian1983
00mercoledì 28 luglio 2010 23:52
Re: Re:
.pisicchio., 27/07/2010 1.25:




Ma si...lasciamolo in mano ai magistrati, con le loro correnti (rectius: partiti)...

Cosi' il pm del processo a quel presentatore della rai morto di cancro (non mi sovviene il nome...) ha fatto carriera invece di essere mandato via a calci in bocca.

Ma perpiacere...

La colpa è tutta di Berlusconi. Il CSM andava riformato usando il bastone di ferro.





Era Enzo Tortora. E quel giudice divenne procuratore capo a Torre Annunziata.
.pisicchio.
00giovedì 29 luglio 2010 02:35
Re: Re: Re:
maximilian1983, 28/07/2010 23.52:




Era Enzo Tortora. E quel giudice divenne procuratore capo a Torre Annunziata.




Esatto. Enzo Tortora. E quel giudice ha continuato a fare carriera come se nulla fosse.

Giubo
00giovedì 29 luglio 2010 13:50
vi riferite a Diego Marmo,per caso?
Giubo
00giovedì 29 luglio 2010 13:51
Marmo ho avuto modo di incontrarlo parecchie volte da quando frequento il tribunale di Torre Annunziata,ma a sentirlo parlare è convinto di non aver sbagliato con Tortora
rainbow83.
00giovedì 29 luglio 2010 14:44
Re:
Giubo, 29/07/2010 13.51:

Marmo ho avuto modo di incontrarlo parecchie volte da quando frequento il tribunale di Torre Annunziata,ma a sentirlo parlare è convinto di non aver sbagliato con Tortora




Io nn conosco bene la vicenda del pm Mauro ma posso dire due cose
1 che tutti possono sbagliare e ripeto tutti( io personalmente sono all'inizio e per ora nn riesco a vedere tutti gli aspetti della "macchina della giustizia"quindi preferisco tacere che dire str..)
2 il problema sull'applicazione della disciplina sulla responsabilità civile e disciplinare dei magistrati è una problematica diversa e complessa e che dal l. del 1988 anno di riforma della responsabilità dei magistrati nn si è mai avuto una sola applicazione)dopottutto basta vedere la trasmissione Chi l ha visto, nel caso elisa claps il pm Genovesi attaccava addirittura una sua testimone o nel caso della ragazzina di Bologna dove il sostituto procuratore diceva che la ragazzina era fuggita per poi scoprire amaramente anni dopo fu tristemente vittima di pedofili,questo sempre secondo me fa parte di un certo modo di lavorare maleo addirittura con menefreghismo che appartiene a determinate persone a prescindere da visioni politiche, dopottutto ci sono anche pm eccelenti tutto sta secondo me dallo spessore umano e poi professionale delle persone che scelgono la strada della magistratura spesso per finalità diverse.
termino col dire che tutti in un paese libero e democratico hanno diritto di partecipare alla vita politica del paese invece in Italia sembra che un pm o un giudice nn può fare il politico ma veramente mi chiedo senza disprezzo ma pensando a quel minimo di spessore culturale e di coerenza che deve accompagnare chi rappresenta una carica istituzionale in un paese come l'Italia dove il tasso di occupazione femminile è il più basso del vecchio continente,una showgirl può fare il ministro delle pari opportunità. io credo davvero che ci voglia una svolta in questo paese a partire dal CSM che deve essere rappresentato da elementi validi e quantomai lontani dalla vita politica.

maximilian1983
00giovedì 29 luglio 2010 15:36
Re:
Giubo, 29/07/2010 13.51:

Marmo ho avuto modo di incontrarlo parecchie volte da quando frequento il tribunale di Torre Annunziata,ma a sentirlo parlare è convinto di non aver sbagliato con Tortora




