La "Terra dei fuochi" è un problema industriale e nazionale. Non certo criminale locale.

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Catwoman(didì7)
00venerdì 21 marzo 2014 14:24
Qualche giorno fa Robero Saviano ha detto: "Il presente falsificato genera un futuro malato. La storia si vendica". Mi sono venute in mente le parole dello scrittore polacco Slawomir Mrozek quando ho letto il documento della commissione interministeriale sui "Risultati delle indagini tecniche per la mappatura dei terreni destinati all'agricoltura della Regione Campania". La parola d'ordine di questa operazione è una sola: minimizzare. Minimizzare l'emergenza connessa all'inquinamento dei suoli in Campania. Minimizzare l'entità dei danni subiti dall'ambiente. Minimizzare l'impatto che l'inquinamento ha sulla vita e sulla salute delle persone. Minimizzare le colpe di chi si è reso responsabile e complice di questo disastro. Minimizzare l'entità del disastro".

A me fa piacere che lo scrittore di "Gomorra" evidenzi cose che, da anni vengono sostenute da chi lotta contro una politica del "business" dei rifiuti.
Tuttavia, non posso non riportare le parole di Antonio Marfella, medico dell'Istituto Pascale di Napoli, costantemente impegnato nella lotta alle discariche ed inceneritori.

Infatti,il medico ha sostenuto che il problema della terra dei fuochi è problema industriale, che nasce dall'esigenza delle industrie, soprattutto settentrionali (ma non solo), di smaltire i numerosi rifiuti da queste prodotti.
"A partire dagli anni 70, cioe' da quando il vero problema dei rifiuti finisce di essere quello dei rifiuti urbani, di cui si parla tanto e male proprio per non fare comprendere il problema reale, (rapporto 1/7 oggi) cioe' quello dei rifiuti speciali , industriali e tossici, lo sversamento illegale di oltre il 30 % della produzione industriale italiana diventa sistema integrato e integrante del sistema produttivo industriale italiano, arrivando poi a raggiungere le vette intollerabili odierne a seguito della crisi finanziaria del sistema creditizio e dello sviluppo mondiale , sempre su binari del non controllo, della cosiddetta "locomotiva" industriale cinese".

Ne deriva che, il problema criminale è la conseguenza di questo stato di cose: "criminali ignoranti, come i casalesi, hanno risposto ad una esigenza stutturale reale del sistema Paese, ad una richiesta esplicita del sistema industriale e dello Stato che da oltre trenta anni ha scelto la strada del mancato controllo del territorio per mantenere i livelli di tassazione sul lavoro invariati e mantenere basso il livello di conflitto sociale".

Ovunque nel mondo si troverà qualcuno disposto a smaltire quantità abnormi di rifiuti prodotti in regime occulto, per evadere le imposte, ovunque si inquinerà la nostra Madre Terra.
Come è stato sostenuto, la vera mentalità camorrista da cambiare è quella del favore in cambio del silenzio.
Anche se il legislatore ultimamente ha attuato una politca di lotta ai reati ambientali, si pensi alla introduzione con il d.l. n.136/2013 dell'articolo 256bis(reato di combustione illecita dei rifiuti) penso che l'unico modo per sconfiggere il fenomeno delle eco-mafie, sia una cambio di mentalità, una ribellione al silenzio e alla omertà.
Ma probabilmente nulla potrà essere cambiato se non si inizia a compiere una "pulizia capillare" nelle istituzioni.
Si pensi alla discarica di Chiaiano, aperta nel 2008 in piena "emergenza rifiuti" nonché nel cuore della città: slo di recente è emerso dalle indagini della Magistratura che coloro i quali si sono occupati dell'allestimento del sito non erano altro che camorristi.
E, nonostante questa "scoperta" (che io definirei "...dell'acqua calda") si parla di allestire un'altra discarica nello stesso luogo.

