Mentre altrove ci si sposa... qui è un problema anche avere un tetto sulla testa

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Selkis
00venerdì 16 luglio 2010 09:22
ROMA - "No gay. No animali". L'annuncio non lascia spazio a dubbi: pr condividere l'appartamento si escludono tassativamente le persone omosessuali. Trovare una casa in affitto può essere difficile. Per un gay lo è ancora di più, come dimostrano le email spedite in risposta ad alcuni annunci pubblicitari. E una serie di telefonate effettuate da Como a Catanzaro. "Non rientra nei parametri", "l'idea non mi alletta", "non ho mai avuto esperienze del genere" e così via. Il campionario dei rifiuti omofobi è vasto, e viene spesso articolato con imbarazzo, oppure con una più sfacciata fierezza. Una richiesta di spiegazione, generalmente, termina con un "non me la sento".

Negli annunci pubblicati sul web, sui portali che, generalmente, vengono utilizzati dagli studenti per cercare camere o posti letto, può quindi capitare di imbattersi nella postilla "no gay". Sul sito Kijiji, ad esempio, l'affitto per un posto letto nella zona di Rogoredo esclude rigorosamente alcune categorie di persone: "No fumatori, no chi russa, no gay e solo per persona seria in grado di pagare l'affitto". Stesso tenore un annuncio per una camera singola, in via Amendola, a Bologna. Nell'appartamento vivono altri due lavoratori. La filosofia della casa è così sintetizzata: "No gay. No party. No fumatori". Anche a Lissone si affitta una stanza, in un appartamento di tre vani, solo a "persone referenziate", e si puntualizza: "uomini etero, no gay".
Anche chi è in cerca coinquilini, tiene spesso a precisare l'orientamento sessuale desiderato. È il caso di un giovane in cerca di una stanza, a Milano, da settembre: "Sono ragazzo studente, serio, ordinato. No gay, casinisti e chi fa uso di droghe e alcol". Una email per chiedere chiarimenti si è rivelata vana e non ha portato a nessuna risposta. Su circa 50 email inviate per altrettanti annunci per l'affitto di appartamenti e camere, e in cui si dichiara esplicitamente l'orientamento sessuale, hanno risposto positivamente in venti. Si tratta in prevalenza di agenzie immobiliari.

Più sfaccettati i comportamenti dei proprietari o degli altri inquilini, quando il contatto avviene via telefono. Il "no" può arrivare dopo qualche momento di imbarazzo, oppure si cerca di prendere tempo, rinviando la decisione. A Napoli, per una camera al Vomero, dopo un primo contatto, in cui la proprietaria chiede qualche giorno di tempo per parlare con l'inquilino che già vive nella casa, il rifiuto è netto: "Gli ho parlato, ma mi ha detto che non era molto favorevole. Non se la sente". Eppure la stanza è singola. Netto anche un ragazzo studente di Catania. In questo caso si tratta di condividere una camera doppia. Prima tentenna, ma poi si decide: "Per me sinceramente è un problema, perché non ho mai avuto un'esperienza tale nella mia vita. La cosa non mi alletta tanto". Inutile spiegargli che il condividere un appartamento, non significa necessariamente dormire nello stesso letto.
Da Catanzaro, invece, per una casa di tre stanze, ancora tutte da locare, il rifiuto è così motivato: "Lasciamo perdere. Non so se riusciamo a trovare altri". Il timore del locatore, è che altri inquilini potrebbero eventualmente non "essere d'accordo". E se gli si fa notare che le stanze sono singole, lui replica convinto: "Ma il bagno e la cucina sono unici". Da Como, poi, una donna risponde che un inquilino gay viene scartato perché non può essere definito "nei parametri". Inizialmente dice che la "stanza è da dividere con un altro ragazzo", anche se l'annuncio parla chiaramente di una singola. "Comunque se lei è un omosessuale, non possiamo accontentarla. C'è un'altra persona, anche per il rispetto nei suoi confronti". Ma non potete chiedergli un parere? "No, so già che non sta nei parametri".
A Roma, anche qui per una stanza, nella zona della Prenestina, dopo una iniziale esitazione il proprietario preferisce "lasciar perdere", perché "nell'altra stanza c'è un ragazzo e non so se la cosa può creare problemi". Ci sono anche casi di persone che cercano di rinviare il rifiuto, utilizzando il classico "mi lasci il numero e le farò sapere". Da Milano rispondono: "Va bene, a patto che non inviti altri amici". Una signora, a Roma, di fronte alla richiesta di prendere in affitto un appartamento, per due persone, ha dapprima esitato, e poi - saputo che solo uno dei due aveva la busta paga - ha preferito declinare l'offerta. Una proprietaria romana ha associato l'omosessualità del richiedente al sovraffollamento: "Vorrei sapere chi viene, perché non vorrei trovarmi la casa occupata da troppe persone".

