Fuoricorso? aumentano le tasse universitarie

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connormaclaud
00martedì 17 luglio 2012 20:11
parola del signore Profumo
Mi riprometto di non commentare per non contravvenire alle regole del forum [SM=x43804]


In Italia sono 600.000 gli studenti fuoricorso che non sono riusciti a terminare il ciclo di studi nei tempi previsti dall'ordinamento universitario. Si tratta del 33,59% del totale di iscritti all'università. Troppi secondo il Ministro dell'Istruzione Francesco Profumo, secondo il quale "bisogna cambiare rotta", perché "i fuoricorso all'università esistono solo da noi". Per il Ministro si tratta di "un problema culturale", in quanto "all'Italia manca il rispetto delle regole e dei tempi. Credo che la scuola sul rispetto delle regole debba dare un segnale forte perché gli studenti fuoricorso hanno un costo, anche in termini sociali".

Sarà anche per questo che nei recenti provvedimenti della spending review è stata inserita una norma che sembra voler colpire proprio gli studenti fuoricorso. Come ha sottolineato lo stesso Ministro: "Questo farà in modo che imparino a non perdere tempo. Non puniamo nessuno, il 20% va depurato solo perché nel tempo sono cambiate le condizioni". Ma aumentare le tasse per i fuoricorso non è detto che spinga gli studenti a sbrigarsi e a terminare gli studi in tempo. Secondo il Ministro, comunque, "bisogna valorizzare le capacità delle persone, orientandoli in maniera mirata, come stiamo facendo con il portale www.universitaly.it. Oppure valorizzare il regime «part-time», la formula che permette di diluire i tempi di studio, senza risultare fuori corso, pensata proprio per studenti lavoratori".

Sono molti infatti gli studenti che per potersi permettere gli studi devono lavorare e per questo non riescono a fare, ogni anno, tutti gli esami previsti dal proprio piano di studi. Secondo il Rettore della Sapienza di Roma, gli studenti che si laureano fuoricorso "non sono bamboccioni, ma solo giovani in difficoltà". E nella sua università passare part-time "è obbligatorio dopo tre anni di fuoricorso ed è uno dei modi per facilitarli nel raggiungimento della laurea". Ma anche qui i fuoricorso sono circa 40.000.


Tutto il contrario di ciò che avviene all'Università Luiss di Roma, dove i fuoricorso non arrivano a 100. Magari sarà perché la retta universitaria è molto alta e, secondo il direttore Pierluigi Celli, "i soldi possono essere un deterrente", ma, sottolinea Celli, è anche importante seguire gli studenti nel loro percorso di studi "se uno studente da noi non dà esami per due semestri consecutivi, cerchiamo di capire quali sono i suoi problemi, lo facciamo seguire da un tutor. E se continua a non produrre risultati, lo faccio studiare nel mio studio". Quindi per diminuire il numero dei fuoricorso basta seguire maggiormente gli studenti?

www.studenti.it/universita/inchieste/profumo-troppi-fuoricorso-in-it...
cucciolottastupenda
00martedì 17 luglio 2012 20:18
penso che i problemi dell'università non siano legati ai fuoricorso ma a come sono strutturati i piani di studio (soprattutto da noi)...queste parole di Profumo lasciano il tempo che trovano anche perchè dal mio punto di vista questo signore "nun sa surat' nient'" nella sua vita e chissà perchè e come occupa il posto che ha quindi sta parlando di dinamiche che nemmeno capisce....
connormaclaud
00martedì 17 luglio 2012 20:36
Cucciolotta,la ratio è limpida:" dobbiamo recuperare pecunia?spenniamo i fuoricorso. Vuoi vincere facile? scegli l'università giusta".

In questo momento non m'interessa cosa verrà applicato nelle altre università,ma guardando alla nostra realtà mi auguro che alla Federico II abbiano il buon senso di non aumentare le tasse, in caso contrario la possibilità di massicce migrazioni verso altri atenei è tuttaltro che remota.

Al signor bocconiano che ricopre il ruolo di ministro poco importa delle ragioni dei fuoricorso e gli stessi non hanno nulla da giustificare a signori di quel calibro.

