Re: Re: Re: Re: Re:
napulitanboy, 10/12/2011 17.58:
Ci pensano i fatti.
Non credo sia una questione di correttezza, ma di buonsenso ed umiltà (Credere di essere superiori è cosa differente al sentirsi tali). Voglio dire, non è che siccome sono venuto fuori dalla Federico II o la Sapienza( o la Bocconi), non debba essere discriminato come invece lo sarei stato se fossi uscito dall'università delle babbucce di lana.
A volte, specie quando non si è ancora nessuno, bisognerebbe avere umiltà.
Fermo restando, in ogni caso, che il discorso di fondo che hai fatto tu in precedenza e che pisicchio ha voluto, a suo modo, confermare, io lo condivido a pieno.
Non e' una questione di correttezza, e' un obbligo di stringenza dei tempi, negli studi dove la selezione del personale e' affidata ai collaboratori interni (e non ad headhunters, hr interno o agenzia di recruiting) il tempo non si spreca, e' naturale che si selezioni sulla base dell'ateneo di provenienza.
A volte non si va neanche oltre le prime due righe se un resume non colpisce.
Parliamoci francamente, le piccole universita' (private e non) si inseriscono in un mercato dove il fine e' il conseguimento del titolo, la preparazione passa in secondo piano. Al figlio dell'avvocato con lo studio avviato non serve essere preparato, occorre un pezzo di carta per ereditare lo studio di papa', idem per i cognomi illustri ai quali la carriera e' assicurata e che perderebbero tempo (5, ma in genere sono piu' di sei) in una pubblica seria senza nemmeno la garanzia di un 110.
E nel futuro si prevede non ci sia neanche piu' lo scoglio del pezzo di carta.