La scomunica da parte del Papa ai mafiosi

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Alessandro.1987
00venerdì 4 luglio 2014 21:29
Ho letto oggi sul Corriere della Sera un articolo che approfondisce e tratta, a distanza di una decina di giorni, la scomunica che il Papa ha lanciato ai mafiosi, rei di adorare il male e di andare contro il messaggio di Cristo.
Non ho potuto fare a meno di intravedere in questa presa di posizione l'ennesimo segno di discontinuità rispetto al passato, recente e meno, della Chiesa.

Cosa ne pensate?
Suprema.Moltheni
00venerdì 4 luglio 2014 22:08
Re:
Alessandro.1987, 04/07/2014 21:29:

Ho letto oggi sul Corriere della Sera un articolo che approfondisce e tratta, a distanza di una decina di giorni, la scomunica che il Papa ha lanciato ai mafiosi, rei di adorare il male e di andare contro il messaggio di Cristo.
Non ho potuto fare a meno di intravedere in questa presa di posizione l'ennesimo segno di discontinuità rispetto al passato, recente e meno, della Chiesa.

Cosa ne pensate?




Molti, davanti alle prime dichiarazioni di Papa Francesco, hanno detto: "E' tutto finto, giusto per riacquistare un po' di credibilità."
Io credo che ormai i segni di discontinuità con l'oscurantismo passato, ci siano e sono reali. Un'Istituzione, come la Chiesa Cattolica, non è semplice da rivoluzionare in un pochi mesi, però segni di questa volontà ci sono. Il Papa si è espresso in maniera aperta sul cancro di questa società, la Mafia. Ora... Quanti dei politici attuali, che dovrebbero più di tutti avere alto il senso dello Stato, si sono pronunciati in maniera così forte e dura contro la Mafia?
bluesrock
00sabato 5 luglio 2014 09:19
Re: Re:
Suprema.Moltheni, 04/07/2014 22:08:




Molti, davanti alle prime dichiarazioni di Papa Francesco, hanno detto: "E' tutto finto, giusto per riacquistare un po' di credibilità."
Io credo che ormai i segni di discontinuità con l'oscurantismo passato, ci siano e sono reali. Un'Istituzione, come la Chiesa Cattolica, non è semplice da rivoluzionare in un pochi mesi, però segni di questa volontà ci sono. Il Papa si è espresso in maniera aperta sul cancro di questa società, la Mafia. Ora... Quanti dei politici attuali, che dovrebbero più di tutti avere alto il senso dello Stato, si sono pronunciati in maniera così forte e dura contro la Mafia?




Nessuno, e - anche se lo facessero - non sarebbero credibili... Alla mafia si risponde nei fatti, mentre anche le ultime inchieste del Mose e dell'Expo dimostrano che ormai non c'è più tanta differenza tra mafia e politica.
Alessandro.1987
00sabato 5 luglio 2014 15:11
condivido al 101% quello che avete scritto, Suprema.Moltheni e bluesrock :D!
pur essendo stato io abbastanza critico nei confronti della Chiesa negli ultimi anni, credo che il Papa sia l'unico vero rivoluzionario che la nostra generazione abbia avuto la fortuna di vedere all'opera direttamente senza l'intermediazione dei libri di storia.

Non sarà facile cambiare la Chiesa - ho letto che il Consorzio Venezia Nuova ha donato annualmente centinaia di migliaia di euro al Cardinale Angelo Scola; Bertone si ostina a vivere in un appartamento da 700 mq -, ma per la prima volta sono ottimista: questo Papa venuto dalla fine del mondo sta veramente cambiando tutto, dall'immagine alla sostanza delle cose. é più umile del più insignificante dei politicanti, gira senza scorta e va tra la gente, accusa i cardinali di dire una cosa e farne un'altra e di vivere ne lusso.
Il cambio di rotta sui rapporti con la zona grigia della società e con la mafia era già cominciato con la decisione di smantellare lo IOR, quella in calabria è stata davvero una giornata epica.