Se permetti,me ne frego delle esternazioni ed elucubrazioni mentali partorite da menti tanto acute, ma il venir colpito in prima persona porta il discorso ad un altro livello.
(pollastro)
00martedì 17 luglio 2012 20:44
Dal professore Prisco, che mi prega di postare

E smettiamola, una buona volta! L'università è FREQUENZA, non ESAMIFICIO, RAGIONAMENTO, non STUDIO A PAPPARDELLA, FORMAZIONE TEORICO-PRATICA, non SCUOLA PROFESSIONALE (anche se è vero che bisognerebbe fare vedere e scrivere atti cocreti, studiare arringhe famose per mostrare come si evolve la difesa in tribunale, studiare con funzionari di polizia come si fanno indagini sul luogo del delitto, mostrare come si compila o si trucca il bilancio di una società. Voi però perlopiù NON VOLETE SCRIVERE, ma al massimo copiare tesi e ricerche da Internet, spacciandole per lavori originali).
Gli eterni fuori corso esistono solo in Italia. Bisognerebbe piuttosto introdurre un percorso differenziato per chi studia e lavora o ha avuto problemi di salute o di famiglia, ma non nascondete dietro i casi pietosi le storie di chi ha mangatoie bassissime (provate a negarlo che ci siano...),
Naturalmente, fare pagare più tasse ai fuori corso sarebbe equo solo per il futuro, non retroattivamente (altrimenti sarebbe ingiusto) e solo per chi non prova SERIAMENTE di essere andato fuori corso per motivi validi. Io ho avuto studenti che mi dicevano di esserci andati "per una delusione d'amore" che aveva fatto smettere di studiare... Ma si può?! Certo, se una madre sta male, è comprensibile avere un rallentamento. Ma, se si specula ad esempio su un fatto del genere per impietosire, si è semplicemente persone senza dignità
connormaclaud
00martedì 17 luglio 2012 21:39
Gentile professore,
i fuoricorso sono un'anomalia italiana,ma l'italia è a sua volta un'anomalia mondiale.
Mi perdoni, ma quali sono gli strumenti dati agli studenti per tutelarsi?
Quando e come è possibile congelare gli esami o sospendere l'iscrizione?
Ci sono i fuoricorso,ma il sistema tutto incentiva ad essere tali e le vie d'uscita sono poche e tardive.
Nessuno,io per primo, ho la necessità o l'abitudine di impietosire alcuno, faccio una mera constatazione de facto.
Ho fatto quel che ho fatto , ma al massimo posso essere orgoglioso dei traguardi raggiunti.

Professore come "provare seriamente di essere andati fuori corso per motivi validi"? Quale potrebbe essere il metro di giudizio?

Mi auguro che invece di applicare sensibili aumenti alle tasse universitarie ( mediocre e provinciale propaganda politica) si metta mano ad una riforma universitaria valida e coerente imponendo il numero chiuso a tutte le facoltà.


(pollastro)
00martedì 17 luglio 2012 21:43
Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Non voglio fare il truce. Se so che una persona sta passando un brutto momento di salute suo o di famiglia, se so che ha difficoltà economiche, ecc... (è capitato), aiuto. L'ho già fatto. Ma per culo, come si direbbe in buon italiano, non mi prende nessuno, chiaro ?(Ribadisco, caro Connor: non ce l'ho con lei)
MARTINA.SANNINO83
00martedì 17 luglio 2012 21:53
Ok, io ci sto. Sono fuori corso e già peso troppo sulle spalle della mia famiglia. Ma allora PRETENDO un servizio da quest'università, un professore che possa esser disponibile e, per quanto possibile, venire incontro alle esigenze dello studente. E, soprattutto, voglio andare in dipartimento, trovare il prof che mi spieghi i miei errori ad un compito scritto e che non mi dica"se non capisce la materia, si paghi un professore privato". Rischio di farmi bannare, quindi finisce qua!
MARTINA.SANNINO83
00martedì 17 luglio 2012 21:58
Re:
connormaclaud, 17/07/2012 21.39:

