LA GUERRA INFINITA CHE VEDE CONTRAPPOSTI NEL LAZIO CIARRAPICO E FAZZONE
- UNA LOTTA TUTTA INTERNA AL PDL
- LA POLVERINI HA SCELTO ER CIARRA E IL SUO NETWORK EDITORIALE CHE LA POMPA OGNI GIORNO
- Il rischio di veder diventare un caso nazionale la guerra tra Ciarrapico e Fazzone preoccupa Il PdL...
Pierre de Nolac per ITALIA OGGI
A leggere i suoi giornali l'ex leader dell'Ugl sarebbe oggetto di un autentico ricatto politico.
Il senatore-editore scatena il governatore contro Fazzone
A sentire il senatore Pdl Giuseppe Ciarrapico, e a leggere i suoi giornali,
Renata Polverini, presidente della regione Lazio, sarebbe oggetto di un ricatto politico. E non da parte dell'opposizione, ma della sua stessa maggioranza. Per la precisione, della componente forzista che opera nel territorio di Latina. E che fa riferimento al
senatore Claudio Fazzone.
Così l'ex sindacalista Ugl ora si trova, suo malgrado, al centro del ring dove da anni combattono Ciarrapico e Fazzone. Una guerra infinita, quella tra i due protagonisti del sud laziale, e senza esclusione di colpi: con la catena di quotidiani del Ciarra pronta a sparare ogni giorno inchiostro contro Fazzone.
Il Sen.Giuseppe Ciarrapico
Come sempre
le accuse sono politicamente pesanti:
adesso tocca alla crisi inscenata dalla componente di Forza Italia al comune di Latina, che «sarebbe orchestrata da Fazzone per poter conquistare la certezza di avere un posto all'interno della giunta regionale».
Il titolo, a tutta pagina, è
«Ricatto alla Polverini», con una foto che ritrae Renata con un'espressione disperata, poggiando una tempia sulle dita incrociate delle sue mani. Sarà una forzatura giornalistica, comunque
è proprio Latina la spina nel fianco della Polverini.
L'altra sera ci si è messa anche «Striscia la notizia» a infierire su Renata e le sue ambizioni di governare il Lazio.
Nella trasmissione di Antonio Ricci, su Canale 5, è stato mandato in onda un filmato che ha permesso di seguire un singolare colloquio tra la Polverini e Vincenzo Zaccheo, il sindaco di Latina che ora ha perso il sostegno dei consiglieri fazzoniani del Pdl.
Con Zaccheo che salutava il nuovo presidente ricordando il suo impegno elettorale per farle vincere le elezioni, andando pure a Ventotene per raccogliere qualche voto, e rammentando di avere delle figlie. In più, commenti su Fazzone, non positivi, sia da parte di Zaccheo che di Renata.
Il Sen.Claudio Fazzone
La diffusione del filmato ha ottenuto un
risultato devastante:
quella che era solamente una faida locale ora è diventata un affaire nazionale, grazie agli straordinari ascolti di un programma come Striscia.
Secondo le testate di Ciarrapico, Fazzone avrebbe già richiesto la vicepresidenza della regione,
ma «il Pdl romano, invece, lo vedrebbe meglio come presidente del consiglio.
Un incarico già ricoperto da Fazzone sotto la giunta Storace.
Difficile che Fazzone accetti di tornare indietro di altri 10 anni. Piuttosto resterebbe a fare il senatore».
Il vertice del Pdl al momento non riesce a trovare una soluzione capace di dividere i duellanti:
«I due galli che cantano nel pollaio sono troppo vivaci», scherza un fedelissimo del Cavaliere, senza nascondere le
preoccupazioni per un'escalation della lotta tra Ciarrapico e Fazzone.
Il senatore ed editore sa di poter contare, nella lotta contro l'avversario, di un appoggio bipartisan: da Michele Santoro a Walter Veltroni,
Fazzone ha una lunga serie di nemici, pronti a evocare lo spettro del comune di Fondi e delle accuse che sono state rivolte alla gestione del territorio, da tempo oggetto di
infiltrazioni malavitose dalla vicina Campania.
Il rischio di veder diventare un caso nazionale la guerra tra Ciarrapico e Fazzone è la maggiore preoccupazione del Pdl, a via dell'Umiltà:
il problema è che nessuno vuole scegliere di salvare uno dei due contendenti.
L'unica onorevole via di uscita è il logoramento dei protagonisti di questa contesa, ma stavolta c'è di mezzo
la vita della giunta della Polverini: «Deve ancora nascere, ma qualcuno è pronto a incendiare la culla», dice fremendo un esponente finiano.
E Renata non può permettersi un
fallimento, specie dopo aver miracolosamente vinto le elezioni contro Emma Bonino.
A meno che qualcuno imponga una
finta pacificazione, almeno per far passare le vacanze estive con una giunta regionale, per poi tornare in autunno a combattere uno contro l'altro.
Sì,
un governo balneare, come quelli di una volta della Democrazia cristiana.
Pierre de Nolac per ITALIA OGGI 16-04-2010