De magistris VS Di pietro: nell'IDV si prendono a pesci in faccia.

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trixam
00lunedì 27 dicembre 2010 14:03
- «Il mio non è un attacco personale a Di Pietro e neanche una corsa alla leadership del partito: tuttavia la questione morale all'interno dell'Idv rimane ed è pesante come un macigno. Anche perché, è amaro dirlo, sono tre dei nostri deputati, eletti con una lista più antiberlusconiana che non si può, a tenere in vita il governo... È davvero sconcertante doverlo ammettere».
La sera di Santo Stefano, l'eurodeputato dipietrista Luigi De Magistris è andato a teatro per cercare di distrarsi. E forse anche per provare a dimenticare i tradimenti dei suoi ex compagni di partito - Amedeo Porfidia, Domenico Scilipoti e Antonio Razzi - e, a questo punto, anche per «digerire» la dura replica del leader del partito Antonio Di Pietro. Infatti l'ex pm di Mani pulite, sul suo blog personale, ha strapazzato chi, come l'ex magistrato De Magistris, continua a sollevare la questione morale anche all'interno dell'Idv.

«A volte chi critica è interessato a prendere lui stesso il posto di chi viene criticato», ha detto Di Pietro su chi dissente nel partito. Ma De Magistris - che per rispondere deve attendere l'intervallo tra il primo e il secondo atto dello spettacolo teatrale - per ora non cerca lo scontro frontale: «Non credo che l'amico Antonio si riferisca a me; lui è saldo nella sua posizione e non deve temere assalti alla leadership del partito. Però la questione morale c'è e riguarda la credibilità della classe dirigente dell'Idv».

Di Pietro ha parlato dopo la pubblicazione su «Micromega», diretta Paolo Flores D'Arcais, di un sondaggio sulla questione morale all'interno dell'Idv. Un'iniziativa che segue una durissima lettera firmata, oltre che da De Magistris, anche da Sonia Alfano e Giulio Cavalli, in cui si mette in discussione la gestione personalistica del partito sottolineando pure la «spinosa e scottante questione morale, che va affrontata con urgenza prima che la stessa travolga il partito». Di Pietro, dunque, non ha gradito e già nel giorno di Natale è passato al contrattacco: «Sulla questione morale non v'è dubbio che un partito che nasce dal nulla, un fiore spontaneo, ogni tanto si trova a vedere nel proprio campo qualche erbaccia cattiva. Il nostro compito, quindi, è quello di rimuovere le erbacce e far ricrescere l'erba buona». Per farlo, insiste Di Pietro, «ci vuole tempo, perseveranza, costanza, umiltà, determinazione, partecipazione: la critica soltanto, senza apporto costruttivo, è critica fine a se stessa. Però noi la critica la dobbiamo ascoltare».

Eppure De Magistris - che deve la sua notorietà anche alle inchieste «Poseidone» e «Why not», condotte a Catanzaro, e al successivo processo disciplinare davanti al Csm che lo spogliò delle funzioni requirenti, determinandone il trasferimento coatto al tribunale di Napoli - ricorda di avere accettato la proposta di Di Pietro di candidarsi alle Europee del 2009 proprio per portare un vento di moralizzazione nella classe politica, compresa quella del centrosinistra.
Così De Magistris - dopo lo spettacolo offerto dall'onorevole Razzi, che a settembre al congresso di Vasto giurava di voler rimanere fedele a Di Pietro, e di recente da Porfidia e da Scilipoti - ora dice chiaro e tondo di non essere soddisfatto di come il vertice del partito seleziona (o magari non sceglie) il personale politico: «Senza rese di conti e senza pubbliche faide - scrivono i dissenzienti dell'Idv - crediamo che mai come adesso il presidente Di Pietro debba reagire duramente e con fermezza alla deriva verso cui questo partito sta andando per colpa di alcuni. Le ultime vergogne, come definire il caso Razzi-Scilipoti, sono solo la punta di un iceberg...».

Di Pietro, dunque, non ha lasciato passare Natale per correre a tranquillizzare gli elettori dell'Idv con un video intitolato «Carta canta»: «Voglio rassicurare tutti sul fatto che c'è un impegno preciso del partito per una militanza trasparente, del quale parleremo in un esecutivo nazionale a gennaio... Voglio tranquillizzare tutti sul fatto che, piano piano, l'acqua sta diventando pulita e più l'acqua diventa limpida, più dobbiamo essere orgogliosi dell'Idv». Poi, però, con quell'accusa diretta a De Magistris («A volte chi critica è interessato a prendere lui stesso il posto di chi viene criticato») Di Pietro ha implicitamente ammesso che nell'Idv una questione leadership potrebbe esplodere. Da un momento all'altro.
trixam
00lunedì 27 dicembre 2010 14:05
Nella storia dell'estremismo parolaio e populista c'è una costante: prima o poi qualcuno più estremista e populista di te ti scavalcherà a destra.
Tonino lo sta imparando sulla sua pelle.
giusperito
00lunedì 27 dicembre 2010 17:30
e subito invoca il golpe interno.. vedo che il vizio è sempre lo stesso.. non riesco a capire quale sia il problema.. de magistris vuole la leadership del partito? dov'è il problema mica l'idv è una proprietà (oppure si? ed iniziano le similitudini con il pdl)..

allego questo simpatico trafiletto:
Antonio Di Pietro e Luigi De Magistris se le stanno dando di santa ragione da qualche giorno. E la guerra tra i due verte sulla cosiddetta questione morale, dopo i casi Razzi e Scilipoti.