Gentile professore,
i fuoricorso sono un'anomalia italiana,ma l'italia è a sua volta un'anomalia mondiale.
Mi perdoni, ma quali sono gli strumenti dati agli studenti per tutelarsi?
Quando e come è possibile congelare gli esami o sospendere l'iscrizione?
Ci sono i fuoricorso,ma il sistema tutto incentiva ad essere tali e le vie d'uscita sono poche e tardive.
Nessuno,io per primo, ho la necessità o l'abitudine di impietosire alcuno, faccio una mera constatazione de facto.
Ho fatto quel che ho fatto , ma al massimo posso essere orgoglioso dei traguardi raggiunti.

Professore come "provare seriamente di essere andati fuori corso per motivi validi"? Quale potrebbe essere il metro di giudizio?

Mi auguro che invece di applicare sensibili aumenti alle tasse universitarie ( mediocre e provinciale propaganda politica) si metta mano ad una riforma universitaria valida e coerente imponendo il numero chiuso a tutte le facoltà.








Ma poi, onestamente, allo stato cosa gliene frega?Le paghiamo le tasse e questo basta e avanza. Non credo proprio che allo stato interessi sapere xkè la sottoscritta ha perso due anni di studio, uno per la morte del proprio ragazzo e l'altro perchè suo padre non stava bene.
Mi innervosisce tutto ciò.
MARTINA.SANNINO83
00martedì 17 luglio 2012 22:22
Trentasei università su sessantuno. Oltre la metà degli atenei italiani sono fuorilegge per carico di tasse inflitte agli iscritti. In base alla riforma delle università voluta dall'ex ministro Gelmini (art. 5 D.P.R. 306/97 ), la somma dei contributi di ogni singolo studente non dovrebbe superare il 20% dei fondi ministeriali (Ffo) stanziati per quell'ateneo, principale entrata delle università.
Ma non è così. Dal Politecnico di Milano alla 'Mediterranea' di Reggio Calabria, dalla Iuav di Venezia a 'L'Orientale di Napoli, anche se, a onor di cronaca, nell'elenco delle università che impongono gabelle oltre i limiti di legge prevalgono le località del Nord.
Un tesoretto fuorilegge sottratto dalle tasche degli studenti e da quelle delle loro famiglie, motivato dai tagli targati Gelmini-Tremonti, a seguito dei quali gli atenei, per fare cassa, non hanno saputo fare altro che aumentare le tasse.

Il 'salato' boccone, tuttavia, non è stato ingoiato da tutti senza battere ciglio: lo scorso anno gli universitari di Pavia fecero ricorso al Tar, che con la sentenza 02761/2011 condannò l'Ateneo a restituire agli studenti il surplus ingiustamente versato. E l'Unione degli Universitari (Udu) invita gli altri tartassati d'Italia a fare altrettanto. Il sindacato studentesco, infatti, ha dato mandato ai propri legali di procedere nel presentare nuovi ricorsi anche negli atenei di Modena e Reggio Emilia.

Soprattutto perché l'Italia è già ora il terzo paese europeo con le tasse più alte e la discriminazione sociale che esclude dalla formazione le fasce più deboli della società è un rischio concreto, da scongiurare. Secondo l'ultimo rapporto Ocse, inoltre, abbiamo la percentuale più bassa di studenti con borse di studio (il 20%) e la percentuale più bassa di residenze universitarie.
A livello europeo, infatti, se si eslcude l'Inghilterra che detiene il record delle rette più elevate (dove in media uno studente spende per ciascun anno accademico 1.859 euro, ma ha anche più chance di trovare subito impego, e ben retribuito), Francia, Germania e Spagna pretendono dai loro studenti molto meno di noi. Se infatti qui la media è di 1.017 euro, in Spagna si scende a 795, in Francia si oscilla fra i 160 e i 490, e in Germania da 500 a semestre a nulla.