Certo, non ho ancora trovato uno che ammettesse di aver sbagliato in vita sua. Figuriamoci un magistrato...
Giubo
00giovedì 29 luglio 2010 16:36
concordo rainbow,direi che da questo punto di vista non è che l'Italia sia un esempio da seguire
giusperito
00giovedì 29 luglio 2010 18:43
questo è l'unico paese in cui un medico può essere condannato al risarcimento per un presunto errore (inventato dal magistrato) ed un magistrato non paga mai quando il danno è comunque allo stesso bene: la vita. Ma vi rendete conto che non c'è nulla di peggio di togliere la libertà ad un innocente? La vita è una sola, un solo anno di carcere è un danno immenso.
fulvio25
00sabato 7 agosto 2010 12:29

15 luglio 2010
Bruno Tinti

Mele marce al mercato del Csm

Tutti noi ogni tanto facciamo la spesa al supermercato; e, se non ci va di infilare il guanto di plastica, scegliere i frutti o le insalate migliori, infilarle nella busta di plastica, raggiungere la bilancia e ritirare lo scontrino (che rimane sempre appiccicato al guanto), tornare indietro smoccolando perché ci si è dimenticati il numero corrispondente al prodotto, ritornare alla bilancia, rifare la fila perché nel frattempo si è perso il posto, finalmente sbattere il sacchetto nel carrello; ecco, se non ci va di fare tutto questo, prendiamo un contenitore di frutta o verdura già confezionato. Semplice, rapido e pulito. Poi, quando arriviamo a casa, scopriamo che su 20 albicocche ce ne sono due troppo mature e una marcia. Pazienza, pensiamo, le altre sono buone.

Quattro o 5 anni fa, quando facevo ancora il magistrato, mi guadagnai beffe e rimproveri perché sostenni che i componenti del Csm dovevano essere sorteggiati. Dissi che al Csm ci andavano sempre gli stessi; non necessariamente le stesse persone (qualche volta capitava anche questo), ma lo stesso tipo di persone: gente che, fin dall’ingresso in magistratura, “studiava” per fare una carriera parallela. Il primo indispensabile passo era l’iscrizione a una “corrente” (Magistratura Democratica, Movimento, Magistratura Indipendente, Unità per la Costituzione), di cui scalare rapidamente la scala gerarchica. Raggiunto un sufficiente livello di potere, il passo successivo era l’Anm; componente del consiglio direttivo, presidente, segretario. E poi, al momento delle elezioni del Csm, il coronamento della carriera: la tua “corrente” ti “portava”. Tutti votavano per te e trionfalmente diventavi componente del Csm.

Che era meglio che macinare fascicoli dal mattino alla sera; ma che, soprattutto, ti spalancava le porte della carriera “parallela”. Presidente di commissione di qua, sottosegretario di là, consigliere giuridico di questo o quel ministro, assessore, presidente di Regione, di Provincia, di qualsiasi cosa che ti assicurasse un gettone di presenza e, soprattutto, la vicinanza al sole (che, come tutti sanno, più ti è vicino più ti scalda). Naturalmente con questi presupposti e con tanti debiti maturati nei confronti di chi ti aveva aiutato, anzi sospinto, lungo questo percorso, non era facile essere autonomi e indipendenti: per dire, non era proprio facile dire: “Io Pinco a fare il presidente del Tribunale di Roncofritto non ce lo mando; prima di tutto è una capra e poi comunque Pallo è molto più bravo; quindi voto per lui”. Perché a quel punto arrivavano tutti quelli che avevano spinto il tuo carretto per tanti anni e ti facevano notare che c’è il momento di prendere ma che arriva poi anche il momento di dare; e, molti, magari non tutti, “davano”.

Così, pensai io, i 16 da mandare al Csm li sorteggiamo: niente amici, niente padroni, niente debiti da saldare. Quattro anni di lavoro e poi tornano da dove sono arrivati. Insomma un bel pacchetto preconfezionato; tanto questa storia del guanto di plastica, della bilancia, dello scontrino etc non funzionava. Manco a dirlo, la cosa non è piaciuta quasi a nessuno e io mi sono accontentato di sapere che avevo ragione, che ero in anticipo sui tempi e che, presto o tardi...

