Strage di Bologna: la verità si avvicina

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trixam
00domenica 1 agosto 2010 13:59
Il 2 Agosto 1980 una bomba esplode alla stazione di Bologna, muiono 85 persone e 200 rimangono ferite.
Si tratta di una delle più gravi stragi della storia repubblicana. Per quell'atto sono stati condannati all'ergastolo,
al termine di una vicenda giudiziaria complessa e tormentata, i militanti neofascisti Giuseppe Fioravanti e Francesca Mambro, a 30 anni
il neofascista Luigi Ciavardini. Tutti e tre come esecutori materiali della strage.
Sono stati poi condannati Licio Gelli, insieme ad altri esponenti della p2, e Francesco Pazienza,
per depistaggio. Nella stazione di Bologna, sulla stele che ricorda i nomi dei morti, vi è la scritta: "strage fascista".
Le sentenze della magistratura non hanno mai detto nulla però sui mandanti della strage e sul suo movente.
Molto probabilmente, perchè si tratta di una clamoroso errore giudiziario.
Basta pensare che la condanna contro i neofascisti, si basa su un solo testimone oculare, sarti, smentito dai suoi stessi familiari.
La verità politica, che vuole la Bologna rossa, partigiana e antifascita, dimostrazione del comunismo dal volto umano, colpita
dalla barbarie fascista ispirata dai servizi deviati e dai soliti apparati occulti, ha vinto sulla ricerca della reale verità.
Gli stessi familiari delle vittime si scagliano contro coloro che si fanno domande sulla strage, bollandoli come depistatori.

Negli ultimi anni inchieste rigorose della commissione Mitrokhin e di giornalisti di destra e sinistra hanno portato alla scoperta di una
verità completamente alternativa. Il blogger Gabriele paradisi ha pubblicato un libro che ripercorre tutte le verità negate su Bologna.
Il libro si chiama Bologna- La pista segreta.
La strage di bologna fu voluta dal terrorismo palestinese, ed eseguita dall'organizzazione del terrorista Carlos,
tramite il terrorista tedesco Thomas Krahm.
Negli anni settanta il governo Moro aveva concluso un accordo segreto con le organizzazioni palestinesi, meglio noto come Lodo Moro,
con il quale si impegnava a non ostacolare le operazioni del terrorismo palestinese in cambio dell'impegno a non realizzare
attentati sul territorio italiano. Un raro esempio di real politik.
Nel 1979 ad Ortona i carabinieri arrestano un gruppo di persone per traffico di armi, tra essi c'è Abu saleh, capo dei palestinesi in italia.
I quattro vengono processati per direttissima e sahef condannato a sette anni.
La reazione palestinese è veemente. Il presidente Cossiga, all'epoca presidente del consiglio, ha testimoniato di uno strano messaggio
arrivato dall'"ambasciatore" palestinese in italia: "I missili sono nostri, dovete ridarceli e liberare Saleh".
Nei mesi successivi si registrano messaggi inquietanti. Il colonnello Giovannone, capo dei servizi informativi del sismi in Libano,
manda una serie di informative allarmanti in cui denuncia la rabbia palestinese e i preparativi per una rappresaglia contro l'Italia.
L'11 Luglio 1980 una informativa dell'UCIGOs mette in guardia contro la possibilità di una rappresaglia palestinese.
Il 2 Agosto la strage. Già il 5 Agosto, in una informativa della questura, figura il nome di Kram(la cui presenza a Bologna il giorno della
strage è certa) che però viene misteriosamente ignorato per 25 anni. Fino ai giorni in cui la commissione Mitrokhin non riprende ad indagare sulla strage.
La commissione ha visionato documenti dei servizi segreti ungheresi Avh e della Stasi, il servizio segreto della germania est,
scoprendo non solo che la Stasi aveva una influenza decisiva sulle Br, in un documento del 1977 si parla "di Br eterodirette", ma che
Kram collaborava con la Stasi stessa. é documentato un inctro della fine del 1979 tra Kram e Carlos, in cui molto probabilmente si concordarono
le modalità della strage.
Gabriele Paradisi ha poi scoperto un documento eccezionale rimasto misteriosamente sepolto per 23 anni al tribunale di Venezia.
Si tratta di un appunto manoscritto sequestrato a Giovanni Senzani, in cui il capo brigatista faceva un resoconto di un incontro parigino (all’Hyperion) con Salah Kalaf alias Abu Ayad. Ad un certo punto c’è questa frase: “Gli ultimi attentati gravi in Europa (Sinagoga, BO e Trieste (?)) possono essere letti in questa chiave internazionale”.
Sinagoga si riferisce quasi certamente all'attentato alla sinagoga parigina di Rue Copernic(4 morti e 30 feriti) dell'ottovre del 1980.
Trieste è difficile da decifrare e il punto interrogativo è espressione dei dubbi dell'estensore, per il giudice Rosario Priore si tratta di
un attentato del 1972, ma sembra troppo datato. Il secondo però indica una sigla chiara BO, per Priore non ci sono dubbi: si tratta della strage
di Bologna.
I misteri però continuano. Nel 2007 Kram rilascia una intervista al Manifesto, qui succede una cosa davvero strana.
Interrogato sulla Mitrokhin, Kram si mostra molto informato e cita un rapporto di polizia contenuto nella relazione di minoranza del centrosinista.
Paradisi ha dimostrato che il rapporto di polizia è stato clamorosamente manipolato per dare una spiegazione plausibile, ed alternativa, della
sua presenza a bologna quel giorno. Un altro mistero.

