Il Grande Torino

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Koogar
00sabato 4 maggio 2013 11:58

Ora e per sempre


Anno di uscita: febbraio 2005
Regia: Vincenzo Verdecchi
Scritto da: Carmelo Pennisi e Massimiliano Durante
Cast: Gioele Dix, Enrico Ciotti, Kasia Smutniak, Dino Abbrescia, Luciano Scarpa, Anna Sante. Con la partecipazione straordinaria di Giorgio Albertazzi.
Sito internet: www.oraepersempre.it




Michael Satten, un distinto e anziano signore inglese, giunge a Torino sul finire degli anni '90. Il suo è un ritorno nel capoluogo piemontese, dove era già stato nella primavera del 1949. Passeggiando per le vie della città riscopre con gioia alcuni luoghi che gli erano stati familiari cinquant’anni prima, finchè l’attenzione non cade su un bambino che indossa la maglia color granata del Torino Calcio, una maglia di cui Michael aveva fatto conoscenza tra la fine dell’aprile e l’inizio di maggio del 1949. La memoria dell’anziano inglese torna così al giorno in cui il presidente della Federazione Calcistica Inglese aveva deciso di mandarlo a Torino per organizzare una partita di calcio tra la nazionale inglese e quella squadra che di lì a poco sarebbe passata alla storia e alla leggenda con il nome di Grande Torino. In quel momento storico gli inglesi si sentono, probabilmente a ragione, i maestri del calcio mondiale, tanto forti da non voler giocare incontri ufficiali con nessuna squadra del mondo. Il calcio lo hanno inventato loro e loro hanno dato un contributo determinante per la vittoria della II Guerra Mondiale sulla Germania nazista. Gli articoli di giornale che raccontano le gesta del Grande Torino, ormai famoso in tutto il mondo, stanno mettendo in serio dubbio la superiorità della nazionale inglese nei confronti di questa squadra che sta vincendo su tutti i campi del mondo. Un dubbio che deve essere, almeno secondo gli inglesi, assolutamente chiarito.
Il Michael che arriva a Torino il 29 aprile del 1946, è un giovane funzionario della Federcalcio inglese con molte ambizioni e con una profonda disistima verso il popolo italiano che vede ancora come il popolo sconfitto e colpevole di aver scatenato la tragedia della guerra insieme ai nazisti. In quel momento il Torino si sta apprestando a vincere il suo quinto campionato nazionale consecutivo e il clima, tra la gente della città piemontese, è già di festa.
Una dissolvenza ci riporta nella Torino degli anni 90, dove il brillante manager di una casa editrice, Valentino Motta, si trova coinvolto, dopo l’improvvisa morte del padre, nella ricerca di una tromba particolare: la tromba che suonava la carica durante le partite del Grande Torino.
"capitava in quegli anni – Si era sentito raccontare Valentino dal padre poco prima che morisse - che la squadra battesse la fiacca, succedeva anche a loro... Allora sentivamo una tromba che suonava la carica e vedevamo capitan Valentino Mazzola rimboccarsi le maniche della maglietta... Da quel momento sembrava che in campo ci fosse una invasione di maglie granata e i gol fioccavano... Non erano tempi avari... Il giorno dopo la tragedia la tromba suonò ancora una volta al Filadelfia, come aveva fatto per tanti anni, per innumerevoli domeniche... Fu una carica senza gioia, senza baldanza, un lungo e rabbioso addio... Da quel giorno nessuno ha più avuto notizia di quella tromba, che io e tanti altri avremmo voluto rivedere almeno una volta... Ma morirò con questo desiderio"...
Valentino, sconvolto, decide, lui che non ha mai voluto saperne del mondo del calcio, di realizzare quest’ultimo desiderio paterno: ritroverà la tromba del Grande Torino. Presto però si rende conto che la ricerca non sarà facile: nessuno sembra sapere niente sul destino di quella tromba.
