abolire il valore legale della laurea?

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fulvio25
00domenica 18 luglio 2010 22:36
LA PROPOSTA
"Basta con le lauree tutte uguali
più concorrenza tra gli atenei"
il deputato del Pdl Fabio Garagnani chiede di eliminare il valore legale del titolo di studio "Le università preparano in maniera diversa, ma la legge afferma che tutti sono preparati in maniera eguale a prescindere dal contenuto formativo"

ROMA - "Il valore legale della laurea sancisce un'uguaglianza che però non è sostanziale". In parole povere mette tutti allo stesso livello a prescindere dall'ateneo che l'ha rilasciata. "Il problema, però, è che le università preparano in maniera diversa, ma la legge afferma che tutti sono preparati in maniera eguale, con una forzata parificazione del titolo rilasciato dai diversi atenei, a prescindere dal contenuto formativo che sta dietro quel titolo" spiega il deputato del Pdl Fabio Garagnani lanciando la sua proposta di legge che delega il governo a cambiare radicalmente aspetto, e funzioni, al fatidico 'pezzo di carta'.

Questa la tesi di Garagnani: il valore legale della laurea mette tutti i laureati sullo stesso piano, mortificando le qualità dei più bravi, ed è di ostacolo ad una 'concorrenza virtuosa' fra atenei, schiacciando verso il basso l'offerta formativa. "Diversamente da quel che accade in altri Paesi -spiega il parlamentare del centrodestra - in Italia la laurea non costituisce un semplice titolo accademico, ma un vero e proprio certificato pubblico , consentendo la partecipazione a concorsi o l'esercizio di determinate professioni". Una scelta che risale al 1933 e che è stata confermata dalla riforma universitaria del 2004.

"Questo -prosegue Garagnani- ha ricadute negative per il futuro di molti giovani che, insieme alle loro famiglie, sono indotti a pensare che in qualunque università investano le proprie risorse, le possibilità di impiego successive alla laurea siano le medesime. Ciò è, artificialmente, valido solo per la pubblica amministrazione, ma è falso per il settore privato che, attraverso i ranking internazionali, conosce bene il differente valore delle università".

Insomma, con la parificazione dei titoli di studio le università italiane rischiano di diventare semplici 'fabbriche' di titoli, in assenza di una reale competizione tra un ateneo e l'altro. Abolire il valore legale della laurea, assicura Garagnani, "significherebbe ottimizzare la gestione delle risorse, eliminare sprechi, distorsioni e lauree 'facili', e porterebbe automaticamente ad una concorrenza virtuosa che riguarderebbe ogni aspetto saliente del sistema formativo universitario".
Tony1985
00domenica 18 luglio 2010 23:46
bhe se significherebbe dare più valore a me come persona che si fa il culo tanto alla FedII da chi sceglie facoltà più facili ben venga...ad esempio io darei meno valore alla laurea del suor orsola,agli istituti privati più precisamente..

il discorso è però complesso è anche normale che chi nasce a caserta possa scegliere la Sun per comodità e così chi nasce a Nola fa giurisprudenza alla partenope

cmq egoisticamente vedere premiati i miei sforzi farebbe piacere.
Adri84
00lunedì 19 luglio 2010 00:08
manco stessimo parlando di yale o harvard....
.pisicchio.
00lunedì 19 luglio 2010 00:38
Re:
Adri84, 19/07/2010 0.08:

manco stessimo parlando di yale o harvard....




SI vabbè...

Però, se ci pensi, il criterio ispiratore sarebbe lo stesso: non è la legge che mi dice chi è più preparato ma è il mercato, che riconosce una determinata università come più prestigiosa etc.

