Napster, 30 milioni di dollari per lanciare la sfida alla Apple

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gran generale
00lunedì 7 febbraio 2005 12:11



La battaglia della musica digitale ha un nuovo contendente, o sarebbe meglio dire un contendente vecchio: Napster, il servizio che nel 1999 creò il fenomeno del file-sharing e chiuse i battenti due anni più tardi sotto i colpi della giustizia e delle case discografiche, torna in campo e si mette in diretta competizione con Apple, leader indiscusso del mercato. E sul piatto, tanto per cominciare, getta la bella somma di 30 milioni di dollari in pubblicità.

Come ben sanno tutti quelli che inutilmente, nell'ultimo anno, hanno cercato di rosicchiare quote di mercato, Apple ha dalla sua due vantaggi non di poco conto: il primo è quello di offrire contemporaneamente e in stretta sinergia un servizio per scaricare musica da internet (quell'iTunes Music Store che ha recentemente festeggiato i 250 milioni di brani scaricati) e un lettore per ascoltarla ovunque, il celebre iPod. Il secondo vantaggio, forse il più importante, è quello di aver reso l'iPod qualcosa di più di un semplice lettore mp3, di averne fatto uno status symbol, un oggetto di culto.

Quelli di Napster l'hanno capito, e ora promettono di dare battaglia proprio in questi campi. Per quanto riguarda l'appeal del marchio, Napster ha qualche carta da giocare. Nonostante tutti i pentimenti e i cambi di proprietà alla quale è stata costretta negli ultimi anni, la società fondata da Shawn Fanning continua a esercitare un certo fascino sui patiti della musica digitale. Ma la parte più concreta della strategia di Napster è un'altra, e può essere sintetizzata così: su iTunes si paga una somma (99 centesimi) per ogni brano acquistato. Su "Napster To Go", questo il nome del servizio, si pagherà invece un abbonamento mensile fisso (14,95 dollari) per scaricare tutti i file desiderati.


Teoricamente, dunque, si potranno ottenere migliaia di mp3 al prezzo di un cd. Ma quando si parla di servizi legali per il download musicale bisogna tener conto che i brani scaricati contengono licenze digitali che ne limitano l'uso. Gli mp3 scaricati da Napster conterranno una specie di "timer" che si ricaricherà pagando la quota mensile. Quando l'abbonamento scadrà, oppure se l'utente non si collegherà al servizio per un certo periodo di tempo, diventerà impossibile ascoltare gli mp3 scaricati.

Questo meccanismo implica che i brani comprati sui servizi musicali legali possono essere ascoltati solo su lettori in grado di gestire il sistema di licenze digitali. Le canzoni comprate su iTunes, infatti, si sentono solo su iPod. Quelle prese da Napster, nelle intenzioni della società, dovranno ascoltarsi su tutti gli altri lettori. A questo scopo, Napster sta stringendo accordi con i principali produttori, tra i quali Creative e iRiver.

Solo il tempo potrà dire se questa strategia è azzeccata. Certo Napster ha deciso di investirci molto. Nei prossimi giorni sarà lanciata una campagna di marketing da 30 milioni di dollari per promuovere il servizio. Esordio televisivo di prestigio, il XXXIX SuperBowl, in programma domenica prossima. Un palcoscenico da cento milioni di spettatori, tradizionalmente sfruttato anche da Apple per il lancio dei suoi prodotti.

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