Taxes are not beautiful

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connormaclaud
00giovedì 2 ottobre 2014 08:00
tratto da : www.ilfoglio.it/articoli/v/121409/rubriche/inghilterra-tasse-taxes-are-not-beaut...


Ad aprile il governo inglese abolirà la tassa di successione sul capitale dei fondi pensione, tassa oggi del 55 per cento. Tralasciando le tecnicalità di un sistema basato molto sulla previdenza integrativa, ne beneficeranno gli eredi di oltre 400 mila pensionati che ora, e pur con la superimposta, preferiscono ritirare i soldi a una rendita aggiuntiva alle pensioni. Ma, come ha detto il cancelliere dello Scacchiere George Osborne, l’obiettivo è di principio: “Incoraggiare gli anziani a godersi liberamente il denaro, ed eventualmente lasciarlo ai loro cari anziché al fisco”.



Alla vigilia delle elezioni 2015, i Tory strizzano certo l’occhio a due o tre generazioni; giusto mentre i laburisti chiedono di aumentare l’imposta sulla casa. Ma soprattutto Londra porta avanti un percorso di alleggerimento fiscale attuato con tagli alla spesa: corporate tax ridotta al 20 per cento, mentre in Italia le imprese pagano tra imposte, contributi e burocrazia quasi il 60; cinque punti in meno sulle persone fisiche, cioè il 35 per cento di pressione contro il 44 dell’Italia; ulteriori riduzioni per le giovani coppie; tagli sulle accise di carburanti ed energia. Quando David Cameron si insediò a Downing Street, nel 2010, i laburisti e vari paludati analisti previdero una Gran Bretagna ridotta alla povertà: oggi il pil cresce del tre per cento, più di tutti gli altri paesi industrializzati, la disoccupazione scende al sei. Il deficit si è dimezzato, il debito è al di sotto della media Ue, e 40 punti in meno che da noi. Certo, gli inglesi non hanno i vincoli dell’euro, la loro Banca centrale non aveva una Bundesbank con cui contrattare. Ma il coraggio di voler essere sempre liberi padroni dei loro soldi, quello sì.

© FOGLIO QUOTIDIANO
giusperito
00giovedì 2 ottobre 2014 11:44
Non che la BCE sia esente da colpe, ma le scelte inglesi non mi sembrano tanto lontane dai consigli della BCE.

Detto ciò, Camerone ebbe il coraggio di fare una manovra da 90 miliardi di euro appena insediato, mentre qui in Italia Tremonti continuava a sostenere che tutto andava bene.
trixam
00sabato 11 ottobre 2014 18:31
Se questo è il livello degli articoli del foglio devo dire che il giornale ha avuto un tracollo totale.

La notizia è vecchia di 6 o 7 mesi da quando il governo presentò il progetto di budget, suppongo che l'abbiano tirata fuori per supportare le idee renziste sul tfr in una logica da cartesianesimo alcolico.

Ovviamente seguendo la first rule del buon giornalismo italico non ci hanno capito un piffero. Non c'è nessuna tassa di successione abolita.
Per coloro che aderiscono a schemi di previdenza privato era previsto che al momento di andare in pensione facessero una scelta: o prendere i soldi ed in questo caso essere sottoposti ad un prelievo del 55% o in alternativa convertire il montante pensionistico per avere una integrazione della pensione(che poi dovrebbe essere lo scopo di avere un fondo pensione privato). Ovviamente data l'aliquota punitiva sul prelievo in contanti praticamente tutti prendevano la rendita.
Con il nuovo schema si potrà riavere subito il capitale con un regime che prevede un 25% di esenzione mentre sul restante 75% si applica l'aliquota marginale di competenza del soggetto.