Intanto, riprendendo il filo della storia nel 1949, Michael va a trovare la figlia di un vecchio amico di suo padre, Sally Burke, che subito dopo la fine della guerra si era trasferita a Torino per insegnare lingua e letteratura inglese nella locale università. Sally è una bella e intrigante donna di trent’anni, tipico prodotto della “upper class” londinese, e Michael si innamora immediatamente di lei. L’amore non è assolutamente ricambiato, ma il giovane decide di non perdersi d’animo e comincia un serrato corteggiamento. La vita torinese di Michael non è però fatta solo di questo. Lui è lì per organizzare una partita e deve sbrigarsi: tra qualche giorno il Torino volerà a Lisbona per un incontro di beneficenza in favore di un vecchio giocatore portoghese che sta per chiudere la carriera e al quale sarà devoluto l’intero incasso dell’incontro. La casuale amicizia con il trombettiere del Filadelfia introduce Michael nel mondo di alcuni giocatori del Grande Torino. In particolare cerca di aiutare uno di loro a prendere una importante decisione: una fabbrica gli ha infatti appena offerto una assunzione come impiegato. Un giocatore di calcio del 1949 non guadagna grandi cifre e un posto in fabbrica è un qualcosa che bisogna accettare subito nell’Italia dell’immediato dopoguerra. Ma lasciare il calcio, lasciare questa grande squadra, come si può?
Il filo della storia ritorna su Valentino, che chiede aiuto per la sua ricerca della tromba ad un anziano giornalista, Trevis, direttore di una storica rivista di calcio di proprietà della casa editrice di Valentino che vuole chiuderla e licenziarne i giornalisti. Trevis ha quindi istituito un tavolo di protesta permanente contro la chiusura del giornale, ma decide comunque di aiutare Valentino dandogli l’indirizzo di un importante collezionista di cimeli del Grande Torino che forse può aiutarlo a trovare la tromba.
Michael presenta il trombettiere a Sally la quale, stavolta, si innamora a prima vista, ma naturalmente del trombettiere. Michael non capisce come una donna della upper class inglese si possa innamorare di un operaio e la sua amicizia col trombettiere comincia ad incrinarsi. Intanto l’appuntamento con il destino sta per arrivare: il Grande Torino si imbarca sull’aereo che lo porterà in Portogallo. Michael consiglia al giocatore che ha il dilemma se accettare o meno il posto in fabbrica di ascoltare il suo cuore. L’abbraccio tra il giocatore e Michael ha il sapore di un addio.
Intanto Valentino ha i suoi problemi anche con il figlio Andrea (un sedicenne che assomiglia straordinariamente al nonno Mario) che non riesce a vedere mai, un po’ a causa dei suoi impegni di lavoro, un po’ perché Andrea spesso la sera rientra tardi. Inoltre la tromba non si trova, nonostante i numerosi sforzi fatti per cercarla. Ma all’improvviso al manager arriva un inaspettato consiglio: cercare tra i rottami dell’aereo del grande Torino ancora conservati allo stadio Filadelfia. Tra questi rottami Valentino non trova la tromba ma forse una risposta, attraverso una lettera che è riposta con cura dentro il diario appartenuto ad uno dei giocatori: "Caro papà, stiamo volando verso casa, siamo allegri. E' stata una bella partita a Lisbona. Credo che la gente si sia divertita. Chissà perchè oggi ho strani pensieri... Sai, sono cinque anni che vinciamo sui campi di tutto il mondo. Qualcuno direbbe che sono troppi, cinque anni, e avrebbe ragione... Quando i periodi favorevoli cominciano a diventare lunghi è bene prepararsi al peggio, poichè questo giunge all'improvviso... Anche il giorno dopo. Ma sono convinto che perdere non sia una tragedia. In fondo l'urlo della folla lo sentono sia i vincitori che i vinti. Ecco, forse perdere l'urlo della folla sarebbe una tragedia. Come riuscire, un giorno, a dimenticare quelle migliaia di occhi che ti hanno scrutato, amato, sognato per innumerevoli domeniche? Non vorrei autocelebrarmi, ma a volte ho l'impressione che per la nostra gente, per tutta la nostra gente, abbiamo fatto qualcosa di importante, qualcosa che resterà nel tempo, nelle memorie di chi ha avuto la possibilità di vederci"...
Michael e il trombettiere sono giunti a un grado di tensione estrema a causa di Sally, e proprio mentre le cose stanno per degenerare in lontananza si sente un boato: l’aereo del Grande Torino si è appena schiantato contro la collina di Superga. Il litigio tra i due si interrompe: il dolore che stanno per provare è troppo grande, incancellabile.
Il filo della storia torna negli anni 90, dove è Andrea a ritrovare, per una miracolosa coincidenza, la tromba. Si sveleranno così i numerosi legami fra passato e presente....

