Negata l'ambulanza ad una donna incinta: il neonato muore, lei è in coma. E' accaduto in Veneto - riferisce il quotidiano locale il Gazzettino - tra Piove di Sacco e Padova. E' il 3 settembre, pomeriggio, una 27enne di Campagna Lupia, al settimo mese di gravidanza ha le doglie. Va all'ospedale di provincia a Piove di Sacco, i medici la visitano e le fanno un'ecografia. Le dicono che non ha nulla. La ragazza insiste, sta male. Ma l'ospedale non è attrezzato per un parto prematuro e i medici le consigliano di andare a Padova. Il marito chiede un'ambulanza. Negata: i mezzi sono fuori, bisogna chiamarli e c'è una burocrazia. E la donna non corre pericoli. Così i coniugi partono in macchina verso Padova. È ormai sera quando arrivano. Al Policlinico spiegano al marito che deve andare al pronto soccorso ginecologico. È buio, troppe stradine, il 28enne impiega mezz'ora per trovarlo. Quando i ginecologi della clinica vedono la donna la portano subito in sala operatoria. Il bambino è morto e lei ha una forte emorragia forse causata dal distacco della placenta. Le tolgono l'utero, non potrà più avere figli. Ora è in rianimazione, in coma farmacologico. Il pubblico ministero Sergio Dini ha aperto iun'inchiesta e sta ricostruendo la tragica vicenda.
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