Naturalmente ci sono state anche risposte positive, di chi ha dichiarato tranquillamente che non aveva alcun problema ad affittare ad una persona omosessuale. Quasi sempre, è avvenuto nel caso della locazione di un appartamento. Più difficile quando si tratta di una stanza o di un posto letto, anche quando si tratta di ambienti occupati da universitari. Anche per evitare contrattempi, sempre più persone tendono a specificare il loro orientamento sessuale negli annunci, oppure richiedendo un alloggio "gay-friendly". Il portale Easy Stanza, dedicato alla ricerca di camere e posti letto, permette già ad ogni utente di indicare il proprio orientamento, e anche quello del coinquilino "ideale" che si sta cercando.
Etrusco
00venerdì 16 luglio 2010 10:32
Re:
Selkis, 16/07/2010 9.22:

...
Naturalmente ci sono state anche risposte positive, di chi ha dichiarato tranquillamente che non aveva alcun problema ad affittare ad una persona omosessuale. Quasi sempre, è avvenuto nel caso della locazione di un appartamento. Più difficile quando si tratta di una stanza o di un posto letto, anche quando si tratta di ambienti occupati da universitari. ...




Ma quanto è attendibile questo articolo/indagine?
Perchè da quel che vedo dagli amici che sono andati a studiare a Roma e Perugia la loro convivenza con gay e bisex è abbastanza serena.
Certamente non tutti la gradiscono, però mi sembra abbastanza diffusa in alcune grandi città ed anche nei piccoli centri universitari con un'alta percentuale di studenti stranieri.
Anche a Dublino un amico (etero) ha convissuto tranquillamente per un anno in un appartamento con gay coi quali ha instaurato un'ottima amicizia...

PS ma non sarà che quest'articolo è interessato solo a pubblicizzare il portale Easy Stanza, dedicato alla ricerca di camere e posti letto? [SM=x43667]
Selkis
00venerdì 16 luglio 2010 10:37
Re: Re:
Etrusco, 16/07/2010 10:32:




Ma quanto è attendibile questo articolo/indagine?
Perchè da quel che vedo dagli amici che sono andati a studiare a Roma e Perugia la loro convivenza con gay e bisex è abbastanza serena.
Certamente non tutti la gradiscono, però mi sembra abbastanza diffusa in alcune grandi città ed anche nei piccoli centri universitari con un'alta percentuale di studenti stranieri.
Anche a Dublino un amico (etero) ha convissuto tranquillamente per un anno in un appartamento con gay coi quali ha instaurato un'ottima amicizia...

PS ma non sarà che quest'articolo è interessato solo a pubblicizzare il portale Easy Stanza, dedicato alla ricerca di camere e posti letto? [SM=x43667]





Beh, cita anche kijiji, ed easy stanza è citato come sito che "discrimina" per cui non mi sembra una buona pubblicità... comunque no, su repubblica già erano apparsi articoli di persone che avevano fittato appartamenti poi negati quando i proprietari si sono accorti dell'orientamento sessuale, o coppie sfrattate per lo stesso motivo... il problema c'è, se persino la CARFAGNA ha ritenuto opportuno intervenire!
Selkis
00venerdì 16 luglio 2010 10:40
"Indegno negare l'affitto ai gay"
l'ira del ministro: servono sanzioni
Carfagna: episodi inaccettabili. Luxuria: colpa dei pregiudizi. Della denuncia di Repubblica si occuperà l'Ufficio nazionale anti- discriminazioni