fonte: www.ilgrandetorino.net
Koogar
00sabato 4 maggio 2013 12:01
Il Grande Torino




in onda su RaiUno - 25 e 26 settembre 2005
Regia: Claudio Bonivento
Cast: Michele Placido, Remo Girone, Tosca d'Acquino ...
I giocatori: Eusebio Castigliano (Francesco Venditti), Romeo Menti (Andrea Golino),Valerio Bacigalupo (Gian Felice Facchetti), Mario Rigamonti (Max Parodi), Guglielmo Gabetto (Massimo Molea), Ezio Loik (Antonio DeMatteo), Franco Ossola (Gualtiero Burzi), Virgilio Maroso (Francesco Gisotti), Giuseppe Grezar (Gian Paolo Gambi), Danilo Martelli (Fabrizio Croce), Aldo Ballarin (Marco Bonafaccia), Dino Ballarin (Matteo Taranto) e in testa capitan Valentino Mazzola (Giuseppe Fiorello).
Sito internet: www.rai.it/raifiction

Parte 1




Parte 2




Il nostro racconto ha per protagonista Angelo, un adolescente del sud Italia, un ragazzo come tanti, che vuole diventare un campione di calcio. Angelo, con la sua famiglia, si trasferisce dal sud a Torino, studia e lavora per aiutare la famiglia. Vuole comperarsi un paio di scarpe vere da calcio. Intanto gioca nella squadretta del liceo ed è tifoso del Torino, la squadra più forte. Il suo mito. Del Torino conosce tutto, sa a memoria la formazione (Bagicalupo, Ballarin, Maroso...), i risultati di tutte le partite, le gesta di tutti suoi i campioni.
Il suo sogno è entrare nella formazione giovanile del Torino. I suoi non vogliono. I giocatori a quel tempo hanno ingaggi ben più modesti di quelli a cui ci hanno abituato i campioni di oggi, pur essendo benestanti. Angelo fa di tutto e riesce ad ottenere un provino da capitan Mazzola. Non va male, poca tecnica ma molto talento è il giudizio che ne riceve. Sembra che il sogno stia per realizzarsi. Per Angelo comincia una nuova vita. Per mantenersi, per essere autonomo, trova vari lavori come fattorino, operaio, commesso... Fa spesso il turno di notte per non perdere gli allenamenti e, nonostante la fatica, non manca una volta in campo e neanche a scuola. Comincia a conoscere bene i suoi miti, con qualcuno stringe un rapporto di amicizia. Frequenta il bar Vittoria, che Gabetto e Ossola hanno aperto nel centro della città.
Conosce Susanna, la figlia del direttore tecnico del Toro, Erbstein. Nasce una storia d’amore. È il grande amore della sua vita. Angelo comincia a non vedere più così lontano il momento in cui il suo sogno potrà realizzarsi: giocare in prima squadra, allo stadio Filadelfia, avere gli occhi del pubblico puntati addosso, sentire l’incitamento dei tifosi.
ll Torino si avvia a vincere il suo sesto scudetto. Mancano solo quattro partite alla fine del campionato. C’è da giocare una amichevole con il Benfica da disputarsi a Lisbona. Valentino Mazzola insiste per andarla a giocare a tutti i costi, il presidente Novo non è d’accordo, prima si deve finire il campionato. Ma è una promessa fatta da Mazzola al suo amico Ferreira, capitano del Benfica che smette di giocare. Il presidente acconsente. E questo è il destino.. al ritorno da Lisbona, in un pomeriggio di pioggia, l’aereo che riporta la squadra si schianta contro la collina di Superga, ai piedi della basilica. In quell’istante sembrano scomparire speranze, affetti, amicizie. È lutto nazionale.
La Federazione Gioco Calcio, su proposta di tutti i club, decide di aggiudicare d’ufficio lo scudetto al Torino. Il presidente Novo si rifiuta. La sua squadra giocherà comunque le quattro partite che mancano mandando in campo la squadra dei ragazzi. Gli avversari decideranno anche loro di schierare le formazioni giovanili. In quattro partite i ragazzi del Toro sanno conquistarsi quattro vittorie e in quelle partite il nostro Angelo, con la maglia numero 10 di Valentino Mazzola, nel suo stadio: il Filadelfia, realizza il suo sogno.


fonte: www.ilgrandetorino.net
Niña de Luna
00giovedì 30 maggio 2013 22:24
Re:
Koogar, 04/05/2013 12:01:

Il Grande Torino




in onda su RaiUno - 25 e 26 settembre 2005
Regia: Claudio Bonivento
Cast: Michele Placido, Remo Girone, Tosca d'Acquino ...
I giocatori: Eusebio Castigliano (Francesco Venditti), Romeo Menti (Andrea Golino),Valerio Bacigalupo (Gian Felice Facchetti), Mario Rigamonti (Max Parodi), Guglielmo Gabetto (Massimo Molea), Ezio Loik (Antonio DeMatteo), Franco Ossola (Gualtiero Burzi), Virgilio Maroso (Francesco Gisotti), Giuseppe Grezar (Gian Paolo Gambi), Danilo Martelli (Fabrizio Croce), Aldo Ballarin (Marco Bonafaccia), Dino Ballarin (Matteo Taranto) e in testa capitan Valentino Mazzola (Giuseppe Fiorello).
Sito internet: www.rai.it/raifiction