In seguito a queste indagini, la procura di Bologna ha aperto una nuova inchiesta sulla strage, portata avanti prima con scarsa convinzione
dal Pm Giovagnoli ed ora con nuovo vigore dal sostituto Cieri. Nel 2008 Giovagnoli ha fatto una rogatoria ed ha interrogato Kram che si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il nuovo Pm è andato a scavare negli archivi ungheresi e in quella della stasi ed ora ha chiesto una nuova rogatoria per interrogare di nuovo Kram. Forse questa volta Kram potrebbe rispondere, in quanto attualmente ha chiuso i conti la giustizia tedesca e non rischia più niente. Forse la verità è più vicina.
Paperino!
00domenica 1 agosto 2010 18:10
Mah, se anche uscisse ora una "verità", nulla ci garantisce che sia migliore di quella dell'80...
Se questo Kram avesse saputo qualcosa di compromettente e non rischiasse più nulla, a questi livelli lo avrebbero probabilmente eliminato da tempo.
Nella verità ci spero sempre, ma non avendola di mio già prima che si trovi, accolgo col dovuto scetticismo ogni proclamazione pomposa... [SM=x43806]
trixam
00lunedì 2 agosto 2010 23:23
L'opinione del giudice Rosario Priore

La strage di Bologna come reazione del terrorismo palestinese all’arresto di un responsabile di alto livello del Fronte popolare, che aveva la sua base operativa proprio nel capoluogo emiliano. A evocare un simile scenario è Rosario Priore, giudice istruttore di alcuni dei più importanti processi della storia giudiziaria italiana, dall’eversione nera e rossa al caso Moro fino alla strage di Ustica e l’attentato a Giovanni Paolo II.

Presentando alla sala del Cenalcolo della Camera il libro-intervista scritto con Giovanni Fasanella (“Intrigo internazionale: perché la guerra in Italia. Le verità che non si sono mai potute dire”), il magistrato ripercorre le possibili tappe che potrebbero aver portato alla strage del 2 agosto. “Nel novembre del ’79 avevamo arrestato a Ortona tre autonomi romani (Daniele Pifano, Giuseppe Nieri e Giorgio Baumgartner, ndr) che stavano trasportando due missili terra-aria bulgari, destinate ai terroristi palestinesi – afferma Priore -. Quell’operazione portò anche all’arresto di Abu Anzeh Saleh, un dirigente del Fronte popolare che era il responsabile dell’organizzazione in Italia.

L’organizzazione pretendeva assolutamente la liberazione di questa persona, perché la ritenevano una violazione del ‘lodo Moro‘ (basi logistiche in Italia in cambio della non belligeranza, ndr)”. Nonostante un comunicato ufficiale del Comitato centrale del Fplp, Saleh invece condannato dal Tribunale di Chieti e la sentenza venne poi confermata dalla Corte di Appello dell’Aquila.

“I messaggi che si scambiavano le nostre polizie sono inequivocabili e fanno un riferimento diretto all’ipotesi di una grande strage nel nostro Paese – prosegue Priore -. Ricordo una comunicazione del direttore del Sisde, Grassini, che poco prima del 2 agosto diceva ‘siamo agli ultimi giorni, si sente parlare di una rappresaglia pesantissima’”. Per il magistrato, insomma, nessuna trama nera ma una matrice internazionale, la stessa che potrebbe essere dietro la strage di Natale a san Benedetto Val di Sambro. Una convinzione maturata leggendo “le relazioni dei servizi orientali”.