Ad ogni modo non si arriverà mai a nulla. Il Governo in carica non approverà mai una riforma del genere. Anzi, non approverà mai una riforma.
Paperino!
00lunedì 19 luglio 2010 03:00
Ma io non ho capito una cosa...
Siccome esistono laureifici come le Università telematiche, ad es, e quindi siccome le lauree non sono tutte eguali...
Questo qui propone di eliminare il valore legale della laurea cosicché io che mi sono smazzato alla Federico II mi ritrovo non solo la concorrenza nel pubblico dei laureifici...
Ma più in generale la concorrenza anche dei non laureati????
Ma che stiamo scherzando? Invece di pensare a togliere la licenza ad alcuni istituti ridicoli, si vuole distruggere del tutto e definitivamente il valore intrinseco della laurea?
E io che perdo tempo a fare alla FED II, si fa tutto con master ultrapagati dove ti insegnano subito i trucchi del mestiere e poi ti mandano a calci in culo a fare esperienza sul campo.
A quel punto voglio vedere chi mi può reggere il confronto...ma così l'accesso al lavoro sarà ancora più determinato dalla classe sociale e dal reddito...
E' assurdo. Pensassero a eliminare quella barzelletta delle Università telematiche e similia.
Tony1985
00lunedì 19 luglio 2010 09:43
Re:
Paperino!, 19/07/2010 3.00:

Ma io non ho capito una cosa...
Siccome esistono laureifici come le Università telematiche, ad es, e quindi siccome le lauree non sono tutte eguali...
Questo qui propone di eliminare il valore legale della laurea cosicché io che mi sono smazzato alla Federico II mi ritrovo non solo la concorrenza nel pubblico dei laureifici...
Ma più in generale la concorrenza anche dei non laureati????
Ma che stiamo scherzando? Invece di pensare a togliere la licenza ad alcuni istituti ridicoli, si vuole distruggere del tutto e definitivamente il valore intrinseco della laurea?
E io che perdo tempo a fare alla FED II, si fa tutto con master ultrapagati dove ti insegnano subito i trucchi del mestiere e poi ti mandano a calci in culo a fare esperienza sul campo.
A quel punto voglio vedere chi mi può reggere il confronto...ma così l'accesso al lavoro sarà ancora più determinato dalla classe sociale e dal reddito...
E' assurdo. Pensassero a eliminare quella barzelletta delle Università telematiche e similia.




sono d'accordissimo con te su questa cosa e ci metterei anche tutte le università private...
Ovviamente se abolire il valore legale della laurea significasse la più sfrenata liberalizzazione della professione forense, cioè master e pratica senza troppo studio allora dovrebbe tutta italia scendere in piazza per protestare....se invece da come ho capito significherebbe dare più valore al titolo accademico cmq necessario per accedere alla professione bhè ti ripeto che nn mi dispiacerebbe

Adri84
00lunedì 19 luglio 2010 10:05
Re: Re:
.pisicchio., 19/07/2010 0.38:




SI vabbè...

Però, se ci pensi, il criterio ispiratore sarebbe lo stesso: non è la legge che mi dice chi è più preparato ma è il mercato, che riconosce una determinata università come più prestigiosa etc.

Ad ogni modo non si arriverà mai a nulla. Il Governo in carica non approverà mai una riforma del genere. Anzi, non approverà mai una riforma.