Poi sono arrivate le storie di Marra, il presidente della Corte d’Appello di Milano, nominato dal Csm che l’ha preferito a un grande magistrato, Rordorf, che aveva fatto domanda per quello stesso posto (ne ho scritto su Il Fatto il 10 febbraio); del capo degli ispettori di Alfano, Miller, dell’Avvocato Generale presso la Cassazione, Martone, e del sottosegretario alla Giustizia, ex magistrato, Caliendo, che hanno partecipato a una cena con Denis Verdini, un Pdl, dove hanno discusso su come indurre la Corte costituzionale a gettare alle ortiche il Lodo Alfano; di Carbone, primo presidente di Cassazione, che è stato beneficato da un aumento dell’età pensionabile fatto apposta per lui e che si è raccomandato ad alcuni “potenti” perché gli trovassero qualcosa da fare dopo che fosse andato in pensione (a 78 anni!): qualcosa di sostanzioso, si capisce; e di Mancino che chiacchiera delle nomine che il Csm si appresta a fare con Lombardi, che non si capisce chi è né cosa fa; è uno che “sta in mezzo”, come si dice di questa gente da sottobosco politico.
Martone e Caliendo sono stati “correntisti”: pezzi grossi delle loro correnti, dell’Anm e del Csm; Caliendo ha fatto anche la sua brava “carriera parallela” e oggi è sottosegretario. Miller è l’uomo di fiducia di Alfano, il suo braccio armato contro i magistrati scomodi: è lui che ha capitanato le ispezioni a De Magistris e alla Procura di Salerno. Non c’è da meravigliarsi che l’Anm non si mostri troppo scandalizzata: è tutta gente figlia del sistema, sarebbe come spararsi nelle... gambe.

Così adesso mi chiedo: sarà arrivato il momento che questa cosa semplice semplice la capiscono? Che al Csm ci si va per sorteggio e non per merito politico; che dopo 4 anni si torna a spalare... fascicoli; che un magistrato non deve fare il capo di gabinetto, il sottosegretario, il presidente della Regione, l’assessore, il direttore generale di questo o quel ministero (a meno che prima non dia le dimissioni dalla magistratura). Che insomma chi fa il giudice non va a cena con i Verdini, gli Alfano, i Lombardi e i Carboni.
fulvio25
00sabato 7 agosto 2010 12:39

3 agosto 2010
Bruno Tinti

Quell’unanimità sospetta su Vietti

Così abbiamo il vicepresidente del Csm: Michele Vietti, Udc, avvocato. Lo hanno votato 24 componenti su 26, come dire tutti. E uno potrebbe pensare che si tratta di una buona cosa, che finalmente il consenso è confluito su una persona da tutti riconosciuta idonea per la carica: l’uomo giusto al posto giusto. Bè, non è così. Secondo la legge, il vicepresidente del Csm va scelto tra gli 8 componenti “laici”: sarebbero quelli che il Parlamento deve nominare, secondo la Costituzione, scegliendoli “tra professori ordinari di università in materie giuridiche e avvocati dopo quindici anni di servizio”. Già detta così, si capisce bene che quegli illusi dei Padri Costituenti pensavano a personalità di grande cultura giuridica e di assoluta indipendenza; ma è anche vero che se qualcuno di loro potesse vedere come oggi sono scelti i magistrati che compongono gli altri due terzi del Csm, probabilmente gli verrebbero le lacrime agli occhi.

Fatto sta che l’elezione del Csm è diventata presto un fatto di grande rilevanza politica. Le correnti della magistratura si sono impadronite della parte del Csm che gli toccava, quella dei componenti “togati”, i magistrati appunto; che vanno al Csm dopo una brillante carriera parallela nelle correnti e nei prestigiosi posti politici e parapolitici che le correnti gli assicurano; e poi la continuano salterellando di qua e di là, da un sottosegretariato a un più modesto posto di capo gabinetto. E i partiti si sono impadroniti dell’altraparte, lottizzando i componenti “laici”, le famose personalità che sono sempre meno “personalità” e sempre più cani da guardia, in grado di garantire il controllo del Csm per conto della maggioranza politica di turno.
Naturalmente il risultato di tutto questo è fetido; e l’ultima storia conosciuta, quella della P3, ne costituisce probabilmente la punta dell’iceberg.
Venendo all’attualità, non solo i partiti si sono scannati tra loro per mandare al Csm persone gradite alla dirigenza (significative sono state le proteste di Ignazio Marino che ha contestato al Pd la scelta verticistica dei due designati, Calvi e Giostra); ma soprattutto hanno orientato la loro scelta allo scopo di garantirsi che venisse eletto un vicepresidente “gradito” più o meno a tutti, mettendosi al riparo da scelte autonome del nuovo Csm che, lasciato da solo, chissà che cosa avrebbe deciso.