“Probabilmente anche quella strage – spiega Priore – fu dovuta all’arresto di un terrorista, fermato a Fiumicino con le valigie piene di esplosivo”. Il risultato della mancata liberazione fu un nuovo sanguinoso attentato, dovuto al peso di organizzazioni internazionali, come il Fronte popolare palestinese o il gruppo di Carlos, che avevano “una forza tale da imporre rappresaglie enormi”. Priore ha ricordato come anche la Francia abbia subito pressioni dal gruppo di Carlos a causa dell’arresto di due membri dell’organizzazione. “Per due anni ci fu una seria impressionante di attentati su treni veloci nelle stesse modalità con cui avvennero in Italia, che finirono solo quando i due vennero espulsi dal Paese”.
trixam
00lunedì 2 agosto 2010 23:39
Re:
Paperino!, 01/08/2010 18.10:

Mah, se anche uscisse ora una "verità", nulla ci garantisce che sia migliore di quella dell'80...
Se questo Kram avesse saputo qualcosa di compromettente e non rischiasse più nulla, a questi livelli lo avrebbero probabilmente eliminato da tempo.
Nella verità ci spero sempre, ma non avendola di mio già prima che si trovi, accolgo col dovuto scetticismo ogni proclamazione pomposa... [SM=x43806]




Ma che significa? La verità o è verità o non lo è.
Le prove ci garantiranno che sia la verità, e qui ce ne sono una montagna.
Io ho fiducia nel nuovo Pm che non ha il prosciutto ideologico sugli occhi, spero lo lascino arrivare fino in fondo.
Qui l'unica cosa pomposa è l'arroganza con cui da 30 anni ci raccontano cazzate.
Una democrazia senza verità, non è democrazia.
Senza verità, le vittime non possono avere giustizia.

Su Kram non credo abbia molto senso. Mi sembra un po' una cosa da romanzo di Sciascia, se il possibile testimone è vivo la cosa non è credibile, se muore si. Forse è la tendenza che si registra in certe aule di tribunale dove invece delle testimonianze, si fanno le sedute spiritiche con i figli che raccontano quello che pensavano i padri.
Kram nel 2008 si è avvalso della facoltà di non rispondere, motivando questa scelta con il fatto che era coinvolto in altri procedimenti penali in Germania relativi ad atti di terrorismo degli anni ottanta. Oggi questi procedimenti sono conclusi. Kram è stato rimesso in libertà condizionata, la polizia e i servizi tedeschi lo tengono sotto costante controllo.
Per questo dico che forse, oggi, potrebbe accettare di testimoniare. Il Pm cieri il 16 febbraio ha chiesto di interrogarlo, tra qualche mese sapremo come Kram si comporterà.
Comunque anche senza la sua testimonianza c'è un quadro probatorio abbastanza solido, per istruire il processo. Basta pensare che in Ungheria ci sono le intercettazioni tra Kram e Carlos, basta andare a prenderle. In italia per una intercettazione ci faremmo uccidere, e queste non le prendiamo?
Ci sono le relazioni dei servizi segreti mediorientali, ad esempio i siriani, consultate dal giudice priore.
In italia facciamo i processi sulle chiacchiere, e qui con tutti questi elementi, non facciamo un processo?
...Leon...
00martedì 3 agosto 2010 00:28
Re: Re:
trixam, 02/08/2010 23.39:




Ma che significa? La verità o è verità o non lo è.
Le prove ci garantiranno che sia la verità, e qui ce ne sono una montagna.
Io ho fiducia nel nuovo Pm che non ha il prosciutto ideologico sugli occhi, spero lo lascino arrivare fino in fondo.
Qui l'unica cosa pomposa è l'arroganza con cui da 30 anni ci raccontano cazzate.
Una democrazia senza verità, non è democrazia.
Senza verità, le vittime non possono avere giustizia.

Su Kram non credo abbia molto senso. Mi sembra un po' una cosa da romanzo di Sciascia, se il possibile testimone è vivo la cosa non è credibile, se muore si. Forse è la tendenza che si registra in certe aule di tribunale dove invece delle testimonianze, si fanno le sedute spiritiche con i figli che raccontano quello che pensavano i padri.
Kram nel 2008 si è avvalso della facoltà di non rispondere, motivando questa scelta con il fatto che era coinvolto in altri procedimenti penali in Germania relativi ad atti di terrorismo degli anni ottanta. Oggi questi procedimenti sono conclusi. Kram è stato rimesso in libertà condizionata, la polizia e i servizi tedeschi lo tengono sotto costante controllo.
Per questo dico che forse, oggi, potrebbe accettare di testimoniare. Il Pm cieri il 16 febbraio ha chiesto di interrogarlo, tra qualche mese sapremo come Kram si comporterà.
Comunque anche senza la sua testimonianza c'è un quadro probatorio abbastanza solido, per istruire il processo. Basta pensare che in Ungheria ci sono le intercettazioni tra Kram e Carlos, basta andare a prenderle. In italia per una intercettazione ci faremmo uccidere, e queste non le prendiamo?
Ci sono le relazioni dei servizi segreti mediorientali, ad esempio i siriani, consultate dal giudice priore.
In italia facciamo i processi sulle chiacchiere, e qui con tutti questi elementi, non facciamo un processo?