"Sono episodi inaccettabili, indegni di un paese civile e democratico come è il nostro". Il ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna bolla così il fenomeno delle case negate in affitto ai gay 1, gli appartamenti lasciati vuoti, le stanze rifiutate a studenti solo perché non eterosessuali. Una realtà diffusa da Torino a Palermo senza distinzioni, un no agli omosessuali come inquilini che corre in rete, negli annunci sul web, sui giornali di annunci immobiliari o sulle bacheche universitarie, tra rifiuti dichiarati a chiare lettere e dinieghi formali o vaghi delle agenzie, come ha raccontato la nostra inchiesta pubblicata ieri.

Storie di discriminazione confermate da chi ha vissuto sulla propria pelle e su quella di amici e conoscenti giornate fatte di porte sbattute in faccia dopo accordi telefonici, di alloggi negati all'ultimo momento, di scuse accampate improvvisamente alla vista dell'inquilino. "Perché al di là dell'omofobia - dice Vladimir Luxuria - c'è il pregiudizio che gli omosessuali abbiano una vita sregolata, che la casa sia un via vai continuo di feste. E c'è l'idea che un gay voglia sedurre chiunque, come se non avesse gusti e preferenze come tutti. Sono comportamenti anti costituzionali perché è come dire: tu non meriti neppure di avere un posto dove vivere, non hai diritto neanche ad un tetto sopra la testa".

Franco Grillini, presidente onorario dell'Arcigay, propone di tassare chi lascia le case sfitte per invogliare i proprietari riottosi. Anche perché, secondo gli esponenti del mondo omosex la situazione sta peggiorando: "Casi di omosessuali mandati via di casa oppure rifiutati si moltiplicano, e il fatto che la gente scriva chiaramente negli annunci "non si affitta ai gay" significa che si sente autorizzata a dirlo senza che nessuno contesti, significa che c'è un clima culturale favorevole a questo rifiuto", sottolinea Andrea Berardicurti del circolo Mario Mieli dove all'ufficio legale arrivano sempre più spesso segnalazioni di questo tipo da parte di gay in difficoltà.

Che fare, visto che sui contratti privati di affitto lo Stato non può intervenire? Secondo il ministro Carfagna, occorre investire su una cultura della "non discriminazione, come abbiamo fatto con la campagna contro l'omofobia in cui dicevamo: non essere tu quello diverso". Ma ancora non basta, così il passo successivo dopo tavoli di lavoro con le organizzazioni che si occupano del mondo omosessuale e transgender sarà "creare grazie all'Unar e in sinergia con molte Regioni ed enti locali, una rete efficiente di centri territoriali anti discriminazione".

Sino ad oggi l'Unar, l'Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali, è intervenuto più volte contro giornali e siti web che pubblicavano annunci tipo "non si affitta agli immigrati", sanzionandoli. Ora, questa l'idea, allargherà il suo raggio d'azione ricevendo le segnalazioni dalle associazioni e interverrà anche per chi viene discriminato per il suo orientamento sessuale.

"Le cose devono cambiare, altrimenti non resterà altra scelta che continuare a fingere o a nascondersi per poter avere un tetto come hanno fatto alcuni amici. Difficile che qualcuno accetti come inquilino un gay se dà ascolto a quello che dice la Chiesa, che ci addita come il nemico pubblico numero uno, come quelli che minano le fondamenta dello Stato, del paese, della famiglia", polemizza Grillini.

Ma non tutti sono così, ricorda Luxuria. "Io sono stata fortunata, vent'anni fa ho trovato casa in un quartiere gay friendly, il Pigneto. Il proprietario non ha mai fatto problemi anche perché ero regolare nei pagamenti e rispettosa dei vicini che erano adorabili ed affettuosi".

angel in the sky
00venerdì 16 luglio 2010 10:59
è una società omofoba,piena di paure,che si chiude in se stessa e nei propri pregiudizi [SM=x52003]



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