Grande Papa Francesco:D!
(pollastro)
00domenica 6 luglio 2014 21:57
Cara Suprema Moltheni, pochi politici potrebbero prendere le distanze dalla mafia (e non molti sacerdoti) perché lo Stato è (anche) la mafia. La mafia cioè non è più da secoli quella delle coppole, i baffi e la lupara dei film di una volta, anche se - occorrendole - ammazza ancora.
Quanto a Bergoglio, è un papa straniero, no? "Straniero" significa "estraneo". Ecco perché può parlare credibilmente
connormaclaud
00lunedì 7 luglio 2014 11:06
So già che me ne pentirò,ma sfortunatamente per me ho ancora una coscienza...

Il Pontefice ha scomunicato i mafiosi, ma chi sono costoro in ottica cristiana?
I condannati in primo grado - per molti basta essere iscritti sul registro degli indigati,in ottemperenza al sacro principio della presunzione di colpevolezza - da parte delle autorità competenti dello stato italiano? Sentenza,carcere,interdizione e...scomunica, il degno colpo di scena del sogno nomocratico che mostra la sua pura natura teocratica.
Meno male che Pollastro ha sostituito al debole e bigotto richiamo politico quello allo stato - Deo Gratias-, mi permetto di estenderlo alla società,dalle caratteristiche e gli accenti ben più criminali e mafiosi delle varie sigle nostrane ed estere.
Tutti ad applaudire il Papa, ci mancherebbe, ma nessuno che voglia andare oltre lo stereotipo della lupara e tutti in ossequio alla onnipresente omertà.
A chi si estende dunque l'anatema papale? A tutti gli atteggiamenti e tutte le azioni di stampo mafioso di qualunque individuo, i più,per tornare alle cose nostre, incensurati e senza contatti con le organizzazioni criminali tradizionali.

L'unica critica legittima ai predecessori di Francesco è quella di aver accettato l'ipocrita compromesso "libera Chiesa -si,come no- in libero stato",dimostratosi uno specchietto per le allodole sempre disatteso da chi conferma ancor oggi con le riflessioni sulle dichiarazioni del pontefice,di voler una chiesa a servizio dello stato,conforme e fedele al pensiero unico di passaggio.
Straparlo? Sarà,ma non una sola parola è stata spesa per riflettere sul'insegnamento pastorale partito dal V comando,non uccidere, quando il Papa venuto da lontano - se non è stato ispirato dallo SS quel giorno poco c'è mancato- condannava ogni forma di morte dell'onore e dignità umana, in sostanza la regola della diffamazione, e quando si scagliava contro giacobini,giustizialisti e forcaioli di vocazione.
Lì era più conveniente tacere sul "rivoluzionario" Bergoglio, gesuita puro e fedele al magistero e alla tradizione della Chiesa,per alcuni oscurantista,per altri fedele a se stessa e alla sua missione.
Paperino!
00lunedì 7 luglio 2014 13:23
Distinguere la Mafia dagli altri "ruoli" sociali, in primis la politica, come se la Mafia fosse un settore a parte, e non una realtà intrinseca e trasversale, interna alla stessa società...non ha nessun senso.
Si continua ad immaginare la Mafia come il Commando di guerriglieri vestiti da Rambo e armati di tutto punto, e non si riesce a capire che la Mafia è composta dai politici che condizionano gli appalti, dagli imprenditori che pagano tangenti per ottenere vantaggi e distruggere la concorrenza...la Mafia è innanzitutto fondata sulla corruzione, poi può reggersi, laddove necessario, su azioni violente, tese a mantenere il potere da chi prova a ostacolarlo...ma la Mafia non vive di azioni violente, vive di corruzione, di potere e di omertà.

La Mafia non può essere contrapposta alla politica perché nasce come un tumore e prolifera DENTRO la politica.
(pollastro)
00lunedì 7 luglio 2014 15:59
Non ho capito nulla (per colpa mia, ovviamente) di quello che ha scritto Connor. Se volesse ripeterlo in forma più semplice, gliene sarei grato. Concordo invece con Paperino
connormaclaud
00lunedì 7 luglio 2014 18:21
La colpa è sempre di chi scrive Pollastro, quindi colpa mia.