Specialmente in un contesto di crisi economica e di aumento delle disuguaglianze interne, l'impegno a garantire la migliore e maggiore formazione possibile per gli studenti universitari, dovrebbe essere una priorità.
giusperito
00mercoledì 18 luglio 2012 00:07
Non entro nel merito di una discussione che tocca da vicino molti studenti. Nessuno può valutare con razionalità e distacco necessari.
tuttavia noto si sovrappongono i piani di ragionamento. Si parla di uno strumento e si discute di quello. E' sempre sbagliato spostare la discussione su altro. L'università fa pena, ma ciò non vuol dire che i fuori corso non debbano pagare più tasse (posto che sia una cosa valida).
Quoto l'intervento del prof. perché pensando alla mia esperienza di vita e di studio mi fanno "girare le..." tutte le scuse accampate per giustificare scarsi risultati o tempi prolungati. Ognuno ha i suoi buoni motivi, ma riconoscerli è atto di maturità.
Un mio carissimo amico, degno di stima perché persona di ottima cultura, ha impiegato un paio d'anni in più concludendo il percorso con un 98 non per problemi inimmaginabili, ma per pura e riconosciuta pigrizia e grande passione per la lettura, la musica e la scrittura. Non credo si possa criticare da un punto di vista culturale. La mia stima è per la sua capacità di riconoscere i motivi del ritardo... diversamente sento gente che se la prende con i prof., con le cattedre, con i casi della vita del tipo dovevo andare a lavorare il sabato sera per pagarmi le vacanze e cose di questo tipo..
scuse che mi infastidiscono profondamente, perché non credo di aver avuto un neurone in più di nessuno di questi fuori corso..
connormaclaud
00mercoledì 18 luglio 2012 07:15
Giusperito,per curiosità,quali sono le tue ambizioni lavorative?
giusperito
00mercoledì 18 luglio 2012 12:18
Non ho capito il nesso...
connormaclaud
00mercoledì 18 luglio 2012 13:15
Re:
giusperito, 18/07/2012 12.18:

Non ho capito il nesso...




potrei avere lo stesso una risposta?
giusperito
00mercoledì 18 luglio 2012 13:24
Non voglio sembrarti scortese e ti rispondo, ma non vedo come le mie aspirazioni personali possano incidere su un discorso generale.

In ogni caso al momento sto studiando per vincere un concorso nella pubblica amministrazione (sspa, forze dell'ordine e dintorni).
connormaclaud
00mercoledì 18 luglio 2012 13:38
Bene, se vuoi prendo in prestito il tuo caso.

Alcuni concorsi pubblici si basano su un fragile equilibrio età anagrafica-titolo di studio...in molti casi il primo conta più del secondo,in considerazione del fatto che la "laura" la prendi con loro.
Qualora dovessi partecipare ad un concorso nella pa ,che ti porta via molto tempo e dove date d'esame e concorsuali coincidono, in considerazione dei tuoi interessi e dei limiti anagrafici,metteresti da parte (a titolo temporaneo,of course) il concorso o l'università?


Come dissi in altro thread,è tutta una questione di priorità.
Di ragazzi con [SM=g2725340] ,ma esclusi per superati limiti d'età ne ho visti più d'uno.

