Il procuratore Iacoviello ha parlato di «gravi lacune» giuridiche della sentenza d'appello per mancanza di motivazione e mancanza di specificazione de
MILANO - Tre ore di camera di consiglio poi il verdetto: la Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza d'appello di condanna a sette anni di reclusione per il senatore del Pdl Marcello Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa. Il processo di secondo grado dovrà essere rifatto a Palermo davanti ad altri giudici. La prescrizione del reato, in ogni caso, non scatterà prima del 30 giugno 2014, dunque è presumibile che il processo possa arrivare a conclusione.
«SODDISFATTO» - Il senatore Dell'Utri è «molto soddisfatto» per la decisione della Cassazione. Il commento del senatore è reso noto dagli avvocati Giuseppe Di Peri e Pietro Federico. «La decisione della Cassazione - aggiungono - dimostra che nei confronti di Dell'Utri sono stati fatti dei processi contrari al diritto, e la Suprema Corte, nonostante le pressioni che si sono manifestate in questo ultimo periodo, ha preso una decisione coraggiosa ma pienamente aderente ai principi del corretto funzionamento della giurisprudenza». «Finalmente ho trovato una magistratura che mi ha giudicato in maniera serena», è il commento di Dell'Utri ad uno dei suoi legali, l'avvocato Massimo Krogh.
L'ACCUSA - La conclusione era già apparsa probabile durante l'udienza. Perché anche il sostituto procuratore generale presso la Cassazione Francesco Iacoviello aveva chiesto l'annullamento con rinvio o in alternativa che che la vicenda fosse trattata dalle sezioni unite penali. Il procuratore Iacoviello ha parlato di «gravi lacune» giuridiche della sentenza d'appello per mancanza di motivazione e mancanza di specificazione della condotta contestata a Dell'Utri, che a suo avviso deve essere chiarita. Il pg inoltre ha voluto dare atto alla V sezione della Cassazione di essere di «grandissimo e indiscusso profilo professionale». Rispondendo in modo esplicito alle critiche di quanti avevano indicato il presidente Aldo Grassi come un fedelissimo di Corrado Carnevale detto «ammazzasentenze».
IL RAGIONEVOLE DUBBIO - «Nessun imputato deve avere più diritti degli altri ma nessun imputato deve avere meno diritti degli altri: e nel caso di Dell'Utri non è stato rispettato nemmeno il principio del ragionevole dubbio». Ha aggiunto Iacoviello nella sua requisitoria. E ancora a suo dire «l'accusa non viene descritta, il dolo non è provato, precedenti giurisprudenziali non ce ne sono e non viene mai citata la sentenza 'Mannino della Cassazione, che è un punto di riferimento imprescindibile in processi del genere». Per questo ha chiesto l'inammissibilità del ricorso della procura di Palermo che aveva chiesto addirittura un inasprimento della pena. «Il concorso esterno è ormai diventato un reato autonomo, un reato indefinito al quale, ormai, non ci crede più nessuno! - da detto inoltre Iacoviello rivolto ai giudici- Spetta a voi il compito di smentirmi».
L'ATTESA DI DELL'UTRI - Stando a quanto riferiscono fonti vicine al collegio di difesa Marcello Dell'Utri era a Milano ad attendere l'esito dell'udienza. Ma secondo il Fatto Quotidiano, che avrebbe tentato di contattare telefonicamente il senatore, Dell'Utri ieri si trovava in Spagna. Dopo aver composto il numero del suo cellulare - riferisce il giornale - si è sentito un messaggio in lingua spagnola: «Por favor marque de nuevo», l'equivalente spagnolo del nostro riprovi più tardi. Circostanze smentite dai suoi legali. «Oggi non lo abbiamo chiamato, ma di certo lo sentiremo stasera. A noi risulta che sia a Milano» ha detto l'avvocato Di Peri ribadendo che lo informerà telefonicamente sull'esito dell'udienza.
Redazione Online
9 marzo 2012 | 22:21
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