quello che intendevo dire è che il livello dell'università italiana,paragonato a quello estero,soprattutto pensando ai college americani o inglesi,è così basso che sarebbe meglio prima pensare ad una riforma generale e strutturale degli atenei che a cose del genere
cioè qua il problema pare che è solo la presenza delle facoltà telematiche o private (ovviamente il discorso non riguarda solo la federico II o la facoltà di giurisprudenza in particolare)
giusperito
00lunedì 19 luglio 2010 21:49
Provate a cambiare prospettiva e a ragionare sul lungo periodo
Eliminato il valore legale della laurea le università verrebbero scelte dagli studenti sulla base delle possibilità formative. le università per sopravvivere dovrebbero necessariamente formare e quindi ridurre le cattedre inutile e valorizzare gli studi utili. Per quanto riguarda il discorso del master mi sembra che la prospettiva sia errata. Partiamo da una valutazione pratica. Il settore privato già richiede competenze che spesso le università non danno e che vengono fornite solo da alcuni master. Il costo dei master è elevato proprio perchè non c'è una reale concorrenza tra i master. Se l'università riuscisse a dare le stesse competenze dei master, il prezzo dei master dovrebbe necessariamente scendere e, quindi, non sarebbe un discorso solo per i ricchi (quale oggi è). In fondo si tratta di un'ipocrisia quella di fingere che oggi i laureati (a costi sufficientemente bassi) si ritrovino nelle stesse condizioni dei masterizzati :D. Se vogliamo parlare di giustizia sociale, dobbiamo garantire che tutti abbiano a prezzi accessibili le competenze. per quanto riguarda il discorso dei controlli contro le università telematiche, si tratta di una cattiva impostazione. Non sempre i controlli sono capaci di raggiungere i risultati sperati e spesso i costi di questi controlli sono superiori ai vantaggi. ora il problema si risolve se il controllo non lo deve fare lo Stato ma la società civile. Se la fed II dà competenze elevate ed il mercato richiede quelle competenze, allora il controllo non sarebbe necessario. Per il privato questo discorso già esiste, ma riguarda le competenze accessibili solo ai ricchi, per il pubblico il problema esiste perchè per diventare magistrato o notaio sappiamo benissimo che i cinque anni di studio sono serviti solo per adempiere alle formalità. Non siamo specializzati e l'accesso al settore pubblico cmq è mediato da altri corsi e costi.
goisis
00lunedì 19 luglio 2010 22:17
In Italia la qualità dell'università è troppo scadente.Abbiamo dei grandi eruditi ma ci forniscono una preparazione solo teorica e nozionistica senza alcuna esperienza pratica.Io per prima cosa metterei il numero chiuso (fatto con serietà però) a tutte le facoltà evitando quindi di far laureare cani e porci e soprattutto evitando di inflazionare il mercato del lavoro.
dolcis
00martedì 20 luglio 2010 10:11
ma non dovrebbero richiedere l'applicazione dell'uguagliana per tutti, obbligando tutte le università ad uniformarsi con i programmi di insegnamento? cioè non sarebbe molto più facile? e poi mica è la severità a fare da criterio selettivo sul nostro grado di preparazione [SM=x43667]


mah....
Mojo Pin
00martedì 20 luglio 2010 10:47
A me fa davvero ridere che un esponente del Governo attuale possa solo cimentarsi in un discorso del genere.
Il Decreto Ministeriale 43 del 2009, a firma dell'attuale ministro Gelmini, stabilisce che il 7% del Ffo ( per chi non lo sapesse il fondo di finanziamento ordinario, che accorpa circa il 90 % di entrate di un Ateneo) vada ripartito secondo criteri che privilegiano la qualità della didattica e della ricerca: simpatico però notare che il Ministro considera qualitativamente virtuoso un ateneo quando ha una ampia percentuale di studenti che si iscrivono al secondo anno avendo superato i due terzi degli esami del primo anno.

Insomma, se è il Governo in primo luogo a trattare il sistema universitario come un puro esamificio, che senso ha intaccare il valore legale dei titoli di studio?fermo restando che una modifica in tal senso sarebbe operante solo a livello nazionale, vietando la disciplina dell'UE l'abolizione a livello comunitario.
Ed ecco che proliferebbe il fenomeno delle università con sede legale all'estero e sedi operative in italia.
Insomma, la solita propaganda populista [SM=x43827]
Tony1985
00martedì 20 luglio 2010 10:50
Re:
giusperito, 19/07/2010 21.49:

Provate a cambiare prospettiva e a ragionare sul lungo periodo
Eliminato il valore legale della laurea le università verrebbero scelte dagli studenti sulla base delle possibilità formative. le università per sopravvivere dovrebbero necessariamente formare e quindi ridurre le cattedre inutile e valorizzare gli studi utili. Per quanto riguarda il discorso del master mi sembra che la prospettiva sia errata. Partiamo da una valutazione pratica. Il settore privato già richiede competenze che spesso le università non danno e che vengono fornite solo da alcuni master. Il costo dei master è elevato proprio perchè non c'è una reale concorrenza tra i master. Se l'università riuscisse a dare le stesse competenze dei master, il prezzo dei master dovrebbe necessariamente scendere e, quindi, non sarebbe un discorso solo per i ricchi (quale oggi è). In fondo si tratta di un'ipocrisia quella di fingere che oggi i laureati (a costi sufficientemente bassi) si ritrovino nelle stesse condizioni dei masterizzati :D. Se vogliamo parlare di giustizia sociale, dobbiamo garantire che tutti abbiano a prezzi accessibili le competenze. per quanto riguarda il discorso dei controlli contro le università telematiche, si tratta di una cattiva impostazione. Non sempre i controlli sono capaci di raggiungere i risultati sperati e spesso i costi di questi controlli sono superiori ai vantaggi. ora il problema si risolve se il controllo non lo deve fare lo Stato ma la società civile. Se la fed II dà competenze elevate ed il mercato richiede quelle competenze, allora il controllo non sarebbe necessario. Per il privato questo discorso già esiste, ma riguarda le competenze accessibili solo ai ricchi, per il pubblico il problema esiste perchè per diventare magistrato o notaio sappiamo benissimo che i cinque anni di studio sono serviti solo per adempiere alle formalità. Non siamo specializzati e l'accesso al settore pubblico cmq è mediato da altri corsi e costi.




Volendo hai ragione; ma proprio perchè dopo l'università per forza di cose come è la situazione oggi bisogna continuare a studiare e pure tanto quale sarebbe la soluzione giusta per gratificare chi cmq ha svolto un corso di studi migliore e più pesante? Nessuna come stanno oggi le cose,fanno bene quelli che si laureano presto e male in altre università tanto bisogna fare scuole di speciallizzazione e quant' altro... Proprio vedendo questa ingiustizia,io,che di destra non sono in questo sono per la più sfrenata liberalizzazione, vediamo poi sul campo chi è il migliore e magari chi per fare un esame ha davvero dovuto imparare qualcosa in più non avrà solo perso tempo...
Mojo Pin
00martedì 20 luglio 2010 10:58
Re: Re:
Tony1985, 20/07/2010 10.50:




Volendo hai ragione; ma proprio perchè dopo l'università per forza di cose come è la situazione oggi bisogna continuare a studiare e pure tanto quale sarebbe la soluzione giusta per gratificare chi cmq ha svolto un corso di studi migliore e più pesante? Nessuna come stanno oggi le cose,fanno bene quelli che si laureano presto e male in altre università tanto bisogna fare scuole di speciallizzazione e quant' altro... Proprio vedendo questa ingiustizia,io,che di destra non sono in questo sono per la più sfrenata liberalizzazione, vediamo poi sul campo chi è il migliore e magari chi per fare un esame ha davvero dovuto imparare qualcosa in più non avrà solo perso tempo...



Ma vedi tony, il problema non è solo la liberizzazione.
QUando si parla di offerta universitaria, cosi come tutti i mercati, non puoi non tenere conto della domanda.
La domanda italiana, quale è? Premesso che la media culturale (intesa come istruzione) è veramente bassissima, quali potrebbero essere le conseguenze di una università selettiva e qualitativamente valida?
CHe aumenterebbe il gap tra chi ha quel po di cultura e chi non ce l'ha .Ben venga quindi anche la telematica, se serve a far mettere sui libri e dare anche una sola infarinatura generale a gente che altrimenti passarebbe le sue giornate con novella 2000. QUando la media culturale italiana si sarà livellata allora avrà senso parlare di università selettiva.

