Pressione fiscale: in Italia è la più alta del mondo

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giusperito
00giovedì 19 luglio 2012 12:33
corriere.it
Pressione fiscale: in Italia è la più alta del mondo
È pari al 55%: «Il dato più elevato della nostra storia recente».
Record anche il sommerso, pari a 154 miliardi, il 17,5% del Pil

Nel 2012 la pressione fiscale effettiva o legale in Italia, cioè quella che mediamente è sopportata da un euro di prodotto legalmente e totalmente dichiarato, è pari al 55%. Lo indica l'Ufficio studi di Confcommercio, precisando che si tratta di un record mondiale, e che la pressione fiscale apparente è al 45,2%. Il valore della pressione fiscale effettiva, precisa Confcommercio, «non solo è il più elevato della nostra storia economica recente, ma costituisce un record mondiale assoluto».

RECORD - L'Italia si posiziona infatti al top della classifica davanti a Danimarca (48,6%), Francia (48,2%) e Svezia (48%). Fanalino di coda Australia (26,2%) e Messico (20,6%). «Sotto il profilo aritmetico - si legge nel rapporto - il record mondiale dell'Italia nella pressione fiscale effettiva dipende più dall'elevato livello di sommerso economico che dall'elevato livello delle aliquote legali». L'Italia si classifica ai vertici della classifica internazionale anche per la pressione fiscale apparente, quella data dal rapporto tra gettito e Pil: con il suo 45,2% il nostro Paese è al quinto posto su 35 paesi considerati, dietro a Danimarca (47,4%), Francia (46,3%), Svezia e Belgio (entrambi 45,8%).

154 MILIARDI EVASI - Il sommerso economico in Italia è pari al 17,5% del Pil e l'imposta evasa ammonterebbe a circa 154 miliardi di euro (il 55% di 280 miliardi di imponibile evaso): il dato, che si riferisce al 2008 ma si può ipotizzare costante fino ad oggi, posiziona l'Italia al primo posto nel mondo davanti a Messico (12,1%) e Spagna (11,2%) ma è una tendenza moderatamente alla riduzione.

L'AGENZIA DELLE ENTRATE - Dati che conferma anche Attilio Befera, direttore dell'Agenzia delle Entrate: «C'è una maggioranza silenziosa che non evade- ha dichiarato durante un convegno - sulla quale la pressione fiscale è del 55% . Ma in qualche caso la pressione è anche superiore, alcuni imprenditori mi hanno parlato del 70%».

LO SPREAD FRENA LO SVILUPPO- Anche il centro studi di Confindustria ha pubblicato una nota: lo spread tra BTp e Bund, si legge, «è molto più alto di quello che i fondamentali giustifichino» e l'Italia paga «oltre 300 punti più del dovuto. Il maggior spread causa, secondo calcoli del CsC, perdite pari allo 0,9% del Pil e a 144mila posti di lavoro e maggiori oneri per interessi pari a 12,4 miliardi a carico del bilancio pubblico, 12,1 miliardi sui conti della famiglie e 23,7 su quelli delle imprese. Le perdite di prodotto e occupazione abbattono il potenziale di crescita futura, vanificando parte degli sforzi effettuati con le politiche di risanamento e di riforma strutturale e minando il consenso a favore di quelle stesse politiche di riforme e risanamento, che nell'immediato impongono inevitabili sacrifici al Paese».

Redazione Online
mikele88uni
00giovedì 19 luglio 2012 12:46
dato davvero allarmante. Il problema è che una pressione fiscale così elevata fa aumentare il fenomeno dell'evasione e ciò induce ad aumentare ancora le tasse. Ormai siamo entrati in un circolo vizioso dal quale diventa sempre più difficile uscire. Il dato va poi messo in relazione a quella che è la qualità dei servizi nel nostro paese e questo confronto rende ancora più allarmante la situazione perché ad una pressione fiscale così elevata non corrisponde poi un corrispettivo aumento della qualità dei servizi, anzi. Ciò (unitamente ad un sistema giudiziario che non funziona e alla massiccia presenza di organizzazioni criminali sul territorio) allontana del resto anche gli investitori stranieri. A mio avviso l'intero sistema paese va rifondato perché così non si può più andare avanti.
new mojo
00giovedì 19 luglio 2012 12:48
i dati sono questi perchè ancora si fa finta di non inquadrare il vero problema italiano, che di fatto giustifica tutti quei "300 punti in più del dovuto in termini di differenziale": la corruzione.
L'italia non riesce più ad essere competitiva, nei mercati e nella golbalizzazione nel complesso, perchè non solo è corrosa dalla corruzione, ma tende addirittura ad esportarla. Questo è il motivo per cui alcuni paesi(pensiamo al brasile) che le imprese italiane addirittura non le vogliono.
trixam
00giovedì 19 luglio 2012 19:29
Consolatevi con l'educazione civica.




Ps a scanso di equivoci, le tasse in Italia sono un furto.
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