La mossa è non molto diversa da una furbata. In un periodo di crisi l'atteggiamento che prevale è quello di "prendi i soldi e scappa" e praticamente tutti prenderanno i soldi e li spenderanno. Questo consentirà all'economia britannica di mantenere un buon tasso di crescita nel periodo elettorale permettendo al governo di comprarsi la rielezione e allo stato affamato di entrate di avere maggior gettito sotto forma dell'imposta sui consumi(vat) e di quelli sui redditi data dalla base imponibile tassabile del capitale pensionistico.

Tutti contenti quindi? Non proprio. Diciamo che si pongono almeno due problemi interessanti.
Il primo è quello del paternalismo. Per noi liberali il paternalismo è il nemico pubblico numero uno. Mi ricordo una decina di anni fa di questi tempi ai primi mesi dell'università che c'erano due cose che mi ossessionavano: le tette delle mie compagne e il paternalismo.
Lo vedevo ovunque, anche il modo in cui l'impiegata della mensa ti dava il piatto mi sembrava paternalista.

All'epoca il tema era oggetto di un acceso dibattito seguito alla pubblicazione del noto paper di Sunstein e Thaler sulla Chicago Law Review "Libertarian Paternalism Is Not An Oxymoron" che batteva molto sul tema del risparmio e delle pensioni.

Il provvedimento del governo Cameron è antipaternalistico e incoraggia la responsabilità individuale ma non contiene adeguati disincentivi contro l'azzardo morale, che cosa succede quando dopo aver preso i soldi molti li finiranno rimanendo poi in mutande? Li lasciamo in mutande o li salviamo?
Questo è un tema classico del sistema di previdenza, nessuno può sapere quando morirà(a meno che non provveda a suicidarsi) e per questo si è obbligati di fatto a scambiare il risparmio nel salvadanaio con la rendita pubblica o privata.

Il secondo elemento è la natura della crescita. La GB cresce ma non significa che non abbia rilevanti criticità.
La crescita inglese è fatta di credito al consumo e mutui che hanno prodotto negli ultimi anni un crollo significativo della propensione al risparmio.
Fondamentali sono stati strumenti come l'help to buy che è un enorme sussidio pubblico all'acquisto di immobili che ha fatto rapidamente ritornare i prezzi a livelli precrisi tanto che oggi a Londra parlare di bolla immobiliare è riduttivo, non esprime il concetto.
Si tratta di un giochino che conosciamo prodotto dalla natura che stanno assumendo le nostre democrazie dove crescono fenomeni di polarizzazione che producono paralisi politiche alle quali i politici rispondono incoraggiando o guidando espansioni del credito che servono a calmierare la situazione.
Il piccolo problema è che poi il sistema può scoppiarti in faccia, lo abbiamo imparato nel 2008.

Personalmente sono piuttosto deluso da Cameron che avevo convintamente sostenuto nel 2010. Non si può dire che sia stato un grande primo ministro.
Non ha mai nemmeno lontanamente avuto la decisione di Thatcher e Blair, ha faticato a controllare il partito e la maggioranza.
Non è intervenuto su nessuno dei temi della cosiddetta grande società sbandierata 4 anni fa. Non ha tagliato davvero la spese, nonostante la mitologia dell'austerità; non ha fatto niente sul sistema pensionistico che rischia una deriva italica con sistemi di indicizzazione che ricordano molto il nostro retributivo.
Soprattutto non è intervenuto in alcun modo sugli incentivi del sistema sociale che produce sacche enormi di parassitismo; ci sono interi quartieri in svariate città britanniche, tipo Manchester e Birmingham, dove la gente vive solo del sistema di sussidi slegato da incentivi.
La sua grande fortuna è di avere un avversario che quando si sveglia la mattina si pone profondi interrogativi tipo se un leader progressista debba farla in piedi o seduto in nome delle pari opportunità.

Poi chiaramente se si fa il confronto con paesi falliti come l'italia parliamo del paradiso terrestre. Non a caso 45.000 giovani italiani si sono trasferiti a Londra nell'ultimo anno facendone ormai una Little Italy.
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