PS dal mio discorso fuoriescono riferimenti alle università tecnico scientifiche, come medicina, ingegneria, informatica, ecc

M@R10
00martedì 20 luglio 2010 11:47
Per come vengono fatte le cose in italia...è meglio lasciare tutto cosi, altrimenti si corre il rischio che le lauree comprate da chi dicono loro avranno molto piu valore di quelle sudate sui libri

per me la soluzione piu "semplice" ed equa sarebbe quella di uniformare tutti i programmi degli esami base (nella stessa federico II non è giusto che chi fa l'esame con tizio porta un programma e chi lo fa con caio porta la metà)

Tornando sull'abolizione del valore legale delle lauree...chi si iscriverebbe piu non so alla partenope se dopo la sua laurea vale poco piu di niente? tutti si iscriverebbero alle università piu "quotate" con ripercussioni negative date dal sovraffollamento (noi di giurisprudenza della federico II già stiamo bene cosi...figuriamoci)
giusperito
00mercoledì 21 luglio 2010 13:03
Re: Re: Re:
Mojo Pin, 20/07/2010 10.58:



Ma vedi tony, il problema non è solo la liberizzazione.
QUando si parla di offerta universitaria, cosi come tutti i mercati, non puoi non tenere conto della domanda.
La domanda italiana, quale è? Premesso che la media culturale (intesa come istruzione) è veramente bassissima, quali potrebbero essere le conseguenze di una università selettiva e qualitativamente valida?
CHe aumenterebbe il gap tra chi ha quel po di cultura e chi non ce l'ha .Ben venga quindi anche la telematica, se serve a far mettere sui libri e dare anche una sola infarinatura generale a gente che altrimenti passarebbe le sue giornate con novella 2000. QUando la media culturale italiana si sarà livellata allora avrà senso parlare di università selettiva.

PS dal mio discorso fuoriescono riferimenti alle università tecnico scientifiche, come medicina, ingegneria, informatica, ecc




Ripeto un concetto che ho già espresso altrove. L'università non è la sede dello sviluppo culturale, ma la sede della tecnica. L'istituzione non può fare cultura e spt non può essere considerato veicolo di cultura. La scuola non a caso insegna Manzoni e majakovskij. La nostra università ha esami come ecclesiastico, ma non ha esami di marketing. Ora si tratta di una scelta "culturale" imposta dall'alto che in quanto tale non può essere culturale.
L'aumento del livello culturale è un discorso che prescinde dalle conoscenze giuridiche o di altra natura tecnica, ma riguarda unìaltra impostazione dove la libertà dei percorsi di conoscenza è la chiave determinante. L'università dovrebbe fornire saperi tecnici e dovrebbe lasciare alle persone la possibilità di determinare il proprio percorso di specializzazione. Tale possibilità si presenta solo laddove le universiutà siano aperte al mercato e siano costrette a differenziare la loro offerta e a specializzare. Facciamo un esempio pratico. Prendiamo le sspl. Tutti sappiamo che sono inutile e non formative (per questo poi si fanno i corsi a pagamento costosi ma specializzanti), ma molti le scelgono perchè il titolo ha valore legale e serve per partecipare ai conocorsi. Allora si presenta la vera differenza che viene fatta dai soldi e non dal merito. Si tratta di vincoli alle potenzialità assurdi.

Per quanto riguarda il discorso sovraffollamento la questione dovrebbe essere letta in modo meno banale.
Le altre università non hanno interesse a chiudere (spt quelle private) e quindi dovrebbero migliorare la loro offerta formativa per mettersi in pari con quanto richiesto dal mercato e a quel punto gli spostamenti sarebbero praticamente nulli. Posto anche che in un primo periodo lo spostamento degli studenti sarebbe massiccio, il problema sarebbe risolto dalla maggiore produttività dei professori universitari. Una proposta del genere infatti costringe le università a fornire un prodotto di qualità molto elevata e, quindi, indirettamente richiede ai professori e agli assistenti più presenza e più lavoro. Per quanto riguarda le strutture credo che non sarebbe difficile utilizzare meglio spazi completamente abbandonati come per esempio il dipartimento di romano a mezzocannone 8.

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