Selkis
00giovedì 15 luglio 2010 10:18
Dieci anni. Tanto ci è voluto perché si arrivasse alla perizia depositata ieri da Andrea Micheli, il perito dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano chiamato nel 2005, dopo 5 anni di tentativi con altri consulenti, dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma per accertare se ci fosse un legame tra le decine di morti per leucemia e le onde elettromagnetiche emesse dalle 60 potentissime antenne di Radio Vaticana. E per decidere, in conseguenza, se accogliere le richieste dei due pm di allora, Giancarlo Amendola (oggi alla procura di Civitavecchia) e Stefano Pesci, a tutt'oggi titolare dell'inchiesta: il rinvio a giudizio per omicidio colposo dei responsabili dell'emittente della Santa Sede e anche di quelli della Marina Militare che nei pressi ha i ripetitori di MariTele.
La perizia, condotta con elaborate e complesse indagini, non ha dubbi. Vi è "stata un'associazione importante, coerente e significativa tra esposizione residenziale all'emittente ed eccesso di rischio di morte per leucemia". Di più: "l'esposizione alle antenne di Radio Vaticana" ma non a quelle di MariTele, è "associata a un eccesso di incidenza di leucemie e linfomi". Le zone interessate alla vicenda (che negli anni ha già visto un processo finito con una condanna per inquinamento, condanna, dopo l'appello, prescritta in Cassazione) sono quelli alle porte di Roma Nord, Cesano, Olgiata, La Storta, fino ad Anguillara. Immediata la replica di padre Lombardi, direttore dell'emittente della Santa Sede, che ha appreso "con stupore" i risultati della perizia, tra l'altro, ha detto, non ancora "resa pubblica dal Tribunale". Specificando che presenterà "al più presto le contro deduzioni dei propri consulenti tecnici, il professor Umberto Veronesi e la dottoressa Susanna Lagorio".
A Cesano ieri sera non si parlava d'altro: Augusto Rossi, che una decina di anni fa fondò il comitato "Bambini senza onda" e che ha avuto la figlia malata di leucemia, stava lì, nella sua casa affacciata sui "mostri" - gli enormi ripetitori vaticani tanto potenti, raccontano, da far "parlare" le grondaie, gli scaldabagni elettrici, i citofoni - con l'amico Walter Zangheri. Commentavano la perizia; la leggevano. Ancora sperano "di avere giustizia", dicono.
"In ragione della opportunità di valutare in modo indipendente il possibile rischio di morte associato alla presenza nell'area in studio delle strutture di comunicazione (antenne), vuoi di Radio Vaticana, vuoi di MariTele" sono stati avviati "due studi di mortalità in due aree di studio che, per la vicinanza tra le strutture, in parte condividevano uno stesso territorio" si legge nella perizia redatta dal dottor Micheli insieme a un'altra serie di periti che hanno partecipato ad alcune fasi o all'intero lavoro, tra cui Paolo Baili, Elisabetta Meneghini, Franco Berrino, Arduino Verdecchia, Marco Baldini. "Il primo studio di mortalità - che interessava una popolazione di 102 mila abitanti (al 2001) - per investigare il rischio morte per tumore emolinfopoietico associato alla presenza delle strutture di comunicazione di Radio Vaticana, corretto per gli effetti dovuti alla vicinanza a MariTele". E il secondo "che interessava" quasi 125 mila "abitanti per investigare" il rischio di morte per lo stesso tumore "associato alla presenta delle strutture di comunicazione di MariTele, corretto per gli effetti dovuti alla vicinanza a Radio Vaticana". Cioè, a dire: quanto hanno inciso sull'insorgenza delle leucemie le antenne di Radio Vaticana e quanto quelle di MariTele?
Sono stati studiati tutti i 137 decessi "nell'area di studio" degli "anni 1997-2003" per il primo caso, e i 141 decessi per il secondo caso, considerando "fumo attivo, esposizione occupazionale ed esposizione residenziale". I periti hanno cercato di "saggiare l'ipotesi a priori" circa il "ruolo dei campi elettromagnetici emessi dalle strutture di comunicazione" per "eccessi di casi di leucemia, linfomi e in generale di tumori emolinfopoietici". Arrivando alla conclusione che "vi sia stata un'associazione importante, coerente e significativa tra esposizione residenziale all'emittente (Vaticana) ed eccesso di rischio di morte per leucemia". Mentre la stessa cosa non è stata verificata per quanto riguarda MariTele. Concludendo che "che l'esposizione alle antenne di Radio Vaticana, per importanti tempi di vita dei bambini sino ai 14 anni d'età, sia associata a un eccesso di incidenza di leucemie e linfomi". Risultati che rivestono "un primario e assoluto interesse per le persone coinvolte e per la giustizia". A Cesano, girando le pagine della perizia, ci sperano. Soprattutto per quelle parole finali. Che si arrivi il processo. "Che si faccia giustizia".