La scomunica ai mafiosi ha destato scalpore tra la pubblica opinione,ma cosa significa tutto questo?
Partiamo dal principio, chi è un mafioso? Colui che risponde alla descrizione fatta nell'art.416bis del codice penale italiano,condannato o iscritto nel registro degli indagati [SM=g2725401] ?
In tal caso,insieme ai procedimenti penali a carico del reo viene aggiunta anche la scomunica? L'apoteosi di una teocrazia inversa che molti sembrano desiderare: una Chiesa fatta ad immagine e somiglianza del pensiero unico dell'opinione pubblica italiana.

Si riflette dunque sulla grandezza rivoluzionaria fatta dal Pontefice e si fa l'immancabile paragone con i politici, rei di ogni colpa possibile ed immaginabile agli occhi del cittadino e dell'opinione pubblica,come se -solo- loro fossero mele marce in un cesto di frutta di prima scelta. Da qui il mio elogio all'individuazione di un insieme più ampio, il sistema stato, dove si annida la mafia ed il mio invito a prendere in considerazione un sistema ancora più ampio,la società in genere, come tendenzialmente incline ad atteggiamenti ed azioni di stampo mafioso.

Adesso si può chiudere il cerchio rispondendo alla domanda che precedentemente ponevo,hi è il mafioso?
Chiunque si macchi di tendenze ed azioni volte ad esercitare un sopruso verso un altro soggetto,chiunque sia soggetto ad una mentalità mafiosa.
In ottica cristiana l'iniquo è mafioso.

Esiste una discontinuità di questo pontificato con i precedenti,questo affermano in molti,ma è vero?
Cosa è cambiato tra un Giovanni Paolo II che gridava "convertitevi" ad un Francesco che dichiara scomunicati i mafiosi e servi del male i corrotti?
Forse la Chiesa doveva entrare prima nel teatrino italiano e prendere le distanze o condannare ogni singola notizia,come oggi è prassi da noi? Anche se avessero voluto ai tempi questa consuetudine non esisteva ancora.

Una riflessione infine su quel che si vuol sentire di questo pontificato e su quello che si evita di ricordare.
Nei primi mesi di pontificato,durante un'omelia se non erro, Francesco rifletteva sul comando mosaico "non uccidere" e partendo da questo ricordava come non solo la morte fisica ponesse fine alla vita di un uomo,ma di come si potesse sopprimere una persona uccidendone la dignità e l'onore,da qui condannava chiunque ,in maniera diretta o indiretta, alimentasse, con ogni mezzo, la macchina del fango.
Un messaggio forte, come l'ultimo sullo sfruttamento dell'uomo nel sistema economico, che nessuno, sopratutto in Italia, ha mai preso minimamente in considerazione.
Suprema.Moltheni
00lunedì 7 luglio 2014 22:39
Re:
Paperino!, 07/07/2014 13:23:

Distinguere la Mafia dagli altri "ruoli" sociali, in primis la politica, come se la Mafia fosse un settore a parte, e non una realtà intrinseca e trasversale, interna alla stessa società...non ha nessun senso.
Si continua ad immaginare la Mafia come il Commando di guerriglieri vestiti da Rambo e armati di tutto punto, e non si riesce a capire che la Mafia è composta dai politici che condizionano gli appalti, dagli imprenditori che pagano tangenti per ottenere vantaggi e distruggere la concorrenza...la Mafia è innanzitutto fondata sulla corruzione, poi può reggersi, laddove necessario, su azioni violente, tese a mantenere il potere da chi prova a ostacolarlo...ma la Mafia non vive di azioni violente, vive di corruzione, di potere e di omertà.

La Mafia non può essere contrapposta alla politica perché nasce come un tumore e prolifera DENTRO la politica.