Come è stato detto da qualcuno: "Un giorno questa terra sarà bellissima".
Io mi domando: come potrà diventare bellissima questa terra se coloro che dovrebbero difenderla, sono i primi a "violentarla" fingendo in astratto di attuare piani per la tutela dell'ambiente e per la lotta alle ecomafie, ma che, in concreto, quando si tratta di lucrare, fingono una nuova emergenze rifiuti voltando le spalle alla cara Madre terra?

[SM=g2728903] [SM=g2725307]
Paperino!
00venerdì 21 marzo 2014 19:50
Il problema principale è che le mafie sono riuscite a mettere i loro uomini nelle istituzioni. Quando non sono direttamente loro uomini, si tratta cmq di persone che si mostrano disposte ad adeguarsi al sistema, a piegarsi alle pressioni che su certi ruoli arrivano sistematiche.
Politici locali, ma anche nazionali, alimentano e consentono uno scambio di favori, silenzi ed omertà. La corruzione del nostro sistema pubblico è oggi ai massimi storici.

La camorra non è il problema, la camorra è solo una pedina di un sistema corrotto, in cui al criminale vien chiesto di sversare materialmente i rifiuti e guadagnarci, il politico e le istituzioni fanno finta di non sapere (e se sanno, coprono col segreto di Stato), i grandi imprenditori evadono le tasse e dirigono le mosse, in un sistema di scambio di favori e di "saper vivere" dove ognuno guadagna qualcosa, meno il cittadino che si ritrova un terra avvelenata.

Non bisogna semplicemente cambiare mentalità, per uscirne occorre letteralmente abbattere la classe politica attuale, locale e nazionale, e rifondarla daccapo.
Ogni arresto di un "criminale" è pura perdita di tempo, il delinquente è mera pedina strumentale di un gioco molto più grande e molto più consolidato, e non è incarcerando un camorrista che cambierebbe alcun equilibrio.
Occorre arrestare i politici. Se ciò non accade, non c'è neppure la speranza di poter sopravvivere.
Catwoman(didì7)
00venerdì 21 marzo 2014 19:58
Si, sono d'accordo con te.

[SM=x43799]
Alessandro.1987
00lunedì 24 marzo 2014 12:49
Re:
Paperino!, 21/03/2014 19:50:

Il problema principale è che le mafie sono riuscite a mettere i loro uomini nelle istituzioni. Quando non sono direttamente loro uomini, si tratta cmq di persone che si mostrano disposte ad adeguarsi al sistema, a piegarsi alle pressioni che su certi ruoli arrivano sistematiche.
Politici locali, ma anche nazionali, alimentano e consentono uno scambio di favori, silenzi ed omertà. La corruzione del nostro sistema pubblico è oggi ai massimi storici.

La camorra non è il problema, la camorra è solo una pedina di un sistema corrotto, in cui al criminale vien chiesto di sversare materialmente i rifiuti e guadagnarci, il politico e le istituzioni fanno finta di non sapere (e se sanno, coprono col segreto di Stato), i grandi imprenditori evadono le tasse e dirigono le mosse, in un sistema di scambio di favori e di "saper vivere" dove ognuno guadagna qualcosa, meno il cittadino che si ritrova un terra avvelenata.

Non bisogna semplicemente cambiare mentalità, per uscirne occorre letteralmente abbattere la classe politica attuale, locale e nazionale, e rifondarla daccapo.
Ogni arresto di un "criminale" è pura perdita di tempo, il delinquente è mera pedina strumentale di un gioco molto più grande e molto più consolidato, e non è incarcerando un camorrista che cambierebbe alcun equilibrio.
Occorre arrestare i politici. Se ciò non accade, non c'è neppure la speranza di poter sopravvivere.



Ciao Paperino!

