L'Fbi chiude Megaupload e Megavideo.

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re-big.
00giovedì 19 gennaio 2012 23:14
Pugno di ferro degli Stati Uniti contro la pirateria digitale: l'Fbi, in collaborazione con il Dipartimento della Giustizia americano, ha chiuso il sito Megaupload.com e Megavideo.com, ottenendo l'arresto del fondatore e di altre tre persone.

Megaupload è uno dei più noti e più imponenti archivi di film, musica e software, spesso pubblicati senza autorizzazione. Secondo l'accusa, l'attività di Megaupload è costata più di 500 milioni di dollari in mancati profitti ai leggittimi detentori del copyright.

Il fondatore del sito, Kim Schmitz, e altri tre sono stati arrestati in Nuova Zelanda su richiesta delle autorità statunitensi. Altre due persone sono ricercate e numerose altre due risultano incriminate. L'atto di forza arriva a 24 ore dallo sciopero di internet 1 per protestare contro il Sopa, la legge antipirateria in discussione al Congresso che, secondo molte internet company tra cui Google e Wikipedia, metterebbe a repentaglio la libertà di espressione online.

Tecnicamente Megaupload si presenta come un "cyberlocker", una sorta di magazzino tramite il quale gli utenti possono archiviare file troppo grandi da spedire via e-mail per condividerli in via riservata con altre persone. Un uso del tutto leggittimo nel quale si innesta una zona grigia di illegalità, poiché molti caricano file protetti da copyright e poi diffondono il link per scaricarli su forum e blog, mettendo di fatto in piedi un giro di contenuti pirata. Megaupload guadagna vendendo pubblicità sulle sue pagine e facendosi pagare da gli utenti che vogliano scaricare più di un certo numero di file a velocità più elevata.

In un comunicato pubblicato poco prima della chiusura, Megaupload bollava come ridicole le accuse di violazione del copyright, affermando che "la stragrande maggioranza del traffico generato dal sito è legale. Siamo qui per restare", garantiva Megaupload, aprendo al dialogo con l'industria dell'entertainment che, scrivevano gli autori del messaggio, "vuole avvantaggiarsi della nostra popolarità".

Di tutt'altro avviso il Dipartimento di Giustizia, secondo il quale Megaupload "ha riprodotto e distribuito illegalmente su larga scala copie illegali di materiale protetto da copyright, tra cui film - anche prima dell'arrivo in sala - musica, programmi televisivi, libri elettronici e software. Le accuse nei confronti degli indagati sono pesanti: associazione a delinquere finalizzata all'estorsione, al riciclaggio e alla violazione del diritto d'autore. Rischiano oltre 50 anni di prigione ciascuno.

Fonte:La Repubblica.
Niña de Luna
00giovedì 19 gennaio 2012 23:30
E ora le maratone da telefilm? [SM=g2725336]
MARTINA.SANNINO83
00venerdì 20 gennaio 2012 12:05
Uffààààà!
birrena@
00venerdì 20 gennaio 2012 14:09

ho sentito che megavideo ha riaperto su un altro indirizzo e sarà attivo on line. [SM=x43821]
nando85
00venerdì 20 gennaio 2012 15:41

E' impossibile chiudere qualcosa su internet, sono solo buffonate.

In un modo o nell'altro spunteranno 10 nuovi siti stile megaupload nel giro di poco tempo [SM=g2719694]
birrena@
00venerdì 20 gennaio 2012 16:20
Il 23 Gennaio 2012 è una data che rimarrà nella storia: per la prima volta ,dal 1999 sino ad oggi, i dieci siti più importanti del mondo tra cui Google, Facebook e Twitter chiuderanno per 24 ore in segno di protesta contro l’approvazione della legge di censura degli Stati Uniti.
gennarino.86
00martedì 24 gennaio 2012 14:29
anche io usavo megavideo per vedere fiction e film on line
che tristezza
napulitanboy
00martedì 24 gennaio 2012 14:49
Re:
birrena@, 20/01/2012 16.20:

Il 23 Gennaio 2012 è una data che rimarrà nella storia: per la prima volta ,dal 1999 sino ad oggi, i dieci siti più importanti del mondo tra cui Google, Facebook e Twitter chiuderanno per 24 ore in segno di protesta contro l’approvazione della legge di censura degli Stati Uniti.




se se... [SM=g2725404]
gegge82
00martedì 24 gennaio 2012 14:53
Re:
birrena@, 20/01/2012 16.20:

Il 23 Gennaio 2012 è una data che rimarrà nella storia: per la prima volta ,dal 1999 sino ad oggi, i dieci siti più importanti del mondo tra cui Google, Facebook e Twitter chiuderanno per 24 ore in segno di protesta contro l’approvazione della legge di censura degli Stati Uniti.




ma era una profezia Maya? [SM=g2725401]
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