Su questo testo nei prossimi giorni saranno raccolte le firme ai corsi
A quasi due mesi dalla vergognosa aggressione ai danni di Raffaele Pellegrino nella sede di Via Marina 33 della Università di Giurisprudenza della Federico II, le risposte che si attendevano non sono pervenute o, comunque, sono risultate risibili.
In precedenza ci si era doluti della inefficienza del servizio di sorveglianza, sia sotto un punto di vista strutturale – le videocamere, si ricorda, non sono preposte alla registrazione di quanto avviene in quella sede e, pertanto, sono inidonee ad un capillare controllo oltre che ad una verifica ex post di fatti particolarmente gravi – sia sotto il profilo dello svolgimento del proprio lavoro da parte del personale di sorveglianza.
Raffaele Pellegrino ci ha informato che l’università ha comminato alla società cui è in appalto il servizio di sicurezza, l’Istituto di Vigilanza CIVIN, una penale del valore di 239,80 Euro, in quanto il comportamento della guardia giurata in servizio quel giorno è stato ritenuto “non sufficientemente adeguato a fronteggiare gli eventi in questione”. Tale sanzione è stata applicata ai sensi dell’art. 9 del “Capitolato Speciale d’Appalto” stipulato tra il Polo S.U.S. e l’agenzia.
Se è questa la misura della sanzione e se tale resterà, si deve rilevare quanto sia blanda e risibile anche in ragione di considerazioni molto semplici. In prima istanza, infatti, a fronte di un contratto del valore di 1.823.712,00 euro più IVA, una sanzione di poco più di 200 euro rappresenta un’assurdità; in secondo luogo, per i fatti di cui si discute vi erano tutti i presupposti per l’applicazione dell’art. 13 del Capitolato d’appalto, ai sensi del quale è possibile chiedere la risoluzione del contratto ex art. 1456, per inadempimento degli obblighi derivanti dal contratto medesimo. Ci si domanda, quindi, quali siano le ragioni per cui l'università non si è avvalsa di tale clausola e soprattutto quali siano i motivi che spingerebbero ad avvalersene se nemmeno un episodio di tale gravità ha fatto ritenere necessario un provvedimento di questo tipo.
Oltre alla responsabilità dell'istituto, risulta fondamentale capire quali provvedimenti saranno presi nei confronti dei custodi presenti quel giorno che non hanno impedito l'accesso alla facoltà prima alla signora e poi al marito e ai suoi scagnozzi. A tal proposito risulta fondamentale capire a quali mansioni tali soggetti siano adibiti in considerazione del fatto che spesso alcuni di loro non sembrano svolgere alcuna funzione. L'insieme delle prestazioni loro dovute sono pagate dai soldi delle tasse degli studenti che, quindi, pretendono l'adempimento integrale dei loro doveri.
Infine è stato segnalato da Raffaele Pellegrino e da altri studenti presenti all'aggressione che durante ed immediatamente dopo il massacro di Raffaele è stato informato il magistrato D.M. che stava tenendo lezione a via Marina mentre tali fatti avvenivano. D. M., messo al corrente da parte del tutor che lo assisteva - l’Avv. A. P. - delle condizioni nelle quali lo studente si trovava, pare si sia totalmente disinteressato all’accaduto e dello stato di salute dello studente, che pure gli era stato descritto “grondante di sangue e con un pezzo di guancia strappato via a morsi”. Sicuramente, se fosse intervenuto, i soccorsi e le forze dell’ordine, in ragione del ruolo che questi ricopre, non avrebbero impiegato 30/35 minuti per arrivare sul posto, come invece è successo.
Per tutto quanto sopra esposto, Obiettivo Rotonda e tutti i ragazzi che supportano questa causa, chiedono:
1) Che sia applicato l’articolo 13 del Capitolato Speciale d’Appalto, e si risolva il contratto con la società CIVIN, motivando le ragioni per cui non si è ritenuto opportuno già agire in questo senso e quali siano i motivi che spingerebbero ad avvalersene se nemmeno un episodio di tale gravità ha fatto ritenere necessario un provvedimento di questo tipo.
2) Che i custodi siano sottoposti a sanzione disciplinare, valutabile, laddove ne ricorrano gli estremi, anche in un licenziamento disciplinare per le numerose negligenze riscontrate nello svolgimento delle loro attività. Inoltre si ribadisce che il ruolo di custode debba assumere una connotazione di utilità concreta, ciò anche attraverso controlli da parte di organi preposti ad hoc per verificare il reale espletamento delle loro mansioni visto che gli studenti non sono più disposti a pagare con le loro tasse dipendenti non efficienti;
3) Che, circa la condotta del Dottor D. M., venga fatta chiarezza. Pertanto si chiede al D. M. come mai non abbia ritenuto opportuno intervenire e dare un sostegno morale e fattivo a Raffaele Pellegrino, dovere imposto sia in quanto espressione dei valori costituzionali ed umani di solidarietà sia in relazione al ruolo e alle funzioni ricoperte sia in riferimento alla caratura istituzionale e simbolica delle funzioni di insegnante di diritto e di magistrato.
4) Che l'università si attivi con i suoi mezzi e le sue grandi possibilità a difesa degli studenti e non delle ragioni economiche e particolaristiche dei soggetti coinvolti. Pertanto i firmatari vogliono sapere quali sono le intenzioni, le iniziative e i supporti che saranno offerti a Raffaele Pellegrino.