Anch'io sono d'accordo con te, però non credo sia inutile arrestare un camorrista. Purtroppo, per come funziona il sistema carcerario italiano e la giustizia in generale, oggi, devi veramente mettercela tutta per andare in carcere e restarci. Il risultato è che in terre come la nostra, dove lo Stato è assente, i punti di riferimento - e in alcune zone gli idoli - sono proprio i camorristi. Arrestarli e metterli - davvero - in condizione di non nuocere alla comunità è un piccolo passo, è vero, ma è comunque un segnale in controtendenza rispetto al generale senso di impunità che pervade quasi tutte le zone della nostra regione e quindi la mente di chi ci abita. é vero, la politica ha responsabilità enormi, e sinceramente non so nemmeno come possiamo fare a cambiare qualcosa se, nonostante la sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato l'illegimità della legge elettorale - anche - nella parte in cui non consente di scegliere i propri rappresentanti, tre persone (di cui un massone, un pregiudicato di cui sappiamo fin troppo e che, nonostante questo, prende ancora 9 milioni di voti, e uno che, accolto neanche fosse il Godot di letteraria memoria, da semisconosciuto in un anno scala tutti i vertici politici senza essere stato eletto) fanno orecchie da mercante e ci privano nuovamente dell'elementare diritto di esprimere la nostra preferenza nelle urne. Berlusconi, e la sinistra che ha governato per vent'anni in Campania, hanno accusato Roberto Saviano di aver gettato fango addosso a Napoli e di aver lucrato sui mali di Napoli e di aver creato lui il caso della Terra dei fuochi. é vero - sono ironico ovviamente - loro in quello stesso periodo facevano molto per Napoli e per contrastare la criminalità organizzata e le ecomafie: i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
A preoccuparmi maggiormente è però l'isolamento al quale è stato condannato Saviano, e soprattutto gli attacchi e le calunnie di cui è destinatario. Si può non essere sempre d'accordo con quello che dice, ma almeno ci mette la faccia - e la salute - mentre chi lo critica vive in stanze dorate a nostre spese e ci rimprovera anche il nostro stile di vita alimentare, per molti la vera causa dei tumori nella nostra zona.
Questo atteggiamento nei suoi confronti, anche da parte di uomini delle istituzioni, mi ricorda gli attacchi che Falcone e Borsellino ricevettero prima di essere uccisi (ad esempio quelli che Totò Cuffaro rivolse al primo dei due durante il Maurizio Costanza Show e quell'atteggiamento sospettoso che una certa sinistra mantenne fino alla fine nei confronti del secondo, reo di essere di destra).

Oggi sono osannati trasversalmente, anche da rappresentati delle istituzioni di provata infedeltà.

Certo, mentre la gente in provincia di Napoli e Caserta muore senza sapere nemmeno chi deve ringraziare di preciso per i veleni del Nord sversati nelle nostre terre, negli stessi vent'anni a Napoli si è fatto tanto: hanno costruito le metropolitante più belle e più costose d'Europa (i treni sono pochi e spesso non partono per mancanza di soldi, ma vuoi mettere la possibilità di aspettare tre ore o più contemplando delle opere d'arte???).
Paperino!
00lunedì 24 marzo 2014 23:29
Re: Re:
Alessandro.1987, 24/03/2014 12:49:



Ciao Paperino!

Anch'io sono d'accordo con te, però non credo sia inutile arrestare un camorrista. Purtroppo, per come funziona il sistema carcerario italiano e la giustizia in generale, oggi, devi veramente mettercela tutta per andare in carcere e restarci. Il risultato è che in terre come la nostra, dove lo Stato è assente, i punti di riferimento - e in alcune zone gli idoli - sono proprio i camorristi. Arrestarli e metterli - davvero - in condizione di non nuocere alla comunità è un piccolo passo, è vero, ma è comunque un segnale in controtendenza rispetto al generale senso di impunità che pervade quasi tutte le zone della nostra regione e quindi la mente di chi ci abita.