Quoto...
Alessandro.1987
00martedì 8 luglio 2014 12:31
anch'io sono d'accordo con quanto scritto da Paperino. Aggiungo che secondo me la malattia di Papa Giovanni Paolo II e la natura di uomo teorico più che pratico di Papa Benedetto XVI abbiano facilitato il formarsi all'interno della Chiesa di grumi di potere ambigui composti da membri del clero per professione e non per missione. Penso ai tanti cardinali di cui ho anche nominato alcuno nel post precedente.
Detto questo, dai politici anche del cd. "nuovo corso" non sento nominare mai la parola criminalità organizzata ed alla fine a combatterla realmente sono in pochi e ben isolati soggetti.
D'altra parte, un Paese che può permettersi Alfano Ministro dell'Interno non deve meravigliarsi di nulla.
Mi sorprende solo una cosa: si parla 24h al giorno di crescita, sviluppo etc. ma è possibile che nessuno dei politici che si riempiono la bocca di tali parole comprenda che non c'è crescita se c'è la mafia e per gli stessi motivi non verrà mai nessuno ad investire qui in Italia dall'estero [SM=x43800] ?
napulitanboy
00martedì 8 luglio 2014 13:41
Se i mafiosi sono fuori dal regno di Dio, perchè non si pensa seriamente anche a togliergli la cittadinanza? Certo, sarebbe un gesto solo simbolico, ma almeno si darebbe l'immagine di uno Stato vivo..
Paperino!
00martedì 8 luglio 2014 15:06
Re:
napulitanboy, 08/07/2014 13:41:

Se i mafiosi sono fuori dal regno di Dio, perchè non si pensa seriamente anche a togliergli la cittadinanza? Certo, sarebbe un gesto solo simbolico, ma almeno si darebbe l'immagine di uno Stato vivo..




Una bella svolta sarebbe privarli del diritto di voto, visto che è quantomeno sinistro che persone che credono nella violenza e nell'omicidio come strumento per affermare i propri interessi, possano poi scegliersi dei rappresentanti all'interno delle Istituzioni.
Chi è condannato per reati di tipo mafioso dovrebbe vedersi revocata la cittadinanza e, di conseguenza, il diritto di voto.
Alessandro.1987
00martedì 8 luglio 2014 17:28
Re: Re:
condivido entrambe le idee [SM=x43799] .

Paperino!, 08/07/2014 15:06:




Una bella svolta sarebbe privarli del diritto di voto, visto che è quantomeno sinistro che persone che credono nella violenza e nell'omicidio come strumento per affermare i propri interessi, possano poi scegliersi dei rappresentanti all'interno delle Istituzioni.
Chi è condannato per reati di tipo mafioso dovrebbe vedersi revocata la cittadinanza e, di conseguenza, il diritto di voto.




itreniavapore@
00giovedì 10 luglio 2014 15:13
E' la prima, seria presa di posizione ufficiale della Chiesa Cattolica nei confronti della Mafia: l'anatema contro i mafiosi di Papa Wojtyla del 93 (Discorso di Agrigento), per quanto apprezzabile nei contenuti, fu aria...solo aria...
Studiosi del calibro di Sales hanno apertamente sostenuto LA NECESSITA' DI UNA SCOMUNICA PER TAGLIARE, ALMENO FORMALMENTE, QUEL CORDONE OMBELICALE NODOSO CHE DA SEMPRE LEGA LA MAFIA A "MAMMA CHIESA".
Consiglio vivamente la lettura di "I preti e i mafiosi" di Isaia Sales.


books.google.it/books/about/I_preti_e_i_mafiosi.html?id=-MI9iwX-DmgC&red...
Alessandro.1987
00giovedì 10 luglio 2014 15:20
mi permetto di far notare il silenzio assordante delle istituzioni (sì, con la i piccola), Presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio in testa, sulla vicenda. Solo Alfano ha detto qualcosa, e meglio avrebbe fatto a tacere, come sempre.
connormaclaud
00giovedì 10 luglio 2014 18:11
Re:



Le mafie sono salite agli onori della cronaca,come fenomeni autonomi rispetto alla comune criminalità e presunte "tradizioni" locali, solo a partire dagli anni '80/'90 e durante il discorso di Agrigento era calda la stagione stragista -una assoluta novità - , le parole di Giovanni Paolo II furono più di aria.
La Chiesa doveva prendere prima formalmente le distanze da un fenomeno localistico e che ancora negli anni '60 era considerata solo una barbarica tradizione meridionale? Non dimentichiamoci che di criminalità calabrese si parla mediaticamente da una decina di anni,prima era sconosciuta ai lettori.