E così tutti i giochi si sono svolti all’insegna di Vietti, già designato vicepresidente a furor di popolo (di partiti, in verità), evidentemente tenendo conto di contatti riservati con i magistrati neo eletti che (tranne uno) sempre dalle correnti arrivavano e che dunque si supponeva potessero essere sensibili alle ragioni della politica. Insomma un modo migliore per esautorare il Csm delle sue prerogative e stabilire un asse collaborativo con la politica davvero non ci poteva essere.
I magistrati neoeletti ci sono stati; la loro appartenenza correntizia, attentamente valutata dai partiti, gli ha reso accettabile questa scelta etero diretta. Quelli del Pdl no, Area (la corrente di “sinistra”) non li vota; quelli del Pd no, Magistratura Indipendente e Unità per la Costituzione (le correnti di “centrodestra”) non li votano.

Vietti? Bè, è vero che è stato l’ispiratore della legge sulla depenalizzazione di fatto del falso in bilancio; è vero che a suo tempo fu favorevole alla stretta sulle rogatorie in modo da impedire le indagini sui conti detenuti all’estero da B (e da tutti gli altri evasori e truffatori); è vero che ha proposto l’“uovo di colombo” (la definizione è sua), il legittimo impedimento che “potrebbe anche essere incostituzionale ma intanto a noi serve una legge ponte fino al momento in cui sarà approvato il Lodo Alfano costituzionale con la definitiva (si illude) immunità di B.”; è vero insomma che la sua attività politica e legislativa è stata tutta prona agli interessi di B. Ma alla fine è all’opposizione (!), però non tanto (!), un vicepresidente così può andar bene “per tutte le stagioni”.E così i partiti si sono presi il Csm; e anche i magistrati che lo compongono; i membri “laici no, quelli li possedevano già prima. Eppure era arrivato il momento di dire no.

E come si sarebbe potuto fare? Votando per un vicepresidente che fosse l’esatto contrario di quello che si aspettava la politica. Non per Vietti dunque, al centro delle manovre dei partiti; e nemmeno per Calvio Giostra, proposti dal Pd e dunque troppo schierati; e nemmeno per Marini, amico di B. da lunga data e dunque ancora più schierato; e nemmeno per gli altri del Pdl, dove l’indipendenza intellettuale ed etica non è tanto ben vista. Ecco, potevano votare tutti per il Procuratore generale della Padania, Brigandì, una personalità che, per dirla con Pascarella “il mondo ce l’invidia e ce l’ammira”. Quando il Csm fosse stato governato con la sensibilità istituzionale di una persona di questo tipo, qualcuno che si chiedesse “ma che stiamo facendo?” forse lo avremmo trovato.
.pisicchio.
00sabato 7 agosto 2010 14:36
Ti ringrazio per aver postato questi due articoli. Sono fantastici. Tinti è uno dei pochi magistrati (ex) che ha provato a denunciare lo schifo delle correnti, ovvero la politicizzazione della magistratura.
fulvio25
00sabato 7 agosto 2010 19:54
Re:
.pisicchio., 07/08/2010 14.36:

Ti ringrazio per aver postato questi due articoli. Sono fantastici. Tinti è uno dei pochi magistrati (ex) che ha provato a denunciare lo schifo delle correnti, ovvero la politicizzazione della magistratura.




quoto sta cosa delle correnti è vergognosa...per questo forse la soluzione migliore sarebbe il sorteggio per i componenti togati e solo personalità di altissimo profilo in ambito giuridico-sociale (non personalità politiche) per quelli laici...
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