La verità materiale non potrà mai essere accertata.
Esiste la verità processuale: quella è stata già affermata, ed è meno intelligente di quel che sembri diffidare di un' indagine andata avanti per tanti e tanti e tanti anni.
Ma non è questo il punto.

Parlare di "pomposa arroganza con la quale ci raccontano cazzate": mi mi sembra di sentire Bossi ed i pulpiti razzisti del suo partito.
Con tutto il rispetto, non una grande argomentazione.
trixam
00martedì 3 agosto 2010 01:10
Re: Re: Re:
...Leon..., 03/08/2010 0.28:



La verità materiale non potrà mai essere accertata.
Esiste la verità processuale: quella è stata già affermata, ed è meno intelligente di quel che sembri diffidare di un' indagine andata avanti per tanti e tanti e tanti anni.
Ma non è questo il punto.

Parlare di "pomposa arroganza con la quale ci raccontano cazzate": mi mi sembra di sentire Bossi ed i pulpiti razzisti del suo partito.
Con tutto il rispetto, non una grande argomentazione.




Perché la verità materiale non può essere accertata? I responsabili della strage sono vivi ed è un dovere della repubblica processarli. Qui ci sono 85 morti che attendono giustizia!

E perché mai il nostro sistema prevede la possibilità della revisione del processo?
Ragionando così, oggi sui libri di storia ci sarebbe scritto che Pinelli è l'autore della strage di piazza fontana. Non parliamo poi di cose come la strage di via d'amelio, anche lì c'erano le condanne passate in giudicato e oggi sappiamo che quelle sentenze erano piene di menzogne e i processi si devono rifare da capo.

La strage di Bologna è il caso dreyfuss italiano.
Al tempo i francesi sentirono il bisogno di mobilitarsi per ricercare la verità e dopo più di venti anni la raggiunsero. Noi siamo più fessi?
Mi rendo conto che è più comodo dire è passato tanto tempo, scordiamo il passato. Facciamo i cittadini a targhe alterne.
Ma se permettiamo che la menzogna passi, anche una sola volta, avremo ammeso il principio che noi non possiamo essere una vera democrazia.
Allora si, avrebbe vinto il leghismo.


...Leon...
00mercoledì 4 agosto 2010 09:37
Re: Re: Re: Re:
trixam, 03/08/2010 1.10:




Perché la verità materiale non può essere accertata? I responsabili della strage sono vivi ed è un dovere della repubblica processarli. Qui ci sono 85 morti che attendono giustizia!

E perché mai il nostro sistema prevede la possibilità della revisione del processo?
Ragionando così, oggi sui libri di storia ci sarebbe scritto che Pinelli è l'autore della strage di piazza fontana. Non parliamo poi di cose come la strage di via d'amelio, anche lì c'erano le condanne passate in giudicato e oggi sappiamo che quelle sentenze erano piene di menzogne e i processi si devono rifare da capo.

La strage di Bologna è il caso dreyfuss italiano.
Al tempo i francesi sentirono il bisogno di mobilitarsi per ricercare la verità e dopo più di venti anni la raggiunsero. Noi siamo più fessi?
Mi rendo conto che è più comodo dire è passato tanto tempo, scordiamo il passato. Facciamo i cittadini a targhe alterne.
Ma se permettiamo che la menzogna passi, anche una sola volta, avremo ammeso il principio che noi non possiamo essere una vera democrazia.
Allora si, avrebbe vinto il leghismo.






Trixam tu scrivi in un forum di giuristi, e quindi certe cose è meglio tenerle a mente.
In un processo la verità materiale non la si può trovare, ci si può solo avvicinare quanto più possibile: un pò come, per chi si intende di matematica, come la classica funzione che tende allo zero.

Visto che si può "tendere" alla verità materiale, ben vengano gli elementi di ricerca che contribuiranno a costruire la verità processuale.
Ma se si hanno questi famosi elementi di ricerca, ed ancora prima che ci siano le indagini che giustamente tutti difendiamo, si diventa a propria volta certi di una "verità assoluta", leggendo le interlocuzioni altrui come fossero carta straccia, si compie un errore di fondo: attendiamo le dovute indagini e parliamone, discutiamone, come si fa con tutto ciò che è foriero di dubbi.
Evitiamo però di tracciare verità a nostra volta, che di tutto ha bisogno la nostra repubblica martoriata tranne che di nuovi populismi retorici.
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