Quando si è trattato di colpire società segrete ed eversive di portata mondiale, anche la mafia poteva rientrare nel novero, la Chiesa non ha tardato a scomunicare organizzazioni ed ideologie,mi sembra eccessiva una critica del genere.
Se la Chiesa ha la colpa di non aver preso le distanze o di commentare ogni notizia nazionale, per vero il vizio dei comunicati all'italiana sta prendendo piede anche in vaticano, si conferma quanto da me scritto in precedenza.
Alessandro.1987
00venerdì 11 luglio 2014 13:13
Re: Re:
concordo in pieno sulla prima parte; con riguardo alla secondo penso che la Chiesa in molti casi abbia deciso di non inimicarsi la criminalità organizzata per ragioni economiche. conveniva ad entrambe le parti mantenere buoni rapporti per sfruttare la poca trasparenza dello IOR, che giovava ad entrambi. Infatti il Papa nei suoi primi interventi ha caldeggiato l'eliminazione dello IOR stesso, perché la Chiesa, per esercitare la sua funzione, non ha bisogno di una banca.
Credo che il problema sia sempre lo stesso: per alcuni (forse sempre di più, ultimamente) farsi prete è solo un lavoro, non una missione.


connormaclaud, 10/07/2014 18:11:




Le mafie sono salite agli onori della cronaca,come fenomeni autonomi rispetto alla comune criminalità e presunte "tradizioni" locali, solo a partire dagli anni '80/'90 e durante il discorso di Agrigento era calda la stagione stragista -una assoluta novità - , le parole di Giovanni Paolo II furono più di aria.
La Chiesa doveva prendere prima formalmente le distanze da un fenomeno localistico e che ancora negli anni '60 era considerata solo una barbarica tradizione meridionale? Non dimentichiamoci che di criminalità calabrese si parla mediaticamente da una decina di anni,prima era sconosciuta ai lettori.

Quando si è trattato di colpire società segrete ed eversive di portata mondiale, anche la mafia poteva rientrare nel novero, la Chiesa non ha tardato a scomunicare organizzazioni ed ideologie,mi sembra eccessiva una critica del genere.
Se la Chiesa ha la colpa di non aver preso le distanze o di commentare ogni notizia nazionale, per vero il vizio dei comunicati all'italiana sta prendendo piede anche in vaticano, si conferma quanto da me scritto in precedenza.