(pollastro)
00mercoledì 18 luglio 2012 13:52
Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Caro Connor, la tua prospettiva è parziale, se mi permetti, giacché: a) molti (buoni, cioè a posti in enti ambiti) concorsi pubblici richiedono oggi, da bando, in alcuni casi almeno il 105/110, in altri addirittura il 110 o il 110 e lode; b) alcuni studi legati anch'essi ambiti (lo so, perché ho presentato io ai titolari miei studenti che aspiravano ad entrarvi) richiedono gli stessi requisiti solo per un colloquio, onde "scremare" tra i richiedenti la pratica presso di loro; c) per vincere concorsi pubblici bisogna studiare bene. Se Giusperito mi autorizza ad una violazione della nostra privacy (ma né io, né lui siamo il presidente Napolitano, d'altra parte), ti dirò che ci siamo confrontati sulla sostanza dei suoi temi concorsuali, che mi è parsa ottima, mentre lui stesso mi ha confessato che altri concorrenti gli era invece parso che fossero andati fuori tema. Morale: perdere tempo all'università è un delitto, formarsi bene la priorità, quindi un (modesto) ritardo non deve fare paura, se è il prezzo per essere in grado di pensare correttamente un tema concorsuale e poi scriverlo in buon italiano. Tu, caro Connor, non hai certo il problema di non sapere scrivere, quindi (come ti ho già detto in un altro), stai tranquillo, sotto quest'aspetto [SM=g2725292]
mikele88uni
00mercoledì 18 luglio 2012 14:43
io credo che aumentare le tasse ai fuoricorso non risolva il problema. Bisogna a mio avviso domandarsi il perché in italia ci siano tanti studenti che non riescono a terminare in tempo gli studi, se cioè i fuoricorso non siano che il sintomo di un sistema che sostanzialmente non consente il "pieno sviluppo della persona umana".
D'altra parte essendo un fuoricorso sarei ben lieto di pagare più tasse qualora però mi si offrisse in cambio un regolamento più flessibile (appello a settembre, ad esempio, anche per i fuoricorso a cui mancano gli ultimi 6 esami) o semplicemente dei vigilanti che facciano rispettare almeno il silenzio nelle aule studio. Anche perché io non ho ancora capito se il fuoricorso sia un "pollo da spennare" per far quadrare il bilancio o uno studente che va aiutato per fargli portare a termine senza ulteriori ritardi gli studi.
Raffaele_23
00mercoledì 18 luglio 2012 15:04
Io credo che l'università non possa cimentarsi nell'analizzare i motivi per i quali un ragazzo va fuoricorso, ma debba cercare di risolvere il problema per come appare. Sicuramente l'idea di "punire" con tasse più elevate è irragionevole, perchè finisce per colpire soltanto coloro che si parcheggiano all'università pur appartenendo a famiglie non benestanti: saranno una sparuta minoranza, visto che se per dei genitori mandare un figlio all'università è davvero un sacrificio, una situazione del genere verrebbe risolta in famiglia (magari mandandolo a calci a lavorare). I figli di papà senza voglia di lavorare sarebbero colpiti molto lievemente, a meno che l'aumento delle tasse non sia esponenziale. I fuoricorso giustificati dagli eventi della vita riceverebbero dall'Università un'ulteriore mazzata. A mio parere, il problema si potrebbe risolvere innanzitutto non chiedendo sessioni in più ma stabilire ex auctoritate che se ci stanno tre appelli nella sessione io devo poter usufruire di tutti e tre: ricordo ai primi anni gente che veniva bocciata a gennaio e doveva rifare l'esame a giugno...Follia. Inoltre, nel rispetto dell'autonomia di ogni cattedra, i prof potrebbero incaricare alcuni assistenti a turno di effettuare ricevimento mirato per i fuoricorso, magari organizzare per loro seminari che non siano pedisseque ripetizioni delle lezioni. Probabilmente sarebbe utile anche affiancare al sistema delle propedeuticità un blocco al terzo anno: se ho sostenuto tre esami in tre anni non è il caso che l'Università mi faccia iscrivere al quarto e al quinto anno, accumulando ulteriori esami. Infine, quest'università, sia noi studenti che i professori, dovrebbe riguadagnare serietà: dipartimenti deserti, informazioni di servizio che circolano per vie traverse e mai per canali ufficiali, aule studio ridotte a pub sono indicibili. Tutto questo magari assottiglierebbe il novero dei fuoricorso, visto che ridurlo del tutto è utopico.
Niña de Luna
00mercoledì 18 luglio 2012 15:06
Re:
Raffaele_23, 18/07/2012 15.04:

Io credo che l'università non possa cimentarsi nell'analizzare i motivi per i quali un ragazzo va fuoricorso, ma debba cercare di risolvere il problema per come appare. Sicuramente l'idea di "punire" con tasse più elevate è irragionevole, perchè finisce per colpire soltanto coloro che si parcheggiano all'università pur appartenendo a famiglie non benestanti: saranno una sparuta minoranza, visto che se per dei genitori mandare un figlio all'università è davvero un sacrificio, una situazione del genere verrebbe risolta in famiglia (magari mandandolo a calci a lavorare). I figli di papà senza voglia di lavorare sarebbero colpiti molto lievemente, a meno che l'aumento delle tasse non sia esponenziale. I fuoricorso giustificati dagli eventi della vita riceverebbero dall'Università un'ulteriore mazzata. A mio parere, il problema si potrebbe risolvere innanzitutto non chiedendo sessioni in più ma stabilire ex auctoritate che se ci stanno tre appelli nella sessione io devo poter usufruire di tutti e tre: ricordo ai primi anni gente che veniva bocciata a gennaio e doveva rifare l'esame a giugno...Follia. Inoltre, nel rispetto dell'autonomia di ogni cattedra, i prof potrebbero incaricare alcuni assistenti a turno di effettuare ricevimento mirato per i fuoricorso, magari organizzare per loro seminari che non siano pedisseque ripetizioni delle lezioni. Probabilmente sarebbe utile anche affiancare al sistema delle propedeuticità un blocco al terzo anno: se ho sostenuto tre esami in tre anni non è il caso che l'Università mi faccia iscrivere al quarto e al quinto anno, accumulando ulteriori esami. Infine, quest'università, sia noi studenti che i professori, dovrebbe riguadagnare serietà: dipartimenti deserti, informazioni di servizio che circolano per vie traverse e mai per canali ufficiali, aule studio ridotte a pub sono indicibili. Tutto questo magari assottiglierebbe il novero dei fuoricorso, visto che ridurlo del tutto è utopico.




Quoto! [SM=x43799]
Giubo
00mercoledì 18 luglio 2012 15:09
condivido l'intervento del professore, ma per il resto dico che ancora una volta questo govenro si conferma una massa di vampiri peggio di quelli di prima.
connormaclaud
00mercoledì 18 luglio 2012 16:52
(pollastro), 18/07/2012 13.52:

Dal professore Prisco, che mi prega di postare

Caro Connor, la tua prospettiva è parziale, se mi permetti, giacché: a) molti (buoni, cioè a posti in enti ambiti) concorsi pubblici richiedono oggi, da bando, in alcuni casi almeno il 105/110, in altri addirittura il 110 o il 110 e lode; b) alcuni studi legati anch'essi ambiti (lo so, perché ho presentato io ai titolari miei studenti che aspiravano ad entrarvi) richiedono gli stessi requisiti solo per un colloquio, onde "scremare" tra i richiedenti la pratica presso di loro; c) per vincere concorsi pubblici bisogna studiare bene. Se Giusperito mi autorizza ad una violazione della nostra privacy (ma né io, né lui siamo il presidente Napolitano, d'altra parte), ti dirò che ci siamo confrontati sulla sostanza dei suoi temi concorsuali, che mi è parsa ottima, mentre lui stesso mi ha confessato che altri concorrenti gli era invece parso che fossero andati fuori tema. Morale: perdere tempo all'università è un delitto, formarsi bene la priorità, quindi un (modesto) ritardo non deve fare paura, se è il prezzo per essere in grado di pensare correttamente un tema concorsuale e poi scriverlo in buon italiano. Tu, caro Connor, non hai certo il problema di non sapere scrivere, quindi (come ti ho già detto in un altro), stai tranquillo, sotto quest'aspetto [SM=g2725292]




Gentile professore,
la mia visione è certamente parziale giacchè i concorsi finora provati erano aperti anche a semplici diplomati (limiti anagrafici rispettivamente 22 e 23 anni )
Poi, si sa,l'età sopravanza e ci pensa da sola ad escluderti dalla mischia.
Condivido pienamente la necessità di studiare bene per vincere concorsi.
I maggiori ritardi non derivano tanto dalla preparazione di una singola fase ( eccezion fatta di quando si ha come interlocutore un texano,dalla voce poco soave,che strascica le parole dall'altro capo della stanza [SM=x43828]),ma dal venirne fuori vincitori (subentra la pazza gioia) o sconfitti e delusi.
L'importanza della valutazione di laurea,a mio vedere, conta il doppio per noi fuoricorso già in debito col tempo.

