Radio Vaticana, lettera al Papa dei genitori dei bimbi malati

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Selkis
00giovedì 15 luglio 2010 10:16
Dopo i risultati della perizia che accerta il nesso tra la presenza delle antenne e le leucemie nei bambini, il documento di quasi 400 pagine che ha impegnato per cinque anni gli esperti (il testo - .pdf), i genitori delle piccole vittime scrivono a Benedetto XVI chiedendo di spegnere i ripetitori. Una lettera accorata di padri e madri 'provati dal dolore', dai lutti e dalla malattia dei figli. Si sono uniti nel comitato "Bambini senza onda" e oggi si appellano al Pontefice. Ecco cosa scrivono.

Santità
noi, che oggi ci permettiamo di rivolgerci alla Sua Santità, siamo genitori provati dal dolore per i nostri figli. Alcuni di noi se li sono visti strappare in tenera età dalla leucemia infantile, altri, più fortunati, hanno visto loro negata la serenità dell’infanzia, trascorsa tra ospedali e delicati interventi. È notizia di questi giorni che un accertamento tecnico, condotto in una sede giudiziaria con spirito neutrale ed animo sereno da un esperto scelto da un giudice terzo, ha rilevato l’evidenza scientifica che la vicinanza delle nostre abitazioni agli impianti di Radio Vaticana ha contribuito ad aumentare il rischio di ammalarsi per i nostri figli, troppo a lungo esposti, inermi ed inconsapevoli (alcuni ancora nel grembo materno), alle insidie sconosciute delle onde elettromagnetiche che scaturivano dalla quella stazione radio.

Non abbiamo né la presunzione né la competenza per intrattenerLa sulle problematiche tecniche che la complessa questione investe e tanto meno Le richiediamo di prendere posizione sulle responsabilità individuali oggetto del procedimento penale in corso. Le chiediamo, tuttavia, che la Chiesa non rimanga sorda all’allarme che, oggettivamente, l’esito di questo autorevole accertamento diffonde e che eviti, per il futuro, il rischio di concorrere a causare una maggiore diffusione della leucemia infantile.

Le chiediamo, Santità, in ragione del medesimo senso di umana partecipazione che ha sempre ispirato i Suoi atti, di voler valutare l’opportunità di sospendere l’utilizzazione degli impianti di Santa Maria di Galeria almeno fino a quando non sia maturato nel mondo scientifico una ragionevole certezza sugli effetti delle onde elettromagnetiche sui bambini. Una misura provvisoria che, con il ricorso ad alternative e non meno efficienti tecnologie, non impedirebbe alla Chiesa di raggiungere i suoi fedeli sparsi nel mondo ma che con certezza potrà evitare che un domani tornino ad essere attuali, rivolte ad altri genitori, le Sue stesse parole: “molti di voi avete sperimentato che, quando eravate sufficientemente coraggiosi per parlare di quanto vi era accaduto, nessuno vi ascoltava … è comprensibile che voi troviate difficile perdonare o essere riconciliati con la Chiesa”.

Con fiducia nel Suo paterno ascolto, Le inviamo i nostri sentimenti di filiale devozione.

A nome dei genitori dei 19 bambini colpiti dalla leucemia nei dintorni di Radio Vaticana
Selkis
00giovedì 15 luglio 2010 10:18
Dieci anni. Tanto ci è voluto perché si arrivasse alla perizia depositata ieri da Andrea Micheli, il perito dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano chiamato nel 2005, dopo 5 anni di tentativi con altri consulenti, dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma per accertare se ci fosse un legame tra le decine di morti per leucemia e le onde elettromagnetiche emesse dalle 60 potentissime antenne di Radio Vaticana. E per decidere, in conseguenza, se accogliere le richieste dei due pm di allora, Giancarlo Amendola (oggi alla procura di Civitavecchia) e Stefano Pesci, a tutt'oggi titolare dell'inchiesta: il rinvio a giudizio per omicidio colposo dei responsabili dell'emittente della Santa Sede e anche di quelli della Marina Militare che nei pressi ha i ripetitori di MariTele.


La perizia, condotta con elaborate e complesse indagini, non ha dubbi. Vi è "stata un'associazione importante, coerente e significativa tra esposizione residenziale all'emittente ed eccesso di rischio di morte per leucemia". Di più: "l'esposizione alle antenne di Radio Vaticana" ma non a quelle di MariTele, è "associata a un eccesso di incidenza di leucemie e linfomi". Le zone interessate alla vicenda (che negli anni ha già visto un processo finito con una condanna per inquinamento, condanna, dopo l'appello, prescritta in Cassazione) sono quelli alle porte di Roma Nord, Cesano, Olgiata, La Storta, fino ad Anguillara. Immediata la replica di padre Lombardi, direttore dell'emittente della Santa Sede, che ha appreso "con stupore" i risultati della perizia, tra l'altro, ha detto, non ancora "resa pubblica dal Tribunale". Specificando che presenterà "al più presto le contro deduzioni dei propri consulenti tecnici, il professor Umberto Veronesi e la dottoressa Susanna Lagorio".