Sono d'accordo con quel che dici, ma il punto è proprio questo.
La ragione per cui esiste questo generale senso di impunità, è che il criminale che svolge un ruolo nel sistema viene protetto, in maniera più o meno palese, dalle istituzioni.
Sulle sue azioni, funzionali al sistema, si arriva addirittura ad invocare ed ottenere il Segreto di Stato.
I Criminali che finiscono in prigione e ci restano, in controtendenza, sono quelli le cui coperture ed i cui appoggi sono crollati: sono quelli caduti, per qualche motivo, in disgrazia.
Negli anni d'oro di Bassolino a Napoli, negli anni in cui siamo affogati nella munnezza, mi sai fare un solo nome di Boss della Camorra arrestato per la questione rifiuti?

L'unico modo per invertire la tendenza, e far si che i criminali - quelli all'apice del potere, quelli con i legami "istituzionali" ancora intatti [SM=x43820] - finiscano in galera e ci restino, è abbattere, recidere il legame politico-mafioso.
L'unico modo di farlo, è partire dalla classe politica.
Finché i politici che hanno governato la questione rifiuti, e mille altre, resteranno impuniti, non è utile che arrestino, per quella stessa questione, alcun criminale.
Tanto arresterebbero solo chi può essere sacrificato, il sistema non implode per questa via.
Ripuliamo la classe politica, o non raccontiamoci favole.
Alessandro.1987
00martedì 25 marzo 2014 11:49
Re: Re: Re:
il problema è proprio questo secondo me: come facciamo a ripulire la classe politica se ci viene tolta la possibilità di scegliere i nostri rappresentanti in Parlamento?
Se chi crea le leggi deve rispondere non al Paese ma a 5/6 persone - i capo partito che li nominano e che li inseriscono allineati e coperti nelle liste - e quelle 5 o 6 persone sono ammanigliate con lobby, massoneria e criminalità organizzata, questi ultimi hanno vita facile perchè possono comprarseli o farci affare molto facilmente dato l'esiguo numero di interlocutori "istituzionali" che hanno in pugno. Se poi aggiungi che il Presidente della Repubblica, colui che dovrebbe vigilare, è pesantemente coinvolto quanto meno moralmente in certe pagine ancora poco chiare e comunque aberranti della nostra storia, non so davvero come possiamo fare a cambiare le cose, me lo chiedo ma non riesco a trovare risposta sinceramente.

Eppure credo che, nonostante una fetta consistente di Italiani siano favorevoli a mantenere lo status quo - penso a tutti coloro che vivono di politica da trent'anni e passa e a quelli che si sono arricchiti e hanno consolidato le loro posizioni economiche e il loro status sociale grazie a contatti e legami più o meno evidenti - la gran parte del Paese sia infinitamente migliore della classe politica che dice di rappresentarci e dei burocrati coi quali dobbiamo fare spesso i conti nella vita di tutti i giorni.
Che ne pensi?


Paperino!, 24/03/2014 23:29:




Sono d'accordo con quel che dici, ma il punto è proprio questo.
La ragione per cui esiste questo generale senso di impunità, è che il criminale che svolge un ruolo nel sistema viene protetto, in maniera più o meno palese, dalle istituzioni.
Sulle sue azioni, funzionali al sistema, si arriva addirittura ad invocare ed ottenere il Segreto di Stato.
I Criminali che finiscono in prigione e ci restano, in controtendenza, sono quelli le cui coperture ed i cui appoggi sono crollati: sono quelli caduti, per qualche motivo, in disgrazia.
Negli anni d'oro di Bassolino a Napoli, negli anni in cui siamo affogati nella munnezza, mi sai fare un solo nome di Boss della Camorra arrestato per la questione rifiuti?

L'unico modo per invertire la tendenza, e far si che i criminali - quelli all'apice del potere, quelli con i legami "istituzionali" ancora intatti [SM=x43820] - finiscano in galera e ci restino, è abbattere, recidere il legame politico-mafioso.
L'unico modo di farlo, è partire dalla classe politica.
Finché i politici che hanno governato la questione rifiuti, e mille altre, resteranno impuniti, non è utile che arrestino, per quella stessa questione, alcun criminale.
Tanto arresterebbero solo chi può essere sacrificato, il sistema non implode per questa via.
Ripuliamo la classe politica, o non raccontiamoci favole.