Professore è troppo buono,ma so di saper scrivere poco meglio di un orango ubriaco.


[SM=x43799]
giusperito
00mercoledì 18 luglio 2012 17:23
Prof. nessun problema. Speriamo solo che non faccio la figura del ciuccio e presuntuoso


Connor non so a che concorsi ti riferisci né mi è chiaro a cosa servisse sapere cosa faccio.
Secondo te una persona (generica) che si laurea con 110 e lode che ha lavorato dal primo fino all'ultimo anno di università tutti i giorni della settimana, tutti i mesi, stando fuori casa per lavoro 8-9 ore, con problemi economici e di salute familiari (altro tempo!) in quanto tempo si può laureare?

gegge82
00mercoledì 18 luglio 2012 18:50
mi manca una informazione fondamentale per poter giudicare :quanto costa un fc allo Stato ? (e possibilmente questi costi a che voci corrispondono) perché non capisco questa specie di mezzo indiretto per incentivare a finire nei tempi previsti (con un certo ottimismo) da chi ha istituito i corsi. Non capisco se si sta parlando dei fuori corso come costo da abbattere o dei fc come piaga sociale,simbolo di una nazione che "non rispetta i tempi". Non conosco come funziona negli altri paesi,quindi non farò paragoni... Vorrei solo capire un fuori corso che lavora e vuole comunque terminare gli studi,e che per farlo paga ogni anno facciamo per esempio mille euro solo per presentarsi una massimo due volte l'anno agli esami (perché non può perdere un giorno di permesso per andare in dipartimento senza la certezza che sarà ricevuto o che otterrà almeno un colloquio per un tempo consono a chiarire alcuni suoi dubbi,e tutto questo senza essere trattato con sufficienza da chi dovrebbe limitarsi a fornirgli un servizio) che costo tremendo rappresenti per la società? A mio parere (modestissimo) gli ostacoli per chi si laurea tardi (per colpa o per necessità ) sono già attualmente presenti nella fase post laurea ... Insomma aumentare le tasse per me non risolve il problema ,se poi tali soldi non sono investiti per garantire miglior efficienza nei servizi base. Se devono essere una mera misura punitiva o per far cassa allora ok,ma non la si spacci per la soluzione del problema ,anche perché se davvero le tasse aumentassero in maniera importante ,avvicinandosi a quelle di università private (che fanno esami scandalosi per mancanza di serietà e modalità di svolgimento discutibili quali i test con le risposte multiple) tanta gente si orienterebbe verso di esse laureandosi brevemente e con una laurea valida a tutti gli effetti che non farebbe altro che far calare il livello generale di preparazione dei laureati italiani )
Adri84
00mercoledì 18 luglio 2012 18:59
anche io come gegge sono curiosa di sapere che costo in più siamo per lo stato,visto che fino a prova contraria siamo noi a pagare loro
connormaclaud
00mercoledì 18 luglio 2012 19:01
Re:
giusperito, 18/07/2012 17.23:

Prof. nessun problema. Speriamo solo che non faccio la figura del ciuccio e presuntuoso


Connor non so a che concorsi ti riferisci né mi è chiaro a cosa servisse sapere cosa faccio.
Secondo te una persona (generica) che si laurea con 110 e lode che ha lavorato dal primo fino all'ultimo anno di università tutti i giorni della settimana, tutti i mesi, stando fuori casa per lavoro 8-9 ore, con problemi economici e di salute familiari (altro tempo!) in quanto tempo si può laureare?