A Cesano ieri sera non si parlava d'altro: Augusto Rossi, che una decina di anni fa fondò il comitato "Bambini senza onda" e che ha avuto la figlia malata di leucemia, stava lì, nella sua casa affacciata sui "mostri" - gli enormi ripetitori vaticani tanto potenti, raccontano, da far "parlare" le grondaie, gli scaldabagni elettrici, i citofoni - con l'amico Walter Zangheri. Commentavano la perizia; la leggevano. Ancora sperano "di avere giustizia", dicono.

"In ragione della opportunità di valutare in modo indipendente il possibile rischio di morte associato alla presenza nell'area in studio delle strutture di comunicazione (antenne), vuoi di Radio Vaticana, vuoi di MariTele" sono stati avviati "due studi di mortalità in due aree di studio che, per la vicinanza tra le strutture, in parte condividevano uno stesso territorio" si legge nella perizia redatta dal dottor Micheli insieme a un'altra serie di periti che hanno partecipato ad alcune fasi o all'intero lavoro, tra cui Paolo Baili, Elisabetta Meneghini, Franco Berrino, Arduino Verdecchia, Marco Baldini. "Il primo studio di mortalità - che interessava una popolazione di 102 mila abitanti (al 2001) - per investigare il rischio morte per tumore emolinfopoietico associato alla presenza delle strutture di comunicazione di Radio Vaticana, corretto per gli effetti dovuti alla vicinanza a MariTele". E il secondo "che interessava" quasi 125 mila "abitanti per investigare" il rischio di morte per lo stesso tumore "associato alla presenta delle strutture di comunicazione di MariTele, corretto per gli effetti dovuti alla vicinanza a Radio Vaticana". Cioè, a dire: quanto hanno inciso sull'insorgenza delle leucemie le antenne di Radio Vaticana e quanto quelle di MariTele?

Sono stati studiati tutti i 137 decessi "nell'area di studio" degli "anni 1997-2003" per il primo caso, e i 141 decessi per il secondo caso, considerando "fumo attivo, esposizione occupazionale ed esposizione residenziale". I periti hanno cercato di "saggiare l'ipotesi a priori" circa il "ruolo dei campi elettromagnetici emessi dalle strutture di comunicazione" per "eccessi di casi di leucemia, linfomi e in generale di tumori emolinfopoietici". Arrivando alla conclusione che "vi sia stata un'associazione importante, coerente e significativa tra esposizione residenziale all'emittente (Vaticana) ed eccesso di rischio di morte per leucemia". Mentre la stessa cosa non è stata verificata per quanto riguarda MariTele. Concludendo che "che l'esposizione alle antenne di Radio Vaticana, per importanti tempi di vita dei bambini sino ai 14 anni d'età, sia associata a un eccesso di incidenza di leucemie e linfomi". Risultati che rivestono "un primario e assoluto interesse per le persone coinvolte e per la giustizia". A Cesano, girando le pagine della perizia, ci sperano. Soprattutto per quelle parole finali. Che si arrivi il processo. "Che si faccia giustizia".

Selkis
00giovedì 15 luglio 2010 10:21
E come risponde la Chiesa? Invoca l'extraterritorialità e il diritto di non essere giudicata dallo Stato Italiano.

A quanto pare la vita è sacra solo quando si tratta di malati in stato vegetativo o embrioni.
Negli 80 anni tra una fase e l'altra... che si fottano.
J.Rebus
00giovedì 15 luglio 2010 11:43
Re:
Selkis, 15/07/2010 10.21:

E come risponde la Chiesa? Invoca l'extraterritorialità e il diritto di non essere giudicata dallo Stato Italiano.

A quanto pare la vita è sacra solo quando si tratta di malati in stato vegetativo o embrioni.
Negli 80 anni tra una fase e l'altra... che si fottano.




vergognoso
Etrusco
00giovedì 15 luglio 2010 11:50
Re:
Selkis, 15/07/2010 10.21:

E come risponde la Chiesa? Invoca l'extraterritorialità e il diritto di non essere giudicata dallo Stato Italiano.

A quanto pare la vita è sacra solo quando si tratta di malati in stato vegetativo o embrioni.
Negli 80 anni tra una fase e l'altra... che si fottano.




Troppi assordanti silenzi da parte della Chiesa
e quando parla cade spesso in clamorose contraddizioni, proprio come il caso dell'accanimento a cui fai riferimento (caso Eluana Englaro).

PS negli anni passati c'erano stati già pronunciamenti su Radio Vaticana, per "getto pericoloso di cose" art. 674 c.p., art. 844 c.c. ...

Radio Vaticana:
Cassazione sentenza n. 22516 del 2003
Cassazione sentenza n. 5626 del 1999
Cassazione sentenza n. 5592 del 1999
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