Qualche giorno fa Robero Saviano ha detto: "Il presente falsificato genera un futuro malato. La storia si vendica". Mi sono venute in mente le parole dello scrittore polacco Slawomir Mrozek quando ho letto il documento della commissione interministeriale sui "Risultati delle indagini tecniche per la mappatura dei terreni destinati all'agricoltura della Regione Campania". La parola d'ordine di questa operazione è una sola: minimizzare. Minimizzare l'emergenza connessa all'inquinamento dei suoli in Campania. Minimizzare l'entità dei danni subiti dall'ambiente. Minimizzare l'impatto che l'inquinamento ha sulla vita e sulla salute delle persone. Minimizzare le colpe di chi si è reso responsabile e complice di questo disastro. Minimizzare l'entità del disastro".
A me fa piacere che lo scrittore di "Gomorra" evidenzi cose che, da anni vengono sostenute da chi lotta contro una politica del "business" dei rifiuti.
Tuttavia, non posso non riportare le parole di Antonio Marfella, medico dell'Istituto Pascale di Napoli, costantemente impegnato nella lotta alle discariche ed inceneritori.
Infatti,il medico ha sostenuto che il problema della terra dei fuochi è problema industriale, che nasce dall'esigenza delle industrie, soprattutto settentrionali (ma non solo), di smaltire i numerosi rifiuti da queste prodotti.
"A partire dagli anni 70, cioe' da quando il vero problema dei rifiuti finisce di essere quello dei rifiuti urbani, di cui si parla tanto e male proprio per non fare comprendere il problema reale, (rapporto 1/7 oggi) cioe' quello dei rifiuti speciali , industriali e tossici, lo sversamento illegale di oltre il 30 % della produzione industriale italiana diventa sistema integrato e integrante del sistema produttivo industriale italiano, arrivando poi a raggiungere le vette intollerabili odierne a seguito della crisi finanziaria del sistema creditizio e dello sviluppo mondiale , sempre su binari del non controllo, della cosiddetta "locomotiva" industriale cinese".
Ne deriva che, il problema criminale è la conseguenza di questo stato di cose: "criminali ignoranti, come i casalesi, hanno risposto ad una esigenza stutturale reale del sistema Paese, ad una richiesta esplicita del sistema industriale e dello Stato che da oltre trenta anni ha scelto la strada del mancato controllo del territorio per mantenere i livelli di tassazione sul lavoro invariati e mantenere basso il livello di conflitto sociale".
Ovunque nel mondo si troverà qualcuno disposto a smaltire quantità abnormi di rifiuti prodotti in regime occulto, per evadere le imposte, ovunque si inquinerà la nostra Madre Terra.
Come è stato sostenuto, la vera mentalità camorrista da cambiare è quella del favore in cambio del silenzio.
Anche se il legislatore ultimamente ha attuato una politca di lotta ai reati ambientali, si pensi alla introduzione con il d.l. n.136/2013 dell'articolo 256bis(reato di combustione illecita dei rifiuti) penso che l'unico modo per sconfiggere il fenomeno delle eco-mafie, sia una cambio di mentalità, una ribellione al silenzio e alla omertà.
Ma probabilmente nulla potrà essere cambiato se non si inizia a compiere una "pulizia capillare" nelle istituzioni.
Si pensi alla discarica di Chiaiano, aperta nel 2008 in piena "emergenza rifiuti" nonché nel cuore della città: slo di recente è emerso dalle indagini della Magistratura che coloro i quali si sono occupati dell'allestimento del sito non erano altro che camorristi.
E, nonostante questa "scoperta" (che io definirei "...dell'acqua calda") si parla di allestire un'altra discarica nello stesso luogo.
Come è stato detto da qualcuno: "Un giorno questa terra sarà bellissima".
Io mi domando: come potrà diventare bellissima questa terra se coloro che dovrebbero difenderla, sono i primi a "violentarla" fingendo in astratto di attuare piani per la tutela dell'ambiente e per la lotta alle ecomafie, ma che, in concreto, quando si tratta di lucrare, fingono una nuova emergenze rifiuti voltando le spalle alla cara Madre terra?