Chiedo venia. L'ho visto solo ieri.
Bello...veramente...avevate ragione...
Nella prima parte mi è sembrato di rivivere l’orrore di 1984 di orwell: Germania dell’est, la polizia politica che tutto vede e tutto sa, un clima di sospetto che avvolge ogni cosa; ogni gesto potrebbe essere sintomo di un intrinseca infedeltà alla DDR(la stasi sembra quasi una polizia preventiva alla "minority report").
In questo orribile parterre di burocrati ripugnanti almeno si distingue lui…la nostra spia…freddo e stronzo anche lui…ma almeno irreprensibile, almeno coerente rispetto alla meschinità e alla ipocrisia degli altri che in realtà hanno a cuore solo ed esclusivamente il proprio potere e la propria cupidigia.
Un personaggio bellissimo e complesso che mi ha ricordato molto il Titta de Girolamo de "le conseguenze dell’amore".
Il nostro, solerte come sempre, si mette a spiare una coppia di artisti pieno di sospetto e di acrimonia. E qualcosa cambia in lui.
Ed è questo quello che mi è piaciuto di più del film…il fatto che ti porta a chiedere perché cambia.
Forse all’inizio prova invidia per la vita dei due soprattutto a confronto della sua così disperatamente squallida e solitaria…forse vuole solo rivivere attraverso di loro (le vite degli altri, appunto) un esistenza migliore.
Forse perché si affeziona sinceramente ai due, ne capisce il valore, prova pena per le loro fragilità.
E forse, infine, li salva perché loro rappresentano l’arte, perché Crista Maria continui ad incantare il suo pubblico, perché lo scrittore scriva (e lui possa continuare a sentirlo) il suo articolo "sovversivo" sui suicidi ma pieno di autentica poesia e umanità.
Si…forse è questo che lo cambia…la potenza dell’arte: lo scrittore che suona beethoven in memoria dell’amico costretto al suicidio dal regime...
l’arte scava nel profondo della spia e mette a nudo la sua umanità.
Ma non è un cambiamento eroico, assoluto…il nostro tentenna, cerca di salvare le apparenze, interroga ancora una volta irreprensibilmente Crista Maria…la fa cadere ma con gli occhi pieni di pena. Ma noi non sapremo mai perché in realtà cambia. Probabilmente Hollywood ce l’avrebbe spiegato apertamente con musica pompata e lacrime a profusione, ma invece il film rispetta il pudore dei sentimenti e solo nelle ultimissime sequenze la nostra spia viene ripagata (guarda caso con un’opera d’arte) del sacrificio.
Bello, Bello…e scusate lo sproloquio.