Parte 1




Parte 2




Il nostro racconto ha per protagonista Angelo, un adolescente del sud Italia, un ragazzo come tanti, che vuole diventare un campione di calcio. Angelo, con la sua famiglia, si trasferisce dal sud a Torino, studia e lavora per aiutare la famiglia. Vuole comperarsi un paio di scarpe vere da calcio. Intanto gioca nella squadretta del liceo ed è tifoso del Torino, la squadra più forte. Il suo mito. Del Torino conosce tutto, sa a memoria la formazione (Bagicalupo, Ballarin, Maroso...), i risultati di tutte le partite, le gesta di tutti suoi i campioni.
Il suo sogno è entrare nella formazione giovanile del Torino. I suoi non vogliono. I giocatori a quel tempo hanno ingaggi ben più modesti di quelli a cui ci hanno abituato i campioni di oggi, pur essendo benestanti. Angelo fa di tutto e riesce ad ottenere un provino da capitan Mazzola. Non va male, poca tecnica ma molto talento è il giudizio che ne riceve. Sembra che il sogno stia per realizzarsi. Per Angelo comincia una nuova vita. Per mantenersi, per essere autonomo, trova vari lavori come fattorino, operaio, commesso... Fa spesso il turno di notte per non perdere gli allenamenti e, nonostante la fatica, non manca una volta in campo e neanche a scuola. Comincia a conoscere bene i suoi miti, con qualcuno stringe un rapporto di amicizia. Frequenta il bar Vittoria, che Gabetto e Ossola hanno aperto nel centro della città.
Conosce Susanna, la figlia del direttore tecnico del Toro, Erbstein. Nasce una storia d’amore. È il grande amore della sua vita. Angelo comincia a non vedere più così lontano il momento in cui il suo sogno potrà realizzarsi: giocare in prima squadra, allo stadio Filadelfia, avere gli occhi del pubblico puntati addosso, sentire l’incitamento dei tifosi.
ll Torino si avvia a vincere il suo sesto scudetto. Mancano solo quattro partite alla fine del campionato. C’è da giocare una amichevole con il Benfica da disputarsi a Lisbona. Valentino Mazzola insiste per andarla a giocare a tutti i costi, il presidente Novo non è d’accordo, prima si deve finire il campionato. Ma è una promessa fatta da Mazzola al suo amico Ferreira, capitano del Benfica che smette di giocare. Il presidente acconsente. E questo è il destino.. al ritorno da Lisbona, in un pomeriggio di pioggia, l’aereo che riporta la squadra si schianta contro la collina di Superga, ai piedi della basilica. In quell’istante sembrano scomparire speranze, affetti, amicizie. È lutto nazionale.
La Federazione Gioco Calcio, su proposta di tutti i club, decide di aggiudicare d’ufficio lo scudetto al Torino. Il presidente Novo si rifiuta. La sua squadra giocherà comunque le quattro partite che mancano mandando in campo la squadra dei ragazzi. Gli avversari decideranno anche loro di schierare le formazioni giovanili. In quattro partite i ragazzi del Toro sanno conquistarsi quattro vittorie e in quelle partite il nostro Angelo, con la maglia numero 10 di Valentino Mazzola, nel suo stadio: il Filadelfia, realizza il suo sogno.


fonte: www.ilgrandetorino.net




L'ho visto ieri, molto bello [SM=g2725291]
Paperino!
00sabato 1 giugno 2013 20:21
Re:
Koogar, 04/05/2013 12:01:

Il Grande Torino




in onda su RaiUno - 25 e 26 settembre 2005
Regia: Claudio Bonivento
Cast: Michele Placido, Remo Girone, Tosca d'Acquino ...
I giocatori: Eusebio Castigliano (Francesco Venditti), Romeo Menti (Andrea Golino),Valerio Bacigalupo (Gian Felice Facchetti), Mario Rigamonti (Max Parodi), Guglielmo Gabetto (Massimo Molea), Ezio Loik (Antonio DeMatteo), Franco Ossola (Gualtiero Burzi), Virgilio Maroso (Francesco Gisotti), Giuseppe Grezar (Gian Paolo Gambi), Danilo Martelli (Fabrizio Croce), Aldo Ballarin (Marco Bonafaccia), Dino Ballarin (Matteo Taranto) e in testa capitan Valentino Mazzola (Giuseppe Fiorello).
Sito internet: www.rai.it/raifiction