Non è difficile vedere nello scazzo che vede protagonisti anche la Alfano e Giulio Cavalli da una parte e Leoluca Orlando e Massimo Donadi dall’altra, la giusta nemesi per l’ex Pm di Mani pulite. Che oggi si ritrova nel partito gente che, come nella pubblicità dei detersivi, afferma che il suo bianco è più bianco, e, alla prova dei fatti, ha anche ragione.

E non è difficile pensare anche che abbia ragione, Di Pietro, nel pensare che chi lo critica vuole il suo posto: è così che, in effetti, si fanno le battaglie politiche all’interno dei partiti: trovando argomenti contro la maggioranza e sottoponendoli al dibattito politico e all’elettorato IdV, che tra l’altro i sondaggi danno in calo costante.Con queste risposte alla Berlusconi, Di Pietro continua a sembrare un pugile sempre più suonato. L’impressione è che se non si va alle elezioni presto la sua stella potrebbe definitivamente tramontare.


Inoltre segnalo anche:
Politicadi Pietro Salvato Di Pietro come Silvio: “Tarocca un sondaggio per farsi dare ragione”
pubblicato il 27 dicembre 2010 alle 17:21 dallo stesso autore - torna alla home Tutto il mondo è paese anche sul web. Dopo i fan del Cavaliere anche quelli dell’ex Pm di “Mani pulite” ripetono il giochino. Cui prodest?


Gustoso siparietto sul sito di MicroMega tra Paolo Flores D’Arcais che accusa pubblicamente, urbi et orbi, Antonio Di Pietro di taroccare, lui e “i suoi amici” il sondaggio che aveva per tema, udite-udite, la “Questione morale nell’Idv”. Questione Aizzata dal duo Luigi De Magistris e Sonia Alfano contro il Santo Tonino fondatore.

TINTINNIO DI RISATE – “Caro Antonio, con questi mezzucci ti fai male da solo. Cosa ci guadagni a manipolare un sondaggio?’ Scrive Flores che accusa senza mezzi termini Antonio Di Pietro: “manipoli il nostro sondaggio, proprio come farebbe Silvio Berlusconi”. E’ la penna intinta nel curaro di Paolo Flores D’Arcais a rispondere per le rime alla manipolazione dipietrista, sui risultati del sondaggio avviato dal sito di Micromega sulla ‘questione morale’ nell’Idv, lanciata dalla lettera di De Magistris, Alfano e Cavalli.Fino al 26 dicembre, racconta D’Arcais, per un campione ‘rappresentato dai navigatori’ piu’ attivi e motivati di MicroMega, Il Fatto, La Repubblica, che non sono purtroppo rappresentativi della popolazione italiana ma certamente lo sono dei potenziali elettori Idv, quasi l’80% considerava piu’ che ragionevole l’allarme sulla questione morale lanciato da De Magistris, Alfano e Cavalli”. Addirittura?!

C’AZZECCA ECCOME – “Solo il 6% -scrive Flores- condivideva invece l’immediato “stracciarsi le vesti” con cui il vertice Idv aveva risposto loro’ . Questa ‘era la situazione del sondaggio ieri sera. Poi, miracolo! “Stamattina alle 11,30 i voti alla quarta opzione sono schizzati al 20% e continuano a salire (quelli alla seconda opzione sono scesi gia’ al 40%). Nel frattempo – aggiunge l’ex girotondista militante di Micormega – ho ricevuto in copia da due militanti Idv (uno di Milano e uno di Napoli) l’sms che e’ stato inviato a tutti gli iscritti e simpatizzanti dal tuo apparato dirigente: “Ciao, vai su micromega e vota (e fai votare) per il presidente. Grazie, risposta n.4 (gira sms a tutti i tuoi contatti)”. Capito? Di Pietro ha mosso le sue truppe cammellate. Circa tremila voti cosi’ ‘coscritti’ hanno fin qui manipolato i risultati, e non dubito che nelle prossime ore altri voti lo faranno ulteriormente’, aggiunge livido Flores, che quasi non crede ai suoi occhi, per il tradimento etico e cyber-hackeristico dell’ex magistrato venuto da Montenero di Bisaccia. ’Ma con queste manipolazioni, caro Antonio, cosa ci guadagni?’ conclude D’Arcais sostenendo che “per un dirigente politico che vuole opporsi al berlusconismo non mi sembra proprio la cosa migliore”. Un’ organizzazione quasi perfetta.
NON E’ UNA NOVITA‘ – Qualche tempo fa, un’analoga sorte toccò al “gemello diverso” di Micromega. Il Fatto. Il quotidiano di Travaglio e Padellaro chiese ai suoi lettori chi tra i leader dell’opposizione potrebbe fermare Berlusconi. Grillo volava al 36%. Bersani si piantava al 2%. Ma fu solo l’ennesimo caso di rilevazione senza alcuna attendibilità statistica. Fu vera gloria? Ne dubitiamo. Anche allora una manina, anzi molto più di una, taroccarono il sondaggio. Come spiegò bene qui Donato De Sena, “Ci sono i sondaggi realizzati da società specializzate che interpellano un campione rappresentativo della popolazione oggetto di indagine e ci sono i sondaggi lanciati sul web senza alcuna selezione scientifica degli intervistati. I primi sono attendibili, i secondi meno, visto che tra l’altro danno la possibilità a qualche furbo navigatore, consentendogli di votare anche migliaia di volte, di truccare i risultati”. A questo punto la domanda sorge spontanea. A cosa servono questi “sondaggi” (tra tante virgolette)? Semplice, accalorano i fan e anche le dita di quanti scaricano pacchetti di voti sul web. E forse riempiono anche la tasca di qualcuno.