connormaclaud
00venerdì 11 luglio 2014 13:32
La Chiesa è una realtà di portata universale, trovo assurdo pretendere di ridurla agli angusti limiti della nostra mentalità e dei nostri guai, tanto più dopo il patto di non ingerenza negli affari pubblici.
Il Papa ha parlato finanche di pensionare lo Ior nei primi giorni di pontificato per far finire gli scandali e per una non celata antipatia verso la curia romana, ma ad oggi ha deciso di rendere più trasparente l'operato e non buttare il bambino con l'acqua sporca.
Che ci sia chi senza vocazione prende i voti è pacifico,è sempre successo e sempre succederà,ma è fisiologico dell'umano interesse: se mettessimo come tetto massimo per medici,magistrati e notai una retribuzione di 1800 euro credi ci sarebbe ancora la calca ai concorsi?
Alessandro.1987
00venerdì 11 luglio 2014 13:44
credo che il nodo sia proprio qui: non è un posto di lavoro che si va a ricoprire perché c'è qualcosa in cambio, è una missione e si intraprende per fede e perché si sente di farlo. non per amore del denaro. libera chiesa in libero stato, ma non dimentichiamo che la chiesa è nata povera e lo stesso Papa Francesco sta dando lezioni di semplicità ed umiltà a tutti noi.
Per quanto riguarda il patto di non ingerenza negli affari pubblici...diciamo che è più apparenza che realtà. Il prof. Tedeschi e il prof. Balbi sono tra quelli che parlano di un confessionismo strisciante nella nostra società, a dispetto di quanto c'è nella Costituzione. é un'anomalia, nessuno può negarlo, ma credo che entro determinati limiti non costituisca nemmeno un problema insormontabile per il Paese (come la questione del crocifisso in aula). Diciamo che la Chiesa esprime spesso il suo punto di vista in ambito politico (e non) con i suoi mezzi di comunicazione di massa ed è più che giusto, in un Paese in cui ogni mattina sentiamo dire le più grandi castronerie dagli impresentabili che dicono di rappresentarci, che anche la posizione della Chiesa sia chiara e nota ai cittadini (liberi di seguirla o meno).
tuttavia, un conto è questo, un conto è tirarsi indietro o addirittura scendere a miti consigli con zone grigie e nere del Paese dopo aver preso dallo Stato l'8x1000. ripeto: per me ovviamente il problema non è la Chiesa in sé; è che al suo interno ci sono tanti affaristi che per anni hanno avuto vita facile ritagliandosi fette di potere e anche qualcosa di più sotto l'ombrello della cupola di San Pietro. Ora la festa finalmente sta per finire ed ovviamente molti non sono d'accordo.
Aver coperto per anni le nefandezze interne (dalla pedofilia ai conti anonimi ai flussi di denaro incontrollati allo IOR) non ha giovato alla Chiesa,anzi: le ha fatto perdere di credibilità, che Papa Francesco di giorno in giorno sta recuperando. Sono uomini certo, ma hanno una responsabilità in più, proprio per la scelta che hanno fatto.
connormaclaud
00venerdì 11 luglio 2014 16:06
E' una vocazione,ma è innagabile che da sempre,chi era in difficoltà è stato avviato verso un percorso sacerdotale o monastico che,tra le tante,offriva un tetto ed un pasto caldo e,per alcuni, potere e danaro.
Piccola divagazione: sulle motivazioni che spingono qualcuno ad intraprendere una carriera potremmo parlare per anni,sta di fatto che le più nobili raramente sono le più sentite e,quando c'è in gioco l'esistenza altrui, non è ammissibile che l'avidità ed il privilegio comandino le azioni dell'individuo,ma può capitare e povero chi capita nelle grinfie di questi.
Tornando alla Chiesa, non confondiamola con il voto francescano perchè è una delle prospettive,ma non la sola. La Chiesa non ha mai condannato la ricchezza,ma l'uso che se ne fa e anche nelle prime comunità cristiane si viveva sì in comune,ma era una libera scelta di alcuni gruppi.
Sul pensiero dei docenti,con tutta la stima che per loro nutro, vedo un quadro completamente diverso e se confessionalismo c'è non è di stampo cattolico, ma di stampo ideologico e anticristiano,laddove si blatera di laicità è presente invece il laicismo e quando si dichiara libero stato in libera Chiesa, in realtà si parla di influenzare quest'ultima al punto tale da renderla strumento dello stato e a sua immagine e somiglianza.
La Cei esprime ben poco il suo pensiero e quando lo fa erra, come quando è entrata nelle elezioni politiche - patologia italiana-elogiando Monti e facendo dichiarazioni su Berlusconi -, vero, ma per il resto,sopratutto quando è la Chiesa che parla, fa il suo mestiere,perchè opera nel mondo. (v. dottrina sociale)
La fede ha implicazioni in ogni istante della vita di un uomo,non è un vestito che si mette in casa e si toglie quando si è in ufficio; se il credo influenza o si scontra con il pubblico bisognerebbe cominciarsi a chiedersi se non è invece il modello statale che supera il limite,appropriandosi di troppe competenze, e con la sempre più marcata tendenza ad un controllo onnicomprensivo dell'individuo.
Come può esserci libero stato in libera chiesa se il primo pretende di inglobare tutto?