Parte 2




Il nostro racconto ha per protagonista Angelo, un adolescente del sud Italia, un ragazzo come tanti, che vuole diventare un campione di calcio. Angelo, con la sua famiglia, si trasferisce dal sud a Torino, studia e lavora per aiutare la famiglia. Vuole comperarsi un paio di scarpe vere da calcio. Intanto gioca nella squadretta del liceo ed è tifoso del Torino, la squadra più forte. Il suo mito. Del Torino conosce tutto, sa a memoria la formazione (Bagicalupo, Ballarin, Maroso...), i risultati di tutte le partite, le gesta di tutti suoi i campioni.
Il suo sogno è entrare nella formazione giovanile del Torino. I suoi non vogliono. I giocatori a quel tempo hanno ingaggi ben più modesti di quelli a cui ci hanno abituato i campioni di oggi, pur essendo benestanti. Angelo fa di tutto e riesce ad ottenere un provino da capitan Mazzola. Non va male, poca tecnica ma molto talento è il giudizio che ne riceve. Sembra che il sogno stia per realizzarsi. Per Angelo comincia una nuova vita. Per mantenersi, per essere autonomo, trova vari lavori come fattorino, operaio, commesso... Fa spesso il turno di notte per non perdere gli allenamenti e, nonostante la fatica, non manca una volta in campo e neanche a scuola. Comincia a conoscere bene i suoi miti, con qualcuno stringe un rapporto di amicizia. Frequenta il bar Vittoria, che Gabetto e Ossola hanno aperto nel centro della città.
Conosce Susanna, la figlia del direttore tecnico del Toro, Erbstein. Nasce una storia d’amore. È il grande amore della sua vita. Angelo comincia a non vedere più così lontano il momento in cui il suo sogno potrà realizzarsi: giocare in prima squadra, allo stadio Filadelfia, avere gli occhi del pubblico puntati addosso, sentire l’incitamento dei tifosi.
ll Torino si avvia a vincere il suo sesto scudetto. Mancano solo quattro partite alla fine del campionato. C’è da giocare una amichevole con il Benfica da disputarsi a Lisbona. Valentino Mazzola insiste per andarla a giocare a tutti i costi, il presidente Novo non è d’accordo, prima si deve finire il campionato. Ma è una promessa fatta da Mazzola al suo amico Ferreira, capitano del Benfica che smette di giocare. Il presidente acconsente. E questo è il destino.. al ritorno da Lisbona, in un pomeriggio di pioggia, l’aereo che riporta la squadra si schianta contro la collina di Superga, ai piedi della basilica. In quell’istante sembrano scomparire speranze, affetti, amicizie. È lutto nazionale.
La Federazione Gioco Calcio, su proposta di tutti i club, decide di aggiudicare d’ufficio lo scudetto al Torino. Il presidente Novo si rifiuta. La sua squadra giocherà comunque le quattro partite che mancano mandando in campo la squadra dei ragazzi. Gli avversari decideranno anche loro di schierare le formazioni giovanili. In quattro partite i ragazzi del Toro sanno conquistarsi quattro vittorie e in quelle partite il nostro Angelo, con la maglia numero 10 di Valentino Mazzola, nel suo stadio: il Filadelfia, realizza il suo sogno.


fonte: www.ilgrandetorino.net



Anche io visto in tv: gran bel film, una finestra sull'Italia del dopoguerra e su una grande squadra di calcio, entrata nella leggenda. [SM=x43813]
Paperino!
00sabato 1 giugno 2013 20:27
Re:
Koogar, 04/05/2013 11:58:


Ora e per sempre




fonte: www.ilgrandetorino.net




Questo l'ho visto qui: non si può dire che non sia un bel film, ma è molto più "lento" dell'altro, meno dinamico...e tutto incentrato su vicende che - rispetto al Grande Torino e la sua tragedia - son periferiche, di contorno.
E' una storia dei giorni nostri, dominata dal ricordo nostalgico.
La squadra, il campo, i giocatori, lo stesso incidente a momenti nemmeno ci sono...è tutto di contorno alla storia, che è incentrata sul "risvegliarsi" di un figlio, e sul riscoprire suo padre, il suo rapporto con lui, sul ricordare...il Torino è un "personaggio" secondario della storia.
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