Se sei interessato ai concorsi nelle ffoo,almeno per sentito dire,dovresti sapere a quali mi riferisco.
Rispetto al secondo quesito:merita rispetto e ammirazione per la costanza e l'impegno,sicuramente questa stessa persona ha programmato il proprio futuro ed ha le idee chiare sul come sfruttare il 110 e lode .



trixam
00mercoledì 18 luglio 2012 19:52
Re:
gegge82, 18/07/2012 18.50:

mi manca una informazione fondamentale per poter giudicare :quanto costa un fc allo Stato ? (e possibilmente questi costi a che voci corrispondono) perché non capisco questa specie di mezzo indiretto per incentivare a finire nei tempi previsti (con un certo ottimismo) da chi ha istituito i corsi. Non capisco se si sta parlando dei fuori corso come costo da abbattere o dei fc come piaga sociale,simbolo di una nazione che "non rispetta i tempi". Non conosco come funziona negli altri paesi,quindi non farò paragoni... Vorrei solo capire un fuori corso che lavora e vuole comunque terminare gli studi,e che per farlo paga ogni anno facciamo per esempio mille euro solo per presentarsi una massimo due volte l'anno agli esami (perché non può perdere un giorno di permesso per andare in dipartimento senza la certezza che sarà ricevuto o che otterrà almeno un colloquio per un tempo consono a chiarire alcuni suoi dubbi,e tutto questo senza essere trattato con sufficienza da chi dovrebbe limitarsi a fornirgli un servizio) che costo tremendo rappresenti per la società? A mio parere (modestissimo) gli ostacoli per chi si laurea tardi (per colpa o per necessità ) sono già attualmente presenti nella fase post laurea ... Insomma aumentare le tasse per me non risolve il problema ,se poi tali soldi non sono investiti per garantire miglior efficienza nei servizi base. Se devono essere una mera misura punitiva o per far cassa allora ok,ma non la si spacci per la soluzione del problema ,anche perché se davvero le tasse aumentassero in maniera importante ,avvicinandosi a quelle di università private (che fanno esami scandalosi per mancanza di serietà e modalità di svolgimento discutibili quali i test con le risposte multiple) tanta gente si orienterebbe verso di esse laureandosi brevemente e con una laurea valida a tutti gli effetti che non farebbe altro che far calare il livello generale di preparazione dei laureati italiani )





7421 euro all'anno a testa, moltiplicati per tutto il numero dei fc 4.4 miliardi di euro all'anno a carico del contribuente.

connormaclaud
00mercoledì 18 luglio 2012 20:20
stai a vedere che tra poco i fc costano quanto una manovra....
gegge82
00mercoledì 18 luglio 2012 20:26
Re: Re:
trixam, 18/07/2012 19.52:





7421 euro all'anno a testa, moltiplicati per tutto il numero dei fc 4.4 miliardi di euro all'anno a carico del contribuente.



Ti ringrazio per la risposta, [SM=x43812] se ti va potresti indicarmi anche a quali voci di spesa corrisponde questa cifra ? [SM=x43799] insomma non sarebbe il caso di fare un sindacato su tali spese,se si vogliono ridurre i costi dei fuoricorso ?
Da cosa è giustificata una cifra simile ?
ObbligazioneNaturale
00mercoledì 18 luglio 2012 21:46
Gegge, non si puo' fare un breakdown della cifra in quanto e' una semplice statistica.
E' la somma dei costi universitari (fissi+variabili) ripartita sul totale della popolazione studentesca. Quindi puo' capitare che lo studente fuoricorso laureando in giurisprudenza (che paga da noi da un minimo di 300 ad un massimo di 1000 euro annui) offra un contributo netto mentre chi magari studi medicina rappresenti una perdita. I costi si compensano, ed eccoti spiegato il motivo di tanta aposiopesi ogni volta che qualcuno sollevi il discorso del numero chiuso, si puo' dire che i bilanci siano in equilibrio proprio grazie ai contributi dei non frequentanti (e, ci tengo a dirlo, gli studenti lavoratori pagano anche l'IRPEF).
Sfortunatamente non esistono scomposizioni dei costi per ogni singolo dipartimento, l'assenza di dati la rende una questione ancora piu' spinosa.
gegge82
00mercoledì 18 luglio 2012 21:50
Re: Re:
trixam, 18/07/2012 19.52:





7421 euro all'anno a testa, moltiplicati per tutto il numero dei fc 4.4 miliardi di euro all'anno a carico del contribuente.




Mmm però dovresti sottrarre la cifra totale che questi fc pagano di tasse,per fare un calcolo preciso... Resta comunque una cifra enorme.
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