La connivenza non è mai della Chiesa,ma di appartenenti al clero, che in maniera autonoma agiscono per conto proprio e non dell'istituzione che rappresentano.
I patti lateranensi,l'8x1000 e tutto il resto non sono una gentile concessione di uno stato ad una confessione,ma l'obbligo imposto da sudditi/cittadini che fino a quarant'anni fa avevano più in considerazione la Chiesa che lo stato nella loro vita.
Se nel prossimo sinodo sulla famiglia non usciranno le istante rivoluzionarie,in tema di dottrina, che qualcuno attende per questo sarà meno credibile? Perchè conforme alla sua dottrina?
Alessandro.1987
00venerdì 11 luglio 2014 21:33
sono d'accordo su tutto quello che hai scritto, forse non ero stato abbastanza chiaro in materia di 8x1000 alla Chiesa cattolica e in merito alla connivenza.
Come quando si parla dei rapporti tra Chiesa e fascismo e Chiesa e criminalità anch'io, come te, ritengo sia un errore confondere la prima con i suoi rappresentanti che, per le proprie azioni, rispondono a titolo personale dinanzi alla giustizia terrena e non.
Nel caso però di alcuni tipi di "deviazioni" da cattolico devo riconoscere che chi avrebbe dovuto vigilare non lo ha fatto o ha comunque preferito insabbiare il tutto. Concordo con te, ovviamente che anche in questo caso gli errori sono di singoli, alti prelati ma pur sempre singoli uomini.
per quanto riguarda infine l'8x1000 credo che sia giusto che chi intende farlo destini una piccola parte dei proventi della tassazione sul proprio reddito ad un ente che ritiene opportuno sostenere: sia esso il WWF, Greenpeace, l'unione buddhista d'Italia o altri. Dico solo che vigilare di più sul clero che amministra, esercita funzioni e gestisce i beni della Chiesa e i soldi di cui dispone in virtù della propria funzione - secondo me quanto mai centrale nella società odierna - avrebbe consentito di stroncare triti episodi.
Detto questo credo di trovarti d'accordo se dico che se l'attenzione che c'è intorno alla Chiesa ed alle sue vicende fosse destinata anche ad altri settori (magari alle stesse zone grigie che la circondano) ci sarebbe qualche scandalo in meno e, sul lungo periodo, più fiducia sulla Chiesa intesa come istituzione e come insieme di persone:).
connormaclaud
00sabato 12 luglio 2014 08:58
Mi limiterò ad un discorso generale,non toccando gli scandali che pure ci sono e pesano.

Non ha senso filtrare il mondo alla luce delle nostre nazionali pippe mentali, per fortuna non tutto il mondo è "itaglia".
La Chiesa amministra e governa,ma a modo suo, trattandosi di una istituzione con finalità spirituali che per secoli ha goduto di autonomia illimitata e di autogestione,quando non addirittura di governo temporale.
Parliamo di un punto fisso in un mondo in evoluzione: quando filosofie ed ideologie nascevano o morivano, quando le mentalità,la morale ed i costumi venivano e passavano questo benedetto scoglio restava saldo e sostanzialmente poco eroso.
Da un punto di vista generale, in ogni terra la Chiesa ha problemi diversi (es. in africa i matrimoni combinati), ha senso per te(genererico) cristalizzarti su un pensiero ed una mentalità che tra qualche anno verrà pensionata da altro e poi da altro ancora?
Se per te è limitante,quanto può esserlo per la Chiesa che c'era da prima della nostra società e, Dio volendo, ci sarà quando di questa non resterà nemmeno il ricordo?
Il cattolicesimo ha fatto degli errori,ha errato ogni qualvolta ha voluto recepire modelli esterni, mettendo in confusione sia i credenti che il mondo che oggi sovrappone Chiesa e società.




p.s.
mea culpa per tutti gli errori d'ortografia nei messaggi precedenti. [SM=g2725302]

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