Paperino!
00martedì 25 marzo 2014 22:57
Re: Re: Re: Re:
Alessandro.1987, 25/03/2014 11:49:

il problema è proprio questo secondo me: come facciamo a ripulire la classe politica se ci viene tolta la possibilità di scegliere i nostri rappresentanti in Parlamento?
Se chi crea le leggi deve rispondere non al Paese ma a 5/6 persone - i capo partito che li nominano e che li inseriscono allineati e coperti nelle liste - e quelle 5 o 6 persone sono ammanigliate con lobby, massoneria e criminalità organizzata, questi ultimi hanno vita facile perchè possono comprarseli o farci affare molto facilmente dato l'esiguo numero di interlocutori "istituzionali" che hanno in pugno. Se poi aggiungi che il Presidente della Repubblica, colui che dovrebbe vigilare, è pesantemente coinvolto quanto meno moralmente in certe pagine ancora poco chiare e comunque aberranti della nostra storia, non so davvero come possiamo fare a cambiare le cose, me lo chiedo ma non riesco a trovare risposta sinceramente.

Eppure credo che, nonostante una fetta consistente di Italiani siano favorevoli a mantenere lo status quo - penso a tutti coloro che vivono di politica da trent'anni e passa e a quelli che si sono arricchiti e hanno consolidato le loro posizioni economiche e il loro status sociale grazie a contatti e legami più o meno evidenti - la gran parte del Paese sia infinitamente migliore della classe politica che dice di rappresentarci e dei burocrati coi quali dobbiamo fare spesso i conti nella vita di tutti i giorni.
Che ne pensi?








Sicuramente la gran parte degli italiani non accede ai "salotti del privilegio" ed è relegata al ruolo di classe abusata, derubata e ingannata con ogni mezzo.
Ma non so se la stragrande maggioranza di essi, degli sfruttati, è davvero così migliore.
Penso che i più possano, con pieno merito, annoversarsi nella categoria delle pecore.
La massa, per i grandi numeri, è dominata dalla mediocrità, e tende ad accettare ed adattarsi supinamente a qualsiasi tipo di sopruso e di status quo. Sono passivi e si piegano al potere, che esso sia istituzionale o illegale è la stessa cosa, anzi, spesso li confondono.

L'uomo medio è poco incline alla denuncia, e se qualcuno osa alzare la testa e combattere il sistema, schierandosi contro il "potente" di turno, lo lasciano solo.
Questo è ciò che mi rende pessimista: l'italiano medio è una mezza chiavica.

Alessandro.1987
00mercoledì 26 marzo 2014 01:00
Re: Re: Re: Re: Re:
mi sa che - purtroppo - hai ragione [SM=g2725321] .

Paperino!, 25/03/2014 22:57:



Sicuramente la gran parte degli italiani non accede ai "salotti del privilegio" ed è relegata al ruolo di classe abusata, derubata e ingannata con ogni mezzo.
Ma non so se la stragrande maggioranza di essi, degli sfruttati, è davvero così migliore.
Penso che i più possano, con pieno merito, annoversarsi nella categoria delle pecore.
La massa, per i grandi numeri, è dominata dalla mediocrità, e tende ad accettare ed adattarsi supinamente a qualsiasi tipo di sopruso e di status quo. Sono passivi e si piegano al potere, che esso sia istituzionale o illegale è la stessa cosa, anzi, spesso li confondono.

L'uomo medio è poco incline alla denuncia, e se qualcuno osa alzare la testa e combattere il sistema, schierandosi contro il "potente" di turno, lo lasciano solo.
Questo è ciò che mi rende pessimista: l'italiano medio è una mezza chiavica.





Catwoman(didì7)
00mercoledì 26 marzo 2014 07:49
Anche io penso che l'italiano medio sia una mezza chiavica, tra l'altro anche questo video lo dimostra...




[SM=g51998]

Meglio sdrammatizzare un po questo stato di cose [SM=g2725368] [SM=g2725161]
[SM=g2725282]
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