Giubo
00martedì 28 dicembre 2010 15:44
Berlusconi dura anzitutto perchè non ha avversari coesi,è questo che non vogliono capire
moggii
00mercoledì 29 dicembre 2010 01:48
Re:
Giubo, 28/12/2010 15.44:

Berlusconi dura anzitutto perchè non ha avversari coesi,è questo che non vogliono capire




bravo giubo!finchè si faranno la guerra fra loro perderanno sempre... [SM=x43619]
Giubo
00mercoledì 29 dicembre 2010 06:46
dilla meglio: finchè quelli che gli fanno la guerra davvero non si metteranno d'accordo e quelli che fingono di opporsi a lui la smetteranno di inciuciare sotto banco
Massimo Volume
00mercoledì 29 dicembre 2010 10:17
Re:
trixam, 27/12/2010 14.05:

Nella storia dell'estremismo parolaio e populista c'è una costante: prima o poi qualcuno più estremista e populista di te ti scavalcherà a destra.
Tonino lo sta imparando sulla sua pelle.




De Magistriis non è più populista o parolaio di Di Pietro, il quale è secondo solo a Berlusconi, che nel campo non è un tecnico, è un artista.
Per quanto attiene alle defezioni di Scilipoti e Razzi, due esseri immondi che riescono ad essere molto molto peggio dell'italiano medio, che di per sé è un mostro (cit.), non mi sono stupito più di tanto.
Mi spiego: se la sostanza e la prassi del di-pietrismo vivono di anti-berlusconismo, l'estetica politica (e il pathos) dell'uno e dell'altro non sono affatto dissimili, anzi, sono speculari.
In un gioco a somma zero i due transfughi torneranno a fondersi nel mito dell'uomo forte; detto questo, comunque, un pressoché totale apparentamento dell'uno e dell'altro partito sarebbe ingeneroso, anche perché Berlusconi governa da quasi vent'anni e ha "giusto" il controllo dei principali centri mediatici del paese, tolto il gruppo editoriale L'Espresso - infatti non parlo di sostanza, ma di estetica.
Massimo Volume
00mercoledì 29 dicembre 2010 10:21
Re:
giusperito, 27/12/2010 17.30:



NON E’ UNA NOVITA‘ – Qualche tempo fa, un’analoga sorte toccò al “gemello diverso” di Micromega. Il Fatto. Il quotidiano di Travaglio e Padellaro chiese ai suoi lettori chi tra i leader dell’opposizione potrebbe fermare Berlusconi. Grillo volava al 36%. Bersani si piantava al 2%. Ma fu solo l’ennesimo caso di rilevazione senza alcuna attendibilità statistica. Fu vera gloria? Ne dubitiamo. Anche allora una manina, anzi molto più di una, taroccarono il sondaggio. Come spiegò bene qui Donato De Sena, “Ci sono i sondaggi realizzati da società specializzate che interpellano un campione rappresentativo della popolazione oggetto di indagine e ci sono i sondaggi lanciati sul web senza alcuna selezione scientifica degli intervistati. I primi sono attendibili, i secondi meno, visto che tra l’altro danno la possibilità a qualche furbo navigatore, consentendogli di votare anche migliaia di volte, di truccare i risultati”. A questo punto la domanda sorge spontanea. A cosa servono questi “sondaggi” (tra tante virgolette)? Semplice, accalorano i fan e anche le dita di quanti scaricano pacchetti di voti sul web. E forse riempiono anche la tasca di qualcuno.





Vogliamo parlare del sondaggio de L'espresso (on-line) in cui Montezemolo balzava in testa al sondaggio con percentuali bulgare? Poi Si scoprì "magicamente" che c'era una società di servizi che gonfiò il sondaggio...
moggii
00mercoledì 29 dicembre 2010 14:51
Re:
Giubo, 29/12/2010 6.46:

dilla meglio: finchè quelli che gli fanno la guerra davvero non si metteranno d'accordo e quelli che fingono di opporsi a lui la smetteranno di inciuciare sotto banco




giusto! [SM=x43799]
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